Poster Princesa

Princesa (2021)

Princesa
Locandina Princesa
Princesa è un film del 2021 prodotto in USA, di genere Drammatico diretto da Stefania Muresu. Il film dura circa 49 minuti. Soggetto di Stefania Muresu, Fabian Volti. Il cast include Favour Osazuwa.

Nello scenario di un Mediterraneo che guarda al Sud, terra di riti e credenze, Princesa è il nome di fantasia di una giovane donna africana. Vittima di un maleficio da cui cerca silenziosamente di liberarsi, la sua biografia non scritta rivela una storia di tratta e di superstizione.

Una pellicola muta percorre città e periferie, luoghi sacri e approdi naturali, ritraendo feticci e antichi riti di un Mediterraneo che guarda al Sud. Princesa è giovane, nigeriana, arrivata in Sardegna attraverso i canali del human trafficking. Nell'isola esiste il sincretismo tra le credenze di un animismo primitivo, i culti cristiani e quelli recenti della chiesa evangelica nigeriana. Una leggenda calabrese narra della lotta tra il pescecane e il pesce spada, similitudine del conflitto interiore della protagonista, stretta dal vincolo di un giuramento formulato prima del viaggio tra due continenti, tra Africa e Europa.
Suor Regina opera nell'unità di strada e alla guida di un auto incrocia i fuochi notturni intorno ai quali stazionano e si prostituiscono donne destinate al mercato del sesso, alla periferia di una città. Da un'altra parte Julieth, pastora di una chiesa nigeriana, tiene una messa notturna con preghiere recitate fino ad entrare in una trance spirituale. Il volto della protagonista è lo specchio di un mondo interiore dominato dalla paura, distacco dalla propria terra e tentativo di riscatto. Princesa ha fatto una scelta, ma non è ancora libera. Il 9 marzo 2018 il Re dell'Edo State, in Nigeria, il capo spirituale più importante della regione al centro della tratta, celebra una cerimonia e formula un editto in cui revoca i rituali e obbliga i sacerdoti tradizionali a non praticare più giuramenti che vincolano attraverso la maledizione del juju donne vittime di tratta.

Info Tecniche e Distribuzione

Genere: Drammatico
Nazione: USA - 2021
Durata: 49 minuti
Formato: Colore HD, DCP, 2k, 16mm (1,33:1)
Produzione: Caucaso, Roda Film (in collaborazione con), Regione Autonoma della Sardegna (con il contributo di), Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria - La Fabbrica del Cinema (con il supporto di), Progetto Elen Joy (grazie a), Congregazione Figlie della Carità Cagliari (grazie a), Numero Verde Anti Tratta - Dipartimento per le Pari Opportunità Presidenza del Consiglio dei Ministri (grazie a)
Soggetto:
Soggetto di Stefania Muresu, Fabian Volti.

Cast e personaggi

Regia: Stefania Muresu
Sceneggiatura: Stefania Muresu, Fabian Volti
Musiche: Carlo Doneddu
Fotografia: Stefania Muresu
Montaggio: Enrico Masi, Stefania Muresu

Cast Artistico e Ruoli:



Produttori:
Stefano Croci (Produttore), Stefano Migliore (Produttore), Davide Rabacchin (Produttore esecutivo)


con la partecipazione di Suor Regina Sanna, Julieth N.Edward, Eliana Vacca, Loveth Osazuwa | Suono: Stefania Muresu | Compositore: Carlo Doneddu | Supervisione artistica e sonora Enrico Masi | Supporto alla regia: Fabian Volti | Contributi sonori: Vittoria Soddu | Donico di mix 5.1: Jacopo Bonora | Assistente al montaggio: Carlotta Guaraldo.

