Un nobile piemontese e sua figlia laureanda, assegnatari di un monolocale in un moderno condominio ai bordi del Raccordo, si intrattengono con forbite disquisizioni su tutto e nulla cercando di far passare il tempo e il caldo, costretti come sono negli spazi angusti della loro temporanea situazione abitativa. Un botanico, come un mago Merlino armato di pozioni chimiche e sonde sonore, cerca il rimedio per liberare le palme dall'invasione delle larve divoratrici capeggiate dal devastante Punteruolo rosso che sta minacciando la sua intera oasi adagiata ai bordi del Raccordo, quando l'ansa della più lunga autostrada urbana sembra confondersi con l'agro pontino, tra campi d'erba e greggi di pecore. 4 Un principe moderno di mattina fa ginnastica con un sigaro in bocca sul tetto del suo castello che sorge come d'incanto ai margini di una periferia informe a un'uscita del Raccordo, trasformandolo come per magia in bed&breakfast, in sala convegni, in set per il cinema e la televisione e talvolta, nelle domeniche di festa, in teatro dove vanno in scena fiabe in costume per gli occhi increduli di grandi e piccini. Come fosse un astronauta del primo soccorso con la sua divisa fosforescente su di un'autoambulanza luminosa, un barelliere del 118 presta servizio sull'anello autostradale riscaldando infreddoliti barboni caduti in una canale di scolo, medicando giovani amanti della velocità con la macchina accartocciata lungo il guardrail, rianimando misconosciuti infartati e coccolando un'anziana donna nelle cucina della sua casa solitaria. Un anguillaro, tra gli ultimi romani di sette generazioni, vive sul fiume Tevere all'ombra di una serie di cavalcavia navigando e pescando, ora come allora, con i suoi occhi d'argento vivo dispensando ai curiosi capitati la sua antica e saggia filosofia di vita. Lontano dai luoghi canonici di Roma, il Grande Raccordo Anulare si trasforma in collettore di storie a margine di un universo in espansione.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita al Cinema in Italia: giovedì 19 Settembre 2013Uscita in Italia: 19/09/2013
Genere: Documentario
Nazione: Italia - 2013
Durata: 93 minuti
Formato: Colore
Produzione: Carol Solve per La Femme Endormie, Rai Cinema, Mibac Ministero per i Beni e le Attività Culturali (con il sostegno di), Regione Lazio (con il sostegno di), Filas (con il sostegno di), Roma Lazio Film Commission (con il sostegno di), CNC - Centre Nationale de Cinematographie (con il sostegno di)
Distribuzione: Officine Ubu
Box Office: Italia: 970.230 euro
Note:
Presentato in Concorso alla 70a Mostra del Cinema di Venezia.
In HomeVideo: in DVD da giovedì 20 Febbraio 2014 [scopri DVD e Blu-ray]
Recensioni redazione
NEWS E ARTICOLI
Commento del regista
Mentre cercavo le location del film portavo con me Le città invisibili di Calvino. Il tema del libro è il viaggio, inteso per me come relazione che unisce un luogo ai suoi abitanti, nei desideri e nella confusione che ci provoca una vita in città e che noi finiamo per fare nostra, subendola. Il libro percorre strade opposte, si lascia trascinare da una serie di stati mentali che si succedono, si accavallano. Ha una struttura complessa e il lettore può rimontarla a seconda dei suoi stati d'animo, delle circostanze della sua vita, come è successo a me. Questo libro mi è stato di stimolo nei tanti mesi di lavorazione del film, quando il vero GRA sembrava sfuggirmi, più invisibile che mai.
