Frankenweenie
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Recensione Frankenweenie di Tim Burton


Recensione di Frankenweenie, film d'animazione di Tim Burton interamente girato in stop-motion e in 3D: una favola dalle mille sfumature, dal grottesco al dark, che tiene incollato lo spettatore davanti lo schermo.
Voto: 7/10

Frankenweenie è l’ultimo film di Tim Burton che stavolta mette da parte il suo pupillo Johnny Depp e torna all’animazione con un cartone animato realizzato interamente in stop-motion e in 3D.

Frankenweenie racconta la storia di Victor, ragazzino interamente dedito alla scienza e al suo cane Sparky. La morte inaspettata del cagnolino lascerà un vuoto incolmabile in Victor, il quale però riuscirà riportarlo in vita grazie ad un idea datagli indirettamente dal suo professore di scienze. Nonostante provi a far rimanere tutto quanto dentro le mura domestiche, Victor si troverà costretto a far fronte a molti problemi causati dai suoi amici che difatti gli rubano l’idea e tentano di far resuscitare i propri animali per poter vincere il concorso di scienze indetto dalla scuola. Ma non tutto andrà come deve andare. Gli animali fatti resuscitare si trasformeranno in creature mostruose che metteranno a soqquadro la città ma Victor grazie alla sua intelligenza e all’aiuto del suo migliore amico a quattro zampe riusciranno a riportare la tranquillità.

La storia di quest’ultima fatica di Burton è molto travagliata: nel 1984 un non ancora celebre Tim Burton realizzò un cortometraggio di 26 minuti dal titolo Frankenweenie e la Diseny, dopo averlo visionato, lo licenziò in malo modo accusandolo di aver sprecato le risorse della compagnie per un prodotto invendibile e non adatto ad un pubblico di ragazzi a causa della sua trama gotica e grottesca. A distanza di anni il successo di Tim Burton è cresciuto a dismisura e, oggi, ha voluto riproporre la sua prima opera giovanile allestendo una favola dark molto più macabra dell’originale ma comunque fedele al primo script. La tecnica dello Stop-Motion ormai è un punto fermo dei film d’animazione dell’eclettico regista ma stavolta stupisce tutti aggiungendo il bianco e nero ed un 3D che però non risulta molto funzionale.

Come sempre, Burton analizza la condizione del diverso nella società odierna e di come essa stessa sia piena di pregiudizi verso chi non rispetta i canoni sociali odierni. In Frankenweenie di pregevole fattura sono le citazioni e gli omaggi al vecchio cinema horror e fantasy, come ad esempio il piccolo film girato da Victor che è una chiara citazione a Godzilla e King Kong, nonchè le immagini di Dracula che compaiono sul televisore di Victor. Anche il finale, caratterizzato da un grande incendio è un chiaro omaggio al finale di Frankenstein, come d’altronde tutto il film. Merita di essere citato l’omaggio al grande attore Vincent Price, protagonista di molte pellicole fanta-horror degli anni 60 (L’ultimo uomo sulla terra, da cui poi è stato tratto il recente Io Sono Leggenda) , il quale viene ‘interpretato’ dal professore di scienze del piccolo Victor.

Per i nostalgici del vecchio Tim Burton, Frankenweenie si presenta come una vera manna. Pur non essendo un’opera originale nella forma e nei contenuti, Burton riesce a tenere incollati allo schermo gli spettatori con una nuova favola dalle mille sfumature, dal grottesco al dark.  

Valutazione di redazione: 7 su 10
Frankenweenie
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