Locandina The Kill Team

The Kill Team (2019)

The Kill Team
Locandina The Kill Team
The Kill Team è un film del 2019 prodotto in USA e Spagna, di genere Azione e Drammatico diretto da Dan Krauss. Il film dura circa 87 minuti. Tratto da una storia vera raccontata dal regista Dan Krauss nel 2013 nell'omonimo documentario. Il cast include Nat Wolff, Alexander Skarsgård, Adam Long, Jonathan Whitesell, Brian Marc, Osy Ikhile, Rob Morrow, Anna Francolini. In Italia, esce al cinema giovedì 17 Ottobre 2019 distribuito da Eagle Pictures. Al Box Office italiano ha incassato circa 243477 euro.

Di stanza in Afghanistan in un plotone incaricato di stanare le cellule terroristiche, Andrew Briggman deve fare i conti con il Sergente Deek, un superiore dalla personalita' spietata che non esita a provocare finti incidenti in cui vengono uccisi civili innocenti e disarmati.

Adam Winfield (Nat Wolff) è un giovane militare di stanza a Kabul. Il plotone a cui è assegnato ha il compito di presidiare la zona e individuare possibili cellule terroristiche. Al suo arrivo viene accolto dal Sergente Deeks (Alxander Skarsgård) che ha plasmato il suo plotone in un branco di assassini, il cui unico scopo è uccidere e abusare delle popolazioni locali solo per divertimento. Indeciso se denunciare la cosa rischiando la vita oppure lasciarsi attrarre da questa personalità tanto mefistofelica quanto affascinante, Adam si trova davanti a un bivio.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 17 Ottobre 2019
Uscita in Italia: 17/10/2019
Data di Uscita USA: venerdì 25 Ottobre 2019
Prima Uscita: 25/10/2019 (USA)
Genere: Azione, Drammatico, Thriller
Nazione: USA, Spagna - 2019
Durata: 87 minuti
Formato: Colore
Produzione: Nostromo Pictures, Temple Hill Entertainment
Distribuzione: Eagle Pictures
Box Office: Italia: 243.477 euro
Note:
Presentato al Tribeca Film Festival nell'aprile 2019.
Soggetto:
Tratto da una storia vera raccontata dal regista Dan Krauss nel 2013 nell'omonimo documentario.

Cast e personaggi

Regia: Dan Krauss
Sceneggiatura: Dan Krauss
Musiche: Zacarías M. de la Riva
Fotografia: Stéphane Fontaine
Scenografia: Víctor Molero
Montaggio: Cristina Sopeña
Costumi: Cristina Sopeña

Cast Artistico e Ruoli:
foto Nat Wolff

Nat Wolff

Andrew Briggman
foto Alexander Skarsgård

Alexander Skarsgård

Sergente Deeks
foto Adam Long

Adam Long

Rayburn
foto Brian Marc

Brian Marc

Marquez
foto Osy Ikhile

Osy Ikhile

Weppler
foto Rob Morrow

Rob Morrow

Weppler
foto Anna Francolini

Anna Francolini

Laura Briggman



Produttori:
Marty Bowen (Produttore), Wyck Godfrey (Produttore), Isaac Klausner (Produttore), Adrián Guerra (Produttore), Dan Krauss (Produttore esecutivo), Miguel Angel Faura (Produttore esecutivo), Núria Valls (Produttore esecutivo), Alison Thompson (Produttore esecutivo), Mark Gooder (Produttore esecutivo), Ben Smith (Coproduttore)


Casting: Sophie Holland.

Recensioni redazione

The Kill Team, la recensione
The Kill Team, la recensione
Erika Pomella, voto 7/10
'The Kill Team' è un film che ci riporta nella sabbia rovente della guerra, dove una giovane recluta deve affrontare i propri dubbi morali all'arrivo di un sergente che ha metodologie di dubbia giustizia nell'affrontare l'Afghanistan.
The Kill Team, il dilemma morale di un giovane soldato americano
The Kill Team, il dilemma morale di un giovane soldato americano
redazione, voto 7/10
Il punto di forza della pellicola sta nel prendere l'ambientazione da film di guerra, di norma extra-ordinaria per il pubblico, e trasformarla in quotidianità, routine, prassi, un luogo in cui poter (e dover) vivere.

