Dunkirk
Dunkirk

Dunkirk, la recensione


Dunkirk, nuova importante opera di Nolan, è un film non privo di difetti ma che regala emozioni e che dimostra una maturità nuova del regista, forse inaspettata.
Voto: 8/10

Christopher Nolan torna nelle sale con Dunkirk, senza alcun dubbio uno dei film più attesi del 2017 e lo fa mettendo su un cast artistico e tecnico eccezionale. In primis si affida alle musiche di un maestro, nonché suo stretto collaboratore, come Hans Zimmer ed è una scelta importante perchè la musica e il reparto sonoro in questo film rappresentano i veri protagonisti. Poi sceglie di mischiare attori giovani e con poca o alcuna esperienza cinematografica come Fionn Whitehead e Harry Styles (famoso come cantante) a grandi nomi come Tom Hardy, Cillian Murphy, Kenneth Branagh e Mark Rylance e lo fa consapevole del rischio ma sapendo di vincere pienamente la sfida perchè la presenza scenica in un film come questo è molto più importante dell'esperienza.

Nolan racconta, per la prima volta nella sua carriera registica, un fatto storico realmente accaduto, l'evacuazione di Dunkerque, svoltasi durante i primi anni della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1940, dopo che la Francia viene invasa dai nazisti, migliaia di soldati alleati, tra cui inglesi e francesi, convogliono tutti sulla spiaggia della città portuale francese aspettando di essere evacuati ma purtroppo sono circondati dall'esercito tedesco via terra, via mare e via aerea. Perciò il salvataggio da parte degli eserciti dei rispettivi paesi risulta quasi impossibile perchè ogni tentativo di fuga è compromesso.

Dunkirk è sicuramente il film più maturo di Nolan. Lo è per una serie di motivi. Il primo è che sceglie di confrontarsi con una storia vera, con un genere per lui lontano e lo fa non rinunciando minimamente al suo stile. Si perchè la caratteristica principale del regista, la prima cosa che viene in mente quando si pensa alla sua opera è come riesce sempre a giocare con i livelli narrativi, decostruendoli come in Memento, duplicandoli all'infinito come in Inception, facendoli muovere in parallelo come in Interstellar oppure utilizzandoli per ingannare lo spettatore stesso come in The Prestige o ne Il Cavaliere Oscuro. In Dunkirk i livelli narrativi vengono triplicati e la storia ci viene raccontata da tre punti di vista diversi: via terra, via mare e via aerea. Ma non finisce qui perchè all'interno di questa suddivisione stessa Nolan gioca con il tempo, così che i tre punti di vista possano convergere in un unico momento dopo essersi sfiorati di continuo nel corso della narrazione. Così Nolan gioca con il genere, altra sua caratteristica. La pellicola non è un film di guerra ma è più un thriller, con un ritmo serratissimo, scandito dalla musica onnipresente, forse troppo, tanto da diventare la protagonista del film, scandendo i ritmi dell'azione e influenzando constantemente i sentimenti dello spettatore.

Un altro motivo per cui Nolan ha dimostrato grande maturità è l'asciuttezza con cui racconta la storia. Lascia a casa le complicazioni narrative, che da sempre caratterizzano i suoi lavori e che spesso gli fanno perdere il filo del discorso all'interno di ciò che racconta perchè tende sempre ad esagerare portando la narrazione al limite del comprensibile (vedi Inception o Interstellar), e realizza un'opera dal racconto semplice, fatta di poche parole, di molti sguardi e di momenti affidati interamente all'aspetto visivo di un film, che poi è anche ciò che rende unica l'arte cinematografica in quanto tale, ovvero il poter raccontare per immagini. Ma soprattutto riesce a fare tutto ciò in soli centosei minuti, un vero recond per lui, dimostrando che si possono fare grandi film anche in meno di due ore perchè la durata di Dunkirk è perfetta così, anche un minuto in più avrebbe tolto ritmo alla storia, che in questo film è fondamentale.

Una nota di merito va spesa che per gli attori, tutti bravissimi, sia i più giovani che i veterani (non che su di loro ci fossero dei dubbi naturalmente). In particolare è da sottolineare come Tom Hardy, dopo il Bane de Il Cavaliere oscuro – il ritorno, reciti per Nolan nuovamente con il volto quasi completamente coperto e sempre attraverso poche battute, ma questa volta neanche attraverso la presenza fisica ma solo ed esclusivamente con lo sguardo. Se non è un grande attore questo.

Conlcudendo Dunkirk non è privo di difetti perchè ce ne sono. E' tutt'altro che un film perfetto. Ma sono quei difetti che vengono in mente dopo, quando si analizza un film, perchè in sala non ci si pensa, travolti dalle emozioni di vario tipo che riesce a scaturire e questa è in assoluto la cosa più importante quando si vede un film, chi ne ne frega poi dei difetti.

Valutazione di Giorgia Tropiano: 8 su 10
Dunkirk
Impostazioni privacy