Nicolò Bassetti e la scoperta del GRA
Nicolò Bassetti di professione è paesaggista-urbanista e si occupa dei luoghi che hanno perso la loro identità/memoria. Dopo diverse esperienze lavorative tra Milano e Londra (art director per Pirella-Goettsche, designer per lo studio Cibic&Partners di Aldo Cibic, responsabile italiano per Carsberg-Tuborg, producendo dal '97 al '01 il Neapolis Rock Festival), si è trasferito a Roma nel 2001 e da paesaggista è stato attirato sin da subito dai margini del Grande Raccordo Anulare, luoghi che sempre si attraversano e mai si vedono. Ha cercato all'inizio un criterio per orientarsi, ma, come tutti, è riuscito solo a perdersi. Il passaggio dallo spaesamento alla fascinazione però è breve, e dopo un anno di sopralluoghi nasce l'idea di percorrere i territori del Raccordo a piedi, in solitudine, in un viaggio che lo porterà a coprire 300 chilometri in 20 giorni. L'obiettivo è creare una mappatura di storie, paesaggi, persone di questo luogo inesplorato. A guidarlo in questa impresa è un saggio di Renato Nicolini il cui titolo, Una macchina celibe, ne anticipa la geniale visione. Secondo il compianto architetto, il GRA – che fu progettato dall'ingegnere dell'Anas Eugenio Gra (nomen omen) –"non produce alcuna organizzazione, non supporta nessuna struttura, esiste solo in funzione del suo inventore, delle sue entrate e delle sue uscite. È un'opera eccentrica, totalmente fine a se stessa, che maschera e nasconde le contraddizioni della città". Le parole e le riflessioni di Nicolini sul GRA convincono Bassetti a partire alla ricerca di questo "gigantesco serpente cinetico, figlio del boom economico e della motorizzazione di massa, moderna muraglia che dal dopoguerra cinge la Città Eterna", lasciandosi trasportare da quelle che lui stesso ha definito le "maree della trasformazione urbana".
Il Progetto "SacroGra"
Il viaggio a piedi sui territori del GRA, questa esplorazione lenta e meticolosa nel regno dello spaesamento, così inedito nell'approccio e nel metodo, si trasforma in una sorta di cammino laico alla ricerca del "Sacro Graal" del Raccordo. Bassetti conferma così la sua intuizione originale, ovvero che il Grande Raccordo Anulare sia un luogo con una sua identità da scoprire, dunque un paesaggio che riassume i caratteri e la complessità della Capitale. Dopo decine di incontri, centinaia di pagine di appunti e foto di viaggio prende forma una prima mappatura e prende forma l'idea di trasformare tutte queste informazioni in una opportunità narrativa: raccontare il Raccordo e i suoi mille mondi. È un lavoro enorme che richiede l'apporto di diversi linguaggi e lo sguardo di persone diverse. Nasce così il "Progetto SacroGra", una grande ricerca multidisciplinare sull'identità di Roma contemporanea condotta da un paesaggista-urbanista, un regista, uno scrittore, sei fotografi e due ricercatori: un film, un libro, un sito web, una mostra. Il Progetto SacroGra diventerà quindi un libro, scritto da Nicolò Bassetti e Sapo Matteucci, corredato da foto curate da Massimo Vitali, che uscirà in autunno edito da Quodlibet.
L'incontro con Rosi e il suo cinema
Il "mostro cinetico" non poteva non essere raccontato che nelle forme del cinema del reale e tra gli esponenti italiani più autorevoli di questo cinema, già autore di viaggi e peregrinazioni in giro per il mondo, c'è Gianfranco Rosi al quale il paesaggista-urbanista trasferisce il patrimonio di conoscenza ed esperienza maturato lungo le rotte del GRA. Rosi ha raccolto la sfida, forse catturato da quel filo rosso che collega i suoi film raminghi nei quali luoghi di confine e di attraversamento offrono scorci di umanità inedita. I primi sopralluoghi, le prime esplorazioni sono durati circa 6 mesi e hanno rappresentato una sorta di iniziazione al mistero del GRA. Lo sguardo e l'entusiasmo di Bassetti faranno innamorare Rosi di questo spazio urbano e umano davvero unico, dando così l'avvio a quello che diventerà il film. All'inizio dunque il regista segue il paesaggista, poi il paesaggista si mette alle sue spalle lasciandolo alla fine muoversi in completa solitudine, come ama fare l'autore di Below Sea Level e El Sicario, Boatman. Ma il GRA è una realtà e un territorio incredibilmente complesso, dispersivo e pieno di strappi e anche Rosi, che pur è abituato a situazioni estreme, si perde nella sua geografia informe. Solo dopo un certo tempo comprenderà che lo spaesamento e l'astrazione sono gli unici modi per raccontare quel luogo e le persone che lo definiscono con le loro vite concrete e raminghe.
Note di Regia
Una guida invisibile
Mentre cercavo le location del film portavo con me Le città invisibili di Calvino. Il tema del libro è il viaggio, inteso per me come relazione che unisce un luogo ai suoi abitanti, nei desideri e nella confusione che ci provoca una vita in città e che noi finiamo per fare nostra, subendola. Il libro percorre strade opposte, si lascia trascinare da una serie di stati mentali che si succedono, si accavallano. Ha una struttura complessa e il lettore la può rimontare a seconda dei suoi stati d'animo, delle circostanze della sua vita, come è successo a me. Questa guida mi è stata di stimolo nei tanti mesi di lavorazione del film, quando il vero GRA sembrava sfuggirmi, più invisibile che mai.
