Frankenweenie
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Frankenweenie: far vivere (e morire) Sparky


I pupazzi di Frankenweenie: conosciamo come sono stati realizzati gli oltre 200 pupazzi presenti nel film in stop-motion di Tim Burton, Frankenweenie.

Quando Tim Burton ha originariamente concepito l’idea di Frankenweenie, lo ha immaginato come un lungometraggio in stop-motion. Ma a causa dei limiti imposti dal budget, nel 1984 ne ha fatto un cortometraggio live-action per Disney. All’epoca fu lo stesso Burton a realizzare i disegni dei personaggi da lui immaginati, e per questo lungometraggio animato ha utilizzato quei disegni originali, oltre ad altri creati appositamente per i nuovi personaggi del film. Molti di questi sono ispirati ai personaggi dei classici film horror degli anni ’30 e anche i nomi con cui li ha battezzati gli rendono omaggio.

Nel film compaiono oltre 200 pupazzi, con 18 Victor e 15 Sparky. Dal momento che ogni animatore ha lavorato indipendentemente per realizzare le diverse scene, erano necessari dei sosia, anche come scorte, nel caso un pupazzo avesse bisogno di una riparazione. Il primo modello disegnato per il film è stato Sparky e il suo prototipo ha fissato lo standard del resto del film. Tim Burton aveva un’idea molto specifica per il personaggio di Sparky, voleva che si comportasse e si muovesse come un cane vero. La sua “armatura” era articolata e dieci centimetri era la dimensione più piccola in cui poteva essere realizzato senza penalizzare il suo comportamento e la sua personalità.

Dopo aver creato Sparky, gli animatori hanno fissato le dimensioni di tutti gli altri personaggi.

I pupazzi presentavano vari livelli di articolazione. Victor era il personaggio umano più complicato, e il meccanismo della sua testa contiene non solo i contorni delle labbra e delle sopracciglia ma anche un complesso sistema meccanico (con uno strumento simile ad una chiave inglese) che consentiva all’animatore di muovere le sue guance e le sue mascelle con piccoli scatti. Questo lo ha dotato delle più sottili e varie capacità di recitazione. Altri personaggi come Elsa Van Helsing e suo zio, il Sig. Burgemeister, non compaiono spesso in scena, quindi non avevano bisogno di mostrare la gamma di emozioni di Victor; nel loro caso gli animatori hanno potuto ottenere ciò di cui avevano bisogno, manovrando semplicemente le labbra e le sopracciglia.

Anche Sparky è stato un modello incredibilmente complicato. Ci sono oltre 300 giunture nel suo corpo e poiché le sue gambe sono molto esili, doveva essere sostenuto da un supporto speciale affinché gli animatori potessero muoverlo come un vero cane. Spiega la produttrice Allison Abbate:

Sparky non è mai seduto tranquillamente e sarebbe stato impossibile renderlo stabile su quelle piccole gambe. Ora nella postproduzione siamo in grado di rimuovere i supporti, perciò gli animatori possono farlo tranquillamente scorazzare avanti e indietro come un vero cagnolino“.

Il complicato processo di fabbricazione dei pupazzi ha seguito varie fasi. Prima di tutto Tim Burton ha fatto uno sketch del personaggio; lo sketch è stato quindi inviato ai realizzatori dei modelli dei personaggi di Mackinnon e Saunders, in Inghilterra, che hanno creato sculture in 3D dei disegni, chiamate maquettes (statuine dei personaggi). A quel punto Tim Burton e i fabbricanti di pupazzi hanno parlato a lungo per ottenere il risultato artistico ottimale.

Dopo aver stabilito le dimensioni e gli altri fattori che riguardano i pupazzi, gli artisti hanno realizzato una scultura finale, diversa dalla prima maquette. Questa maquette doveva essere completamente neutra, con le braccia lungo i fianchi, la faccia dallo sguardo fisso in avanti e i piedi separati.

