Birdman
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Venezia 71: Birdman, la recensione


Un grande autore e un cast importante per la giornata di apertura della settantunesima edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia con Birdman, film che non delude le aspettative.
Voto: 7/10

Alejandro Gonzalez Inarritu apre la settantunesima edizione della Mostra del cinema di Venezia con la sua nuova pellicola in concorso, Birdman. Dopo Biutiful, in concorso al Festival di Cannes 2010, film che ha portato a casa ben due nomination agli oscar, quattro anni dopo il regista messicano riparte da lì per sfornare un'altra ottima pellicola e lavorando nuovamente con un cast di prim'ordine: un rinato Michael Keaton, da tempo fuori dallo star system hollywoodiano, ritorna con un ruolo da protagonista che gli calza a pennello. Ad accompagnarlo grandi nomi come Edward Norton, Emma Stone, Naomi Watts e Zach Galifianakis, che vediamo in nuova veste, più matura, lontano dai ruoli comici e macchiettistici che solitamente lo caratterizzano.

Riggan Thomson (Michael Keaton) è un attore diventato famoso grazie al ruolo di un supereroe mascherato, Birdman, e tutti lo conoscono ricordandolo come il protagonista della serie che tanto gli ha portato fortuna, per la quale ha girato dei sequel e ha guadagnato molti soldi. Ad anni di distanza, stufo di essere etichettato e volendo dare una nuova svolta alla sua carriera, mette su uno spettacolo di Broadway come regista e attore per dimostrare a tutti di saper recitare. Dovrà però vedersela con una serie di problemi che sorgeranno durante le prove, tra crisi d'identità, attori capricciosi e problemi familiari, mettendo alla prova la sua possibilità di riscatto e al tempo stesso la sua sanità mentale.

Inarritu ha realizzato poche pellicole durante i corso della sua carriera cinematografica ma sono comunque bastate per eleggerlo uno degli autori internazionali più apprezzati dai cinefili di tutto il mondo. Ogni sua pellicola, nel bene o nel male, tra elogi, premi e critiche, ha lasciato il segno e anche Birdman non sarà da meno. Cambia registro, passa al dramma che vira alla commedia e al fantastico; dai silenzi profondi che spesso caratterizzano i suoi lavori, dove sono le immagini forti e spesso scioccanti a regnare, si passa ai dialoghi e monologhi serrati, non c'è un attimo di pausa, tutti parlano, tutti mostrano apertamente i loro pensieri, i loro drammi, le loro paure. Inarritu gira la pellicola come fosse un unico piano sequenza, la macchina è sempre in movimento e segue gli attori senza lasciarli mai, focalizzandosi di volta in volta su personaggi diversi.

Birdman parla dell'importanza della notorietà, della crisi quando viene a mancare, parla di cinema e di teatro, facendosi spesso gioco di entrambi, anche dei critici che appartengono a i due mondi. Parla delle debolezze umane, delle crisi interiori, il tutto fatto con estrema ironia ma anche con un fondo di malinconia e amaro in bocca. Al di là di una regia perfetta e assolutamente lodevole, di una sceneggiatura molto buona, il vero punto di forza del film sono sicuramente gli attori, Inarritu si conferma anche un ottimo direttore attoriale. Tutti molto bravi, un elogio particolare va fatto però a Edward Norton. La sua performance è coinvolgente e strepitosa. Lo aspettiamo ai prossimi oscar.

Valutazione di Giorgia Tropiano: 7 su 10
BirdmanVenezia 2014
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