Qualcosa di buono
Qualcosa di buono

Qualcosa di buono, la recensione


'Qualcosa di buono' è un film sull'amicizia improbabile tra due donne differenti che riusciranno, attraverso le loro differenze, a creare quel qualcosa per cui vale la pena vivere. Buone le prove del cast, su tutte Hilary Swank e Emmy Rossum
Voto: 7/10

Kate (Hilary Swank) è una donna che sembra avere tutto quello che vuole: talentuosa pianista, ha un marito che la ama e una vita che sembra essere perfetta. Tutto cambia quando un lieve tremore della mano lascia presagire l'avanzata della SLA, che in capo a pochissimo tempo la riduce più a un peso per suo marito (Josh Duhamel) che ad una compagna. Per farsi aiutare nella vita di tutti i giorni, Kate decide di assumere come "badante" Bec (Emmy Rossum), una ragazza sfrontata e apparentemente ingovernabile, che ai ritardi sul posto di lavoro e al dizionario pieno di parolacce, alterna anche l'unica dote che cerca Kate: quella di essere vista non esclusivamente in funzione della sua malattia, ma ancora come essere umano pensante e con una propria dignità. Il rapporto tra le due donne, così apparentemente diverse, andrà maturando giorno dopo giorno, affrontando tradimenti, delusioni e decisioni difficili.

Qualcosa di buono è, ad un primo sguardo, l'ennesimo lungometraggio sul come affrontare una malattia e come rapportarsi – di conseguenza – alla morte. Da questo punto di vista la pellicola non delude affatto le aspettative: lo spettatore assiste impotente alla lenta degenerazione della protagonista, che deve imparare di nuovo a gestire un corpo in qualche modo neonato, diverso da quello precedente e (purtroppo) in continua trasformazione. Protagonista a cui presta il volto un Hilary Swank che già in passato aveva avuto modo di lavorare sulla fisicità e le sue derivazioni negativi: da Boys don't cry in cui era costretta nella parte di una ragazza che rifiuta la propria corporeità femminile, a Million Dollar Baby, dove era una promettente lottatrice di box fermata da un gravissimo infortunio. Siamo quindi davanti ad una nuova donna che aveva grandi progetti, grandi potenzialità, ma che è finita per essere tradita da se stessa. Al suo fianco, poi, c'è un Emmy Rossum che nella prima parte della pellicola rischia di scimmiottare un po' troppo il suo personaggio di Fiona Gallagher in Shameless: lo stesso atteggiamento, lo stesso modo di parlare e di muoversi.

Ma Qualcosa di buono è anche, e soprattutto, un film sull'amicizia e l'accettazione tra due persone agli antipodi, figlie di società diverse e contesti urbani quasi opposti. E' la storia di due donne che sono costrette a combattere battaglie differenti ma che, proprio attraverso la presenza reciproca, finiranno per trovare l'una nell'altra quell'arma in più, quel pezzo mancante per arrivare alla fine del proprio percorso umano. Certo, non c'è niente che non sia già stato visto in questa pellicola e di certo una o due sequenze sono piuttosto banali se inserite nel contesto del genere; eppure il film, trattando anche con leggerezza un tema così spinoso, riesce comunque ad arrivare alle corde più intime dello spettatore.

Valutazione di Erika Pomella: 7 su 10
Qualcosa di Buono
Impostazioni privacy