Jaime Vadell in El Conde [tag: Jaime Vadell] [credit: Pablo Larrain/Netflix]
Jaime Vadell in El Conde [tag: Jaime Vadell] [credit: Pablo Larrain/Netflix]
C: Pablo Larrain/Netflix

El Conde, il vampiro di Larraìn arriva a Venezia


'El Conde' è il nuovo film di Pablo Larraìn, presentato in anteprima alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia: ecco la nostra recensione
Voto: 7/10

Se si volesse cercare un fil rouge tra le tante sezioni che compongono l’ottantesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, allora si potrebbe indicare il tema dei vampiri. Ogni sezione dell’ambito Festival di Venezia, infatti, ha in “cartellone” almeno un film che parla di queste creature della notte, affamate di sangue e giovinezza. E tra tutti questi titoli quello che ha richiamato di più l’attenzione è El Conde, nuovo film firmato da Pablo Larraìnormai un habitué del Festival di Venezia, che debutterà su Netflix il prossimo 15 settembre. La pellicola ruota intorno alla figura di Augusto Pinochet, politico e generale del Cile che salì al potere grazie a un Colpo di Stato in Cile all’inizio dell’anno Settanta. Un personaggio storico, dunque, quello scelto da Pablo Larraìn, che aveva già affrontato il tema della “biografia” in film come Jackie Spencer. Stavolta, però, al centro del racconto non ci sono donne la cui vita è stata centrata dalla tragedia e dal bisogno di combattere.

El Conde, quando la politica diventa un atto di vampirismo

L’Augusto Pinochet di Larraìn diventa un vampiro, un succhiasangue bicentenario che si nutre di cuori e di sangue per perpetrare la propria esistenza. El Conde, dunque, si presenta all’occhio dello spettatore come un film politico e un film di vampiri, nello stesso momento. In questo sta la grandezza di questo esperimento grottesco di Larraìn che, attraverso la metafora del vampiro, descrive i soprusi e i crimini di uno dei personaggi più controversi del Novecento: un uomo che si è nutrito della vita del suo popolo, che ha prosperato attraverso il sangue di un paese ridotto allo stremo. Non certo la più innovativa delle metafore, quella dei vampiro equiparato ad un uomo corrotto, ma che sembra funzionare molto bene con la figura di Pinochet. Allo stesso tempo, però, il regista rimane fedele agli standard del genere, alla tradizione legata alla figura del vampiro: offre una rilettura farsesca dello stereotipo novecentesco del vampiro che spesso associa la figura del Non Morto alla Francia rivoluzionaria, o comunque ad un periodo di cambiamento dove il vampiro è un affascinante capace di sconfiggere qualsiasi barriera. Pablo Larraìn si mostra abile a miscelare realtà e folclore, con una nota di umorismo nerissimo che fa sì che El Conde non sia affatto un film adatto a tutti. Al contrario, potrebbe annoiare chi cerca pellicole più tradizionali. Potrebbe far rivoltare lo stomaco a chi non ama scene troppo crude o rimandi a pratiche stomachevoli. Se si volesse fare una lista di trigger warning, El Conde ne sarebbe pieno.

Jaime Vadell come El Conde, Gloria Münchmeyer come Lucía in El Conde [credit: Pablo Larrain/Netflix]
Jaime Vadell come El Conde, Gloria Münchmeyer come Lucía in El Conde [credit: Pablo Larrain/Netflix]

Jaime Vadell è perfetto nel suo ritratto del generale: un vampiro che è stanco della sua immortalità e vorrebbe solo morire una volta per tutte e che invece si trova al centro di un complotto che include sua moglie, i suoi figli e una suora senza abito mandata appositamente a estirpare il male dalla Terra. Ingredienti che, messi così l’uno di fianco all’altro, sono forse utili a far intuire a chi legge quanto sia profondamente surreale e fuori dagli schemi il film di Pablo Larraìn: girato in bianco e nero e con un largo uso della voce fuori campo, El Conde scorre sullo schermo senza che il pubblico abbia idea di quello che sta vedendo o di quello che verrà dopo. Si tratta di una lezione di storia continua vestita da favola dell’orrore su un gruppo di vampiri che, come tutti i parassiti, hanno qualche problema ad abbandonare il corpo che li ospita: nel caso di Pinochet un mondo che non ha finito di derubare, svuotare o uccidere. Un mondo in cui la morte non è la fine della noia o della sofferenza, ma la fine della possibilità di continuare a fare del male per il proprio tornaconto. Forse un po’ lento all’inizio, El Conde è una pellicola che funziona in crescendo, che cattura l’attenzione man mano che la storia avanza, con riprese che sembrano essere un chiaro omaggio al cinema espressionista tedesco.

Antonia Zegers come Jacinta, Diego Muñóz come Manuel, Catalina Guerra come Luciana, Amparo Noguera come Mercedes, Marcial Tagle come Aníbal in El Conde [credit: Pablo Larrain/Netflix]
Antonia Zegers come Jacinta, Diego Muñóz come Manuel, Catalina Guerra come Luciana, Amparo Noguera come Mercedes, Marcial Tagle come Aníbal in El Conde [credit: Pablo Larrain/Netflix]

Valutazione di Erika Pomella: 7 su 10
El CondeVenezia 2023
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