Game of Thrones 4x02 - The Lion and The Rose
Game of Thrones 4x02 - The Lion and The Rose

Recensione Game of Thrones 4×02 – The Lion and The Rose


George R.R. Martin si conferma il miglior 'bloody wedding planner' di casa HBO. Dopo la devastazione portata con 'Le piogge di Castamere', preparatevi ad un altro matrimonio pieno di azione. Indossate il vostro abito migliore, perchè siete tutti invitati al Purple Wedding.
Voto: 9/10

Dove eravamo rimasti: Two Swords

Two Swordsl'episodio che aveva aperto questa quarta stagione de Il trono di spadeaveva avuto il compito, soprattutto di ricollegarsi alla passata stagione e di presentare i nuovi personaggi. Mentre il matrimonio tra Margaery e Joffrey si avvicina sempre di più, ad Approdo del Re arriva Oberyn, principe di Dorne, arrivato a rappresentare i regni del sud per le imminenti nozze. Ben presto, però, scopriamo che l'uomo non prova gran bei sentimenti nei confronti dei Lannister, verso cui sembra avere dei conti ancora aperti. Arya è in viaggio con il Mastino e ha trovato il modo di vendicarsi di uno dei tanti nemici che ha sulla lista nera, tornando anche in possesso della sua amata spada Ago. Al di là del mare stretto Daenerys è pronta a muovere guerra a Mereen, altra città che fa della schiavitù il proprio tratto distintivo. Jon Snow si è difeso in qualche modo dalle accuse di tradimento ed è tornato in pianta stabile tra i Guardiani della Notte, proprio mentre Ygritte continua a forgiare nuove frecce per vendicarsi del proprio cuore spezzato. Sansa ha avuto un incontro con Ser Dontos, il cavaliere che ha salvato dalla lama di Joffrey e che ora è diventato il giullare del re. L'incontro tra i due sembra presagire che ci sarà qualcos'altro…

Cosa vedremo: The Lion and the Rose

Nel secondo episodio di questa quarta stagione di Game Of Thrones, che porta il titolo de The Lion and The Rose assistiamo finalmente al matrimonio che condurrà il destino di Margaery Tyrell di Alto Giardino nelle mani di Joffrey Baratheon, che attualmente siede sul trono. Le nozze offrono l'occasione a molti personaggi di confrontarsi e, in qualche modo, sfidarsi. Lady Olenna non perde tempo a ricordare al Leone di casa Lannister che sono i suoi soldi quelli che, presumibilmente, pagheranno tutte le voglie belliche della casata d'oro. Allo stesso tempo Oberyn, principe di Dorne, non perde occasione di ricordare a Cersei che ormai non è più lei la regina reggente (lo ripete quasi a ripetizione, togliendoci uno spasmo ad ogni proclamazione) e, in modo sottile, che Dorne tiene "in ostaggio" l'unica bambina nata dai lombi dell'ex regina. Oltre questo, Cersei deve confrontarsi anche con Brienne, che accusa di cambiare schieramento con la facilità con cui cambia il vento. E quando Brienne le fa notare che lei non serve Jaime Lannister, Cersei commenta "Eppure lo ami". Brienne rimane in silenzio a questa provocazione, permettendo a noi spettatori di ascoltare il battito martellante del nostro cuore esultante. Jaime, intanto, deve re-imparare ad usare la spada, con la mano sinistra, e accetta l'aiuto di Bronn. Tyrion, nel frattempo, che è stato costretto ad allontanare Shae su consiglio di Varys per timore che le potesse accadere qualcosa, è costretto a subire le umiliazioni di un nipote che avrebbe un serio bisogno di un'educazione di stampo fisico. Intanto, a Forte Terrore, Roose Bolton e il suo bastardo Ramsey fanno tesoro delle informazioni che Reek, il fu Theon, elargisce in preda ad una paura costante. Bran, che è ancora vivo e vegeto, continua a vagare nei boschi con i suoi nuovi amici, tuffandosi nei suoi sogni in cui entra nel corpo del metalupo Estate, finchè un vecchio albero degli dei gli indica la strada da seguire. A Roccia del Drago, infine, Stannis assiste al rogo di suo cognato, mentre sua moglie Selyse continua a parlare del Dio della Luce di Melisandre. La strega, nel frattempo, si reca a far visita alla figlia della coppia reale, cercando di incutere anche in lei l'amore e il reverenziale timore verso il suo dio del fuoco.

