Man of Steel
Man of Steel

L’uomo d’acciaio


Recensione del film L'uomo d'acciaio di Zack Snyder con Henry Cavill: troppi effetti speciali, sceneggiatura mal scritta, personaggi poco approfonditi - si poteva fare di meglio.
Voto: 5/10

L'uomo d'acciaio è il primo capitolo di un nuovo reboot di uno dei supereroi più famosi ma anche più sfortunati al cinema, ovvero Superman. A parte i quattro film degli anni Ottanta con protagonista Christopher Reeve, recentemente c'è stato il tentativo di Bryan Singer con Superman Returns ma il ritorno dell'eroe nelle sale non ebbe il successo sperato. La Warner ci prova un'altra volta tentando la carta Christopher Nolan che compare fra i produttori della pellicola e alla regia c'è Zach Snyder, autore già avvezzo al mondo comic con l'adattamento della graphic novel di Frank Miller 300, film che l'ha lanciato, e con Watchmen. Ad interpretare il protagonista troviamo Henry Cavill, attore famoso soprattutto grazie alla serie televisiva I Tudors, circondato da un cast di prim'ordine: Amy Adams è Lois Lane, Russel Crowe è Jor-El, vero padre di Superman, Kevin Costner e Diane Lane sono i suoi genitori adottivi e Michael Shannon è il cattivo Generale Zod.

Sul pianeta Krypton la fine è vicina. L'unico bambino nato attraverso un parto naturale dopo anni e anni viene messo dai genitori in una capsula e spedito sulla Terra per essere salvato. Così mentre Jor-El (Russell Crowe) e sua moglie Lara Lor-Van (Ayelet Zurer) assistono impotenti alla distruzione del loro pianeta e di loro stessi, il piccolo Kal-El atterra nella cittadina di Smallville in Kansas e viene salvato e cresciuto da una coppia di contadini, Jonathan (Kevin Costner) e Martha Kent (Diane Lane), con il nome di Clark. Crescendo Clark capisce di non essere come tutti gli altri, sviluppa una forza incredibile e capacità non umane, così una volta grande parte per scoprire quali sono le sue vere origini. In uno dei suoi tanti viaggi conosce la giornalista Lois Lane (Amy Adams), salvandole la vita, ed entra in contatto con una navicella che lo porta alla scoperta della verità su chi è e da dove viene. Mentre la sua vera identità rischia di diventare nota al mondo intero, una terribile minaccia che viene dal suo passato sta per distruggere l'intero pianeta Terra e solo Superman può fermarla.

Dopo gli enormi successi al botteghino di tanti supereroi, vedi i tre Batman di Nolan e i supereroi Marvel, primo su tutti Iron Man, la Warner vuole sfruttare la moda del momento e tentare una nuova rinascita di Superman. Tutto sembrava far sperare in un nuovo ottimo film che facesse diventare finalmente importante al cinema anche quell'eroe detto uomo d'acciaio perché invincibile. Un cast di livello, un regista di culto, un budget importante e alla produzione un nome di prestigio come Christopher Nolan. Purtroppo però la maledizione Superman/celluloide sembra aver colpito anche questa pellicola. In realtà per decretare il successo o meno dell'opera bisognerà attendere il riscontro del pubblico al botteghino, aspetto sicuramente fondamentale, ma intanto si può dire che da un punto di vista qualitativo il tentativo è fallito.

Le due saghe su supereroi degli ultimi anni che hanno avuto maggiore successo avevano una caratteristica molto importante in comune: se Nolan con Batman ha tentato la strada della verosimiglianza creando un mondo poco fumettistico e molto reale e la Marvel con i tre Iron Man e con The Avengers ha puntato molto sull'ironia, entrambe avevano alle spalle una sceneggiatura di ottimo livello. Questa è la pecca principale de L'uomo d'acciaio. È giusto che un film del genere basi la maggior parte della sua durata su effetti speciali, azione e distruzioni ma qui il limite è oltrepassato. Una buona parte della pellicola sfoggia grattacieli che crollano, macchine che volano, catastrofi varie, sì ok è tutto molto curato e ben realizzato ma la storia dov'è? Si dà pochissima importanza all'approfondimento dei personaggi che rimangono figure vacue, non paragonabili alla profondità psicologica di Bruce Wayne, di Joker o dello stesso Bane di Nolan e neanche all'irriverenza, all'acume e alla complessità di Tony Stark, tanto per fare dei nomi. I pochi dialoghi del film sono banali e si riducono a frasi senza alcun spessore di nessun tipo. Tutto ciò annulla anche la bravura degli attori del cast, perché costretti ad interpretare personaggi mal scritti e poco appassionanti.

Forse ultimamente siamo stati abituati troppo bene per pellicole di questo tipo, ma non si può non dire che L'uomo d'acciaio, viste le premesse, è un film deludente e poco riuscito. 

Valutazione di Giorgia Tropiano: 5 su 10
L’uomo d’acciaio
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