Locandina Street Opera

Street Opera (2015)

Street Opera
Locandina Street Opera
Street Opera è un film del 2015 prodotto in Italia, di genere Documentario diretto da Haider Rashid. Il cast include Elio Germano.

Street Opera è un viaggio all'interno del rap italiano e del suo pubblico attraverso il ritratto di quattro rapper simbolo di correnti e periodi diversi. Clementino, Gué Pequeno, Danno e Tormento, accompagnati da Elio Germano – attore e rapper del gruppo Bestierare – ci trasportano in un mondo nato oltre vent'anni fa alla periferia della musica italiana, ed arrivato in vetta alle classifiche, diventando la musica più in voga fra i giovani, che da essa si sentono rappresentati. Il ventennio italiano 1994-2014 è rappresentato attraverso un ritratto impressionistico di questi cinque artisti e della loro esperienza sul palco, mostrando il lato vero di questa cultura e degli artisti che la praticano: l'impegno, la passione e la volontà di diventare maestri di rime.

Info Tecniche e Distribuzione

Genere: Documentario
Nazione: Italia - 2015
Durata: N.d.
Formato: Colore
Produzione: Radical Plans

Cast e personaggi

Regia: Haider Rashid

Cast Artistico e Ruoli:

Immagini

[Schermo Intero]

CAST ARTISTICO

CLEMENTINO: Considerato l'erede di Jovanotti. Un disco d'oro. Il suo ultimo album "Miracolo" è entrato subito al primo posto in classifica. E' stato il main act del concerto del Primo Maggio 2014. GUÉ PEQUENO: Frontman dei Club Dogo, è attualmente primo in classifica con il suo ultimo album solista "Vero". Due dischi di platino. TORMENTO: Ex cantante dei Sottotono, uno dei gruppi rap più famosi degli anni '90, che ha venduto oltre 500mila copie dei suoi album. DANNO: Il principale esponente della scena hip-hop underground. Il suo gruppo Colle der Fomento riempie da vent'anni i centri sociali di tutta Italia con migliaia di persone e rimane per scelta al margine dell'industria discografica. ELIO GERMANO: Attore e rapper del gruppo Bestierare, attivo dalla metà degli anni '90 nella scena hip-hop underground romana. Vive la musica come passione e sfogo artistico, senza alcun legame con l'industria musicale. Il suo gruppo racconta storie di grande rilevanza sociale legate al lavoro, ai diritti ed al razzismo.

NOTE DI REGIA [Haider Rashid]

Inizialmente, l'idea che ha ispirato il documentario è stata quella di creare una fotografia dell'atmosfera e delle dinamiche del mondo del rap italiano non entrando nel dettaglio soggettivo di ogni artista, ma piuttosto scegliendo alcuni personaggi simbolo che sono risultato ed espressione stessa del loro pubblico. C'è un forte legame tra ciò che è successo socialmente e politicamente in Italia nel periodo tra il 1994 ed il 2014 e l'evoluzione del rap italiano, che in quegli stessi anni è passato da genere di strada a musica di massa, raccontando, sia in contenuti che forma, l'evoluzione della nostra società in ciò che è diventata oggigiorno: Danno, rapper simbolo di Roma, racconta la lotta interiore e la necessità d'indipendenza intellettuale, Tormento gli si avvicina spesso tematicamente, ma si allarga anche su argomenti legati al rapporto tra corpo, ambiente e musica – quasi tracciando i passi del ritorno alla natura ed alla terra di molti giovani italiani – Clementino, nel suo essere un Pulcinella del rap ci racconta la necessità di svago della sua generazione, ma anche spesso cosa significhi lasciare la propria terra per trovare fortuna altrove, senza dimenticare le proprie radici, e Guè Pequeno, sotto la sua apparente aridità e cattiveria, è probabilmente tra i quattro colui che meglio incarna – specialmente attraverso il personaggio che si è costruito e che interpreta – lo sgretolamento dei valori della nostra società e l'enorme alienazione che vivono i giovani oggi. Da adolescente vivevo intimamente l'ascolto della musica rap come un momento di ricerca di qualcosa che non trovavo nella mia vita e nei miei spazi. Ero l'unico nel mio circolo di amici ad ascoltare quella musica, a cercare di affiliarmi in qualche modo a quella scena con l'abbigliamento o i modi di fare, ma la sentivo sempre lontana proprio per il fatto di non poter condividerla con nessuno. Ero affascinato dal talento e dalla forza espressiva degli artisti che ascoltavo, sentivo molti dei temi di cui parlavano vicini alla mia indole, ma contemporaneamente mi spaventava quel mondo apparentemente fatto di oscurità, rabbia e continue sfide verso l'esterno. Per molti anni ho abbandonato l'ascolto di questo genere, riscoprendolo con curiosità alcuni anni fa, dopo aver notato che la maggior parte degli adolescenti di oggi ascoltano principalmente l'evoluzione della musica che ascoltavo io alla loro età. Entrando in questo mondo grazie all'incontro con Omar Rashid – mio omonimo, ma non parente – che per anni ha lavorato e frequentato l'ambiente dell'hip hop italiano, ho scoperto si alcune zone scure e rabbiose di questa espressione artistica e dei suoi luoghi fisici ed interiori, ma soprattutto come questa musica non sia mai stata "contro" come sembra dall'esterno, ma profondamente "pro": pro libertà di espressione, pro libertà di vivere la propria vita come si preferisce ma soprattutto pro libertà di creare arte dal nulla, con nulla e di poterla chiamare tale. Ho cercato di fotografare in maniera intima questi artisti, cercando di concentrarmi sui dettagli e scegliendo di stare sempre sul palco con loro, discostandomi da come vengono spesso visti, cercando di dare al pubblico una prospettiva in cui le parole della loro musica abbiano lo spazio che si meritano anche al cinema.

NOTE DI PRODUZIONE

Il progetto è nato da una collaborazione tra Haider Rashid, regista e produttore, ed Omar Rashid, fondatore del marchio di streetwear Gold, entrambi fiorentini di origine calabro-irachena, con la volontà di raccontare il mondo dell'hip-hop italiano da una prospettiva diversa. Le riprese del film si sono sviluppate nel corso di quasi due anni, da Ottobre 2013 ad Agosto 2015, seguendo i concerti dei quattro artisti principali in svariate città italiane, con una troupe snella e quanto più invisibile possibile. La troupe ha ottenuto un accesso molto intimo agli artisti, alcuni dei quali non apprezzano solitamente di essere ripresi durante i loro concerti. La produzione si è mossa tra i locali più noti d'Italia, come l'Alcatraz di Milano, ed i centri sociali o spazi occupati in cui hanno luogo serate hip-hop underground. L'incontro con Elio Germano, grazie alla sua lunga esperienza di rapper – il suo gruppo è attivo da quasi vent'anni – oltre che di attore, ha inoltre permesso al progetto di svilupparsi andando a raccontare un modo diverso di vivere la musica, in cui la passione è l'unico motore ed in cui la remunerazione economica non rappresenta uno stimolo, ma bensì la causa di un potenziale snaturamento della musica.

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