Locandina The Hundred-Foot Journey

Amore, Cucina e Curry (2014)

The Hundred-Foot Journey
Locandina Amore, Cucina e Curry
Amore, Cucina e Curry (The Hundred-Foot Journey) è un film del 2014 prodotto in USA, di genere Drammatico diretto da Lasse Hallström. Il film dura circa 122 minuti. Tratto dal bestseller internazionale di Richard C. Morais. Il cast include Helen Mirren, Om Puri, Manish Dayal, Charlotte Le Bon, Amit Shah, Farzana Dua Elahe. In Italia, esce al cinema giovedì 9 Ottobre 2014 distribuito da Universal Pictures. Disponibile in homevideo in DVD da giovedì 2 Aprile 2015. Al Box Office italiano ha incassato circa 545184 euro.

Hassan Kadam è un genio della gastronomia, che non sbaglia mai un colpo. La famiglia Kadim, emigrata dall'India e guidata dal capofamiglia, Papa, si stabilisce nel caratteristico villaggio di Saint-Antonin-Noble-Val, nel sud della Francia. Un posto incantevole e raffinato, il luogo ideale dove aprire Maison Mumbai, un ristorante indiano a conduzione familiare. Ma le cose cambiano nel momento in cui Madame Mallory, l'algida titolare e cuoca del rinomato ristorante francese Saule Pleureur, non si intromette. Le sue implacabili proteste contro il nuovo ristorante indiano che dista solo 30 metri dal suo, danno luogo ad un'accesa battaglia fra i due locali, fino a quando la passione di Hassan per l'alta cucina francese e per Marguerite, la deliziosa "sous chef" di Madame Mallory, non riuscirà ad amalgamare magicamente le due culture, regalando a Saint-Antonin nuovi sapori di cucina e di vita che neanche Madame Mallory potrà ignorare. La donna infatti, sarà disposta a riconoscere il talento culinario del suo rivale e a prenderlo sotto la sua ala protettiva. "Amore, cucina e… curry" abbonda di sapori tangibili e inebrianti. Il film racconta il trionfo della tradizione familiare nonostante l'"esilio", e ritrae due mondi in conflitto fra loro, con un giovane deciso a tutti i costi a ricreare il conforto della propria casa attraverso la sua tradizione culinaria.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 9 Ottobre 2014
Uscita in Italia: 09/10/2014
Uscita negli Stati Uniti: 08/08/2014
Prima Uscita: 08/08/2014
Genere: Drammatico
Nazione: USA - 2014
Durata: 122 minuti
Formato: Colore
Produzione: Amblin Entertainment, DreamWorks Studios, Harpo Films, Imagenation, Participant Media, Reliance Entertainment
Distribuzione: Universal Pictures
Budget: 22.000.000 dollari (stimato)
Box Office: USA: 53.201.000 dollari | Italia: 545.184 euro
Soggetto:
Tratto dal bestseller internazionale di Richard C. Morais.
In HomeVideo: in DVD da giovedì 2 Aprile 2015 [scopri DVD e Blu-ray]

Immagini

[Schermo Intero]

DESTINATO AL SUCCESSO: DALLA PAGINA AL GRANDE SCHERMO

La distanza fra i due ristoranti Le Saule Pleureur e la Maison Mumbai non è grande: circa 30 metri. È un percorso, seppur breve, che  la famiglia Kadam e Madame Mallory faranno diverse volte nel film, e che non rappresenta solo la distanza fisica fra questi due luoghi. Diventa infatti simbolo del momento in cui una persona si allontana dalla propria 'zona  di conforto', inoltrandosi in un territorio sconosciuto, per scoprire se stessa.

