Poster L’ultimo giorno sulla Terra

L'ultimo giorno sulla Terra (2020)

Le dernier voyage
Locandina L'ultimo giorno sulla Terra
L'ultimo giorno sulla Terra (Le dernier voyage) è un film del 2020 prodotto in Francia, di genere Avventura e Drammatico diretto da Romain Quirot. Il film dura circa 87 minuti. Il cast include Jean Reno, Hugo Becker, Paul Hamy, Lya Oussadit-Lessert, Philippe Katerine, Bruno Lochet, Emilie Gavois-Kahn. In Italia, esce al cinema giovedì 20 Gennaio 2022 distribuito da Notorious Pictures.

In un futuro non troppo lontano, la temperatura del pianeta terra è aumentata a dismisura, molte specie si sono estinte e centinaia di persone sono diventate rifugiati climatici. Un nuovo pianeta è apparso in cielo ed è in rotta di collisione con la terra. Solo un uomo può salvare il mondo, il suo nome è Paul W.R, tuttavia, a poche ore dell'inizio della missione l'astronauta è scomparso. Da allora tutti lo cercano. 

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 20 Gennaio 2022
Uscita in Italia: 20 Gennaio 2022 al Cinema
Prima Uscita: 19/05/2021 (Francia)
Genere: Avventura, Drammatico, Sci-Fi
Nazione: Francia - 2020
Durata: 87 minuti
Formato: Colore
Produzione: Apaches, Kinology, Sofi Tv Ciné, Sofica Manon 10, Digital District, Belga Productions
Distribuzione: Notorious Pictures

Cast e personaggi

Regia: Romain Quirot
Sceneggiatura: Romain Quirot, Antoine Jaunin Laurent Turner
Musiche: Etienne Forget
Fotografia: Jean-Paul Agostini
Scenografia: Olivier Seiler
Montaggio: Romain Quirot
Costumi: Thierry Delettre

Cast Artistico e Ruoli:



Produttori:
David Danesi (Produttore), Fannie Pailloux (Produttore)


Casting: Swan Pham.

Immagini

[Schermo Intero]

INTERVISTA A ROMAIN QUIROT – REGISTA E SCENEGGIATORE

L'origine del progetto
Avevo immaginato questa storia per gli Audi Talents Awards, che poi ho avuto la possibilità di vincere, il che mi ha permesso di realizzare un cortometraggio di 17 minuti dove ho posto i primi tasselli di questo universo e dove c'era già Paul W.R. Abbiamo creato questo cortometraggio che è andato molto bene in tutto il mondo – abbiamo girato molti festival e abbiamo vinto molti premi – e molto rapidamente, ho voluto trasformarlo in un lungometraggio.

Come sei passato al lungometraggio?
Ho sviluppato molte versioni – onestamente, ce ne saranno state 17 o 18 diverse – ma sempre cercando di mantenere ciò che era importante per me, cioè parlare dell'infanzia.

I punti di riferimento durante la scrittura
Questo film assomiglia al modo in cui ho imparato ad amare il cinema. Inizialmente mi sono nutrito di film americani ed ero un grande fan di Harrison Ford e di Blade Runner. Quando l'ho visto, non sembrava affatto un film di eroi. C'era qualcosa che mi affascinava e che andava oltre "l'eroe buono che salva il mondo dai cattivi". Poi, crescendo, ho scoperto il cinema asiatico e in particolare Takeshi Kitano. C'è anche il cinema sudcoreano che mi ha davvero colpito. Un po' più tardi, ho riscoperto la Nouvelle Vague francese. Un film come Il bandito delle 11 (Pierrot Le Fou), che è di fatto un Bonnie & Clyde francese, che assume pienamente questi codici. A Godard piaceva giocare con i codici americani per fare dei film iper-personali e iper-francesi, e trovo interessante questa mescolanza. Nutrito da tutto questo, ho fatto un film che volevo risultasse abbastanza visivo e che assumesse i suoi riferimenti, per installare prima un intero universo e poi passare rapidamente al tema dell'infanzia.

