La La Land
La La Land

La La Land, la recensione


'La La Land' è il film d'apertura di Venezia 73. Musical ante litteram, che miscela inganno e seduzione, recuperando i topoi del genere hollywoodiano e mescolandoli con la visione che il regista, Damien Chazelle, ha sulla vita e sull'inseguimento ossessivo di un sogno. Immensi Ryan Gosling e Emma Stone. Capolavoro.
Voto: 1/10

Scelto come film d'apertura della 73 edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, La La Land è il film che segna il ritorno di Damien Chazelle dietro la macchina da presa dopo il bellissimo Whiplash, che aveva vinto il premio oscar come miglior montaggio e aveva fatto conquistare a J.K. Simmons il premio come miglior attore non protagonista. Se Whiplash era una storia incenrata sull'ossessione intesa come una sorta di malattia, di tortura fisica e mentale volta al raggiungimento di un'altissima ambizione, La La Land sembra invece una visione più edulcorata di quella stessa scia di pensiero. A farla da padrone, infatti, è di nuovo la realizzazione di un sogno in grado di cambiare la vita e verso cui tutta la vita è stata tesa; un'ambizione che annulla tutto, sentimenti compresi. Stavolta, però, da parte dei protagonisti sembra esserci una presa di coscienza maggiore, una consapevolezza che il Miles Teller sembrava non avere.

Mia (Emma Stone) è una ragazza di provincia che sogna di diventare una grande attrice e, nel frattempo, lavora come una cameriera dentro gli studios della Warner, passando il suo tempo a fare provini che sembrano non portarla da nessuna parte. Sebastian (Ryan Gosling) è un grande appassionato di jazz, e spera di aprire il proprio locale, con tutti i cimeli che ha collezionato nel corso degli anni. I due ragazzi, che sembrano avere visioni diverse del mondo, non fanno altro che cozzare l'uno con l'altro, in una danza che sembra chiamare in causa il destino, finché tra i due non nasce una storia d'amore che sembra essere uscita direttamente da un film con Audrey Hepburn. Ma l'amore tra i due sarà più forte delle loro spinte egoistiche a cercare il giusto coronamento dei propri sogni?

Giunti alla loro terza collaborazione insieme – dopo Crazy,Stupid Love e Gangster Squad – Ryan Gosling ed Emma Stone danno il volto a questi personaggi sopra le nuvole e con i piedi ben piantati nel terreno che Chazelle dipinge con una maestria sorprendente. Mia e Sebastian, che si muovono in un mondo che sembra essersi fermato agli anni Cinquanta (sebbene la collocazione temporale sia assai più tardiva), sono due personaggi quasi favolistici, il principe e la principessa che devono affrontare delle prove e degli ostacoli per poter conservare la propria relazione. E Chazelle gioca moltissimo proprio su questo lato della fiaba, scegliendo, come metodo narrativo, quello che più di tutti si avvicina al racconto favolistico: il musical. Bastano pochi minuti iniziali, in cui Los Angeles appare bloccata dal classico ingorgo infernale, quando gli automobilisti, invece di suonare il clacson, decidono di suonare le proprie voci, di ballare sui cofani, danzando con abiti colorati che danno all'intera sequenza un'aria di a-dimensionalità, come se tutti si stessero muovendo in un mondo simile al nostro, ma con regole differenti. Con una leggerezza maggiore, con una voglia di felicità che sembra ormai essersi smarrita al giorno d'oggi. Basta questo incipit di note e colori a convincere lo spettatore di essere davanti a qualcosa che parrebbe ricalcare i passi di Fred Astaire e Ginger Rogers, dei grandi nomi dei vecchi musical, di quelli con i baci lunghi tre minuti e una Hollywood sembra avvolta in spire dorate, con le note Jazz tanto amate da Sebastian  a fare da sfondo. Ma Damien Chazelle è un regista intelligente, un regista in grado di prendere la forma più classica e stravolgerla. Damien Chazelle è un regista che imbroglia, e se non state attenti potreste cadere nella sua trappola, ed aspettarvi solamente una storia d'amore che strizza l'occhio sia alle visioni quasi allucinatorie di Baz Luhrmann sia ai toni pastello di Walt Disney. Elementi, questi, che il regista usa per intessere la sua rete e, poi, virare bruscamente, legandosi a quella verosimiglianza e a quella concretezza che i racconti d'amore, al cinema, ci hanno sempre negato. La La Land è una pellicola che abbraccia tutta l'esperienza umana legata all'amore e ai sentimenti, ma che si focalizza soprattutto sulla libertà che decidiamo di usare quando in gioco ci sono i nostri sogni, quelle speranza su cui abbiamo costruito la nostra intera personalità.

Ryan Gosling ed Emma Stone dimostrano, ancora una volta qualora ce ne fosse bisogno, di essere una coppia che, sullo schermo, funziona alla perfezione. Belli esteticamente e con un grande talento istrionico a disposizione del regista, questi due attori hhanno, tra loro, quella chimica tanto rara che ha sancito la creazione del modo di dire "bucare lo schermo". Con gli occhi immensi di Emma Stone, tanto adatti a rappresentare quelli di una ragazza piena di sogni, e i sorrisi sghembi di un cinico come il personaggio di Sebastian, i due attori riempiono lo schermo, lo colorano, lo spezzano. Così come avviene al cuore dello spettatore. Un ultimo accenno va fatto, naturalmente, alla meravigliosa colonna sonora del film. Essendo un musical ante litteram non poteva essere altrimenti, ma la la musica è davvero un personaggio aggiunto in La La Land. Vi sfidiamo quasi a non commuovervi con la meravigliosa City of Star. Per noi, La La Land è gia da Leone d'Oro. Capolavoro.

Valutazione di Erika Pomella: 1 su 10
La La LandVenezia 2016
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