La produttrice Juliet Blake, ex dirigente della Jim Henson Company e del National Geographic Channel, ha compiuto un viaggio metaforico in prima persona per portare il libro sul grande schermo. Tutto è iniziato nel gennaio 2009, in un periodo in cui Blake si sentiva inquieta e insoddisfatta della propria carriera. Aveva letto una bozza del romanzo di Richard Morais "The Hundred-Foot Journey" che non era ancora stato pubblicato negli Stati Uniti, e ne era rimasta incantata. "Mi sono innamorata della storia e della sua splendida ambientazione, dell'idea che permea il libro secondo cui il cibo unisce le persone", racconta Blake. "Mi piaceva il confronto fra il classico ristorante francese e la vivace e variopinta cucina indiana. In un locale i clienti ascoltano Mozart,  mentre nell'altro rimbomba la fragorosa musica di Bollywood: è uno scontro culturale di proporzioni epiche".

Figlia di immigrati tedeschi, Blake si è immedesimata nel tema dell'immigrazione, presente nella storia. È cresciuta in un casa dove l'inglese era la seconda lingua  e i suoi genitori non parlavano mai della morte dei nonni ad Auschwitz. Blake continua: "La storia ha prodotto un effetto profondo su di me perché quei personaggi potevano essere la mia famiglia. E poi toccava dei temi molto importanti: il razzismo, l'accettazione e la capacità di cambiare, che sono comuni a tutti gli immigrati".

Convinta che questa storia si sarebbe tradotta perfettamente in un film, Blake ha organizzato un meeting con Morais grazie ad una conoscenza comune; in quell'occasione ha ottenuto i diritti per realizzare il film. Da quel momento si è rivolta a diverse società di produzione per verificare il loro interesse nella trasformazione del libro in copione.  Alla Harpo Films il materiale ha avuto un forte impatto su Oprah Winfrey, che è diventata una fan del libro e dell'autore. Anche Steven Spielberg e Stacey Snider, alla DreamWorks, sono rimasti colpiti dalla storia e hanno espresso il loro entusiasmo rispetto alle potenzialità del progetto.

In breve tempo sia la DreamWorks che Harpo si sono uniti al progetto, e Spielberg e Winfrey hanno affiancato Blake nel ruolo di produttori. Entrambi apprezzavano l'idea di collaborare per portare questa storia deliziosa sul grande schermo, per divulgare il suo profondo messaggio di comprensione e accettazione.
L'ultima volta che avevano lavorato insieme in un progetto comune era il 1985, con il film "Il colore viola".  

Dice Spielberg: "Abbiamo avuto l'occasione di unire le nostre energie creative per raccontare una storia di compatibilità fra le persone meno compatibili del mondo!" continua Winfrey. "Il romanzo è una piccola gemma, un'opera d'arte che esprime proprio quello che ho cercato di esprimere io stessa nel mio lavoro e nella mia arte per tutta la mia carriera. È una storia edificante, inoltre mi piaceva l'idea di lavorare di nuovo con Steven".
Il libro è diventato un best-seller internazionale, pubblicato in 28 paesi. È apparso nel New York Times Book Review ed è stato selezionato fra le Migliori Letture dell'Estate 2010 da "O, The Oprah Magazine". La fortuna era ormai dalla parte di Blake, la cui proposta di realizzare un film tratto da un libro di un esordiente, la vedeva ora addirittura al fianco di Spielberg e Winfrey.

Lo scoglio successivo era trovare uno sceneggiatore in grado di elaborare il materiale e di portare in vita i personaggi. In cima alla lunga lista degli scrittori potenziali c'era l'autore nominato all'Oscar Steven Knight, che vanta fra l'altro i copioni de "La promessa dell'assassino" e "Piccoli affari sporchi". Ma i produttori erano preoccupati che uno scrittore del suo calibro fosse troppo impegnato per accettare questo progetto.

Nato a Birmingham, una delle città inglesi più popolate da immigrati indiani, Knight ha subito accettato di scrivere il copione del film e i produttori ne sono stati entusiasti. "Steven Knight ha scritto un film serio, attraversato da una vena di irresistibile umorismo", spiega Spielberg. "Ha reso molto bene il libro per il grande schermo".