Sci-Fi in Francia
Quando stavamo cercando i finanziamenti per il film, ci è stato spesso detto che i francesi non avevano molto da dire sulla fantascienza, che non era il nostro territorio e che dovevamo lasciarlo fare agli americani. Questo è completamente sbagliato. Jules Verne è quasi l'inventore della fantascienza e potremmo naturalmente pensare a Méliès. La fantascienza è nel nostro DNA ed è ovvio che possiamo realizzare film di fantascienza. Infatti, più mi viene detto di non fare qualcosa, più mi viene voglia di farla.

Il tema dell'ecologia nel film
Vedo L'ultimo giorno sulla terra come una sorta di favola anticipatrice e anche una favola ecologica. Mi sono davvero rituffato nelle mie sensazioni d'infanzia, in particolare al nostro rapporto con la natura e a questa sorta di fascino, di connessione che abbiamo con la natura quando siamo bambini e che con l'età possiamo perdere. Volevo creare un forte legame tra Paul e la Luna Rossa, facendo riferimento proprio a questo, e questa Luna Rossa è a metà tra gentilezza e minaccia. Gli uomini si interrogano su di essa, e il film mette in discussione il nostro rapporto con la natura, e il modo in cui da bambini vediamo il mondo, e come da adulti dimentichiamo quella visione.

L'incontro con Apache
Sono stato molto fortunato ad incontrare Fannie Pailloux. L'incontro è avvenuto un po' per caso, e molto rapidamente ha funzionato perché lei è molto appassionata e ha avuto la follia di dire 'questo progetto è impossibile, è complicato per un'opera prima come produttore e come regista, ma tanto meglio, andiamo, spacchiamo tutto e facciamolo!' È stato estremamente intenso, abbiamo passato mesi insieme a David e Fannie cercando di convincere le persone, dicendo loro che dovevamo fare progetti leggermente diversi in Francia.

La paura di non riuscire a realizzare il film
Abbiamo iniziato le riprese senza sapere se saremmo riusciti a finire il film. Un po' prima dell'inizio delle riprese, non avevamo garanzie perché tutto era ancora incerto e sentivamo che eravamo vicini a non avere abbastanza soldi per girare. Non avevamo ancora nessuna firma né garanzia, eravamo sul filo del rasoio ma, allo stesso tempo, avevamo messo nel progetto tutta l'energia possibile.

Il casting di Hugo Becker (Paul W.R)
Ho scoperto questo giovane attore e ho pensato che avesse il volto di un uomo francese credibile come salvatore dell'umanità. Onestamente, questo tipo di profilo non è molto comune! Ha un profilo all'antica e una voce che ricorda gli attori degli anni '60. Mi è piaciuto e ho pensato che fosse adatto all'universo del film. Ho dovuto rompere le sue pulsioni di eroismo, per trovare un personaggio più sensibile. Il ruolo può avere un lato eroico, ma non ero interessato a trattarlo solo come tale. Mi ha ascoltato molto, ne abbiamo parlato parecchio e abbiamo anche fatto molte prove. Abbiamo sempre dovuto trovare il giusto equilibrio per riportare la sensibilità di cui avevo bisogno per sentirmi vicino al personaggio.

Il casting di Lya Oussadit-Lessert (Elma)
Per la parte di Elma, è stato un po' più complicato. Volevo scoprire un'attrice e un volto che non si fossero mai visti prima. Molto presto, la direttrice del casting Swan Pham mi ha mostrato un'audizione e l'ho trovata perfetta per il film. L'ho incontrata e ben presto siamo andati d'accordo e ho capito che era lei. Aveva questa sensibilità e questa emotività, e allo stesso tempo questo lato "iper-vivace". Lei era il personaggio.

Il casting di Jean Reno (Henri W.R)
Per la parte di Henri W.R, il padre di Paul W.R, avevamo bisogno di un attore francese che sembrasse capace di gestire un'impresa internazionale e credibile nel ruolo di un individuo in grado di mandare uomini nello spazio! Glielo abbiamo chiesto e mi ricordo, stavo girando e ho ricevuto una chiamata dalla direttrice del casting che mi ha detto "l'ha letto, gli piace molto, lo farà". Ero così felice! Penso che la storia gli sia arrivata, che abbia fatto eco a qualcosa che gli è capitata quando era più giovane e soprattutto al suo lavoro con Luc Besson. E poi, penso che gli piacciano i progetti un po' diversi, penso che fosse felice di vedere un giovane regista che cerca di proporre qualcosa di insolito.

