Poster The Book of Vision

The Book of Vision (2020)

The Book of Vision
Locandina The Book of Vision
The Book of Vision è un film del 2020 prodotto in Italia e Belgio, di genere Romantico e Drammatico diretto da Carlo S. Hintermann. Il film dura circa 95 minuti. Il cast include Lotte Verbeek, Charles Dance, Sverrire Gudnason, Isolda Dychauk, Filippo Nigro. In Italia, esce al cinema giovedì 8 Luglio 2021. Disponibile in homevideo in Digitale da venerdì 26 Febbraio 2021.

Eva (Lotte Verbeek), una giovane e promettente dottoressa, abbandona la sua carriera per immergersi nello studio della Storia della medicina e mettere in discussione tutto: la propria natura, il proprio corpo, la propria malattia e un destino che sembra segnato. Johan Anmuth (Charles Dance) è un medico nella Prussia del Settecento, in bilico tra nuove spinte razionaliste e antiche forme di animismo. Book of Vision è il manoscritto capace di intrecciare le loro esistenze in un vortice ininterrotto. Lontano dall'essere un testo scientifico, il libro contiene le speranze, le paure e i sogni di più di 1800 pazienti: il medico prussiano sapeva come ascoltarli e il loro spirito vaga ancora tra le pagine, dove vita e morte fanno entrambe parte di un unico flusso. La storia di Anmuth e dei suoi pazienti darà così a Eva la forza per vivere appieno la propria vita, comprendendo che niente si esaurisce nel proprio tempo.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 8 Luglio 2021
Uscita in Italia: 26 Febbraio 2021 in PVOD su CHILI
Genere: Romantico, Drammatico, Mistero, Fantasy
Nazione: Italia, Belgio, UK - 2020
Durata: 95 minuti
Formato: Colore
Produzione: Citrullo International, Entre Chien Et Loup (Coproduzione Belgio), Luminous Arts Productions (Coproduzione UK), AB Medica (in associazione con), Timeline Studio (in associazione con), Shelter Prod (co-produzione), Wallimage (Wallonia) (con il sostegno di), Taxshelter.be (con il sostegno di), ING the Tax Shelter of the Belgian Federal Government (con il sostegno di), Trentino Film Commission (in collaborazione con), Regione Lazio - Fondo Regionale per il cinema e l'audiovisivo (con il sostegno di)
Note:
Film d'apertura della 35a edizione della Settimana Internazionale della Critica a Venezia 77. The Book Of Vision è rivolto ad un pubblico di target uomo/donna di almeno 25 anni.
In HomeVideo: in Digitale da venerdì 26 Febbraio 2021

Cast e personaggi

Regia: Carlo S. Hintermann
Sceneggiatura: Carlo S. Hintermann, Marco Saura
Musiche: Hanan Townshend, Federico Pascucci
Fotografia: Joerg Widmer
Scenografia: David Crank
Montaggio: Piero Lassandro
Costumi: Mariano Tufano

Cast Artistico e Ruoli:



Produttori:
Gerardo Panichi (Produttore), Robin Monotti Graziadei (Produttore), Vera Graziadei (Produttore), Sébastien Delloye (Produttore), Terrence Malick (Produttore esecutivo), Mike Medavoy (Produttore esecutivo), Franc Roddam (Produttore esecutivo)


Organizzatore Simone Bachini | Suono in presa diretta Henri Morelle | Sound Design Giuseppe D'Amato, Stefano Grosso | Acconciature Aldo Signoretti e Desiree Corridoni | Trucco Antonello Resh | Casting Beatrice Kruger (CSA - IDCN - UICD) | Conceptual Visual Design Lorenzo Ceccotti (LRNZ) | VFX L'autre Compagnie | Art director André Fonsny.