Nella fase successiva bisognava creare lo stampo della maquette. Dopo aver ottenuto uno stampo, il fabbricante dei modelli ha creato la cosiddetta “armatura” che serve come supporto per far muovere il personaggio a seconda di ciò che è richiesto dal copione. Il personaggio deve sedersi, mangiare o saltare? Dopo aver ottenuto queste informazioni, i fabbricanti di modelli potevano costruire il giusto scheletro adatto a compiere le azioni richieste.

I fabbricanti di armature dovevano essere molto precisi perché c’erano molte parti mobili e piccolissime che dovevano essere inserite con la massima esattezza nel posto giusto del corpo. Dopo aver ideato l’armatura, il fabbricante di modelli iniziava a riempirli: l’armatura veniva posta nel calco e quindi riempita di silicone e di lattice. Spesso la testa veniva lavorata separatamente dal corpo.

Nel frattempo Tim Burton era occupato a lavorare con gli altri artisti, per disegnare i costumi e scegliere le stoffe adatte alla sua visione del film. I costumisti dovevano prima di tutto creare i modelli che Burton doveva approvare, come gli impermeabili del Signor e della Signora Frankenstein; i sarti hanno quindi cucito manualmente tutti i costumi, usando dei punti piccolissimi per rispettare le dimensioni degli abiti.

Subito dopo c’è stato il lavoro dei parrucchieri, che sui modelli hanno utilizzato capelli umani. All’inizio hanno provato dei capelli sintetici, ma erano troppo lucidi e grinzosi quando venivano legati insieme. Ognuno dei capelli è stato perforato e quindi inserito nei fili, che servivano a creare l’effetto del movimento dei capelli quando il personaggio camminava.

L’ospedale dei pupazzi del set di Frankenweenie era sempre pieno e ha tenuto molto impegnati i 150 artigiani. Esperti modellatori hanno trascorso mesi a riparare gli arti, a sistemare i capelli e la pelle, ad aggiustare i costumi logori o strappati. Questa squadra ha trovato anche il tempo di creare tutti i personaggi generici presenti sullo sfondo nonché alcuni dei personaggi principali.

Far vivere (e morire) Sparky: come sono stati realizzati i modelli del cane

– Prima di tutto Tim Burton ha fornito agli scultori gli sketch di Sparky, così come lui lo immaginava.

– Gli scultori hanno realizzato maquette grezze e veloci per avere un’idea dell’aspetto di Sparky in 3D.

– Tim Burton ha scelto quelle che gli piacevano e gli scultori le hanno sviluppate.

– Dopo aver deciso il look, gli scultori hanno dovuto realizzare uno “Sparky” vivo, uno morto e le versioni sedute e in piedi di ognuno di essi.

– Dopo aver approvato lo stampo, i fabbricanti di armature hanno disegnato le parti di Sparky che dovevano essere inserite nel calco.

– Quando le armature sono state decise, lo stampo di Sparky è stato realizzato in vetroresina. Il calco è stato attentamente tagliato e le cuciture rimosse.

– Poi lo stampo è arrivato dal pittore che ha mescolato i pigmenti del modello con il silicone, e lo ha lavorato con un aerografo.

– Il pittore quindi ha dipinto Sparky con lo spray, e poi ha asciugato la vernice con l’ovatta, per poi spruzzare nuovamente la vernice creando vari strati.

– Il pittore ha dipinto a mano i punti dello Sparky morto, con una spazzola. Esistono circa 300 punti sullo Sparky morto e tutti hanno avuto bisogno di essere dipinti due volte, per ottenere il colore giusto. Sono stati impiegati circa 3 giorni per dipingere lo Sparky morto.

– Sparky era finalmente pronto a girare!

– In scena c’erano 9 Sparky “morti” e 3 Sparky vivi. Dopo essere stati usati e bistrattati, gli Sparky sono tornati dal pittore per essere nuovamente dipinti. E’ accaduto spesso che un pittore abbia dipinto uno Sparky morto anche 60 volte!

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