Locandina Toni Erdmann
Locandina Vi Presento Toni Erdmann
Vi Presento Toni Erdmann (Toni Erdmann) è un film del 2016 prodotto in Germania e Australia, di genere Drammatico diretto da Maren Ade. Il film dura circa 162 minuti. Il cast include Peter Simonischek, Sandra Hüller, Hadewych Minis, Lucy Russell, Vlad Ivanov, Ingrid Bisu. In Italia, esce al cinema giovedì 2 Marzo 2017 distribuito da CINEMA. Disponibile in homevideo in DVD da venerdì 8 Settembre 2017. Al Box Office italiano ha incassato circa 321239 euro.

Winfried non ha spesso occasione di vedere sua figlia Ines, impegnata nel lavoro. Insegnante di musica improvvisamente senza studenti, decide di farle una visita a sorpresa dopo la morte del suo anziano cane. Una mossa azzardata, dal momento che Ines è una seria donna in carriera e sta lavorando a un progetto importante come esperta di strategie aziendali a Bucarest. Il cambiamento geografico non contribuisce a facilitare i rapporti tra i due. Inguaribile burlone, Winfried adora infastidire sua figlia con scherzi di dubbio gusto. Quel che è peggio sono le sue frecciatine allo stile di vita quotidiana di Ines, fatto di lunghe riunioni, bar di alberghi e resoconti di performance aziendali. Padre e figlia raggiungono un momento critico di impasse e Winfried decide di tornare in Germania. Quand'ecco che compare l'appariscente Toni Erdmann, che altri non è che il bislacco alter ego di Winfried. Mascherato con indosso un abito pacchiano, una bizzarra parrucca e ancor più bizzarri denti finti, Toni irrompe nella vita professionale di Ines spacciandosi per il coach del suo amministratore delegato. Sotto le mentite spoglie di Toni, Winfried è ancora più audace e incapace di contenersi, ma Ines accoglie la sfida. Più in là si spingono, più si avvicinano. In un vortice di follia, Ines comincia a comprendere che forse il suo eccentrico genitore tutto sommato ha diritto di occupare uno spazio nella sua vita. 

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 2 Marzo 2017
Uscita in Italia: 02/03/2017
Prima Uscita: 14/07/2016 (Germania)
Genere: Drammatico
Nazione: Germania, Australia - 2016
Durata: 162 minuti
Formato: Colore
Produzione: Komplizen Film, Coop99 Filmproduktion
Distribuzione: CINEMA
Box Office: Italia: 321.239 euro
In HomeVideo: in DVD da venerdì 8 Settembre 2017 [scopri DVD e Blu-ray]

Immagini

[Schermo Intero]

INTERVISTA A MAREN ADE

Come è nata l'idea di TONI ERDMANN? È una storia autobiografica?
Tutti i miei film sono in parte autobiografici, nel senso che lo spunto da cui parto è sempre una realtà che conosco. Quando nel corso della scrittura ho affrontato il tema della famiglia, è stato interessante notare quanto poco sono riuscita a sfuggire alle mie esperienze personali. Le situazioni che conosciamo meglio sono quelle che abbiamo vissuto. Ciascuno di noi ha una sola famiglia e i rapporti tra genitori e figli durano per tutta la vita; è difficile prendere le distanze.
È quello che succede a Ines in VI TONI ERDMANN. Pensa che la famiglia in cui è cresciuta non abbia alcuna rilevanza nella sua vita attuale. Sono tutti intrappolati nei loro ruoli assegnati e le loro interazioni avvengono in base a rigidi modelli quasi ritualistici a cui nessuno di loro può sottrarsi.