Lasse Hallström è stata una scelta "logica" per dirigere "Amore, cucina e … curry". Grazie agli apprezzati film da lui diretti quali "La mia vita a quattro zampe", "Le regole della casa del sidro" e "Chocolat", si è affermato come  narratore capace e sensibile, con lo stile adatto per raccontare questa storia. Spielberg è da sempre un fan di Lasse e  considera "La mia vita a quattro zampe" uno dei suoi film preferiti.

Per Hallström, lavorare con un filmmaker come Spielberg in veste di produttore, è stata un'esperienza molto intensa.  "Steven si è occupato del casting in prima persona, e mi ha sempre fornito i suoi suggerimenti sul copione". Hallström  ha parole di elogio anche per i produttori Winfrey e Blake. "Oprah Winfrey ci ha onorati con la sua presenza", dice. "Adoro la sua personalità temeraria e il modo in cui riesce a far uscire il meglio dagli altri. Juliet Blake è un produttore molto intelligente che ammiro moltissimo. È stata una coincidenza magica: il giusto materiale al momento giusto con il giusto cast e il giusto gruppo di produttori. Un evento raro".

Dice Winfrey: "Adoro il lavoro di Lasse. È bravissimo nel collocare gli attori in luoghi magnifici come la campagna francese e a riuscire a far emergere l'autenticità della storia". Aggiunge Blake: "E' un filmmaker sensibile e meraviglioso, che comprende il materiale in modo profondo. Inoltre è bravissimo con gli attori da cui riesce ad ottenere delle performance realistiche, mettendoli in contatto con il loro personaggio".

APPARECCHIAMO LA TAVOLA: ECCO A VOI UN CAST D'ECCEZIONE

Dietro alla guerra fra i due ristoranti di Saint-Antonin, c'è in realtà una faida che riguarda la diversità culturale e religiosa di due gruppi di persone. Madame Mallory gestisce Le Saule Pleureur, un ristorante raffinato noto per i suoi piatti francesi come la carne alla
Bourguignon e il piccione al tartufo. Testarda, invadente e abitudinaria, non fa mistero del suo disprezzo per il pacchiano ristorante indiano che ha appena aperto di fronte al suo e  considera offensivo dal punto di vista del gusto e del decoro.

Il capofamiglia indiano, Papa, è chiassoso e sopra le righe come il suo ristorante, la Maison Mumbai, ma è un brav'uomo e un grande lavoratore. La famiglia Kadam, che ha dovuto lasciare Mumbai in seguito ad una serie di tragiche circostanze, stabilendosi a Saint-Antonin,  non teme certo Madame Mallory.

Ironicamente, i due protagonisti hanno più in comune di quel che vogliano ammettere, così presi dal loro orgoglio, determinati e testardi uno più dell'altro e quando si è trattato di scegliere gli attori, i filmmaker si rendevano conto dell'importanza di trovare i giusti interpreti per questi ruoli complessi. Hallström spiega: "Madame Mallory non è un ruolo facile da interpretare , dato che subisce una trasformazione nel film, ma sono attratto dalle storie che dipingono i personaggi in modo veritiero e noi cercavamo la maggiore veridicità possibile".

E' stato facile immaginare Helen Mirren in questo ruolo. Nota per la sua performance premio Oscar nel ruolo della Regina Elisabetta II in "The Queen" e nel ruolo premiato con l'Emmy Award di Jane Tennison in "Prime Suspect" di PBS,  Mirren eccelle sia nelle parti drammatiche che in quelle comiche, passando con disinvoltura dall'una all'altra. E, fortunatamente per la produzione, Mirren era disponibile ad intraprendere questo ruolo.

Dice Hallström: "Helen è brillante da tanti punti di vista. La sua immaginazione non ha confini e offre continuamente soluzioni fantastiche, preziose,  valide. In questo film incarna perfettamente una donna francese nonostante sia metà russa e metà inglese".