Gli orrori di Forte Terrore

Uno degli elementi che hanno reso tanto bella The Lion and the Rose è stato il ritorno di Ramsey Snow, il bastardo di Roose Bolton, interpretato sempre magistralmente da Iwan Rheon, che sembra avere un talento naturale nell'interpretare un placido psicopatico. L'episodio, infatti, si apre proprio con lui, apparentemente alle prese con una battuta di caccia. Pochi fotogrammi bastano per farci sapere che la sua "preda" non è altro che una povera ragazzina rea – a quanto ne sappiamo – di avere un viso abbastanza carino da suscitare la gelosia di Myranda, la stessa che nella terza stagione avevamo visto cercare di sedurre Theon, prima che Ramsey venisse a chiedere un alto tributo all'erede di casa Greyjoy. Ed è proprio quest'ultimo a seguire il suo nuovo padrone, zoppicando vistosamente e accettando di fatto il suo battesimo a Reek, essere senza passato e senza futuro, reso schiavo dai suoi gesti e dalla sua stessa paura. In questi pochi frame avvertiamo di nuovo la perversione di Ramsey, qualcosa che va al di là della pura malvagità. Quella di Ramsey sembra piuttosto essere una predisposizione d'animo, quasi un macabro bisogno. Di ritorno a casa, tuttavia, vediamo Ramsey gettarsi in uno scambio d'opinione con suo padre Roose, che lo accusa non solo di non essere un Bolton, ma anche di aver rovinato le sue strategie belliche per il piacere di creare un nuovo giocattolo. "Theon Greyjoy era un nostro nemico," spiega però Ramsey, nascondendo il proprio orgoglio dietro un lato quasi pratico. "Ma Reek … Reek non ci tradirà mai". E un attimo dopo – quando il nostro cuore si spezza nel vedere la mano di Theon che si ferma dal radere la faccia del suo padrone quando scopre la sorte toccata a Robb Stark – Ramsey dà prova di quanto affermato, regalando a suo padre informazioni importantissime, come quelle che riguardano Bran e Rickon, in fuga, ma ancora vivi e ancora, potenzialmente, pericolosi. Ramsey Snow (in Bolton) è un villain di tutto rispetto che, pur essendo relegato in una parte narrativa non centrale, riesce quasi senza sforzo a rubare la scena a personaggi principali. Nonostante la sua crudeltà, il suo appartenere allo schieramento sbagliato e la sua passione per le torture e per i giochi di potere tipici di un vigliacco, non si può negare che questo personaggio così assoluto ha dalla sua anche uno strano fascino.

Purple Wedding

Durante un'intervista riguardante la tempistica di pubblicazione dei suoi romanzi, l'autore George R. R. Martin ha dichiarato, con un crudele umorismo, che ogni volta che gli viene questo quando uscirà il libro successivo della saga lui uccide uno Stark. Ora, dal momento che probabilmente i Metalupi di Grande Inverno da uccidere si sono ridotti all'osso, pare che il buon vecchio scrittore abbia deciso di dare anche ai buoni un minimo tocco di macabra soddisfazione. Gli spettatori, infatti, nonostante sia passato quasi un anno, sono ancora fermi a piangere per quello che è stato messo in scena durante l'episodio 3×09, Le piogge di Castamere. Nei nostri occhi è ancora vivida l'immagine del coraggioso – seppur troppo ingenuo – Robb Stark trafitto da un numero imprecisato di frecce prima che Roose Bolton lo pugnali al cuore dicendo "I Lannister mandano i loro saluti". Perchè Game of Thrones si è sempre poggiato su poche certezza; una delle quali è la ridondante frase secondo cui un Lannister paga sempre i suoi debiti. E, forse, Joffrey, che dei Baratheon ha solo il nome fittizio, è pronto a pagare i debiti che ha nei confronti della giustizia. Responsabile della morte del sempre compianto Eddard Stark, delle torture fisiche e mentali nei confronti di Sansa e autore di alcune atrocità che a riportarle non si finirebbe mai, Joffrey Lannister, seduto sul trono di spade, è un bambino che gioca a fare l'eroe (?) di guerra, viziato da una madre cieca e malvagia. Un bambino che è stato educato male, che crede di avere ai piedi il proprio mondo solo per il proprio personale divertimento. Jack Gleeson offre il volto a questo personaggio completamente odioso, che non presenta nemmeno un labile aspetto positivo. Un re, Joffrey, che, con i suoi capricci e le sue violenze gratuite, ha attirato su di se l'astio non solo degli spettatori, ma anche dei personaggi che ruotano intorno ad Approdo del Re. Arriva, dunque, anche per lui il momento di pagare i propri debiti. Mentre il sole bacia languido Approdo del Re, tra opulenza e ostentazione, Joffrey sposa Margaery Tyrell. Il Leone dei Lannister e la Rosa di Alto Giardino – a cui si riferisce il titolo dell'episodio –  diventano marito e moglie davanti agli occhi famelici della capitale che, suo malgrado, assiste ad un cambiamento di potere.