Immagini

[Schermo Intero]

PROGETTO

Da decenni esiste una rotta mediterranea di giovani donne destinate al mercato della prostituzione tra la Nigeria e le città italiane ed europee. Lo sfruttamento sessuale ha le sue origini nello Stato di Edo, a Benin City e nei villaggi vicini, in cui vengono reclutate per essere inserite in un circuito produttore di ricchezza e di corpi-moneta, fonte di entrate e rimesse per le famiglie di origine e per i trafficanti. Prima della partenza viene praticato un rituale tradizionale con cui si stabilisce il debito in denaro e si instaura un rapporto di dominio generato dal potere mistico della stregoneria africana. Il giuramento attraverso il rito juju è il principio di una persecuzione psicologica, un patto inviolabile che più di ogni coercizione fisica, esercita violenza simbolica sulle donne, tenendole imprigionate alla schiavitù sessuale. Una sorta di economia spirituale del debito, per cui ogni avvenimento, ogni morte, ogni manifestazione fisica fino alla follia, non è mai accidentale ma attesa, la conseguenza di una promessa non mantenuta.
Il film esplora i confini sottili tra realtà e pensiero, corpo fisico e spirito, mettendo al centro l'icona femminile e la sua sacralità attraverso lo sguardo di Princesa. In un'atmosfera di superstizione e presenze invisibili nella natura, si svolge il viaggio simbolico della sua trasformazione interiore ed esteriore. Le immagini documentarie e i filmati d'archivio storici riportano alla memoria la fede religiosa cristiana e pagana dei popoli del Sud e l'eredità coloniale storicamente connessa alle origini africane della protagonista.
La voce vibrante del canto di Princesa è un ritorno ancestrale ai luoghi di provenienza, ai margini di una storia da ricomporre tra passato e temporalità presente, in un sistema di gerarchie e relazioni familiari che esercitano una forza che affonda le sue radici nella magia e da cui è difficile liberarsi. Un filmato realizzato durante un rito funebre nigeriano e la sequenza di un drama nollywoodiano custodiscono le tracce biografiche di Princesa. Esplorare e filmare l'esperienza della migrazione nigeriana ha significato, per quanto sia un terreno di inesauribile ricerca, oltrepassare i confini visibili del cinema e tentare di comprendere un destino individuale, quello di Princesa, all'interno di un mondo sfumato e indicibile. Il film compone un mosaico di frammenti visivi intorno alla traiettoria biografica della protagonista, creando un luogo in cui trasferire la paura, negoziare ipotesi di vita, liberarsi per un tempo provvisorio.

