Poster La stoccata vincente di Nicola Campiotti

La stoccata vincente (2023)

La stoccata vincente
Locandina La stoccata vincente
La stoccata vincente è un film del 2023 prodotto in Italia, di genere TV Movie e Biografico diretto da Nicola Campiotti. Il cast include Alessio Vassallo, Flavio Insinna, Elena Funari, Chiara Cavaliere, Mario Ermito, Samuele Carrino, Carlotta Ventimiglia, Svetlana Kevral, Egle Doria, Maciej Robakiewicz.

P aolo (Samuele Carrino), coltivata sotto la sapiente guida di Piero (Flavio Insinna), padre e maestro, felice di portare il figlio ad allenarsi fin sulle pendici dell’Etna. Un’infanzia serena e apparentemente normale, trascorsa anche con la madre Patrizia (Egle Doria) e la sorella Marina (Chiara Cavaliere), turbata però da alcuni strani sintomi che a 14 anni iniziarono a colpirlo e che Paolo cercherà di nascondere finché possibile: svenimenti, capogiri, attacchi epilettici. La diagnosi è terribile: tumore al cervello. Da lì l’operazione, la convalescenza, le prese in giro per la rasatura dei capelli e la cicatrice, la paura di non poter mai più tirare di scherma, di dover abbandonare i propri sogni e, soprattutto, di non farcela a sconfiggere la malattia. Ma Paolo riesce a superare ogni cosa, grazie alla sua famiglia e soprattutto al padre, sempre al suo fianco e pronto a infondergli fiducia e forza d’animo, anche nei momenti più disperati. La sua carriera agonistica inizia quando decide di arruolarsi nell’Aeronautica Militare. Grazie a uno spirito indomito, attira l’attenzione del grande maestro russo di scherma, Oleg Pouzanov (Maciej Robakiewicz), che deciderà di allenarlo personalmente dopo averlo messo alla prova, perché il carattere rabbioso di Paolo e l’insofferenza alla disciplina non contano davanti a tenacia e forza di volontà. Sotto la guida di Oleg, maestro di vita prima ancora che di scherma, unico capace di placare le sue intemperanze, Paolo riesce persino a entrare nella Nazionale di scherma.
Due gli altri incontri importanti che segnano il percorso di Pizzo: Guglielmo Visentin (Mario Ermito), talento naturale ed elegante, suo esatto opposto in pedana, con il quale nasce una inevitabile e accesa rivalità; e la pentatleta Lavinia Bonessio (Elena Funari), con la quale conoscerà il vero amore. Ma lo spirito ribelle e combattivo finisce per prendere il sopravvento, al punto che Paolo Pizzo viene messo da parte dalla squadra e sospeso dalla Nazionale: un momento che metterà in crisi anche il rapporto con il padre Piero. A complicare tutto si aggiunge un brutto infortunio al ginocchio durante un allenamento: la lesione del legamento crociato riporta alla luce i vecchi traumi di Paolo, mai superati, che lo spingono a rifiutare di sottoporsi all’intervento chirurgico. Saranno Lavinia e Oleg a vincere la granitica fermezza di Paolo e a convincerlo ad affrontare l’operazione, cui seguirà un recupero fisico record. Ma il segreto della malattia affrontata da bambino continuerà a persistere e Paolo lo manterrà anche con Oleg, con Lavinia e con tutta la Federazione. Il dolore e la “vergogna” per quello che ha dovuto sopportare appena adolescente non gli consentono di condividere la sua esperienza con le persone che gli stanno attorno e gli vogliono bene.
La morte improvvisa di Oleg riporta Paolo a chiudersi in sé stesso e ad abbandonare la scherma. Dopo il rientro a Catania, sarà di nuovo il padre Piero a risollevarlo, mostrandogli il motto della città di Catania scolpito sulla Porta Ferdinandea: Melior de cinere surgo (Dalla cenere risorgo migliore). Sarà una nuova rinascita per Paolo, affiancato dal padre in veste di allenatore, fino all’ultima stoccata: quella vincente, che lo porterà a fare finalmente pace col proprio passato e a condividere la sua storia personale col mondo intero.

Info Tecniche e Distribuzione

Genere: TV Movie, Biografico, Drammatico
Nazione: Italia - 2023
Durata: N.d.
Formato: Colore
Produzione: Anele, Rai Fiction

Cast e personaggi

Regia: Nicola Campiotti
Sceneggiatura: Marco Videtta, Alessandro Tonda, Nicola Campiotti
Musiche: Pasquale Catalano
Fotografia: Valerio Evangelista
Scenografia: Massimo Santomarco
Montaggio: Alessio Doglione
Costumi: Lisangela Sabbatella

