Game of Thrones 5x08 - Hardhome
Game of Thrones 5x08 - Hardhome

Recensione Game of Thrones 5×08 – Hardhome


'Hardhome' è un episodio la cui ottima riuscita si deve solo agli ultimi quindici minuti, in cui lo scontro tra luce e ombra, tra fuoco e ghiaccio, irretisce completamente lo spettatore.
Voto: 8/10

Dove eravamo rimasti: The Gift

Ad Approdo del Re Cersei sembra voler festeggiare la propria vittoria: si gode l'incarcerazione di Margaery, trovando anche il tempo di farsi beffe di Lady Olenna. Non sa, tuttavia, che avere vicino Ditocorto può avere anche dei lati negativi. Infatti il "consigliere" dà alla Regina di Spine Lancel Lannister, che aveva copulato con la Regina: grazie alla sua confessione – non dimentichiamo che Lancel ora è a capo del culto militante – Cersei viene a sua volta fatta prigioniera. Nel Nord, intanto, Sansa cerca di chiedere aiuto ai fedeli della casata Stark, ma il suo tentativo viene reso vano dall'ennesimo tradimento di Theon, che finisce col diventare il cane di Ramsey, Reek, e consegna al suo padrone la candela che avrebbe potuto essere utilizzata come richiesta d'aiuto, che Brienne sarebbe stata pronta a cogliere fuori dalla tenuta. A Dorne Bronn viene condotto in prigione – insieme alle serpi – dove riceve il siero per il veleno che rischiava di ucciderlo; nel frattempo Jamie scopre che sua nipote non ha nessuna intenzione di tornare a casa, innamorata com'è di Trystane. A Essos, invece, Daenerys incontra di nuovo Jorah, che viene però di nuovo condannato: a salvarlo arriva Tyrion che annuncia di essere un dono.

Cosa vedremo: Hardhome

Nell'ottavo episodio di Game of Thrones alcuni nodi – come si suol dire – cominciano a venire al pettine. A Meereen, tanto per fare una cosa nuova, Danaerys manda di nuovo in esilio Jorah Mormont (senso di deja vu?) mentre si confronta con Tyrion che con la sua abile favella riesce a convincere la Madre dei Draghi (che sembrava comunque ben disposta già di suo) a sceglierlo come suo fidato consigliare, mentre Jorah decide di tornare dal "padrone" per scendere nelle fosse di combattimento. Intanto, mentre Arya è alle prese con una nuova identità con cui deve dimostrare di essere capace di sparire dietro la vita di qualcun'altro, a Winterfell Sansa affronta Theon, che l'ha tradita andando a dire a Ramsey del suo desiderio di fuga: Reek/Theon spiega che l'ha denunciata per salvarla, e infine, in uno slancio di coraggio e, soprattutto, di voglia di essere perdonato, ammette che Rickon e Bran sono ancora vivi e non era loro i cadaveri ustionati messi in mostra. Ad Approdo del Re intanto Cersei continua la sua prigionia, una lenta agonia che rischia di spezzare anche colei che sembrava indistruttibile. A Nord Sansa continua il suo matrimonio con Ramsey, ma nel frattempo scopre di non essere affatto l'unica Stark rimasta in vita: Theon, infatti, alla fine confessa di non aver ucciso Rickon e Bran. Intanto, ancora più a Nord, Jon Snow riesce – non senza qualche difficoltà – a convincere alcuni bruti a partire con lui per creare un'alleanza contro gli estranei. Tuttavia, mentre si trovano ad Hardhome, bruti e Guardiani vengono attaccati dagli Estranei stessi.

Winter is coming:

Un anno fa, parlando di Game of Thrones e dell'ottavo episodio avevamo deciso di dare un determinato voto perchè una puntata un po' trascinata era stata innalzata di colpo dagli ultimi 15-20 minuti che, da soli, avevano portato via la nebbia e fatto apparire un signor finale che ancora oggi echeggia nei nostri cuori. A distanza di un anno – con la complicazione di una serie iniziata non proprio con il piede giusto – non pensavamo che sarebbe successo di nuovo, e invece Game of Thrones ci ha sorpreso di nuovo. Hardhome parte come la maggior parte degli episodi che lo hanno preceduto in questa quinta stagione: piena di chiacchiere abbastanza inutili, acrobatici tentativi per raggiungere un minutaggio degno di una puntata. A parte poche eccezioni – come lo scontro verbale tra Tyrion e Daenerys o la confessione di Theon – ci trovavamo davanti tutta una serie di lungaggini che da qualche settimana a questa parte ci fa storcere il naso anche davanti ad una delle nostre serie preferite. Poi, all'improvviso, tutto cambia. All'improvviso la nece si fa più fitta, il vento più forte e l'inverno sembra finalmene arrivato ad Hardhome, dove Jon Snow si era diretto con un manipolo d'uomini per cercare un'alleanza con i bruti utile a sconfiggere gli Estranei. Questi ultimi, sentendosi chiamare in causa, alla fine decidono di fare la loro apparizione su cavalli spettrali, gli occhi blu come le profondità del ghiaccio. E inizia uno scontro sfiancante, spaventoso, da brividi. Uno scontro che palesemente ha preso spunto da una specifica scena di World War Z, il film in cui Brad Pitt era costretto ad affrontare un'epidemia zombie. Una sequenza di questo episodio è talmente uguale da far pensare quasi al plagio, ma la riflessione stilistica lascia velocemente il posto ad una più primitiva esaltazione. E allora lo spettatore si trova con il cuore che gli salta in gola, con la tensione che gli appesantisce i muscoli, perchè lì, in mezzo a quella confusione, c'è Jon Snow, uno dei personaggi più amati di molti fan dello show. E, nel mondo di Martin, nessuno può dirsi al sicuro. Ma il fatto più importante – almeno per chi scrive – è che la battaglia non affascina solo per quello che è: la concretizzazione, cioè, di un male adamatico però sempre rimandato. Certo, ci fa paura (e ci esalta, diciamocela tutta) vedere questi uomini bianchi che scendono simili ad una valanga, con poteri che sembrano inarrestabili e che si fanno beffe della morte stessa. La cosa che più ci ha colpiti – quasi come un pugno nello stomaco – è stato vedere l'umanità dei bruti/guardiani che dovevano affrontare un male oscuro e sconosciuto. Che dovevano farsi coraggio nell'affrontare qualcosa di indomabile. E in questo senso la scena più intensa, bella e toccante non riguarda lo scontro o la fuga: il momento più alto arriva un momento prima che il caos arrivi a governare sulla spiaggia ghiacciata. E' quando i bruti chiudono i cancelli per cercare di proteggersi dall'attacco e nel farlo sono costretti a chiudere fuori compagni, amici, parenti, gente come loro. Si salvano – anche se solo temporaneamente – sacrificando la propria discendenza, le proprie origini e, in parte, la propria umanità. Perchè quel semplice atto – chiudere un cancello – è di fatto una complicità in omicidio. Chiudere il cancello significava sapere di condannare altri alla morte certa. E, infatti, un attimo dopo nello schermo regna il silenzio: un suono privo di suoni, affilato come le stalattiti, che graffia e fa male. E che racchiude in se lo splendore di questo finale.

Cosa ci è piaciuto:

• Tutta la sequenza finale con gli Estranei
• Il confronto tra Daenerys e Tyrion

Cosa non ci è piaciuto:

• Nella scena dello scontro, la scopiazzatura piuttosto palese di 'World War Z'
• La storia di Arya
• Il nuovo esilio di Jorah

Valutazione di Erika Pomella: 8 su 10
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