Immagini

[Schermo Intero]

NOTE DI REGIA – Carlo S. Hintermann

Che cosa caratterizza l'universo femminile? Cosa c'è alla base di scelte che coinvolgono il proprio corpo e in ultimo la relazione intima con la vita? Proprio dalla situazione critica della protagonista, dalla sua scelta di riappropriarsi della propria vita con coraggio e determinazione nasce un viaggio che più esplora la natura del proprio animo più si spinge in un territorio fantastico. Pagina dopo pagina Eva capisce quanto la storia di un medico del Settecento possa aiutarla a percepire se stessa come qualcosa di unico. Finalmente può scrollarsi di dosso lo sguardo di tutti coloro che vogliono decidere della sua vita: medici, genitori, amanti. Eva è come se fosse la prima donna sulla terra, guarda il suo corpo e capisce che solo lei può decidere del suo destino. Solo lei può ascoltare le voci del passato per mettere in discussione il presente.

È ormai scontato entrare all'interno del corpo. Oltrepassiamo la barriera della nostra pelle, con aghi, bisturi, ecografie. Guardiamo al suo interno come un gesto scontato. E' sempre stato così? Nella medicina antica non si poteva entrare nel corpo, che era visto come qualcosa di sacro e impenetrabile. Gli interventi chirurgici erano considerati pericolosi esperimenti, di quello che c'era all'interno del corpo si poteva solo raccontare una storia. Ecco allora l'incontro di Eva con il medico Johan Anmuth, che alla fine del '700 raccontava i corpi dei propri pazienti attraverso le loro fantasie. Da lì a poco sarebbe iniziata a diffondersi la chirurgia e, tra pericolosi tentativi e rarissimi successi, si sarebbe iniziato a conoscere cosa sta all'interno del corpo. L'empiricità della chirurgia degli albori è stata recentemente raccontata nella fortunata serie The Knick, mostrandone il lato orrorifico e i profondi conflitti morali che ne derivavano. Eva per riappropriarsi del proprio corpo, per decidere cosa fare della propria vita, ha bisogno di fare un balzo all'indietro, quando la chirurgia era considerata una pratica da stregoni. Pagina, dopo pagina conoscerà le abitudini di Johan Anmuth così lontane da quello che ha imparato sui libri di medicina. Questo contatto diretto le permetterà di capire quanto il racconto dei pazienti sia importante, quanto parlare della propria malattia e quindi del proprio corpo abbia lo stesso peso dell'indagine medica. Aprirsi al mondo, questo in ultimo significa guarire. La consapevolezza della protagonista del proprio corpo, le permetterà di giungere a una nuova sintesi. La sessualità, la malattia, e in ultimo la morte fanno parte dell'esperienza umana, il corpo raccoglie tutte queste dimensioni, mostrandole sulla superfice della pelle.

Tutte le volte che il rapporto medico e paziente assume una forma conflittuale, ne segue un fallimento terapeutico. Curare significa instaurare un rapporto. Questo Eva lo sa, come medico e come paziente. E non c'è cosa più difficile per un medico che essere costretto a divenire paziente a causa di una malattia. Eppure tutte le volte che si capovolge lo sguardo ne nasce qualcosa di sorprendente. Non è un caso che nella medicina contemporanea si stia facendo strada sempre di più la narratologia: il paziente che tematizza e racconta la malattia ha già messo in pratica un percorso di cura. Questo non significa rinunciare al progresso scientifico, ma al contrario inscriverlo in qualcosa di profondo e insondabile: l'animo umano. The Book of Vision affronta il rapporto medico paziente costruendo un ponte: quello tra il corpo e l'animo. Solo tenendo conto di questo, il rapporto medico paziente diventa profondo e rivelatorio.