Il GRA
Il GRA, questo fiume di traffico in eterno movimento e chi lo abita, è una realtà che reclama di essere vista, di essere pensata. Le sue contraddizioni lasciano a bocca aperta: un frate francescano sulla corsia d'emergenza che fotografa il cielo; greggi di pecore al pascolo a pochi metri da auto che sfrecciano a 120 Km all'ora… Mondi in movimento che si intersecano, ignari gli uni degli altri. Sul GRA il giorno appartiene al mondo del trasporto, la notte appartiene ad un altro mondo che solo al crepuscolo e al tramonto si inizia a percepire nella sua complessità. La luce del giorno è sovraccarica di informazioni, restituendo un realta' duro e realistico. La luce della sera sfuma i contorni e lascia emergere l'essenza dei personaggi.
Questione di sguardi
L'atto di filmare per me è molto doloroso, come lo stesso gesto di tirare fuori la cinepresa. Prima di farlo è necessario per me aver colmato il processo di avvicinamento, che può durare anche mesi, con i personaggi e le loro storie. Questo investimento sul tempo mi fa capire qual è la giusta distanza tra il soggetto e la cinepresa, in quale angolo posizionarla, come comporre l'inquadratura. Quando finalmente capisco che è il momento di girare, tutti i dubbi si sciolgono. In quel preciso istante ci siamo solo io e il personaggio, e la stessa macchina da presa sembra sparire tra le mie mani. Girare non è semplicemente dar vita a un'azione, ma è una compressione di elementi avvenuti nel corso del tempo. La domanda da porsi non riguarda la ricerca di uno stile a priori, ma il tempo che si spende con i personaggi fino a quando non si trova la giusta distanza e prospettiva nella storia. Deve emergere qualcosa di più complesso della semplice osservazione o della messa in scena.
Il gruppo di lavoro
Per tutti questi motivi mi è stato sempre congeniale essere da solo davanti ai miei personaggi, senza una equipe tecnica. Anche per Sacro GRA ho cercato di mantenere questa impostazione. Per la prima volta, però, sono stato affiancato da una piccola squadra di preziosi collaboratori senza la quale sarebbe stato difficile arrivare alla conclusione del progetto. A differenza degli altri miei film, nati da un personale incontro con luoghi e personaggi, "Sacro Gra" mi è stato proposto grazie all'intuizione di Lizi Gelber; è stata lei ha pensare che potessi rimanere coinvolto in questa nuova avventura, parlandone con il produttore Marco Visalberghi che ha creduto nel progetto e nelle sue potenzialità. Grazie alle conoscenze, alla guida, all'entusiasmo costante di Nicolò Bassetti (dalla cui idea originaria nasce il film), con il passare del tempo sono riuscito a trasformare questa striscia d'asfalto in un luogo di narrazioni. Con Roberto Rinalduzzi, aiuto alla regia, spesso alla guida del minivan, ho parlato a lungo, un compagno di viaggio ideale, un confidente cui consegnare dubbi, perplessità e paure. Poi in maniera naturale capiva quando era il momento di allontanarsi per lasciarmi solo con i personaggi, garantendo quell'unica possibile intimità al momento delle riprese. Jacopo Quadri, con il quale ho montato tutti i miei film, ha lavorato affinché la musicalità e il ritmo del montaggio fossero la chiave di riuscita, visto che il film è privo di trama. Ho chiesto poi a Dario Zonta, grazie alle sue passate esperienze con Pietro Marcello e Alina Marazzi e al suo bagaglio di conoscenze critiche nell'ambito del cinema del reale, di inserirsi nella complessa dinamica produttiva di questo film al fine di poter cogliere e sintetizzare i tanti problemi tecnici e creativi sorti durante la lavorazione. Mai come in questo film mi sono aperto al consiglio e all'aiuto di un gruppo di amici, tra cui Serge Lalou, Sara Fgaier, Fabrizio Federico, Luca Bigazzi, Pietro Marcello, Marie-Piere Duhamel che voglio sentitamente ringraziare per il loro prezioso supporto.
HomeVideo (beta)
info: 19/09/2013.
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