Immagini

[Schermo Intero]

NOTE DI REGIA

È stata una fotografia a catturare la mia attenzione.
Un giovane soldato. Le sue braccia stringevano i suoi genitori felici. La foto, pubblicata sul New York Times Magazine, era intitolata: “Il soldato Adam Winfield, che ha cercato di avvisare l’arma sugli omicidi dei civili – e che è accusato lui stesso di omicidio…”
In quell’unica frase, ho riconosciuto una tragica storia dalla dimensione shakespeariana. Un giovane in guerra, di fronte a un dilemma morale.
Com’è potuto succedere?
Il mio documentario del 2014, The Kill Team, è stato un tentativo di rispondere a questa domanda, usando le dichiarazioni dello stesso Adam e di molti altri accusati di fronte alla corte marziale. La testimonianza dei soldati fu affascinante sebbene avesse un filtro dato dal tempo ormai passato.

Ho sentito l’esigenza di fare un film che mettesse il pubblico nei panni di Adam. Per trasmettere visceralmente quella sensazione dell’essere messo alle strette, costretto a fare scelte impossibili, a soppesare priorità morali contrastanti – a volte in una frazione di secondo. Dove la libertà di seguire la propria coscienza è un lusso.
È nata così la versione cinematografica di The Kill Team.
Nel concepire questa storia, ho guardato innanzitutto ai thriller degli anni ’70 – I tre giorni del Condor, La conversazione, Tutti gli uomini del presidente – film che abbracciano coraggiosamente l’ambiguità morale e pongono domande difficili sulla natura dell’autorità e del potere. Ho visto The Kill Team sia come la classica storia di un giovane idealista che si oppone alle istituzioni che gli si rivoltano contro, sia come la rappresentazione onesta di una catastrofe morale: la violenta collisione dei buoni principi contro il disordine della realtà.

Anche se ambientato sullo sfondo della guerra, ho immaginato The Kill Team come un film tranquillo. Un film che trae il suo potere dai sottili cambiamenti del linguaggio e delle espressioni. I personaggi sono soldati, addestrati al confronto fisico, ma la drammatica tensione del film è principalmente verbale e psicologica. Mi sono allontanato dai grandi movimenti cinematografici e dai set elaborati, optando per un’estetica più contenuta e intima. Volevo che il film fosse scarno, e volevo focalizzare l’attenzione sui personaggi e sulle emozioni.
Vorrei che il pubblico uscisse dal cinema discutendo animatamente sulle scelte forzate di quelle persone che, semplicemente dicendo la verità, innescano una tempesta di intimidazioni, bullismo e violenza; su quella virilità tossica che minaccia di prendere il sopravvento; sui modi in cui la paura viene usata per giustificare la vessazione dell'”altro”; su come un’estremista possa spingere delle giovani menti a una pericolosa obbedienza, sacrificando l’introspezione morale a favore della “grandezza”.
Oggi più che mai idee come queste sono di grande rilevanza.

NOTE DEL PRODUTTORE

L’origine di questo lungometraggio risale all’aprile 2011, quando il regista Dan Krauss lesse un articolo sul New York Times a proposito di alcuni soldati americani in Afghanistan che stavano affrontando la corte marziale. In particolare, era interessato al profilo di Adam Winfield, stranamente descritto nell’articolo come informatore e allo stesso tempo come sospettato di omicidio.
Poco dopo Dan riuscì a contattare la famiglia Winfield e ad assistere al processo di Adam, scoprendo la sua storia in modo più dettagliato: Adam aveva cercato di denunciare alcune atrocità commesse dai soldati americani nel sud dell’Afghanistan nel 2010 e, allo stesso tempo, era accusato di aver collaborato a tali azioni.
Questo è stato l’inizio di un viaggio durato otto anni che ha portato Dan a girare un documentario basato su questa storia (vincitore di un premio al Tribeca e nominato agli Emmy e ai DGA) e, successivamente, a scrivere la sceneggiatura sugli stessi accadimenti per la realizzazione di un film: The Kill Team.
È stato il successo del documentario che ha suscitato l’interesse della società di produzione cinematografica Temple Hill (produttrice della saga di Twilight e Maze Runner) per la storia, tanto da volerla trasformare in un film. Ciò che non sapevano in quel momento era che Dan aveva già scritto una sceneggiatura pronta per essere girata.

