Oppenheimer, recensione film di Christopher Nolan
Oppenheimer, atteso film di Christopher Nolan, racconta, secondo la cifra stilistica del regista, la storia del padre della bomba atomica.
di Giorgia Tropiano / 26.07.2023 Voto: 8/10
Oppenheimer, il nuovo attesissimo lavoro di Christopher Nolan, è sicuramente un film evento nelle sale, tanto da aver contribuito alla moda del momento, la Barbienheimer, perché i due film che il pubblico attendeva maggiormente forse di tutto l’anno escono in contemporanea nelle sale cinematografiche statunitensi e non solo, tanto da far spopolare sul web e sui social meme e post che, in maniera giocosa e anche geniale, accostano i due film così da aver creato un trend che non fa altro che creare ulteriore pubblicità a favore delle due pellicole. Purtroppo noi in Italia non potremmo beneficiare dell’opportunità perché Oppenheimer uscirà il 23 agosto, un mese dopo la data ufficiale della maggior parte dei paesi. Il dodicesimo lavoro da regista di Nolan vanta un cast incredibile, dal protagonista assoluto ovvero Cillian Murphy (alla sesta collaborazione con il regista), al calibro di star come Matt Damon, Robert Downey Jr., Emily Blunt, Florence Pugh e Josh Hartnett, con camei di lusso come quelli di Gary Oldman, Casey Affleck e Rami Malek.
La storia di Robert Oppenheimer, fisico statunitense considerato il padre della bomba atomica
Come è facilmente intuibile dal titolo, Oppenheimer racconta la storia di Robert Oppenheimer, il fisico statunitense che è considerato come il padre della bomba atomica. Direttore del progetto Manhattan presso il laboratorio di Los Alamos, nel New Mexico, a capo dei più grandi studiosi e le più grandi menti dell’epoca, il fisico e la sua squadra hanno lavorato in grande segreto, durante la Seconda Guerra Mondiale, alla realizzazione della bomba atomica, utilizzata poi sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, comportando tutte le conseguenze catastrofiche che purtroppo ben conosciamo. Ma il film non racconta solo questo aspetto della vita di Oppenheimer ma anche e soprattutto tutte le conseguenze, sia mentali che sociali, che sono seguite allo sgancio delle bombe sulla vita dell’uomo.
Oppenheimer non è un film biografico classico
Se siete fan di Nolan sapete già in parte cosa aspettarvi dal film, se invece conoscete poco il regista sappiate che Oppenheimer non è un film biografico classico, come si è abituati a vederne. La costruzione narrativa, o meglio la decostruzione sarebbe più il caso di dire, non segue un filo lineare e, in pieno stile Nolan, è segmentata, come un puzzle, si ramifica in tanti piccoli tasselli che avranno poi un senso e una conclusione nel finale. Sembra di stare nella mente geniale di Oppenheimer, perché anche in questo caso, come in tanti altri lavori del regista, l’aspetto mentale e sensoriale ha un ruolo importante nella costruzione del racconto e del personaggio. Non a caso il film si apre con immagini che potrebbero benissimo essere flash visivi nati dal cervello del fisico. Così lo spettatore viene a conoscere la storia della creazione della bomba atomica in modo anomalo ma non per questo meno riuscito, anzi sicuramente più affascinante.
Un racconto di ben tre ore che però non annoia mai
La pellicola si presenta come un alternarsi continuo tra passato, presente e futuro, tra il bianco e nero e il colore, tra scene più intimistiche e scene piene di tensione, in un racconto di ben tre ore che però non annoia mai. Si perché il film richiede anche un grado di attenzione alto da parte dello spettatore, perché l’alternarsi dei piani temporali e delle varie fasi della vita di Oppenheimer non segue mai un filo logico, o almeno non trova senso se non alla fine. E’ sicuramente un Nolan meno spettacolare e più intimista, che non rinuncia però alla cifra stilistica che lo ha sempre contraddistinto. Alcune scelte narrative sono forse un po’ forzate, come la scelta dell’utilizzo del bianco e nero, quando il punto di vista è quello di Lewis Strauss (Robert Downey Jr.), “l’antagonista” del film, senza però dargli il giusto peso all’interno della pellicola, è qualcosa che distrae inutilmente. Ma al di là di scelte discutibili, che è comunque qualcosa che ha a che fare con il gusto personale, quello che è oggettivo è che Oppenheimer offre prove attoriali meravigliose, su tutti Cillian Murphy e Robert Downey Jr., ma comunque ogni singolo attore presente nel film dà il meglio di sé. Ha una bellissima fotografia, una regia importante e tante altre qualità che lo faranno arrivare ad essere sicuramente uno dei film più apprezzati e candidati del 2023.