Come le è venuta l'idea di Toni, il personaggio che si inventa Winfried, il padre di Ines?
L'impulsiva trasformazione di Winfried è un ardito tentativo di spezzare il modulo del rapporto padre-figlia. "Toni Erdmann" è frutto della disperazione. L'umorismo è spesso un modo per affrontare situazioni delicate e come tale è anche sempre un prodotto della sofferenza. Winfried è incapace di avvicinarsi a sua figlia in qualsiasi altro modo. Ha provato a ridefinire il suo rapporto paterno con lei e ha fallito, quindi si ritrova smarrito, dilaniato tra il desiderio di avvicinarsi di più a Ines e il risentimento che prova per lei. L'equilibrio di potere tra loro si è sbilanciato molto tempo prima. Winfried trova un modo per risolvere questo dilemma con la sfrontata proposta che fa a Ines sotto le mentite spoglie di Toni. L'umorismo è la sua unica arma e inizia a usarla fino in fondo. Questo significa fare un gioco molto più impegnativo e dal momento che anche Ines è un osso duro, Winfried si ritrova all'improvviso a parlare una lingua che la figlia capisce.

Le sue protagoniste femminili sono costantemente alle prese con i loro conflitti. È una condizione tipica delle donne che vede e incontra nella nostra società contemporanea?
Ines lavora in un settore dominato dagli uomini e ha di fatto interiorizzato questa realtà. Forse arriva addirittura a considerarsi come "una dei ragazzi". Il problema è che nei momenti cruciali gli uomini non la vedono allo stesso modo. Ho intervistato un certo numero di donne che rivestono posizioni di leadership e la maggior parte di loro sostiene di essere contenta di costituire l'eccezione alla regola, malgrado la solitudine che a volte questo comporta.
In questo senso credo che Ines sia un personaggio femminile contemporaneo. Inizia la sua carriera convinta che l'autodeterminazione e l'eguaglianza siano valori che le donne della sua generazione possono dare per scontati e di non avere alcun bisogno del femminismo. Quando afferma "Non sono una femminista, altrimenti non sarei in grado di tollerare uomini come voi", lo pensa veramente. Si riferisce al "gruppo delle donne" e alla "molestia sessuale in atto" in modo ironico e assume lo stesso tono sarcastico e sessista quando commenta Anca "che preme su certi bottoni". Ma in tutta sincerità non ho mai avuto una precisa intenzione di criticare l'atteggiamento sessista nel mondo del lavoro. Ho semplicemente voluto mostrare le cose come stanno e la discriminazione sessuale fa parte di questa realtà. A dire il vero tutta la questione della differenza di genere mi fa venire i nervi, in particolare quando viene calcata così tanto. Come donna sono abituata a identificarmi nei personaggi maschili. Voglio dire che quando guardo un film di James Bond, non mi sento la Bond Girl, mi sento anche James Bond. Forse è meglio considerare Ines come un personaggio contemporaneo neutro sotto il profilo del genere, un po' come un uomo che ogni tanto piange e si pone questioni che riguardano la paternità.

Dopo ALLE ANDEREN (EVERYONE ELSE), questo è il secondo film che gira fuori dalla Germania. Per quale motivo ha scelto di ambientare VI PRESENTO Toni Erdmann a Bucarest? Cosa ha trovato di particolarmente interessante nella Romania come location?
Ambientare gran parte del film in un paese straniero offriva due principali vantaggi dal punto di vista della storia che volevo raccontare. Il primo è che lo scontro tra i due protagonisti principali lontani da casa, isolati e sganciati dalle costrizioni degli ambienti familiari enfatizza il conflitto tra padre e figlia e gli dà una forza in più. Inoltre, il fatto che Winfried si rechi in visita dalla figlia in un altro paese portando con sé il "sapore di casa" sottolinea quanto quell'elemento sia diventato ormai estraneo nella vita di Ines.
Per quanto riguarda entrambi i film, mi sono sentita semplicemente più libera nel girare all'estero. A volte aiuta non sapere troppo di una realtà. Non sono sicura che avrei osato impostare la scena del costume da kukeri così come ho fatto se avessimo girato nel centro di Berlino, per esempio.
E da ultimo, ma non meno importante, il fatto che Bucarest sia la città che fa da sfondo a grandi film come quelli di Corneliu Porumboiu e Christi Puiu e della nostra produttrice Ada Solomon, ha stuzzicato la mia curiosità. E alla fine lavorare lì è stata davvero un'esperienza meravigliosa.