Il casting di Paul Hamy (Eliott W.R)
Eliott W.R è un vero personaggio cinematografico. Il suo percorso è ispirato a una storia vera di due fratelli gemelli americani che lavoravano alla NASA. Uno andò nello spazio, l'altro no. Quando il primo tornò, il suo DNA era cambiato di oltre il 7%, che è molto. Sono partito da quella storia. Ho subito pensato a Paul Hamy. È un attore che dà tutto se stesso, non ha paura di sbagliare o strafare, rischia e ha una vera follia dentro di sé, che è affascinante. È un attore che mi ha commosso molto.

Il casting di Philippe Katerine (lo speaker radiofonico)
Avevo in mente Robin William in Good Morning Vietnam: questo tipo di conduttore radiofonico che non si lascia mai andare, che rimane aggrappato. Ha quel tono, quella voce e quel tocco di follia. All'inizio era solo una voce e alla fine abbiamo pensato che sarebbe stato molto bello se fosse stato un piccolo ologramma. La parte si adattava molto bene a Philippe Katerine.

Il Direttore della Fotografia Jean-Paul Agostini
Il Direttore della Fotografia è Jean-Paul Agostini. L'avevo conosciuto durante il cortometraggio. Jean-Paul è uno dei migliori Direttori della Fotografia francesi, in genere ho sempre girato da solo i miei film. All'improvviso, è stato piuttosto divertente perché invece di manovrare la macchina da presa, si è concentrato sull'illuminazione e ci siamo trovati in una sorta di unione sorprendente. Ci siamo un po' fusi insieme ed è questo che credo abbia reso possibile le riprese, dato il poco tempo a disposizione. Era presente al 100%, senza fare domande. Ci sono tante volte in cui avrei voluto guardarlo e dirgli grazie. Quindi, grande collaborazione, signor Agostini!

Sulle 5 settimane di riprese
Sono state 5 settimane pazzesche durante le quali ho dormito pochissimo e dove sono stato tutto il tempo concentrato nelle riprese e dedicato con passione a questo progetto. E allo stesso tempo, è stato un momento fuori dal tempo, molto commovente, difficile ed emozionante.

INTERVISTA A HUGO BECKER (PAUL W.R)

Un progetto importante
Ho la sensazione che stiamo facendo qualcosa di importante, sia per Romain ovviamente, perché è il suo primo lungometraggio, ma anche per me e credo per molte persone della troupe, perché è un progetto piuttosto atipico. Credo che nessuno abbia mai lavorato ad un progetto come questo prima d'ora e non è detto che un domani qualcuno farà di nuovo un film come questo. In questo momento, stiamo vivendo qualcosa di forte con persone con le quali abbiamo creato forti legami, e non si sa mai cosa accadrà un domani…

Un sogno di lunga data
Se si pensa che 6 mesi fa dicevamo "lo stiamo per fare". E poi lo abbiamo fatto! E ora stiamo arrivando alla fine. Penso che per Romain, come per me, questo film sia un sogno d'infanzia. Abbiamo sognato di farlo per molto tempo e lo stiamo facendo. Volevamo fare un film guidato dalla passione. La cosa pazzesca è che siamo riusciti a coinvolgere un intero cast e un'intera troupe per renderlo reale.

Il cast
Questo è un cast pazzesco! È stato pazzesco recitare con Jean Reno. Siamo cresciuti con i suoi film. E finire di fronte a lui sul set è fantastico. Per il resto del cast, ce ne sono alcuni con cui avevo già lavorato, come Jean-Luc Couchard o Bruno Lochet, che ho amato. E Lya, è stata una grande opportunità per il film. Penso che il film non avrebbe retto se non avessero trovato Elma. Questo è un film che si rivolge alle generazioni future e aveva bisogno di qualcuno che le rappresentasse, con forza ed emozione, e che emanasse qualcosa di molto forte. È stata un'occasione unica e mi è piaciuto lavorare con lei.

INTERVISTA A LYA OUSSADIT-LESSERT (ELMA)

Il personaggio di Elma
Nel film, il mio personaggio si chiama Elma. È una giovane ragazza che ha una relazione complicata con suo padre e vive in una stazione di servizio. Lavora lì e incontrerà Paul W.R e… non roviniamo il finale!

