La Legge del Sognatore Daniel Pennac
La Legge del Sognatore Daniel Pennac

La Legge del Sognatore, così Daniel Pennac rende omaggio a Federico Fellini


Con 'La Legge del Sognatore', ultimo romanzo di Daniel Pennac, lo scrittore di Belleville omaggia l'arte e il pensiero di Federico Fellini, proprio nell'anno del centenario della nascita del regista di Rimini

il 20 Gennaio 2020 ricorre il centesimo anniversario della nascita di Federico Fellini, visionario regista che inseguiva i propri sogni per trasportarli poi sulla pellicola e trasformarli in film che, ancora oggi, riescono a dettare legge su un certo modo di intendere il cinema e la città di Roma. Basti pensare, ad esempio, al lavoro fatto da Paolo Sorrentino nella sua La Grande Bellezza che è un chiaro omaggio a Federico Fellini e alla sua arci-nota La Dolce Vita.

Ma non sono solo i registi – come fece Ettore Scola – a rendere omaggio a questo artista in grado di mettere da parte il neorealismo che lo aveva formato per scendere nei meandri di un autobiografismo quasi onirico, impalpabile come quella proverbiale sostanza di cui sono fatti i sogni. Infatti ad omaggiare il grande regista originario di Rimini ci ha pensato anche lo scrittore francese residente di Belleville Daniel Pennac che, sempre con Feltrinelli Editore, ha pubblicato il suo ultimo lavoro, La Legge del Sognatore.

La Legge del Sognatore, Daniel Pennac
La Legge del Sognatore, Daniel Pennac

Si tratta di un libro che non è un romanzo e non è un saggio, né è un memoir. La Legge del Sognatore, infatti, si potrebbe definire come il sogno di un romanzo, una visione ad occhi aperti di quello che esiste e di quello che invece è semplice inganno, in una struttura che, a ben guardare, richiama molto da vicino la struttura di alcuni film di Federico Fellini – non da ultimo il famoso 8 e 1/2 riproposto poi da Rob Marshall nel musical Nine – dove la scelta di inseguire i binari della biografia si perdono nei contrasti non così nitidi del sogno, della figuratività della memoria e dei ricordi, dove anche il dettaglio più preciso può in realtà nascere in un mondo sognante, irreale.

Daniel Pennac gioca proprio su questa menzogna nella menzogna e regala ai suoi lettori un’avventura quasi rocambolesca, fatta di dettagli certi e di situazioni incredibili, di attimi di agghiacciante tensione e di altri in cui invece la consapevolezza della vecchiaia rende tutto più lento e armonico.

Sulla trama in sé del libro non possiamo addentrarci più di tanto, per non correre il rischio di rovinare l’avventura di disvelamento che avviene pagina dopo pagina, da quando ci troviamo davanti ad un Daniel Pennac ancora bambino e spaventato di ciò che si nasconde nel buio a quello ormai più grande e saggio, il noto scrittore che ha elencato i diritti del lettore e tutto quello che ha imparato sui banchi di scuola come insegnante.

Quello che, invece, è importante sottolineare, è il modo in cui Daniel Pennac sceglie di omaggiare Fellini, seguendone il consiglio indiretto di appuntarsi i sogni e di capire che è proprio nei sogni che, a volte, si nascondono le storie migliori.

Di una lunghezza che si può bere in un placido pomeriggio invernale, La Legge del Sognatore è proprio quello che suggerisce il titolo: una storia dispersa nei sogni, dove veniamo condotti da colui che, per primo, ha trovato in un sogno una storia da condividere.

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