Le Saule Pleurer ha consumato la vita di Madame Mallory negli ultimi 30 anni, rendendola sola e amareggiata, totalmente concentrata ad ottenere una seconda stella Michelin pe il suo locale. Queste stelle, che sono annualmente offerte dalla guida Michelin ai migliori ristoranti d'Europa, indicano l'eccellenza dei menu e delle varie strutture di ristorazione, contribuendo al successo o al fallimento di un ristorante. Spiega Mirren: "Madame Mallory è un pesce grande all'interno di uno stagno, in un Paese, la Francia, che è noto per la sua passione per la buona cucina.
È molto professionale, completamente dedita e focalizzata sul suo ristorante che rappresenta tutta la sua vita".

Lavorare con Hallström è stata un'esperienza molto soddisfacente per la Mirren, visto che condividono un approccio simile nei confronti della recitazione. Preferisce girare più volte la stessa scena, incoraggia l'improvvisazione ed evita di parlare con gli attori prima delle riprese, cosa che Mirren ha trovato rigenerante.

Mentre Mirren è un'attrice acclamata a livello internazionale da pubblico e critica, che ha avuto l'onore di ricevere il titolo di Dame dalla Regina di Inghilterra; nel film è stata considerata una persona molto vera, pratica e l'ha accolta nella squadra. "Helen è una persona con i piedi per terra, intelligente e brillante", dice Blake, "e nel film non ha solo contributo con il suo talento, ma anche con la sua conoscenza della Francia, con il suo amore per la buona cucina e con la sua innata capacità di divertirsi".

Per il ruolo di Papa, il patriarca della famiglia Kadam e il maggiore rivale di Madame Mallory, è stato scelto l'apprezzato attore indiano Om Puri. Un veterano del cinema con oltre 250 film al suo attivo, Puri incarna un grande "caratterista" capace di regalare un'interpretazione sia sensibile che divertente. Dice Hallström:  "Ho sempre ammirato Om Puri. Ha una presenza "tangibile", equilibrata e autorevole, che lo rende perfetto nei panni di Papa".

Nella famiglia Kadam, Hassan è la persona umile e sensibile che ha ereditato la sua vocazione dalla madre. Fortunatamente i filmmaker hanno trovato Manish Dayal e l'hanno scritturato per il ruolo. Dopo aver recitato in "90210" e "Law & Order: SVU",  Dayal ha sentito un legame con Hassan e ha fatto il possibile per immedesimarsi completamente nel personaggio.

Dice Blake: "Volevamo che il pubblico lo accompagnasse nel suo primo viaggio e questo è esattamente quello che Manish è riuscito a fare con la sua parte". Aggiunge Spielberg: "Ha un atteggiamento serafico, molto bello. Non assomiglia a Om Puri fisicamente ma  potrebbe benissimo essere suo figlio. Il legame fra i due attori era visibile sia sul set che fuori dal set".

"Om è un monello, un compagno, un mentore, una persona davvero amabile", dice Dayal. "Trasmette vitalità carisma, sentimenti e intelligenza in tutto ciò che dice".

Dal momento in cui si incontrano, Hassan è stregato da Marguerite, l'incantevole giovane donna che diventa amica della sua famiglia. Lei è la sous chef della cucina di Madame Mallory e diventa la confidente e musa ispiratrice di Hassan. Nonostante la loro passione per il cibo, Marguerite pensa che due cuochi non dovrebbero fidanzarsi, quindi quando inizia ad innamorarsi di lui, diffida di lui e nasconde le proprie emozioni.
I produttori hanno preso in considerazione diverse attrici per il ruolo di Marguerite, ma quando Spielberg ha visto il video di Charlotte Le Bon in un varietà francese che metteva in mostra il suo talento comico, ha voluto incontrare la giovane attrice. Racconta Spielberg: "In quel programma Charlotte aveva uno sketch comico e mi ha colpito vedere un'attrice sia bella che comica. Ho pensato che dovevamo averla nel film".

