Poster Miss Marx

Miss Marx (2020)

Miss Marx
Locandina Miss Marx
Miss Marx è un film del 2020 prodotto in Italia e Belgio, di genere Biografia diretto da Susanna Nicchiarelli. Il film dura circa 108 minuti. Il cast include Romola Garai, Patrick Kennedy, John Gordon Sinclair, Felicity Montagu, Karina Fernandez, Emma Cunniffe, George Arrendell, Célestin Ryelandt, Oliver Chris, Alexandra Lewis, Georgina Sadler, Miel Van Hasselt.

Brillante, colta, libera e appassionata, Eleanor è la figlia più piccola di Karl Marx: tra le prime donne ad avvicinare i temi del femminismo e del socialismo, partecipa alle lotte operaie, combatte per i diritti delle donne e l'abolizione del lavoro minorile. Quando, nel 1883, incontra Edward Aveling, la sua vita cambia per sempre, travolta da un amore appassionato ma dal destino tragico. 

Info Tecniche e Distribuzione

Genere: Biografia
Nazione: Italia, Belgio - 2020
Durata: 108 minuti
Formato: Colore
Produzione: Vivo film, Rai Cinema, Tarantula, VOO (co-produzione), Be tv (co-produzione), Eurimages (con il sostegno di), MIBACT - Direzione Generale Cinema e Audiovisivo (con il sostegno di), Centre du Cinéma et de l'Audiovisuel de la Fédération Wallonie-Bruxelles (con il sostegno di), Regione Lazio (con il sostegno di), Regione Piemonte (con il sostegno di), Wallimage (La Wallonie) (partecipazione), Tax Shelter du Gouvernement Fédéral Belge - Casa Kafka Pictures empowered by Belfius (con il sostegno di)
Note:
Presentato in Concorso alla 77a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.

Cast e personaggi

Regia: Susanna Nicchiarelli
Sceneggiatura: Susanna Nicchiarelli
Musiche: Gatto Ciliegia Contro il Grande Freddo, Downtown Boys
Fotografia: Crystel Fournier
Scenografia: Alessandro Vannucci, Igor Gabriel
Montaggio: Stefano Cravero
Costumi: Massimo Cantini Parrini

Cast Artistico e Ruoli:
foto Romola Garai

Romola Garai

Eleanor Marx
foto Patrick Kennedy

Patrick Kennedy

Edward Aveling
foto John Gordon Sinclair

John Gordon Sinclair

Friedrich Engels
foto Felicity Montagu

Felicity Montagu

Helene Demuth
foto Karina Fernandez

Karina Fernandez

Olive Schreiner
foto Emma Cunniffe

Emma Cunniffe

Laura Marx
foto George Arrendell

George Arrendell

Paul Lafargue
foto Célestin Ryelandt

Célestin Ryelandt

Johnny Longuet
foto Alexandra Lewis

Alexandra Lewis

Giovane ragazza
foto Miel Van Hasselt

Miel Van Hasselt

Willhem Liebknecht
foto Freddy Drabble

Freddy Drabble

Havelock Ellis



Produttori:
Serena Alfieri (Produttore delegato), Karim Cham (Produttore delegato), Marta Donzelli (Produttore), Gregorio Paonessa (Produttore), Joseph Rouschop (Coproduttore), Valérie Bournonville (Coproduttore), Philippe Logie (Produttore associato), Alessio Lazzareschi (Produttore esecutivo)


Suono in presa diretta: Adriano Di Lorenzo. Montaggio del suono: Marc Bastien | Mixage: Franco Piscopo | Aiuto regia: Ciro Scognamiglio. Segretaria di edizione: Michela Bozzini | Trucco: Diego Prestopino. Acconciature: Domingo Santoro Casting: Gail Stevens e Rebecca Farhall.

Eleanor Marx

Nata nel 1855, Eleanor Marx, ultimogenita di Karl Marx, si interessò di politica fin da bambina. Amante della letteratura e del teatro, oltre a dedicare la sua vita alle battaglie per i diritti dei lavoratori e delle donne e alla pubblicazione delle opere postume di Karl Marx fu anche traduttrice di opere teatrali e letterarie (la prima a tradurre in inglese Madame Bovary e le opere di Ibsen, che interpretò a teatro anche come attrice). Fu una donna forte nelle sue convinzioni politiche ma fragile nei sentimenti, e consumò la sua vita in un amore sbagliato. Paladina dei diritti dei più deboli, straordinariamente brillante e intelligente, amò disperatamente un uomo, Edward Aveling, socialista, commediografo e attore. Una vita, quella di Eleanor, che incarna molte delle contraddizioni della donna moderna e del difficile e tortuoso percorso dell'emancipazione femminile. Assieme ai suoi compagni e alle sue compagne Eleanor fu tra le prime a sottolineare l'urgenza di alcuni temi: dall'analisi della sottomissione femminile all'interno della famiglia, sia borghese che operaia, alla condanna del lavoro minorile. Morì nel 1898

NOTE DI REGIA

Le contraddizioni
La storia di Eleanor Marx, con la sua apparente incongruenza tra dimensione pubblica e privata, apre un abisso sulla complessità dell'animo umano, sulla fragilità delle illusioni e sulla tossicità di certe relazioni sentimentali. Raccontare la vita di Eleanor vuol dire parlare di temi talmente moderni da essere ancora oggi, oltre un secolo dopo, rivoluzionari. In un momento in cui la questione dell'emancipazione è più che mai centrale, la vicenda di Eleanor ne delinea tutte le difficoltà e le contraddizioni: contraddizioni, credo, più che mai attuali per cercare di "afferrare" alcuni tratti dell'epoca che stiamo vivendo.