Nonostante sbatta (metaforicamente) i piedi, guardando tutti dall'alto al basso con quel cipiglio snob che tutti abbiamo imparato ad odiare, Cersei Lannister deve accettare di non essere più lei la regina reggente. Come lo stesso Oberyn sottolinea più volte (motivo per cui è facile amarlo!), ormai Cersei non è altro che qualcosa che somiglia ad una vecchia scarpa lasciata ai margini, dimenticata e invecchiata, che si deve tirare indietro davanti all'avanzata di una più giovane e fresca regnante. Ad ogni modo le nozze portano ad una festa quasi stravagante, dove non mancano musicanti cacciati via a suon di monete d'oro e nani che fanno la parodia della guerra che ha devastato i regni, mettendo in scena la morte di Robb Stark davanti allo sguardo incredulo degli invitati Tyrell e di Oberyn. Tra loro, naturalmente, emerge la fugura di Sansa, con lo sguardo fisso e le spalle dritte di chi non vuol mostrare il proprio orrore. Il punto culminante della festa, però, arriva quando Joffrey si prende la libertà di insulture, provocare e umiliare suo zio Tyrion, trasformandolo in un giullare e in un coppiere al tempo stesso. A niente serve l'intervento misurato di Margaery, e il sorriso appena accennato sul volto di Cersei fa salire l'odio alle stelle. La scena, che si adagia su un silenzio quasi imbarazzato, va avanti per alcuni lunghi secondi, in cui Tyrion rifiuta di inginocchiarsi davanti al re. Nonostante questo però accetta di servire il vino che Joffrey vuole per accompagnare la torta nuziale. E in quel momento il mondo esplode. Joffrey comincia a tossire e, dopo un minuto di sbalordimento, Cersei e Jaime (che un attimo dopo viene cacciato dall'amabile sorellina) accorrono in soccorso di un re che sta soffocando nel proprio stesso sangue. Gli urli e gli strepitii però non servono a nulla. Dopo una lunga sofferenza Joffrey muore. Mentre il caos sembra raggiungere il suo punto massimo, ser Dontos si avvicina a Sansa e le sussurra all'orecchio "Se volete vivere dovrete venire via con me adesso". Cersei, intanto, piegata su quanto resta di suo figlio, accusa subito suo fratello Tyrion, ma in effetti noi non sappiamo che sia stato veramente artefice dell'avvelenamento. Quello che conta, alla fine, è che qualcuno abbia ucciso il re fantoccio, il bambino che, quasi con il minor aiuto possibile, ha devasato la casata Stark. A quanto pare anche nell'universo di Martin un minimo di giustizia divina esiste. The North Remembers.

Cosa ci è piaciuto:

• Finalmente ci siamo liberati del crudele, odioso, antipatico e insopportabile Joffrey.
• Il principe di Dorne. Oberyn continua a mettere in mostra la propria capacità di catturare l'attenzione e l'inquadratura anche solo con un paio di battute.
• Il ritorno di Ramsey Snow, il bastardo di Bolton.
• Tyrion, che si conferma sempre uno dei migliori personaggi dello show.

Cosa non ci è piaciuto:

• Il suggerimento che possa esserci qualcosa di sensuale e/o erotico tra Ser Loras e Oberyn di Dorne.
• La parentesi tra Stannis, Melisandre e compagnia bella. Poche scene che, quasi da sole, rallentano il ritmo di un episodio altrimenti perfetto.
• Cersei. Qualsiasi cosa faccia riesce solo a far crescere la sensazione di odio nei suoi confronti.
• Le scene con Bran. Noia a go-go.

Valutazione di Erika Pomella: 9 su 10
Il Trono di SpadeIl Trono di Spade (stagione 4)
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