In Trance
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Recensione del film In Trance, il thriller drammatico di Danny Boyle con James McAvoy, Vincent Cassel: film particolare che oscilla tra la spy-story e l'onirico e ricalca perfettamente l'estetica dei film di Boyle.
Voto: 7/10

In Trance è il nuovo film del regista britannico premio Oscar Danny Boyle.

Il film, ambientato a Londra, racconta la storia di una banda capeggiata da Frank (Vincent Cassel, attore di film come La Haine Il Cigno Nero) che trafuga opere d'arte inestimabili durante le aste. Con la complicità di Simon (James McAvoy, visto in Espiazione e X-Men, l'inizio) tenta di portare via un quadro di Goya, tuttavia durante un'incidente, qualcosa va storto e Simon, che doveva consegnare il quadro, perde la memoria. Per scoprire dove si trova nascosta la refurtiva, Frank ingaggia una psicoterapeuta esperta in ipnotismo (Rosario Dawson, vista in Sin City Sette Anime) per portare alla luce tutti i ricordi di Simon. Piano piano tutto torna alla mente, però non tutto è come sembra.

Danny Boyle è un regista che, escludendo The Beach, non ha mai sbagliato una mossa. Da Trainspotting a The Millionaire, premio Oscar per la miglior regia, passando per 127 ore, nominato agli Oscar per la miglior sceneggiatura non originale, l'eccentrico regista anglosassone riesce a dirigere ogni genere senza mai cadere nel banale, grazie alla sua tecnica sempre alla ricerca di sperimentazioni visive. In questa sua ultima fatica, troviamo un cast di tutto rispetto che riesce perfettamente ad integrarsi con la storia rendendo i personaggi credibili. La colonna sonora, magistrale come in ogni suo film, è curata da Rick Smith, autore del tormentone degli Underworld, Born Slippy presente in Trainspotting.

In Trance è un film particolare che oscilla sempre tra la spy-story e l'onirico e che ricalca perfettamente l'estetica dei film di Boyle. Sebbene stenti un po' a decollare, il film riesce a tenere lo spettatore incollato davanti a questo film che a tratti rimanda molto ai film-puzzle di Nolan. In In trance troviamo un costante ingabbiamento dei personaggi che fa respirare un'atmosfera claustrofobia ed estraniante anche grazie ad espedienti tecnici come i vari flashback e il round footage. Inoltre, lo spettatore non riesce a provare la tipica empatia per il protagonista proprio a causa di un costante rovesciamento dei ruoli. 

I temi della trance e del subconscio non sono sfruttati al meglio della loro complessità psicologica però l'abilità di Boyle riesce a far andare oltre questo piccolo difetto, mostrandoci di fatto un ennesimo grande film.

Valutazione di redazione: 7 su 10
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