Capovolgere i cliché
È per via dell'attualità di questa storia che ho cercato di allontanarmi dai film di tradizionale ambientazione ottocentesca. La mia idea era di affrontare il genere del film storico e in costume lavorando sui cliché di queste narrazioni fino a capovolgerli. Nei contenuti, volevo raccontare tutto tranne la storia positiva ed edificante di un'emancipazione: volevo invece decostruire le contraddizioni profonde di questa narrazione. Nella forma, a partire dall'uso della musica, volevo "tradire" la rappresentazione del XIX secolo a cui siamo abituati. A cominciare, per esempio, dall'immagine stereotipata del "povero" ottocentesco, sempre un po' fasulla e rassicurante. Ho cercato di tenere le immagini degli operai come uno sfondo sfocato e confuso, tranne in alcune rarissime occasioni in cui Eleanor vede veramente la tragedia collettiva che le si consuma attorno. Le maggior parte delle immagini della povertà che richiamano la tragedia che si consumava nelle fabbriche di quegli anni (tragedia che si consuma ancora oggi, con modalità molti simili anche se in luoghi diversi) sono quelle d'archivio, e quindi reali.

Un volto tra la folla
Ho cercato di fare un film di personaggi, non di folle. Nonostante si parli anche del movimento operaio, ho voluto tenermi lontana dalle scene di massa e da un certo moralismo. Il mio riferimento principale è stato Adèle H., una storia di volti, di ossessioni, di pensieri, e ho cercato di insistere, negli esterni come negli interni, sulla solitudine e la desolazione dei personaggi.  

L'Ottocento
L'Ottocento che vediamo nel film è fatto di case arredate con pochi oggetti, abiti consumati e capelli disordinati: le immagini fotografiche del XIX secolo hanno influenzato spesso l'immaginario cinematografico, ma purtroppo risultano estremamente fuorvianti. Per le foto allora ci si preparava e ci si acconciava come per le grandi occasioni, perciò nulla è più distante dalla effettiva quotidianità; e i colori dei costumi naturalmente si perdono nel bianco e nero o nel seppiato. È per allontanarmi dall'immagine più consueta, desaturata e monocromatica, troppo spesso usata per raccontare quell'epoca, che ho scelto invece, assieme alla direttrice della fotografia (Crystel Fournier), al costumista (Massimo Cantini Parrini) e allo scenografo (Alessandro Vannucci), di guardare alla pittura di quegli anni: gli Impressionisti per esempio sono stati una fonte inesauribile per il racconto della quotidianità, dai colori dei costumi agli arredi, fino al realismo con cui ritraggono i capelli, che invece nelle fotografie sono sempre rigidamente acconciati. Altre fonti preziosissime sono state i dipinti dei Preraffaelliti: per quanto i soggetti fossero spesso di fantasia, le acconciature e i colori ci raccontano bene a cosa doveva somigliare quel mondo di rivoluzionari cui appartenevano Eleanor, la sua famiglia e i suoi amici. Dal modo in cui la vera Eleanor Marx portava i capelli anche nelle foto, infatti, ai vestiti che indossava o all'assenza di gioielli e fronzoli, è evidente che il suo abbigliamento e quello delle persone che frequentava erano di una semplicità trasgressiva, nella vita di ogni giorno sicuramente ancor più che nelle fotografie a cui abbiamo accesso oggi.  

La musica 
La musica è stata sostanziale per l'individuazione del tono del film. Come già in precedenza, ho fatto le mie scelte musicali in fase di scrittura, scegliendo per alcune situazioni di usare la musica dei Downtown Boys, un gruppo punk rock americano contemporaneo che si definisce "comunista" (un loro album si intitola proprio Full Communism): ho pensato che la trasgressività di questa band avrebbe aiutato a potenziare le immagini astraendole dal tempo dell'ambientazione e avrebbe portato all'occorrenza anche un distacco ironico dalle vicende più drammatiche. I Downtown Boys hanno arrangiato per il film anche una loro versione de L'Internazionale in francese. Ho inserito anche brani di musica classica, prevalentemente Chopin ma anche Liszt, che servivano da commento romantico ma anche ironico delle vicende sentimentali, rifatti dai Gatto Ciliegia Contro il Grande Freddo, il gruppo con cui lavoro fin dai tempi di Cosmonauta.

L'incoerenza della realtà
Come sempre accade con le persone reali, i personaggi che non sono stati inventati, ma che hanno vissuto davvero, non sono mai coerenti come i personaggi di finzione. Ai miei occhi Eleanor impersona la contraddizione tra ragione e sentimento, anima e corpo, emozioni e controllo, romanticismo e positivismo, femminilità e mascolinità. Le sue contraddizioni sono le stesse della vita vera e, come tali, non possono che restare irrisolte e irrisolvibili. Con il film, in ogni suo aspetto, ho cercato di mettere in scena proprio queste contraddizioni.  

Venezia
Alcuni dei momenti più belli della mia vita da appassionata di cinema e da regista sono legati alla Mostra. Ho visto dei film meravigliosi al Lido che mi hanno cambiato per sempre. E naturalmente non dimentico la felicità e la soddisfazione per l'accoglienza riservata al mio primo film, Cosmonauta, e poi al più recente Nico, 1988. Adesso poter tornare a Venezia, per la prima volta in Concorso, è – sia pure sullo sfondo di luoghi conosciuti e ormai famigliari – un'emozione ancora nuova  

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