Il suo casting
Le audizioni sono andate molto bene ma mi è stato detto che era improbabile che venissi scelta. E poi finalmente a luglio ce l'ho fatta. Ero molto, molto, molto felice, tanto che ho dormito con la sceneggiatura tra le braccia.

Il suo rapporto con il regista Romain Quirot
Mi è piaciuto molto lavorare con Romain. È stato comunque complicato perché lui sa esattamente quello che vuole. Ma è stato interessante perché mi ha permesso di lavorare su emozioni che non avevo avuto modo di esprimere prima. Inoltre, lui ti mette subito a tuo agio, ha questo modo di dirigere che è molto preciso. A volte è complicato, ma è davvero bello perché capisci come muoverti ed eviti le esitazioni. È davvero bello.

Il suo rapporto con il co-protagonista Hugo Becker
Hugo mi ha aiutata molto, soprattutto durante tutte le scene in cui ero stressata. Mi parlava e mi calmava e mi aiutava subito. Hugo è sempre stato fantastico con me sul set e non credo di poterlo mai ringraziare abbastanza.

Un'esperienza unica
Queste riprese sono andate molto bene per me. Ho trovato persone che sono state molto gentili, davvero fantastiche. Penso che sarà un grande film. È la prima volta che ho avuto un ruolo così difficile e complicato su cui lavorare e mi ha lasciato moltissime cose.

Il messaggio del film
In questo film c'è un bel messaggio sull'ecologia. È importante che i giovani della mia età vedano questo film perché sensibilizza sul riscaldamento globale. È un messaggio molto bello.

INTERVISTA A PAUL HAMY (ELIOTT W.R)

Il personaggio di Eliott
Sono il fratello maggiore di Paul W.R. Siamo due fratelli il cui padre è un uomo estremamente potente, con molta influenza nel mondo. Viviamo nella sua ombra e siamo sia il suo lato buono che quello cattivo. Siamo i due fratelli nemici del film.

La lettura della sceneggiatura
Quando ho letto la sceneggiatura, quello che mi è piaciuto prima di tutto è che fosse un film su due fratelli. Inoltre, che fosse di fantascienza, la fantascienza della nostra infanzia. C'è qualcosa di molto intenso e molto speciale nell'essere catapultati in un altro mondo, in un mondo dove le persone sanno che moriranno da un momento all'altro. È molto interessante da interpretare, perché ci sono tutte queste emozioni umane che riesci a comprendere, in un mondo sconosciuto, e che sono molto palpabili. Sapere che il mondo finirà molto presto e chiedersi cosa rimarrà allora dell'umanità.

Il casting
Ero all'estero e ho iniziato a mandare piccoli video di selfie. Parlavamo con Romain e lui mi diceva "No, non così… meno… per niente… più così…". E nel corso delle discussioni, ci siamo riusciti. Quando ci siamo incontrati, siamo riusciti a dirci un sacco di cose, all'improvviso l'incontro è stato subito fruttuoso. Quando si riceve questo tipo di sceneggiatura, è sempre molto piacevole perché è molto raro trovare qualcosa di così completo: un vero film con un lato favolistico e narrativo. Mi è piaciuto molto interpretarlo, come una favola. C'è un'evasione che ci viene concessa e che è estremamente piacevole come attore.

Il lavoro fisico
La seconda settimana di lavoro, quando ero all'estero, Romain mi ha detto: "Paul, sarebbe bene che tu fossi un po' più in forma perché voglio avere un Eliott più magro e con le guance scavate". Gli ho detto ok, ho mangiato un po' meno ma è stato proprio quando sono tornato a Parigi che ho iniziato un digiuno intermittente, allenandomi allo stesso tempo. Così alla fine ho perso 17 chili. Mentalmente, porta a un certo nervosismo, che è abbastanza interessante, e che mi ha aiutato quando provavo le mie scene. Mi ha dato più energie.

Un pensiero sul regista Romain Quirot
Ci capiamo alla perfezione senza dover parlare. A volte, quando ci si dice delle cose, è quando si pensa che l'altro non abbia capito. Noi ci capiamo molto bene e credo che siamo entrambi molto felici di esserci trovati per fare questo film.

INTERVISTA A JEAN RENO (HENRI W.R)

Il personaggio
Il mio personaggio si chiama Henri, è il padre dell'eroe del film. È una specie di ingegnere aeronautico che lavora nello spazio. Ha scoperto un minerale chiamato "Lumina" e pensa che salverà il mondo. È una specie di parabola.