Le Bon, nata e cresciuta a Montreal, vanta crediti fra cui i film "Yves Saint Laurent" e "Mood Indigo"; l'attrice ha mostrato subito una sintonia con Dayal durante le audizioni e ha ottenuto la parte. Afferma Le Bon: "Mi piaceva il fatto che Marguerite sia appassionata di cucina… è un particolare molto interessante. Inoltre un attore desidera sempre interpretare il ruolo di un personaggio che compie un'evoluzione, come succede a Marguerite, e questo mi interessava particolarmente".

Dayal dice: "Ha un'energia straordinaria, quasi magnetica. Abbiamo una sensibilità simile e questo ha reso la nostra collaborazione facile e divertente". Aggiunge Blake: "Charlotte è perfetta nel ruolo; oltre ad essere di una bellezza disarmante,  è originale e spiritosa".

Hallström concorda e dice: "Charlotte assomiglia a Helen Mirren perché anche lei è coraggiosa.  È intelligente, acuta e umoristica e quando recita ascolta i suoi interlocutori, e questo caratterizza un buon attore".

Il resto della famiglia Kadam è composta da Mansur, Mahira, Mukhtar e Aisha, interpretati rispettivamente da Amit Shah, Farzana Dua Elahe, Dillon Mitra e Aria Pandya. All'inizio gli attori hanno girato alcuni semplici esterni e questo ha dato a tutti il tempo per conoscersi meglio e cementare il legame della famiglia Kadam. Nei weekend  Puri cucinava per la sua famiglia e questo ha creato un ambiente confortevole rendendo più credibile il legame familiare fra loro.

UN MENU SAPORITO: IL LOOK DEL FILM

"Amore, cucina e… curry" è il trionfo dei sapori e fra gli ingredienti principali c'è lo splendido paesaggio francese. Hallström immaginava un piccolo villaggio francese con dolci colline, vigneti e chiese di pietra e voleva trovare un posto completamente inedito. Dopo varie settimane di sopralluoghi, i filmmaker hanno scelto Saint-Antonin-Noble-Val nel sud della Francia. Situato nel rigoglioso paesaggio pastorale dei Pirenei, il villaggio aveva le dimensioni giuste per il film e quel tocco di atemporalità che lo rendeva la location ideale dal punto di vista cinematografico.

Nel fine settimana la piazza centrale di Saint-Antonin ospitava il mercato, che compare in diverse scene centrali girate all'aperto. Molti dei venditori che lavoravano nel mercato sono apparsi come figuranti nel film, così come i loro prodotti, fra cui fiori, vini e formaggi freschi, con una intera bancarella piena di cartocci marroni colmi di spezie che a un certo punto del film Papa dà a Hassan.

Lo scenografo nominato all'Academy Award David Gropman, che aveva lavorato con Hallström in "Chocolat" e ne "Le regole della casa del sidro" è rimasto subito affascinato dalla regione e dice: "L'architettura di questa zona, i paesaggi e il villaggio meraviglioso erano perfetti per la nostra storia". Aggiunge Puri: "E' bellissimo, esotico, pittoresco. C'è verde ovunque e molte valli bellissime. Ha un'atmosfera molto tranquilla".

Mentre Le Saule Pleureur rappresenta il punto di riferimento della cultura e della cucina francese nel film, la Maison Mumbai è il cuore della passione e del calore. E trovare i due luoghi essenziali della storia è stato un compito non facile. Infatti era quasi impossibile trovare una struttura elegante e specchiata, che riflette la grandezza di Madame Mallory, al fianco di una casa malandata con un cortile che viene trasformata in un ristorante all'aperto allietato dalla musica indiana.

Alla fine hanno trovato il luogo ideale per girare gli esterni di Le Saule Pleureur: una raffinata dimora di campagna in pietra rosa del 19° secolo, nascosta da grandi siepi. Questo edificio borghese si chiama La Durantié ed è stato costruito alla fine dell'800 da due sorelle;  il suo interno è stato utilizzato per girare le scene ambientate nella stanza da letto di Madame Mallory e nel ristorante stesso (la cucina di Le Saule Pleurer è stata costruita invece in un teatro di posa). Lavorare all'interno di una casa francese è stata una grande fonte di ispirazione per il cast.