Cast Artistico e Ruoli:
foto Alessio Vassallo

Alessio Vassallo

Paolo Pizzo
foto Flavio Insinna

Flavio Insinna

Piero Pizzo
foto Elena Funari

Elena Funari

Lavinia Bonessio
foto Chiara Cavaliere

Chiara Cavaliere

Marina Pizzo
foto Mario Ermito

Mario Ermito

Guglielmo Visentin
foto Samuele Carrino

Samuele Carrino

Paolo Pizzo bambino
foto Carlotta Ventimiglia

Carlotta Ventimiglia

Marina Pizzo bambina
foto Svetlana Kevral

Svetlana Kevral

Ludmila (moglie di Oleg)
foto Egle Doria

Egle Doria

Patrizia Pizzo
foto Maciej Robakiewicz

Maciej Robakiewicz

Oleg Pouzanov



Produttori:
Gloria Giorgianni (Produttore), Lorenzo Taboga (Produttore delegato per Anele), Marcello Tarantini (Produttore esecutivo), Tore Sansonetti (Produttore associato), Carlotta Schininà (Produttore associato), Fania Petrocchi (Produttore Rai)


Collaborazione alla sceneggiatura: Alessandro Tonda, Nicola Campiotti | Consulenza: Paolo Pizzo, Maurizio Nicita | Suono: Bruno Glisbergh, Francesco Cucinelli | Aiuto regia: Vincenzo Mineo | Casting: Claudia Marotti, Roberta Corrirossi (u.i.c.d.) | Coordinamento di produzione: Elisa Battisti | Organizzatore generale: Luigi Bonucci Collacciani.

Immagini

[Schermo Intero]

Note di regia – Nicola Campiotti

“Per uno cresciuto a pane e pallone, la scherma era un territorio totalmente sconosciuto. Quando poi ha iniziato a prendere forma la possibilità di dirigere questo film, un ritrovamento inaspettato si è rivelato con ineffabile sincronicità: da una soffitta impolverata è arrivato nelle mie mani un vecchio tesserino della Federazione Italiana Scherma. Nella foto in bianco e nero, mia nonna bambina, vestita di bianco, mostra fiera un sorriso da schermitrice. Accanto alla foto, un luogo e una data: Bengasi, Libia, 1936. Nelle prime fasi del lavoro, collaborando alla ste – sura della sceneggiatura, ho sentito di dover entra – re come un ospite in questo racconto: la verità del materiale umano era già così potente nella sua es – senza che qualsiasi velleità autoriale, qualsiasi espediente drammaturgico, sarebbe risultato non indispensabile. Bisognava soltanto mettersi in ascolto, individuare i conflitti profondi e i punti di svolta del racconto, illuminare le parti nascoste di questa storia lunga 28 anni e tradurli nel linguaggio delle immagini. Ho intervistato Paolo a lungo, di giorno e di notte: desideravo capire il confine tra la passione (per uno sport) e l’ossessione (per un traguardo), comprende – re il punto esatto in cui un sogno può trasformarsi in una gabbia, un gioco in un mestiere, un impegno in un sacrificio. Attraverso le parole di Paolo, sono arrivato a comprendere il suo segreto più grande, quello che probabilmente condivide con tutti i campioni di ogni epoca, di ogni disciplina e di ogni frontiera: il raggiungimento di un equilibrio assoluto dove passione e ossessione convivono, che fa spingere il tuo corpo oltre ogni limite senza farlo spezzare, che ti consente di ripetere un gesto milioni di volte alla ricerca della perfezione senza farti perdere la testa, che fa stare insieme vita privata e vita sportiva, che ti fa rialzare quando perdi e non ti fa cadere quando vinci. Il legame che andava formandosi con Paolo mi ha imposto di iniziare le riprese con un rigore e un trasporto incondizionato. La battaglia con la malattia, il rapporto con il padre, il legame e la scomparsa del suo maestro, l’incontro con la donna della sua vita, erano tutti elementi così radicati nella vita reale, che tutti noi abbiamo cercato di tradurli nel linguaggio cinematografico con la massima cura e il più infinito rispetto. Sul set ho focalizzato alcuni obiettivi primari: dare ritmo a un racconto che in cento minuti doveva contenere tre decenni, proteggere e risaltare il calore emotivo di alcuni momenti particolarmente delicati, restituire l’eleganza e il dinamismo custoditi nel linguaggio non verbale della scherma. Quando abbiamo girato la scena della finale della coppa del mondo, Paolo mi ha preso da parte e mi ha chiesto: “Lo sai che giorno è oggi? È il vero giorno in cui io, 11 anni fa, ho vinto la coppa del mondo”. Ancora una volta un segno – più di una coincidenza – bussava al mio lavoro di regista. Alla fine del film ho scoperto che la misura – la giusta distanza con l’avversario nella scherma – è lo spazio opportuno tra noi e le cose della vita, quella capacità di saper distinguere ciò che non dipende da noi (ad esempio un tumore) da quello che dipende da noi. Ho compreso che la guardia, l’attacco, la difesa, il colpire senza essere colpito, il saper cogliere l’attimo propizio per sviluppare le proprie azioni, sono espressioni e immagini che tra – valicano la pedana e descrivono l’esistenza, di tutti noi. La mia speranza è che il film possa circolare anche tra i ragazzi più giovani, sportivi e non. Che possano in – travedere nella nostra storia la fortuna impareggiabile di trovare una passione che accenda l’entusiasmo, un maestro che illumini le nostre ombre, una famiglia che ci sostenga e un amore che ci renda migliori.


dal pressbook del film

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