Temple Hill aveva coprodotto con il team della Nostromo Pictures un paio di lungometraggi girati in Spagna (Down a Dark Hall e Life Itself) e insieme hanno finanziato e prodotto anche questa storia. La Spagna e più specificamente le Isole Canarie sono state la cornice perfetta per ricreare l’Afghanistan. Di conseguenza, la maggior parte della troupe era spagnola o europea. Stéphane Fontaine (Jackie, Captain Fantastic) è stato scelto come direttore della fotografia, Toni Novella (Red Lights, Volver, Pain and Glory) come line producer e Victor Molero (Down a Dark Hall, The Way) come scenografo.
Essendo la prima esperienza di Dan nel mondo della fiction cinematografica, ci teneva particolarmente ad avere un cast di alto livello.
I primi a partecipare furono Nat Wolff e Alexander Skarsgaard. Nat aveva le dosi di carisma e innocenza perfette per il ruolo del giovane soldato Windfield. Alexander, invece, aveva il potenziale perfetto come suo antagonista, il Sergente: pericoloso, intimidatorio ma anche attraente.
Il resto del cast è stato scelto attraverso una lunga serie di provini in America e in Inghilterra, organizzato dalla direttrice del casting Sophie Holland di Londra. Ragazzi in grado di interpretare l’estrema giovinezza e l’impetuosità dei soldati presenti in questa storia, bambini nei panni di uomini adulti, che affrontano conflitti morali che vanno ben oltre le proprie capacità. Prima delle riprese si sono allenati tutti con un militare americano che ha fatto da consulente, così da acquisire le abitudini e i costumi dei soldati.

Dato che Dan voleva dare un aspetto estremamente realistico all’intero film, particolare cura è stata messa nell’individuare veri cittadini afgani che vivessero in Europa e parlassero il Pashto e che potessero fare da attori secondari e comparse.
Le riprese si sono svolte nel corso di 31 giorni tra settembre e ottobre 2017, tra Madrid e l’isola di Fuerteventura. Madrid era principalmente la sede della base militare dove i soldati si rifugiano durante il loro soggiorno in Afghanistan. Questo set, che comprendeva la caserma dei soldati e la sala mensa, è stato creato su un tratto di terreno aperto e misurava circa 7.100 metri quadrati.
I paesaggi e le città afgane sono stati girati a Fuerteventura. Per ricreare il tipo di costruzioni tradizionali in mattoni di fango che si trovano in quelle città, il team di progettazione ha dovuto affrontare la sfida di trovare la tecnica più adatta, in quanto, con i metodi tradizionali di costruzione del set, non avrebbero mai raggiunto quelle forme organiche e quelle trame che le costruzioni in mattoni di fango, data la loro natura artigianale, acquisiscono con il passare del tempo. Alla fine, fu deciso di costruire delle strutture di rete metallica poi coperte con numerosi strati di malta. Le dimensioni delle città costruite in esterno erano di circa 6.200 metri quadrati.
Anche la maggior parte della post-produzione è stata eseguita in Spagna. Una delle maggiori sfide è stata la ricostruzione, tramite effetti digitali, dei vari tipi di veicoli normalmente utilizzati dall’esercito americano in Medio Oriente, tra cui la famiglia di veicoli corazzati Stryker. Il team di Lamppost, guidato da Álex Villagrasa, ha lavorato su oltre 150 scene.
Nonostante tutti gli sforzi tecnici ed estetici per raggiungere un certo grado di realismo, l’obiettivo principale di The Kill Team è quello di intrattenere e coinvolgere. Piuttosto che ricreare con precisione una serie di eventi storici o prendere posizioni a favore o contro l’esercito, l’intento è sempre stato quello di raccontare una storia molto più grande di quella dei soldati, immergendo lo spettatore in un thriller morale ad alta tensione.

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