Lo Hobbit: La Desolazione di Smaug
Lo Hobbit: La Desolazione di Smaug

Lo Hobbit: La desolazione di Smaug, la recensione


Il secondo capitolo della saga tolkieniana de Lo Hobbit è finalmente in sala. La desolazione di Smaug è un film ricco di azione, avvincente ed emozionante. Si entra nel vivo della storia e, a tratti, c'è di nuovo il tono epico de Il Signore degli Anelli. Migliore del primo capitolo ma un pò troppo lungo, mentre il 3D a 48 fps rende tutto troppo finto.
Voto: 8/10

Lo Hobbit : La desolazione di Smaug è il secondo capitolo di una delle saghe più amate e attese in tutto il mondo. Peter Jackson è di nuovo alla regia del quinto film che porta sul grande schermo le avventure narrate nelle due opere tolkieniane e questa volta, oltre a Gandalf/Ian McKellen, personaggio e attore simbolo dell'intera saga, Orlando Bloom torna a vestire i panni di uno dei protagonisti più amati de Il Signore degli Anelli, ovvero Legolas. New entry nel cast sono Evangeline Lilly (Lost) nei panni dell'elfo Tauriel, personaggio inventato appositamente per la versione cinematografica della storia, Lee Pace, Luke Evans e naturalmente Benedict Cumberbatch, il quale presta la sua splendida voce al terribile drago Smaug. Il film è girato ancora una volta negli immensi stabilimenti Miramar di Peter Jackson a Wellington e gli esterni nei meravigliosi paesaggi della Nuova Zelanda. Anche questa volta in una versione 3D a 48 fotogrammi al secondo.

La storia, ambientata nella Terra di Mezzo, 60 anni prima delle avventure de Il Signore degli Anelli, riprende esattamente dove si era concluso il primo capitolo, con la compagnia, formata da tredici Nani, dal Mago Gandalf e da lo hobbit Bilbo Baggins (Martin Freeman), in viaggio verso la Montagna Solitaria per la riconquista del perduto Regno dei Nani di Erebor, ora sotto il controllo del terribile drago Smaug. Dopo nuovi pericolosi incontri, tra cui quello a Bosco Atro, dove il gruppo si imbatte negli Elfi della Foresta, più pericolosi e meno saggi di altri, e dove fanno la conoscenza di Re Thranduil (Lee Pace), di Legolas, figlio del Re, e di Tauriel, Comandante della Guardie del Re, finalmente arrivano alla Montagna Solitaria, dove Smaug li attende.

Se il primo capitolo, Un Viaggio Inaspettato, risultava a tratti noioso, con poca azione rispetto alle aspettative, troppo lontano dalla magia della trilogia precedente, il secondo rivolta completamente le carte in tavola e il risultato finale è assolutamente migliore; i molti fan che erano rimasti delusi dal film precedente, questa volta potranno tirare un sospiro di sollievo. Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato rispecchiava molto l'atmosfera del libro di Tolkien che è un romanzo più giocoso e più per bambini rispetto al Signore degli Anelli e quindi forse anche per questo il film ha convinto meno, ma questa volta la storia entra nel vivo, nell'ultima parte del racconto le tematiche e la narrazione si fanno più cupe, più serie e di conseguenza più epiche, tutto diventa più oscuro e quel tocco magico che aveva caratterizzato la trilogia precedente fa capolino e il film decolla.

Lo Hobbit: la desolazione di Smaug è pieno di azione, ricco di scene emozionanti e avvincenti, ma anche di momenti di alto cinema come quello in cui avviene l'incontro e il dialogo tra Bilbo e Smaug, tra Martin Freeman e Benedict Cumberbatch, due grandi attori che fanno coppia anche sul piccolo schermo in Sherlock. La regia di Peter Jackson è come sempre maestosa, per non parlare delle splendide musiche di Howard Shore.

Due piccole note negative: il 3D a 48 fotogrammi al secondo e l'eccessiva durata. Il 3D è fondamentale in questo genere di film perché riesce a dare profondità e a rendere al meglio l'utilizzo degli spazi ma questo tipo in alcuni momenti avvicina troppo il film ad un videogioco e rende tutto troppo finto. Per quanto riguarda la durata, già trarre tre film da un libro di poco più di cento pagine è quantomeno un azzardo, poi far durare così tanto ogni singolo film è veramente esagerato.  

Valutazione di Giorgia Tropiano: 8 su 10
Lo Hobbit – La Desolazione di Smaug
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