Rione Sanità. La certezza dei sogni (2020)

La rinascita civile, economica e culturale del Rione Sanità, animata e diretta da padre Antonio Loffredo. Proprio dalla chiesa di Santa Maria della Sanità si dipanano le storie di tutti i protagonisti, con sviluppi, intrecci, speranze, difficoltà superate e da superare. Ragazzi che hanno ripreso in mano il proprio destino, seguendo un sogno a cui hanno dato solidità e certezza. Gestione e guida delle catacombe, scuole di teatro, musica, scultura, un nuovo centro sportivo: tutto quello che solo 15 anni fa sembrava impossibile è diventato realtà. Il documentario fa entrare lo spettatore in questo microcosmo, rappresentazione di un mondo possibile, una scelta di umanità e bellezza in controcanto al mondo di Gomorra, un modello di sviluppo umano, economico e culturale. Tre aspetti inscindibili che richiedono lo sforzo quotidiano della costruzione e della tenuta.

"Raccontare uno dei quartieri più difficili e più belli di Napoli" sottolinea il regista Massimo Ferrari "la sua trasformazione imprevedibile fino a pochi anni fa, attraversando vicoli e sguardi per arrivare al cuore pulsante di questo rione che è il cuore pulsante di Napoli, con tutte le sue contraddizioni e quei bagliori imprevisti che filtrano dalle viscere. È questa la vera sfida del documentario: tenere insieme gli opposti, restare fedeli a questa identità unica che è la base stessa, la certezza che ha permesso ai sogni di avverarsi".

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Raccontare uno dei quartieri più difficili e più belli di Napoli, la sua trasformazione imprevedibile fino a pochi anni fa, attraversando vicoli e sguardi per arrivare al cuore pulsante di questo rione che è il cuore pulsante di Napoli, con tutte le sue contraddizioni e quei bagliori imprevisti che filtrano dalle viscere. È questa la vera sfida del documentario: tenere insieme gli opposti, restare fedeli a questa identità unica che è la base stessa, la certezza che ha permesso ai sogni di avverarsi. Il protagonista principale è Don Antonio Loffredo, centro propulsore della rinascita civile, economica e culturale del Rione Sanità e leader morale e carismatico per un cospicuo gruppo di ragazzi protagonisti del cambiamento. Il documentario, tenendo fede al proposito di imprimere da subito uno stile cinematografico e narrativo distintivo, si apre con voce off di Don Antonio che racconta al padre scomparso e da sempre scettico sulla sua missione pastorale, quanto questa sua scommessa alla Sanità lo renderebbe orgoglioso, mentre un piano sequenza che parte dal campanile della chiesa e scende fino ad accompagnare il parroco dentro la navata centrale di una chiesa ancora completamente nuda, accompagna lo spettatore in quella che sarà la location principale intorno alla quale si sviluppa tutta la storia. Proprio da Santa Maria della Sanità si dipanano le storie degli altri protagonisti, con sviluppi, intrecci, speranze, difficoltà superate e da superare. Via via si susseguono tutti i protagonisti: Giuseppe che è il rappresentante della rinascita attraverso l'arte del teatro, poi Miryam e Valeria che rappresentano la rinascita attraverso la riscoperta della bellezza (vedi riapertura delle Catacombe di San Gennaro e San Gaudioso). Poi Michele, barbiere e presidente della squadra di calcio Sanità United rappresenta la rinascita attraverso lo sport. A punteggiare la storia poi ci sono i ragazzi più piccoli della scuola di teatro Sanitart (dai 10 ai 13 anni) che, affacciandosi dalle finestre degli storici e suggestivi palazzi del Rione, sono i nostri portavoce della tradizione e della identità attraverso alcuni passi tratti dall'ultimo libro di Ermanno Rea "Nostalgia". Immagini e suoni del Rione in diverse fasi dell'anno fanno poi da punteggiatura estetica e sonora. La scelta di raccontare, nell'evoluzione delle storie, anche la fase del lockdown, è figlia della volontà di coinvolgere direttamente i ragazzi nel racconto, lasciando a loro e ai loro smartphone la narrazione di una fase così delicata ed unica. Sin da principio ho avuto come filo conduttore il concetto che questo microcosmo sia modello di un mondo possibile, una scelta di umanità e bellezza che fa da controcanto al mondo di Gomorra, rappresentando invece un modello di sviluppo umano, economico e culturale. Tre aspetti inscindibili che richiedono lo sforzo quotidiano della costruzione e della tenuta. La pratica della creazione quotidiana di questo mondo è il centro della narrazione. Il regista va ad identificarsi come un direttore d'orchestra che deve saper far suonare insieme strumenti diversi e apparentemente inconciliabili, alla ricerca di una sinfonia inedita. Il rapporto di fiducia con i protagonisti, in primis ovviamente con don Antonio Loffredo, nasce dalla convivenza nel quartiere, convivenza che si traduce in un percorso narrativo in cui vediamo succedersi le stagioni e prendere forma nuovi progetti, mentre sorgono nuove domande che esigono sempre nuove risposte.

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