"Non appena l'ho vista,  ho capito che era perfetta per Le Saule Pleureur", ricorda Gropman.  "Ha un gusto parigino ed una raffinatezza che la distingue dal resto degli edifici del luogo".

Il compito successivo dei filmmaker è stato trovare  gli esterni della Maison Mumbai, magari nei pressi dell'altra location per poterla abbinare facilmente con gli esterni di Le Saule Pleureur. Alla fine abbiamo trovato una grande fattoria in ristrutturazione al centro di Carlus, una piccola città di 650 persone situata a 10 chilometri da Saint-Antonin.

Sfortunatamente non era vicino alla strada ma i proprietari hanno accettato che la produzione costruisse una strada ed un finto muro di pietre di fronte alla fattoria.  Sono stati così gentili da permettere di costruire la facciata di Le Saule Pleurer in uno dei loro campi. La finta facciata dell'edificio a due piani, corredata da un grande schermo blu e una gru di cinque piani che sostiene l'impianto delle luci, è stata usata per girare tutte le scene che hanno luogo sulla strada fra i due ristoranti.

Winfrey ricorda: "La prima volta che sono arrivata sul set, il mio cuore ha sobbalzato. Sembrava che la storia prendesse vita dalle pagine esattamente come l'avevo immaginata. Il film riguarda l'ampliamento dei propri orizzonti e quindi è fantastico che il cast possa lavorare in un luogo reale e non solo in un set di Hollywood", dice Morais. "David Gropman ha migliorato la mia visione del film. Ha unito insieme, perfettamente, il gusto della Francia tradizionale con quello di una chiassosa e disordinata Mumbai".

Gropman ha avuto anche il compito di disegnare tutte e quattro le cucine che si vedono nel film, che dovevano riflettere la personalità dei loro personaggi. Dice:  "Gli chef si appassionano al cibo che preparano, e per loro le cucine e i ristoranti diventano dei luoghi quasi sacri. L'obiettivo era che gli ambienti risultassero  accattivanti e autentici".

La produzione ha girato 52 giorni in Francia  e 4 giorni,  con una troupe più esigua, in India. Anche la troupe formava un insieme culturale piuttosto interessante. La maggioranza era francese ma c'erano anche americani, inglesi, indiani, e vari svedesi fra cui il regista e il direttore della fotografia. "Sul set si parlavano quattro lingue contemporaneamente: inglese, francese, svedese e hindi", dice Blake. "Anche la lavorazione del film è stata multiculturale come il film stesso".

UNIRE GLI INGREDIENTI: ARTI CULINARIE A CONFRONTO

Il conflitto fra Le Saule Pleureur e la Maison Mumbai simboleggia lo scontro fra due culture molto diverse, in cui la fiera ostinazione di Madame Mallory si oppone all'irremovibile caparbietà di Papa. La donna teme che la presenza degli indiani  metta a repentaglio la sua cultura, rappresentata dall'alta cucina francese, mentre Papa teme che la sua famiglia venga cacciata dalla cittadina perché non riesce ad integrarsi. Ognuno si sente minacciato dall'altro e nessuno dei due intende cedere.

Dice Puri: "Madame Mallory è una snob dai gusti classici mente Papa è più rustico. Ma anche una persona semplice ha il diritto di vivere", dice Mirren. "Questa faida diventa una guerra senza quartiere all'interno di una società civile, ma è comunque una guerra".

"Il cibo nel film svolge l'importante ruolo di unire la famiglia", dice Winfrey. "E' il punto di forza di ognuno dei protagonisti, che sono sicuri di poter preparare degli ottimi piatti ed è proprio il cibo a riempire le persone a livello spirituale, emotivo, e a deliziare il palato".

