Locandina My Name Is Sara

My Name Is Sara (2019)

My Name Is Sara
Locandina My Name Is Sara
My Name Is Sara è un film del 2019 prodotto in USA, di genere Drammatico e Storico diretto da Steven Oritt. Il cast include Zuzanna Surowy, Konrad Cichon, Pawel Królikowski, Piotr Nerlewski, Michalina Olszanska, Eryk Lubos.

Il film inizia nel settembre del 1942, mentre Sara e suo fratello maggiore Moishe stanno scappando disperatamente dal ghetto di Korets. Dopo aver capito che il piano dei tedeschi è di svuotare il ghetto entro la mattina dopo, i genitori di Sara salutano per l'ultima volta lei e il fratello e li forzano a fuggire. Dopo essere scappati insieme Sara è costretta a prendere la decisione più difficile della sua giovane vita: stare con suo fratello e rischiare tutte le conseguenze che derivano dalla sua ovvia provenienza ebraica, o separarsene e provare a sopravvivere da sola, con un'altra identità. Sceglie la via più difficile, abbandonando Moishe di notte, nel sonno, e incamminandosi da sola nella foresta. Sopravvive nella foresta per qualche giorno, viaggiando solo di notte, fino a che non arriva in una cittadina abbastanza lontana dalla sua dove può assumere una nuova identità senza troppi rischi. Lì prende il nome di una delle sue amiche, Manya Romanchuck, una ragazza ucraina con la quale andava a scuola prima dell'arrivo dei nazisti.

Nei panni di Manya ottiene lavoro come tata, e si occuperà di due bambini in una fattoria nella quale lavora per un contadino ucraino e la sua giovane moglie. Pavlo e Nadia sono da subito insospettiti dal passato della loro nuova aiutante e la mettono alla prova continuamente per testare la sua identità. Nonostante la loro continua e asfissiante diffidenza, Sara riuscirà a passare per Manya e a sviluppare velocemente una bella relazione con i due bambini di cui si occupa. Ma con i loro genitori è tutt'altra storia… Poco dopo il suo arrivo nella fattoria, Sara dovrà prestare attenzione a molte cose per riuscire a non svelare la sua vera identità. Scopre per caso che Nadia sta avendo una relazione con il nipote di Pavlo e si ritrova invischiata così negli affari di coppia dei suoi datori di lavoro. Passa qualche mese e arriva l'inverno. La guerra raggiunge per la prima volta anche la fattoria. Un gruppo di partigiani russi fa irruzione nel cuore della notte, chiedendo cibo e provvigioni, sequestrando anche parte del bestiame della famiglia. Durante lo scambio, Sara capisce che uno dei partigiani è ebreo. Pavlo rischia di essere ucciso ma Sara lo salva parlando ai partigiani e mostrando loro dove sono nascoste le provviste. Questo farà arrabbiare Nadia che la schiaffeggerà urlandole: "Non ti abbiamo accolto in questa casa affinché tu possa pensare!" Anche se Nadia non ha ancora fiducia nella sua nuova aiutante, deve affidarle i suoi segreti più intimi. Neanche adolescente, Sara viene trascinata nel complesso mondo dell'infedeltà coniugale che si sta manifestando davanti ai suoi occhi. Durante i festeggiamenti del Malanka, la festa per la fine dell'anno, Pavlo viene insultato dall'uomo che lui pensa stia passando le notti con sua moglie, suo nipote. Pavlo, ubriaco, si confronta con Sara per sapere se lei sappia qualcosa, ma senza riuscire a farle dire nulla neanche sotto minaccia: Sara tiene al sicuro il segreto di Nadia. Pavlo la bacia forzatamente, rendendo chiare le sue intenzioni. Proprio quando Sara e Nadia si stavano avvicinando grazie a un segreto, un altro segreto lega ora Sara a Pavlo. La pressione di tutte quelle bugie inizia ad essere troppa sulle spalle di Sara, e durante la sua prima confessione con il prete del posto per poco non si sfoga raccontando ogni cosa. Ma riesce a trattenersi, anche se Padre Oleksa capisce che c'è qualcosa che non va. Sara interiorizza il dolore, come già aveva fatto la notte in cui dovette salutare per l'ultima volta i suoi genitori. Si ricorda di quella notte, e ricorda che sua madre l'aveva spinta via dandole istruzione di sopravvivere a qualsiasi costo: "Questo sarà il nostro modo di vendicarci!"