NOTE DI REGIA

Il desiderio del film nasce dall'incontro personale con Princesa e dalla volontà reciproca di lasciare una traccia, un segno della sua storia e della storia di molte altre donne nigeriane. L'ho conosciuta all'interno di una comunità di accoglienza per vittime di tratta a Cagliari, dopo essere fuggita dalla rete dei trafficanti che gestiscono in Italia il mercato della prostituzione e dello sfruttamento. Nei nostri incontri Princesa appare fugace, imprendibile e assorta in una ricerca che ci vede entrambe coinvolte. La camera è un mezzo di dialogo, uno sguardo bidirezionale che raccoglie frammenti di vita tra la sua realtà e il mio immaginario, usata come una penna per scrivere – la caméra stylo – che esplora un linguaggio filmico a metà tra il documentario e la ricerca visuale e che pratica una regia autoriale libera da scrittura e drammaturgia.
L'utilizzo della pellicola super 8mm e 16mm mi ha aperto a una poetica nuova, a uno sguardo fuori dal tempo, alla leggerezza e flessibilità del filmare consentendomi di tracciare, una mappa visiva e sonora di una possibile storia – per quanto transitoria – intorno a Princesa.
Costruendo un tessuto visivo e sonoro ibrido, il film deposita il suo punctum nelle immagini come oggetti complessi e luoghi del sentire, riportando elementi dalla realtà quando questa non si poteva filmare, rinvenendo le tracce di certe parole mai pronunciate, trasformando i sogni e la memoria in suoni. La necessità espressiva di utilizzare diversi registri narrativi e un materiale stratificato come il repertorio dei filmati d'archivio, la caméra-stylo e il documentario di osservazione risponde al tentativo di creare un ibrido cinematografico che contenga gli elementi e le suggestioni raccolte intorno a un fenomeno complesso e inesauribile.
Nel 2018, durante le ricerche per il documentario, viene emanato un editto religioso di importanza epocale da parte del re Oba Ewuare II, capo spirituale e morale dell'Edo State. L'Oba annulla con i suoi poteri i giuramenti praticati dai sacerdoti tradizionali, liberando dal vincolo della maledizione del juju le vittime della tratta in Europa.
Questo avvenimento sposta il mio sguardo su altri terreni, riportando l'immaginario al Mediterraneo e all'isola in cui vivo, terra di riti e credenze popolari e al contempo luogo di approdo di Princesa. Nel film tento di parlare di un luogo sconosciuto dello spirito, che ha diversi nomi e allo stesso tempo è impronunciabile. Un enigma che abita nell'animo, la lotta inconscia in cui si uniscono la sorte con il credo, la ragione con la fatalità, le leggende con le superstizioni.
Il percorso visivo e sonoro del montaggio prende la forma di un testo scritto che si sviluppa senza una narrazione lineare, guidato dai quadri in cui Princesa si muove liberamente nello spazio di ripresa. L'azione della protagonista di fronte alla camera è un'affermazione di identità in mutamento, in quello che è stato nell'arco di produzione del film – ed è ancora nella vita reale – un cammino personale di autodeterminazione come donna, straniera, migrante, stretta dentro gli argini di uno stereotipo.
La testimonianza dell'editto dell'Oba contenuta nella storia pone una domanda sul presente e sul futuro dell'esistenza della protagonista, e in questo interrogativo il film trova la propria dimensione politica e sociale.

SULLA PRODUZIONE

Caucaso, cooperativa attiva da lungo tempo nello sviluppo, creazione e disseminazione di documentari d'autore, ha trovato nel film Princesa e nel lavoro dell'autrice, impegnata nella produzione documentaria e nella ricerca nel campo delle migrazioni, un interesse specifico nella produzione del film, sia per l'importanza della tematica sia per l'approccio autoriale e creativo.
Caucaso nasce a Bologna nel 2004 ed è una realtà attiva nella produzione di cinema d'arte e documentario. Collabora stabilmente con istituzioni, università e TV, producendo filmati e documentari con gli strumenti dell'antropologia e della sociologia visuale. Tra le collaborazioni principali quelle con Rai Cinema, Rai Storia, Rai Radio 3, RSI, Avrotros, Maxxi Museum of XXIst Century Art Roma, Mart di Rovereto, Scuderie del Quirinale, Università di Bologna, Politecnico di Torino. La pratica produttiva sviluppata da Caucaso nel corso degli anni prevede un forte legame con i territori in cui i vari film vengono realizzati, con grande attenzione al comparto sonoro, musicale e fotografico, per una valorizzazione del settore della cultura che trova nella partecipazione e nella sinergia di una rete di contatti un rinnovato rilievo nazionale e internazionale. Princesa si avvale infatti della collaborazione di enti e istituzioni che hanno sostenuto il percorso di ricerca, produzione e diffusione del film: Roda Film, collettivo di filmmaker e documentaristi attivo in Sardegna; il progetto Elen Joy della Congregazione delle Figlie della Carità di Cagliari, sostenuto dal Dipartimento delle Pari Opportunità e dal Numero Verde nazionale Anti Tratta; il Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria – Fabbrica del Cinema, l'Archivio delle Memorie Migranti di Roma e la sociologa Monica Massari (Università di Milano) per il supporto scientifico e accademico, Filmotor (Praga) per la distribuzione del film a livello internazionale, la Fondazione Sardegna Film Commission.

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