La Fratellanza
La Fratellanza

La Fratellanza, recensione del film


Nikolaj-Coster Waldau (Jamie Lannister in Game of Thrones) ci regala un altro personaggio ambiguo e controverso in un thriller carcerario, tra violenza e riflessione.
Voto: 7/10

La fratellanza è la storia di un uomo la cui vita cambia completamente nell'arco di pochi istanti: Jacob (Nikolaj Coster-Waldau) ha quella che si potrebbe definire una vita perfetta, con una moglie innamorata, un figlio, una bellissima casa e un lavoro in borsa; basta una distrazione al volante, però, perché Jacob finisca in carcere, accusato di omicidio e con una pena destinata a prolungarsi. Ritrovatosi in mezzo a criminali di professione, pericolosi e violenti, Jacob capisce ben presto di essere costretto, per sopravvivere, ad azioni per lui prima impensabili, che lo porteranno su una strada senza ritorno: Jacob diventa Money, membro di una fratellanza i cui confini vanno oltre le mura di una prigione.

 Dietro la macchina da presa c'è Ric Roman Waugh, all'attivo una carriera come attore e stuntman oltre che regista e sceneggiatore, che ha lavorato per due anni come poliziotto sotto copertura, e quindi conosce da vicino la materia che racconta: nelle sue intenzioni, La fratellanza è il terzo capitolo di un'ideale trilogia iniziata con Felon-Il colpevole (2008) e Snitch-L'infiltrato (2013) e descrive, attraverso la Fratellanza ariana del film, il mondo delle gang carcerarie, con il loro sistema di gerarchie e alleanze (il titolo originale, Shot Caller, sta a indicare proprio il leader, ovvero colui che in prigione prende le decisioni per il resto della sua gang).

L'autore punta così il dito contro il sistema carcerario degli USA, un apparato non funzionale, dalle numerose falle, per mostrare che, invece della riabilitazione, ciò che si ottiene è spesso proprio l'effetto opposto: ne è esemplare la trasformazione di Jacob/Money, che osserviamo poco alla volta attraverso una serie di flashback, mentre impara a vivere in un nuovo ambiente, dal proprio codice morale.

L'aspetto più doloroso della vicenda è rappresentato dal rapporto del protagonista con i familiari, che si deteriora di pari passo con la sua scalata ai vertici della gang, in una metamorfosi che diventa anche, e soprattutto, interiore: il film infatti rifiuta la classica contrapposizione tra buoni e cattivi in favore di un più sottile senso di ambiguità, specialmente per quanto riguarda lo stretto legame tra violenza e potere.

La storia è messa in scena con stile crudo e veritiero (tra le location anche la prigione di Santa Fe, teatro di una reale, e violentissima, rivolta carceraria negli anni '80), ed è sorretta da un valido cast: in primis, Nikolaj Coster-Waldau, uno che ai personaggi ambigui ci ha abituato ormai da un po', e che ci tiene a dimostrare di non essere solo il Jamie Lannister del Trono di spade.

La fratellanza è un prison movie ben fatto, con messaggio incorporato, che offre azione ma riesce anche a far riflettere.

Valutazione di Matilde Capozio: 7 su 10
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