Passano quattro mesi e le tensioni nella fattoria non accennano a diminuire. L'atteggiamento di Sara nei confronti di Pavlo si fa più duro e i tentativi di seduzione di lui si fanno più frequenti e decisi. Pavlo le rivela che nel passato era andato a letto con la tata precedente, un fatto che Nadia già sapeva, ma quando Nadia chiede a Sara se Pavlo le avesse fatto delle avances, Sara lo copre nascondendo la verità. Anche se sa di cosa sia capace suo marito, Nadia spesso provoca Sara, forse come tattica per portare l'attenzione lontano dalle sue malefatte. Ma Sara si ritrova comunque invischiata in maniera pericolosa nella relazione malata dei suoi datori di lavoro. Cerca in continuazione una via di fuga, e chiede un giorno a Padre Oleksa il suo aiuto, durante la confessione. Ha in mente di unirsi ai partigiani come strategia di sopravvivenza, ma quando il prete le chiede se lei abbia davvero la forza necessaria, Sara sbotta: "Lei non sa di cosa io sia capace!". La sua esplosione di emozioni rivela una crepa nella sua corazza e con un po' di insistenza Padre Oleksa scopre la vera identità di Sara.

Nella primavera del 1943 gli animali di Pavlo furono requisiti dall'esercito tedesco, lasciando la famiglia con una sola vacca come aiuto per il lavoro sui campi. Dopo aver ridotto l'animale in fin di vita a forza di lavoro, Pavlo rimane senza altra scelta se non quella di arare a mano. Riesce nell'impossibile: lavorando senza sosta finirà la semina dei campi. Una notte, mentre lavorava nel campo da solo con Sara, Pavlo ne approfitta e la forza ad avere un rapporto con lui. Pur essendo un atto più di seduzione che di violenza, Sara è messa nella condizione di non poter rifiutare i suoi slanci: è costretta a seguire ancora una volta le istruzioni di sua madre e continuare a fare qualsiasi cosa per riuscire a sopravvivere.

Mentre la storia prosegue nel 1943, la guerra avvicina sempre di più alla fattoria. Dopo che due soldati tedeschi sono uccisi in un raid partigiano lì vicino, i nazisti raggruppano tutta la cittadinanza per compiere un'esecuzione di rappresaglia, come spesso accadeva al fine di placare eventuali nuovi intenti di resistenza. Raccolti nella piazza centrale con il resto degli abitanti della cittadina, Sara, Nadia, Pavlo e i ragazzi si trovano in mezzo a una massa di persone in preda al panico in attesa di una selezione casuale per l'esecuzione che avverrà da lì a poco. Sara e il resto della famiglia riescono a sfuggire alla selezione, ma venti paesani sono strappati violentemente dalle braccia dei loro cari e messi al muro. Sono allineati, uno dopo l'altro, supplicanti, fino a che anche l'ultima vittima viene selezionata: un bambino di soli 10 anni. Camminando davanti a loro e recitando preghiere, Padre Oleksa va dall'ultimo della fila, il bambino, e si sostituisce a lui. Il prete si mette coraggiosamente nella linea di tiro dei tedeschi e pregando guarderà Sara negli occhi prima del sacrificio. Sara vede morire così l'unica persona che conosceva il suo segreto, che ora si porterà nella tomba. Sono ora passati 10 mesi e nel giugno del 1944 Sara vive nella fattoria da ormai 2 anni. Le esperienze affrontate l'hanno provata, e si vede: è ormai diventata una donna.

La fine della guerra è vicina e l'esercito tedesco si sta ritirando su entrambi i fronti. Gli alleati hanno già invaso la Normandia e l'armata rossa sia sta avvicinando sempre di più alla fattoria. Sara sente aria di liberazione, deve solo far passare gli ultimi mesi senza incidenti. Una notte, uno squadrone di tedeschi sta marciando vicino alla fattoria e viene attaccato dagli aerei russi che bombardano furiosamente tutta l'area. Sara e la famiglia sono costretti a trovare riparo nella cantina, dove riescono a rifugiarsi prima che la fattoria venga crivellata dalle esplosioni. Lo spazio ristretto dove si trovano sta crollando intorno a loro e sembra che da un momento all'altro debba diventare la loro stessa tomba. Certa di stare per morire, Sara recita lo Shema ad alta voce in ebraico, la preghiera che gli ebrei pronunciano prima di morire per proteggere la propria anima. Mentre i bombardamenti si intensificano intorno a loro, Sara rivela la sua vera identità a Pavlo e Nadia per la prima volta. La mattina seguente Sara e la famiglia emergono dalla cantina e si rendono conto della distruzione intorno a loro. La battaglia è finita e la casa è gravemente danneggiata, ma fortunatamente ancora in piedi. Sara rivela alla sua famiglia il suo vero nome e spiega che deve tornare a Korets per cercare suo fratello. Nonostante avessero i loro sospetti, Pavlo e Nadia sono comunque molto stupiti dalle parole di Sara: nessuno di loro due riesce a guardarla negli occhi. Lei saluta per l'ultima volta i due bambini e si incammina per la stessa strada dalla quale era arrivata, ormai due anni prima.