La possibilità di attraversare il tempo mi ha sempre affascinato. Forse è la prima motivazione per cui mi sono innamorato del cinema e la sua capacità di saltare in dimensioni temporali e spaziali diverse. The Book of Vision fa della possibilità di attraversare il tempo un elemento di forza. È come se Barry Lyndon improvvisamente decidesse di lanciarsi nello spazio. Come nel fumetto 'The League of Extraordinary Gentlemen', le qualità straordinarie degli uomini hanno la forza di viaggiare nel tempo. Eva ha la capacità di comprenderlo e considera straordinari non solo il medico Johan Anmuth, ma anche i racconti dei suoi pazienti, fantasie di gente comune, che non avrebbero alcun diritto di comparire nei libri di storia. È la sua capacità di vedere il meraviglioso che permette ai personaggi del passato di apparire nel presente. La passione maturata verso i film fantasy degli anni '80 e '90 con i quali sono cresciuto, da I Goonies a Labyrinth, da La Storia infinita a Ritorno al futuro, ha un ruolo importante. Il meccanismo è lo stesso: aprire una porta, una dimensione inaspettata che si spalanca sul fantastico. Dal punto di vista visivo sia la parte contemporanea che quella del passato tengono conto di questa porta: ogni luogo, ogni oggetto, ogni azione hanno una valenza ambigua, in bilico tra due dimensioni. Inseparabili di David Cronenberg è uno straordinario punto di riferimento per questa ambiguità. The Book of Vision vuole muoversi tra la sensazione di meraviglia dei fantasy anni '80 e l'elemento perturbante dei film di Cronenberg e Kubrick, cercando di trovare una nuova sintesi.

Giungere a una sintesi tra passato e presente, a favore di un tempo che coincida con quello del desiderio, è uno degli elementi portanti del film. Per fare questo gli attori protagonisti del presente interpretano anche il proprio doppio nel passato. Eva è anche Elizabeth von Ouerbach, paziente del medico prussiano Johan Anmuth, e quest'ultimo è anche il dottor Morgan, medico curante di Eva. La somma dei diversi personaggi è come se giungesse a un unico protagonista, mostrando come ogni personalità contiene una moltitudine di voci.The Book of Vision vuole essere un omaggio alla forza inesauribile della vita e alla necessità di una continua rinascita. Ogni esperienza interrotta, ogni caduta, ogni amore irrisolto abita uno spazio e un tempo possibile, in continuo divenire. Il cinema è l'espressione più alta di questa potenzialità, un mondo alternativo con una natura propria. La visione è un processo inafferrabile che appartiene a ogni singolo spettatore, la consapevolezza di non poterla dominare è come affacciarsi su un precipizio dove la paura si mescola all'entusiasmo.

FOTOGRAFIA DEL FILM

Note del Regista sulla fotografia, Carlo S. Hintermann
Ho sempre considerato Joerg Widmer un vero maestro dell'inquadratura. C'è una tensione nel suo modo di inquadrare che è già un elemento narrativo. Il film si poggia su articolati movimenti di camera, alla ricerca di un movimento continuo, un vortice. La luce asseconda questo movimento con una grande forza immersiva.

Note del Direttore della fotografia, Joerg Widmer
Sono diventato amico di Carlo S. Hintermann durante le riprese del film di Malick The Tree of Life in Italia. Quando mi ha fatto leggere la sceneggiatura di The Book of Vision rimasi molto colpito perché già conteneva una visione e una grande dose di immaginazione. Siamo andati insieme ad alcune mostre di Storia della medicina per scavare più in profondità nel soggetto. È quindi nata sfida di far interpretare agli stessi attori i ruoli del passato e del presente e la scelta fotografica di rendere la transizione tra le due dimensioni la più fluida possibile. Intraprendere il viaggio con questi attori e con il regista e mantenere questa decisione è stato gratificante, dove il lato fantastico finisce e dove invece comincia la realtà lo lasciamo al giudizio dello spettatore.

SCENOGRAFIA DEL FILM

Note del Regista sulla scenografia, Carlo S. Hintermann
Profondità di campo ed eloquenza degli spazi erano le due direttrici che cercavo per il film. David Crank mi ha messo nella condizione di avere un set da attraversare con la camera in cui la disposizione di ogni elemento avesse una valenza dinamica. Questo anche nel design del mondo naturale, con risultati per me sorprendenti anche grazie al Concept Visual Design di Lorenzo Ceccotti.