La lettura della sceneggiatura
È una sceneggiatura estremamente originale, è qualcosa di nuovo. Quando ho letto la storia, mi sono detto "wow, è piuttosto originale!". Ed era estremamente interessante. Perché non imbarcarsi in questa avventura?

Lavorare con Romain
Sono rimasto sorpreso perché mi ha chiesto molte emozioni, di varcare il limite e di cercare l'umanità nel personaggio. Non mi ha spaventato ma è stato piuttosto intenso. Non sta a me dirlo ma spero che ne sia rimasto felice. Certe cose, certi colori di questa storia, ricordano Le Dernier Combat, che è il primo film che ho fatto con Luc Besson.

L'approccio di Romain
Penso che Romain sia una persona molto sensibile e lo sono anch'io, per questo ci siamo studiati e abbiamo parlato molto tra di noi. Perché la cosa più importante era che io facessi il film che lui aveva in testa. Ora che lo abbiamo finito, sono molto felice e spero di aver fatto un buon lavoro.

INTERVISTA A BRUNO LOCHET (CÉSAR)

Il personaggio
Il mio personaggio in L'ultimo giorno sulla terra è un personaggio che gestisce una stazione di servizio e che alla fine ha incasinato la sua vita. In effetti, c'era una battuta molto bella nella sceneggiatura che riassumeva bene il mio personaggio: "La tua vita non è stata altro che disillusione".

Sci-Fi in Francia
Non siamo abituati a fare questo tipo di film di fantascienza in Francia. Per impegnarsi in un progetto come questo, trovo che la produttrice Fannie Pailloux sia stata molto coraggiosa. Deve essere stata molto affascinata dalla sceneggiatura. Se vado al cinema, è per vedere qualcos'altro, per allontanarmi da tutto, non solo per vedere la realtà. Vogliamo vedere qualcos'altro, sognare, partire e allontanarci dalla vita quotidiana.

Lavorare con Romain
Romain è una persona leale. Ho preso parte al suo cortometraggio e mi ha richiamato per il lungometraggio. Mi piace molto e mi piace molto quello che fa. Penso che abbia molto talento e che abbia un grande futuro davanti a sé. Sul set è molto preciso. Ha tutta la storia e tutti i personaggi nella sua testa. Sa molto bene cosa vuole e non si arrende mai. Tuttavia, quando non ottiene ciò che vuole, non è mai aggressivo: è sempre ben intenzionato e benevolo verso i suoi attori o la sua troupe.

INTERVISTA A PHILIPPE KATERINE (SPEAKER RADIOFONICO)

Il personaggio
Sono un conduttore radiofonico che non sa nemmeno se è rimasto da solo o se ci sono ancora persone sulla terra. Ma continua a crederci e a comunicare.

L'esperienza come conduttore radiofonico
Ho fatto il conduttore radiofonico quando avevo 16-17 anni, mi piaceva molto. E parlare con persone che non puoi vedere è sempre affascinante. È la prima volta che faccio il conduttore radiofonico in un film e ho rivissuto quelle emozioni, parlando con degli sconosciuti. 

Perché partecipare a questo progetto?Primo, per il ruolo di conduttore radiofonico, poi mi piace l'idea della fine del mondo, che ci sia un conto alla rovescia… ed è terrificante. Un conto alla rovescia è sempre un ottimo espediente in un film. Soprattutto, ho visto i fotogrammi che mi sono stati inviati dal cortometraggio, che mi è piaciuto molto. È la cura rivolta al lato visivo che mi ha colpito e che porta il film fuori dai sentieri già battuti, perché in Francia questo genere è spesso trascurato. Ci sono dei veri e propri criteri estetici, che personalmente mi piacciono. 

INTERVISTA A FANNIE PAILLOUX, PRODUTTRICE

L'incontro con il regista Romain Quirot
Ho scoperto che Romain aveva già scritto diverse versioni di L'ultimo giorno sulla terra come lungometraggio e quando ho letto la sceneggiatura, ho pensato tra me e me che "era quello giusto!". Così, ho incontrato Romain e ho sentito che potevamo completarci a vicenda, sia lui che io eravamo in grado di occuparci di molti compiti.