Quando Hassan si rivolge a Madame Mallory e le offre di prepararle una omelette, lei si rende subito conto dell'importanza del gesto. La donna conosce il suo interesse nella cucina ma solo quando assaggia l'omelette si rende conto della sua tecnica e del suo talento culinario. L'omelette non solo è fatta benissimo – come tutti i piatti presenti nel film – ma Dayal è stato in grado di aggiungervi il suo tocco personale proprio durante la ripresa della scena. "Quando ero piccolo mio padre mi preparava sempre l'omelette in un certo modo", racconta Dayal. "E nel film compare proprio la sua ricetta. Vi ho aggiunto del peperoncino in polvere, siero di latte, coriandolo e un pizzico di pepe nero".

"Quando leggevo il copione mi veniva l'acquolina in bocca", dice Winfrey. "Non vedevo l'ora di assaggiare quella omelette!", dice Knight, "Se a un certo punto c'era qualche problema con la trama,  potevo risolverlo con il cibo. L'impulso verso il cibo e la necessità di Hassan di evolversi,  alla fine farà crollare le barriere fra Madame Mallory e Papa. Così verrà superato il pregiudizio che li separa".

La cucina indiana è celebre per la sua varietà di sapori: il gusto dello zenzero negli spiedini di pollo Masala; il ricco sapore dei ricci di mare; il gusto dolce e pungente dei chiodi di garofano nel pollo Tandoori. La maggior parte dei piatti sono molto conditi, specialmente con peperoncini, cardamomo e cumino, cannella, zafferano e coriandolo. L'approccio indiano alla cucina è spontaneo e molte pietanze vengono consumate con le mani.

Puri spiega: "In India siamo più casual rispetto al cibo. I piatti francesi sono sempre ben presentati mentre il cibo indiano no. Ma la varietà della cucina indiana è straordinaria e ricca di spezie. Il mondo intero viene a cercare le spezie in India".
Per i francesi il sapore è ovviamente importante ma è più discreto. E la preparazione, specialmente la tecnica, è importante tanto quanto il prodotto finale. Formaggi saporiti, vino,  pane e pasticcini,  sono generalmente associati alla cucina francese così come le loro ricche salse (Béchamel, Velouté, Tomat, Espagnole e Hollandaise). Quando Hassan prepara queste salse per Marguerite – la prima volta che prepara un piatto francese –  lei si rende conto del suo talento in cucina.

Questa varietà di stili accende l'interesse di Hassan nei confronti della cucina francese e lo motiva a studiare i piatti tipici francesi al fianco di Madame Mallory. Papa, fiero immigrato, all'inizio si sente tradito ma poi l'orgoglio nei confronti del figlio prende il sopravvento e alla fine entrambi gli adulti decidono di mettere da parte le loro differenze per il bene di Hassan.

"Dato che sono due persone molto diverse, per nessuno di loro sarà facile cedere", spiega Puri. "Fra loro c'è una distanza di solo  30 metri,  ma ci mettono tanto a diventare amici".

"Questo è il viaggio di Hassan", spiega Knight. "Attraversare la strada per recarsi nel ristorante francese di fronte e apprendere la classica cucina francese. È un viaggio molto breve, ma un viaggio complicato che potrebbe non aver luogo per via dei due stili di vita così diversi fra loro. Ma quando intraprende il viaggio, si capisce che queste due culture stanno bene insieme".

Aggiunge Dayal: "E' un tragitto breve ma molto significativo, che unisce la sua infanzia indiana con il suo futuro di chef di cucina francese".

BON APPETIT: CREARE IMMAGINI APPETITOSE SUL GRANDE SCHERMO

Il cibo è stimolante. Ha la capacità di guarire, di unire le persone, di ispirare. Mescola le culture e ci introduce nella vita e nelle esperienze degli altri. All'inizio Hassan è un giovane interessato alla buona cucina e dotato di un dono speciale: non assapora solo con la lingua ma con tutti i sensi. È affascinato dalla cucina francese e tutte le sere si addormenta leggendo i libri di cucina che gli ha dato Marguerite. Usa la sua conoscenza del cibo indiano per mescolare le sue ricette con quelle francesi, unendo quindi le due culture con il cibo.