Poco dopo aver lasciato la fattoria, Sara è avvicinata da un fuoristrada dell'esercito pieno di soldati russi, tra i quali riconosce un volto. Inizia a correre dietro al veicolo, gridando di fermarsi. Ma non la sentono, e il fuoristrada continua la sua corsa, lontano dalla disperata Sara. Corre con tutta la sua forza e con l'ultimo fiato che le è rimasto nei polmoni urla "io sono ebrea!": la persona affianco al posto di guida tira il freno a mano e la jeep si ferma. Si gira verso Sara e rivela il suo viso: è il partigiano ebreo che quasi uccise Pavlo nella fattoria lo scorso inverno. Sara tira un sospiro di sollievo e si avvicina al mezzo. Per la prima volta in due anni vediamo il suo vero sorriso. Mentre la jeep si allontana con Sara a bordo, leggiamo sullo schermo il resto della sua storia: Sara fu liberata dall'esercito russo che la riportò a Korets, dove scoprì che suo fratello Moishe fu consegnato ai tedeschi in cambio di due chili di sale. In seguito, Sara si sposò con uno dei pochi superstiti ebrei della città, e migrò negli Stati Uniti nel 1949, dove portò avanti la storia della sua famiglia crescendo tre figli e quattro nipoti. Sara è morta nel 2018 all'età di 88 anni.

Info Tecniche e Distribuzione

Genere: Drammatico, Storico
Nazione: USA - 2019
Durata: N.d.
Formato: Colore
Produzione: Aeroplan Studios, James Lucy Productions, Watchout Studio
Note:
Presentato il 21 Luglio 2019 al Giffoni Film Festival.

CENNI STORICI

Sara Guralnick aveva solo 11 anni nel giugno 1941, quando l'esercito tedesco invase Korets, il suo paese natale, oggi situato in Ucraina. Prima della guerra, Korets faceva parte della Polonia, quando ancora era uno stato indipendente e comprendeva i territori a est dell'Ucraina, una zona in cui era presente da oltre 1000 anni una fiorente comunità ebraica. In quell'area la comunità sviluppò un vigoroso ceto mercantile che in alcune delle province – come Volyn, dove si trova Korets – comprendeva fino a due terzi della popolazione locale. A quel tempo la Polonia dell'est era un vero e proprio melting-pot dove ebrei, cattolici polacchi e cristiani ortodossi ucraini convivevano da secoli in uno stato di relativa armonia. Gli ebrei erano la colonna portante degli scambi economici di quell'area e si distinsero da sempre come validi mercanti; gli ucraini della zona, per lo più fattori, non riuscivano però a raggiungere gli stessi risultati. Non avendo mai ricevuto una buona educazione, oppressi dalla nobiltà polacca e ridotti alla fame dai sovietici durante la grande carestia degli anni '30, gli ucraini hanno sofferto per decenni di un'agonia che nel tempo si è trasformata in risentimento nei confronti della più agiata comunità ebraica. Quando nel 1941 ci fu l'invasione nazista, molti ucraini accolsero i liberatori tedeschi a braccia aperte, accettando senza problemi la pulizia etnica da loro compiuta nella regione a scapito dei loro vicini ebrei.

NOTE DI REGIA

"My Name Is Sara è il mio film di debutto, una storia profondamente personale che mi fu raccontata nel 2014 dalla stessa donna che l'aveva vissuta. Il suo nome da sposata era Sara Shapiro e per oltre 50 anni aveva nascosto questa incredibile storia vera alla sua stessa famiglia, scegliendo di rivelarla solo nella sua vecchiaia. Sara Shapiro è morta di recente, ma non prima di riuscire a raccontare in tutti i suoi dettagli l'orrore di ciò che aveva dovuto sopportare per vivere. Le sue memorie sono state la base del mio film, e hanno fornito agli sceneggiatori una struttura che siamo riusciti insieme a far diventare una storia. Nonostante alcuni personaggi minori del film siano inventati, la maggior parte dei protagonisti e dei fatti raccontati sono basati su eventi reali. Il film è stato sviluppato e finanziato totalmente in America, ma è stato girato, montato e postprodotto in Polonia. A parte me stesso, l'intero cast tecnico è composto da maestranze provenienti dall'industria cinematografica polacca; il nostro cast artistico include attori polacchi, tedeschi, russi e ucraini. Il ruolo della tredicenne Sara è stato il più complesso da affidare. Il nostro tentativo iniziale di coinvolgere un'attrice professionista non ha avuto successo, e così abbiamo fatto dei provini in Polonia, ai quali hanno partecipato più di 650 giovani. Tra di loro abbiamo trovato una ragazza che nonostante l'inglese stentato ha dato prova di grandi capacità attoriali, per essere alle prime armi. My Name Is Sara è stato il progetto più gratificante della mia carriera e sono davvero fiero di quello che io e il mio team siamo riusciti a creare. Sono estremamente grato di poter raccontare la storia di Sara a tutto il mondo e spero che così facendo si possa fare luce sulle ombre del suo passato." — Steven Oritt

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