Perché scegliere questo film come opera prima?
Era un modo per parlare di temi che mi stanno a cuore: l'adolescenza, l'ecologia… e allo stesso tempo creare un prodotto d'intrattenimento che piacesse al pubblico.

Come è diventato possibile?
Il primo che si è unito a noi è stato l'agente di vendita Grégoire Melin di Kinology. Ci conosciamo dalla "scuola Besson", quindi c'era questa visione comune sul talento di Romain e l'idea di affidare una prima produzione a Romain Quirot, perché eravamo in pochi a percepire che Romain fosse all'inizio di una grande carriera. Dopo di che, siamo andati all'OCS ed è lì che abbiamo iniziato a pensare "Hey, è possibile dopo tutto".

La conferma delle riprese
Infatti, siccome ho sempre creduto che ce l'avremmo fatta, ero sempre piena di questa gioia e di questa energia, ma quando ho saputo che era diventato concreto, tutto si è trasformato in attenzione e concentrazione: dal come riuscirci con un budget di produzione così ridotto – perché avevamo pochi soldi per fare questo film – a come farlo funzionare… e questa è una grande pressione. Quindi ero molto concentrata.

Sul valore della produzione
Abbiamo scelto delle location naturali, cercando di portare qualcosa di unico, pop e super insolito a volte. Tutto si è basato sulla troupe di tecnici che abbiamo scelto. Abbiamo avuto la possibilità di lavorare con Olivier Seiler, Jean-Paul Agostini… Olivier Seiler, il nostro scenografo del film, ha avuto la capacità di inventare, sempre con Romain dietro per poterlo guidare su quello che poteva e non poteva fare, e in base al poco tempo di preparazione sul set. Siamo stati in grado di creare questi universi totalmente folli con le risorse limitate che avevamo.

Il rapporto con il regista Romain Quirot
Abbiamo avuto una visione condivisa nel creare un universo così folle e per dimostrare a tutti che fare un film che esce dai binari è possibile. Ciò che riassume il mio rapporto con Romain è passione, stima, energia, e un po' di follia…

Le prime proiezioni del film
Abbiamo già fatto alcune anteprime ad Angoulême con un'ottima accoglienza da parte del pubblico e della stampa – anche se erano molto pochi. "È bello vedere un film così in Francia… Non abbiamo mai visto un film così in Francia…" questo è quello che è venuto fuori e solo per questo, è già una grande ricompensa. Oltre a questo, continuiamo con i festival internazionali. Abbiamo vinto il premio Méliès come miglior film a Sitges, che è uno dei più grandi festival di fantascienza del mondo. Questa è davvero la nascita di un grande regista.

INTERVISTA A DAVID DANESI, PRODUTTORE

Perché produrre questo film?
Abbiamo incontrato un talento: Romain. Avevamo uno scenario che reggeva. Avevamo un budget che era molto limitato. E avevamo Digital District dietro di noi per creare gli effetti speciali, il che è un bene perché questo è un film con molti VFX… La combinazione delle nostre tre competenze ci ha spinto a farlo.

Un colpo di fulmine artistico
Volevamo assolutamente realizzare il primo film di Romain. Credo che un film sia fatto anche di valori umani, di incontri. Se Romain non fosse stato Romain e l'argomento fosse stato trattato in modo diverso, forse non l'avremmo fatto, anche se l'ambizione sarebbe stata la stessa.

Romain Quirot come regista
Romain è un gran lavoratore. Siamo rimasti dietro di lui, al suo servizio e al servizio della storia, questo è un punto importante perché ci nutre continuamente con il suo lavoro. Ha una direzione artistica molto forte, è molto bravo a tenere le redini di tutto.

Il film riuscirà ad influenzare il pubblico?
Spero che questo film possa cambiare la mentalità francese. Voglio dire ai distributori, ai finanziatori, ai produttori, ai registi, che siamo in grado di fare dei film con dei budget abbastanza limitati con delle forti ambizioni artistiche. Ovviamente, il budget ci ha costretto a fare dei compromessi, ma spero che gli addetti ai lavori del cinema francese vadano a vedere questo film e si dicano "sì, possiamo farlo in Francia".


dal pressbook del film

Eventi

Film d'apertura il 27 Ottobre 2021 della 21a edizione del Trieste Science e Fiction Festival.

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