Note dello Scenografo, David Crank
The Book of Vision è costituito dall'intreccio di storie che attraversano i secoli, connesse ma allo stesso tempo differenti. Nell'immaginifica sceneggiatura di Carlo un vigore sanguigno si mescolava alla spiritualità, era quindi importante per me che questi due aspetti facessero parte del look del film. Abbiamo cercato in Italia e in Belgio location che fossero uniche e poco rappresentate con l'intento di servire la storia, dall'epicità dell'antica foresta alla formalità della vita aristocratica del Settecento fino al mondo urbano della ricerca scientifica e medica. Spero che l'intento di creare un mondo in cui le differenti visioni di vita coesistano ed entrino in dialogo le une con le altre sia riuscito. Spero anche che questo viaggio vi piaccia.

COSTUMI DEL FILM

Note del Regista sui Costumi, Carlo S. Hintermann
La cosa che mi ha sempre affascinato del lavoro di Mariano Tufano è la cura per il dettaglio. Nel film avevo bisogno di trovare una strada che tenesse insieme due registri, avendo sempre qualcosa che rimandasse alle due epoche. La sfida è stata dare vita a un periodo storico molto poco raffigurato, la prima metà del Settecento, con il suo lavoro originale Mariano è riuscito a creare un mondo.

Note del Costumista, Mariano Tufano
I costumi di The Book of Vision vivono due estetiche e due mondi paralleli. Con il regista abbiamo concertato il registro estetico e cromatico per ogni epoca e per ogni personaggio. Un lavoro dove il mondo scientifico contemporaneo si confronta con il misticismo della Prussia del VXIII secolo. In particolar modo i costumi del VXIII secolo sono tutti stati realizzati su miei bozzetti originali e le acconciature sono di Aldo Signoretti (Moulin Rouge) e Desiree Corridoni ( Maria Antoinette). Una nota particolare va spesa per i costumi delle anime dell'albero realizzati in una finta corteccia ed indossati da danzatori per mimetizzarsi ol grande albero magico. Un lavoro entusiasmante fatto di grandi collaborazioni ed illuminato magistralmente da Joerg Widmer. Grazie Carlo S. Hintermann!

MUSICA DEL FILM

Note del Regista sulla Musica, Carlo S. Hintermann
Il lavoro sulle musiche del film è iniziato molto tempo prima delle riprese. Tramite Terrence Malick sono entrato in contatto con Hanan e mi è sembrato subito molto stimolante iniziare una collaborazione. Quello che cercavo era un connubio tra suoni di sintesi, elettronici, e il suono concreto dei fiati, registrati in modo che emergesse la componente materica dello strumento. Sentivo che i due livelli, a cui in alcuni casi si sono aggiunti gli archi, rispecchiassero appieno le due dimensioni del film, quella contemporanea e quella del Settecento. Come i personaggi del film sono la somma tra i protagonisti del presente e del passato, così nella musica passato e futuro sono un'unica cosa. Hanan e Federico Pascucci insieme all'ensemble di fiati Errichetta Underground hanno reso il mio sogno realtà, e non avrei potuto augurarmi di meglio.

Note del Compositore, Hanan Townshend
La musica The Book of Vision nasce da una fruttuosa collaborazione tra regista e compositore. Lavorando con brani e improvvisazioni registrate dall'ensemble Errichetta Underground, insieme a Carlo S. Hintermann abbiamo creato una sorta di collage sonoro che riverbera i diversi mondi del film. La musica è costruita intorno al suono dei sassofoni, spesso lasciando che l'ispirazione arrivasse da brani classici, come quelli di Bhahms e Liszt. In termini di composizione, il lavoro originale è un'estensione di questo universo, mescolando i clarinetti ai sassofoni e agli archi per amplificare la dimensione mistica di questo paesaggio sonoro. Il contributo di Federico Pascucci, che ha composto diversi brani, ha apportato una dolce pulsione romantica al risultato finale. Una collaborazione unica per un film unico.

HomeVideo (beta)


STREAMING VOD, SVOD E TVOD:
The Book of Vision disponibile in Digitale da venerdì 26 Febbraio 2021
info: 26 Febbraio 2021 in PVOD su CHILI.


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