"Il cibo è un elemento di uguaglianza", dice Spielberg. "Riunisce gente di ogni paese, fede e disciplina. È l'ambrosia che aggrega le persone".

Prima dell'inizio della produzione, Dayal e Le Bon hanno appreso alcune basi culinarie per capire le differenze fra questi due cucine. Chef francesi e indiani erano sul set accanto agli attori e ai tecnici per fornire i loro suggerimenti sul modo in cui è meglio illuminare e riprendere i piatti. Fra loro c'erano gli chef francesi Vincent Meslin e Lenaic Jourden e gli chef indiani Floyd Cardoz e Anil Sharma.

"La cosa più importante che ho imparato è che cucinare implica una certa gestualità e coinvolge tutto il corpo", dice Le Bon. "E' importante darsi un tono".

Quando hanno dovuto girare le scene con il cibo, i filmmaker hanno affrontato una sfida particolare: fare in modo che i piatti avessero un aspetto allettante e  realistico.  Per Hallström la priorità era che sembrassero naturali perché non voleva solo delle belle immagini fuorvianti dal punto di vista della storia.

"La mia paura più grande è che il primo piano di un piatto potesse avere lo stesso effetto della pubblicità degli spaghetti,  girate al rallenty", dice Hallström. "Ma il nostro direttore della fotografia Linus Sandgren ha un istinto naturale e poetico nei confronti del cibo e lo ha reso davvero appetitoso".

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A Parigi, che ospita i più raffinati epicurei d'Europa, Hassan perde il gusto di cucinare. Il cibo da lui creato è freddo, il lavoro alienante e per la prima volta nella sua vita è in balia degli eventi, privato di ogni piacere e passione.

"I francesi hanno questa parola meravigliosa, déraciné, che significa 'sradicato'" dice Morais. "Ci sono molte persone come Hassan e Papa, che provengono da una determinata cultura ma che la vita e il lavoro hanno portato altrove. In quei casi penso che ci si dovrebbe chiedere: 'Dov'è la mia casa?'"
Aggiunge Knight: "Parigi è l'epicentro dei ristoranti più raffinati del mondo ma l'attuale gastronomia molecolare è scientifica e lontana dalle emozioni. Non è legata ad alcuna tradizione, neanche a quella francese. E quindi Hassan si ritrova in un ambiente completamente arido".

Blake aggiunge: "Con la gastronomia molecolare Hassan si afferma subito,  ma la  cucina dove lavora  è un luogo in acciaio inossidabile con ghiaccio secco e fumante e provette completamente asettiche. È l'opposto del calore della cucina della Maison Mumbai".

Hassan anela alla sua famiglia, a  Marguerite, alla vita di Saint-Antonin, e si rende conto che il cibo si associa ai ricordi e che alla fine lo riporterà nel suo villaggio. "Il viaggio di 30 metri assomiglia a quello de 'Il mago di Oz'" dice Winfrey. "Non è mai troppo distante dal proprio cortile. Il cibo può far rinascere un piacere o la sensazione di venire nutriti, sostenuti, amati. Ogni morso ti illude di essere amato e ti riporta a casa".

"Amore, cucina  e… curry"  è la storia della  passione che vince sul pregiudizio,  e racconta l'incontro fra due mondi attraverso l'accettazione e la comprensione e il potere unificante del cibo. "Non andate a cena prima di aver visto questo film", dice Mirren. "Poi vi consiglio un bel ristorante francese o indiano".

HomeVideo (beta)


STREAMING VOD, SVOD E TVOD:
Amore, Cucina e Curry disponibile in DVD da giovedì 2 Aprile 2015
info: 09/10/2014.

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