Last Christmas
Last Christmas

Last Christmas, la recensione


'Last Christmas' è una commedia natalizia sorretta da una grandiosa prova istrionica offerta dalla sceneggiatrice Emma Thompson e ambientata in una Londra mai così bella sotto le luci di Natale
Voto: 6/10

Last Christmas I gave you my heart.
Queste sono le parole che George Michael cantava all'inizio di Last Christmas, brano degli Wham! uscito nel 1984 e divenuto ben presto un cult: non solo della musica in generale, ma anche dei brani da ascoltare quando dicembre si affaccia all'orizzonte, promettendo le luminarie di Natale. Ora Last Christmas è anche il titolo della nuova commedia romantica in uscita per Universal, diretta da Paul Feig e scritta da Emma Thompson, che di commedie natalizie deve pur saperne qualcosa, vista la sua partecipazione ad un vero e proprio cult del genere come Love Actually – L'amore Davvero.

E di Last Christmas si può raccontare la storia proprio partendo dall'incipit del brano musicale sopracitato. Lo scorso Natale ti ho dato il mio cuore. Questo perché la protagonista Kate (l'Emilia Clarke di Game of Thrones) è una ragazza reduce da una malattia al cuore che l'ha costretta a un intervento. La malattia l'ha portata ad allontanarsi dalla famiglia e dalle cure ossessive di sua madre (Emma Thompson), gettandosi in una vita fatta di rapporti occasionali, alcool e una certa forma di egoismo che la porta a ferire anche coloro a cui in realtà tiene. Reduce dalla guerra nell'ex Jugoslavia che l'ha costretta – insieme alla sua famiglia – a scappare a Londra, Kate (il cui vero nome è Katarina) sogna di fare la cantante, ma lavora in un negozio di articoli natalizi sotto la guida di Santa (Michelle Yeoh). La vita della ragazza così come il suo atteggiamento (fastidiosamente) egoista cambia quando sulla sua strada arriva Tom (l'Henry Golding di Crazy Rich Asians) un ragazzo che tiene chiuso il suo cellulare nella credenza, fa volontariato in un ospizio per senzatetto e insegnerà a Kate a scoprire un altro lato di Londra e di se stessa.

Last Christmas è un film che sotto i toni della commedia romantica e del classico film imbevuto di tradizioni natalizie, nasconde in realtà tematiche che non sono poi così leggere. A farla da padrone – nella buona sceneggiatura firmata da Emma Thompson – è una riflessione costante non solo sulla Brexit, ma anche sulla xenofobia che ormai sta disegnando il volto di molti paesi europei, compresa l'Italia. La paura dello straniero, di colui che viene al di fuori dei confini nazionali, in qualche modo continua a serpeggiare per tutta la durata del film, come una minaccia silenziosa ma costante, che dopotutto non si può ignorare. Allo stesso tempo il film mira a riflettere sulla solitudine e sulle seconde possibilità, così come sulla difficoltà di presentarsi al mondo per quello che si è veramente. Si tratta di temi tutti ugualmente importanti, come anche l'invito a non annegare nell'indifferenza, specie nel periodo natalizio, che però finiscono con l'essere soffocati dalla presenza massiccia di troppe riflessioni e troppi spunti. Il rischio, infatti, è che tutto venga solo accennato, con una legerezza che lede gli ottimi intenti della sceneggiatura. Insieme a questo, tutte queste riflessioni a volte dai toni un po' edulcorati finisce con l'offrire al pubblico uno scenario un po' troppo esagerato e buonista e zuccheroso che richiede uno sforzo anche per coloro pronti a lasciarsi andare alla sospensione dell'incredulità.

Detto questo, però, il film non manca affatto di una verve decisamente divertente, che farà ridere la platea sguaiatamente in più di un'occasione a scena aperta. Su tutti torreggiano i sipari in cui Emma Thompson è in scena (assolutamente inarrivabile quanto ad abilità istrionica) e quelli in cui il personaggio di Michelle Yeoh deve vedersela con dei sentimenti che quasi si vergogna ad affrontare. Tra questi due poli la storia d'amore tra Tom e Kate ha momenti molto dolci, ma anche alcuni che risentono di una debolezza di ritmo e dell'altalenante capacità di Emilia Clarke di non entrare nella lista di attori – vedi Eddie Redmayne o la "nuova" Renée Zellweger – di nascondersi dietro smorfie continue per esagerare la partecipazione emotiva di sentimenti messi in scena. Questa esagerazione espressiva dell'ex Daenerys Targaryen fa sì che lo spettatore non riesca sempre ad entrare in empatia con lei, anche a causa del personaggio stesso che all'inizio viene posto (volutamente) sotto una luce estremamente negativa, che quasi rende Kate un carattere di cui non ci interessa sapere poi molto. Dunque il problema principale di Last Christmas è quello di non riuscire ad essere costante nel ritmo e negli intenti, regalando agli spettatori momenti divertenti e ottimamente riusciti, ad altri che lasciano più di un punto interrogativo. Si tratta comunque di una commedia che, pur non essendo propriamente leggera, vi farà passare meno di un paio d'ore in sala, immersi nella certezza assoluta del film: la meraviglia di Londra nel periodo natalizio.

Valutazione di Erika Pomella: 6 su 10
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