Dunque quello che inizialmente sembra essere un semplice conflitto famigliare si rivela essere molto più di questo: un conflitto tra generazioni?
Sì, l'ambientazione della storia in Romania ci ha anche permesso di sottolineare l'aspetto politico del conflitto tra i due protagonisti principali: il padre, che in passato ha dovuto lottare affinché sua figlia crescesse con la fiducia in se stessa e lo spirito indipendente di cui aveva bisogno per farsi strada nel mondo, e la figlia che ha scelto uno stile di vita molto lontano dagli ideali che suo padre le ha instillato da bambina, decidendo di entrare in un settore conservatore e impostato sull'efficienza della prestazione che racchiude quegli stessi ideali che suo padre disprezzava. La libertà per la quale la generazione di Winfried ha lottato ha di fatto spianato il terreno al capitalismo sfrenato in cui il profitto è il fulcro di tutto e lui ha attrezzato sua figlia con tutto quello di cui aveva bisogno per farcela in quel mondo – la flessibilità, l'autostima e la convinzione assoluta che non esistono limiti.
Ines, dal canto suo, considera le compiacenti certezze che governano la vita di Winfried, che lui presume essere politicamente corretta, come troppo semplicistiche. Era più facile per quelli della generazione di suo padre prendere posizione perché era più facile per loro prendere le distanze dalla generazione di prima e distinguere tra amici e nemici.
Malgrado Winfried abbia da tempo ceduto alla rassegnazione, il suo spirito ribelle di un tempo riemerge nell'incarnazione di Toni. Quando Ines lo mette volutamente nella condizione di farsi un'idea di cosa comporta il suo lavoro, gli antichi quesiti politici diventano più personali e assumono una rinnovata urgenza e la sua reazione tradisce il fatto che la sua mentalità ingenuamente umanitaria ha lasciato il posto all'incertezza.

Molti registi sostengono che girare una commedia sia molto complicato. Qual è la sua esperienza?
Filmare quelle scene non è stato affatto semplice. La cosa importante per i momenti comici e l'intero film in generale era fare in modo che Toni fosse credibile come essere umano e che al tempo stesso sotto di lui si intravedesse Winfried. Toni non poteva diventare un personaggio di un film fantasy, il racconto non poteva cambiare genere a metà strada.

Abbiamo dedicato tre giornate intere alla scena del bar, provandola ripetute volte. Peter e io abbiamo sistematicamente vagliato approcci differenti. Per lui la cosa più difficile è stata occultare la sua bravura come attore. Winfried doveva incarnare un comune insegnante che interpreta un ruolo, non un professionista, ed è estremamente difficile per un bravo attore fingere di essere un cane. Peter avrebbe avuto la capacità di far sembrare Toni molto più reale, di potenziarne la drammaticità e di renderlo ancora più divertente, ma l'umorismo scaturisce proprio dal fatto che è Winfried che interpreta Toni e non un attore professionista. Riuscire a trovare la giusta misura è stato difficilissimo.

Come vi siete preparati alle riprese, lei e il direttore della fotografia, Patrick Orth?
Il nostro obiettivo era lasciare agli attori la massima libertà e tenere il più possibile tutte le opzioni aperte durante le riprese. A livello tecnico, questo ha significato che in generale abbiamo usato le luci a 180 gradi ed eravamo preparati a seguire il flusso quando le cose prendevano una piega inaspettata, come per esempio lasciare che una scena durasse più di quanto preventivato in origine. Durante la fase di preparazione, Patrick Orth ha assistito a tutte le prove, filmandole, scattando fotografie e facendosi un'idea dell'atmosfera degli ambienti e delle luci. Abbiamo discusso in modo approfondito delle varie angolazioni della storia. Quindi lavorare con gli attori e la macchina da presa è stato un processo laborioso. Sul set abbiamo dedicato molto tempo ad esaminare ogni scena nel minimo dettaglio, malgrado a volte ci sia capitato di buttare di nuovo tutto all'aria il giorno della ripresa. Sono convinta che sia fondamentale passare molto tempo con gli attori prima di girare per arrivare al punto in cui una macchina da presa possa seguirli senza dare la sensazione che sia un documentario.

