Tutti i Ricordi di Claire
Tutti i Ricordi di Claire

Tutti i Ricordi di Claire, la recensione


Tutti i ricordi di Claire è un film delicato, incentrato sull'importanza della memoria e delle persone che accompagnano il nostro cammino. Straordinaria Catherine Deneuve
Voto: 7/10

Tratto dal romanzo di Lynda Rutledge dal titolo Il cassetto dei ricordi segreti, Tutti i ricordi di Claire è il film di Julie Bertucelli con Catherine Deneuve che arriverà nelle nostre sale a partire dal prossimo 21 Novembre grazie a Movies Inspired.

La storia si dipana lungo il paesaggio quasi campestre di Verderonne, un piccolo borgo quasi atemporale nella Francia della regione dell'Oise. Qui troviamo Claire Darling (Catherine Deneuve), proprietaria di una tenuta vasta, piena di ricordi e oggetti che hanno attraversato la sua esistenza. Ormai in età avanzata, Claire decide di punto in bianco di dare via ogni oggetto che torva riparo tra le mura della villa, senza scrupoli e senza standard. Nel suo giardino, dunque, vecchie bambole sono al fianco di porcellane a forma d'angelo, mentre la donna si trova in bilico tra passato e presente. Questo non solo per il peso dei ricordi, ma soprattutto per la condanna di una malattia che sta divorando la sua capacità di registrare nuova memoria, lasciandola bloccata in un passato ormai perso alle spalle. Di colpo, però, sua figlia Marie (Chiara Mastroianni), con la quale non aveva più un particolare rapporto da tempo, torna a casa e trova una madre decisamente più fragile di quella che abitava nei suoi ricordi d'infanzia.

Catherine Deneuve, fresca dell'ottima interpretazione offerta in La Verité – film d'apertura alla 76a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia – torna sul grande schermo con un altro ruolo da cui è molto difficile distogliere lo sguardo. La regista insiste sul volto spesso confuso di questa donna che non ha più punti di riferimento. E attraverso il personaggio di Claire il film indaga su un male terribile, che troppo poco spesso viene trattato sul grande schermo. La fragilità umana che deriva dalla consapevolezza di perdere le proprie radici e la capacità di nascondersi in una memoria rassicurante. I ricordi, rifugio sicuro, diventano allora armi a doppio taglio, lame affilate in grado di umiliare e ferire. L'umano viene dunque svestito della propria natura, quando non trova appigli nel passato che ci hanno spinto a diventare ciò che siamo diventati. Perché se è vero che noi siamo il risultato delle nostre esperienze, cosa succede quando quelle stesse esperienze cominciano a sbiadire e a farsi piene di menzogne che una mente cerca di elaborare in preda al panico?

A questo tema delicato e pieno di struggente sofferenza, Julie Bertuccelli si sofferma anche sul difficile rapporto madre-figlia. Un rapporto che si fa ancora più complicato non solo da un passato di tensioni e incomprensioni, ma anche dall'attuale condizione di Claire: perché a volte è difficile arrabbiarsi con chi è tanto fragile. Inoltre lungo questa strana dramedy c'è un fil rouge che sembra suggerire allo spettatore che lo spettacolo a cui sta assistendo è qualcosa che interessa davvero molto alla regista, come se la regista stesse in qualche modo raccontando se stessa.

Infine, non meno importante, in un'epoca tanto consumista come quella che viviamo, non bisogna sottovalutare la lieve riflessione che la pellicola sembra suggerire sugli oggetti e sul possesso di essi. Come detto qualche riga più su, Claire comincia a dare via tutti i suoi oggetti: alla base della sua decisione ci sarebbe la consapevolezza di avere solo poche altre ore di vita e di essere dunque in procinto di morire. Così per liberarsi della sua vita, la donna decide di liberarsi degli oggetti che l'hanno accompagnata. Gli oggetti, allora, smettono di essere semplici beni di consumo o di mera decorazione, ma pagine di un libro, momenti di una storia che non si è ancora conclusa.

Sebbene l'inizio di Tutti i ricordi di Claire abbia la pecca di un ritmo forse un po' troppo lento per permettere al pubblico di immergersi immediatamente nella storia, il risultato è comunque un film delicato e pieno di riflessioni profonde e mai scontate.

Valutazione di Erika Pomella: 7 su 10
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