Quindi l'intento era che tutto fosse il più possibile realistico?
Non mi piace prendere delle scorciatoie narrative. Ho bisogno di credere a ogni passo che i personaggi compiono lungo il loro percorso. Non è necessario che sia particolarmente probabile, ma quanto meno possibile. Malgrado il realismo sia stato il mio obiettivo principale, volevo comunque lasciar spazio a colpi di scena e momenti cinematografici sorprendenti. Ma volevo che si sviluppassero a partire dai personaggi e non che fossero dettati dalle mie scelte registiche.
Per questo motivo ho deciso di creare una situazione che spinge i personaggi a sentirsi come se stessero recitando in un film. Toni introduce questo elemento nella vita di Ines e Winfried, un elemento di giocosità, di spavalderia, di libertà, e permette ad entrambi di fare una nuova esperienza di se stessi. Grazie alla sciocca trovata di Winfried, ad un tratto ogni cosa è possibile. Dunque penso che si possa affermare che a livello della fotografia e delle scenografie di Silke Fischer abbiamo puntato a una forma di realismo leggermente intensificato.

La festa per nudisti: una decisione impulsiva che si traduce nella sfida più grande, nella sorpresa più inattesa… Come le è venuto in mente?
Un personaggio femminile che organizza una festa per nudisti era un'idea che avevo da parecchio tempo. In modo molto analogo all'espediente del personaggio di Toni, la festa per nudisti è un tentativo quasi disperato di trovare una via d'uscita a una situazione di stallo. Il fatto che il vestito si rivela essere troppo stretto fornisce a Ines un pretesto, ma quello che lei desidera veramente è un cambiamento profondo. Non decide di organizzare la festa solo per divertirsi, ma anche per liberarsi del suo capo e dei suoi finti amici. Ines scopre che non è poi così tanto facile sbarazzarsi delle cose e infrangere i tabù, perché oggi come oggi è ammessa ogni cosa, basta avere lo slogan giusto. Da un lato, è liberatorio sapere che di fatto puoi far passare molte più cose di quante pensassi, ma dall'altro è in qualche modo deprimente rendersi conto che non sono rimasti praticamente più tabù da spezzare.
Il film è un invito a lasciarsi andare?
Per me, "lasciarsi andare" suona in modo molto simile a "rinunciare", mi fa pensare troppo a un imperativo appreso da un libro di auto-aiuto. Il mio film non è tanto un appello a lasciarsi andare quanto un incoraggiamento a essere sinceri. Quello che Ines fa alla fine è piuttosto radicale e richiede molto coraggio. Forse è una un po' folle, ma rappresenta un nuovo inizio: da quel giorno in poi, sarà sempre la donna che ha accolto il suo capo sulla porta nuda. Non lascia andare niente, al contrario riprende in mano le redini. Alla fine del film, vediamo due persone che forse hanno imparato a conoscere ed accettare se stesse e l'altro un po' meglio e più di prima. Potremmo anche considerare Toni in termini di incarnazione dell'espressione comune "nascondersi" dietro a un ruolo, ma io in realtà penso che Winfried riveli sè stesso nei ruoli che interpreta. E questo è particolarmente vero per il kukeri, che è davvero l'io interiore – una enorme creatura malinconica con una testa alquanto strana.

Il film parla anche delle cose che prima o poi finiscono?
Ciascun rapporto genitori/figli è caratterizzato da una serie di addii. Quando inizia qualcosa di nuovo per un figlio, spesso significa che qualcosa si conclude per i genitori. Lo sto vedendo con i miei figli proprio ora. Mio figlio è entusiasta ogni volta che cresce di un centimetro e io invece divento malinconica.
Per questo motivo ho incluso una serie di addii nel film. Lo studente di Winfried se ne va, il suo cane muore e lui e la figlia si dicono addio un certo numero di volte, senza che ci sia mai un commiato affettuoso. Il loro abbraccio finale è un tentativo di esprimere il senso di questa sorta di distacco. Il costume kukeri trasforma Winfried e dunque per un breve istante agli occhi Ines egli appare come il padre grande e grosso e affettuoso che conosceva da bambina e si concede di tornare a essere la bambina che è stata un tempo.

HomeVideo (beta)


STREAMING VOD, SVOD E TVOD:
Vi Presento Toni Erdmann disponibile in DVD da venerdì 8 Settembre 2017
info: 02/03/2017.


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