Un'ombra sulla verità
Un'ombra sulla verità

Un’ombra sulla verità, recensione del film con François Cluzet


'Un'ombra sulla verità' è un film che riflette sulla portata e la pericolosità delle fake news e del complottismo a ogni costo. Sorretto da un cast davvero ottimo, il film è in realtà un invito alla riflessione e alla comprensione
Voto: 7/10

Simon Sandberg (Jérémie Renier) è un uomo di buon cuore, che non si tira mai indietro quando si tratta di aiutare qualcuno. È per questo motivo che, dopo avergli venduto una cantina, l'uomo accetta di ospitare il misterioso Jacques Fonzic (François Cluzet) in una stanza di sua proprietà, prima che l'atto di vendita della cantina sia effettivo e registrato. Tuttavia ben presto Simon e sua moglie Hélène (Bérénice Bejo) scoprono che l'uomo non ha detto tutta la verità e dietro le sue omissioni c'è qualcosa di terribile, un crimine intollerabile che affonda le radici nell'Olocausto. Per Simon, allora, inizierà una vera e propria guerra contro il nuovo inquilino: una guerra legale che, tuttavia, costringerà Simon a fare i conti con i fantasmi del suo passato.

Questa, in breve, è la trama di Un'ombra sulla verità, il film di Philippe Le Guay che arriverà al cinema con BIM il prossimo 31 agosto. La pellicola è un dramma che riflette molto sul senso della verità e che si presenta allo spettatore in un'epoca sociale e culturale in cui le fake news la fanno da padrone e in cui chiunque abbia accesso a una connessione internet può pubblicare quello che vuole, screditando la Storia stessa. Una strategia comunicativa basata sulla menzogna, sulle inesattezze e su fonti inaffidabili, che sembra rispecchiare quella della società moderna, dove complottisti e negazionisti riempiono le pagine di Facebook, asserendo di avere accesso alla Verità assoluta, diversa dalla propaganda elargita dai media tradizionali. Da questo punto di vista, Un'ombra sulla verità è un film decisamente attuale che, pur guardando al passato orribile della seconda guerra mondiale, sembra in grado di descrivere con minuziosità l'internauta medio, quello che sui social cerca soprattutto attenzione ma anche quello che vomita odio e frustrazione.

Tuttavia nel film di Philippe Le Guay il ricorso al complotto e al negazionismo è affidato alla recitazione elegante di François Cluzet, che quasi mai ricorre alle urla, alle minacce, ma si rapporta sempre con il tono pacato di chi ha ragione, con la voce controllata di un professore che sembra volerti solo invitare alla riflessione e alla ricerca mentre, al contrario, cerca di plagiare chiunque sia disposto ad ascoltarlo. Razzista, manipolatore e instabile, il personaggio di Cluzet è un personaggio che ci invita a riflettere, che ci porta a concepire con più forza la differenza che c'è tra la libertà di espressione e di pensiero rispetto a una vera e propria propaganda poggiata sull'invalidazione emotiva, sul cosiddetto benaltrismo che cerca di sminuire un evento tragico portandone a galla altri. Meccanismi che ormai si vedono nella quotidianità e che il regista è stato molto bravo a portare sullo schermo, nel suo film.

Un'ombra sulla verità è una pellicola a tratti lenta, ma sempre incredibilmente elegante, che porta sullo schermo una quotidianità che pian piano mostra le sue crepe, i suoi punti deboli, gli angoli oscuri che intaccano anche i protagonisti. E, sebbene sia palese chi sia il villain della storia, è altresì corretto affermare che tutti i personaggi portano su di sé una traccia di oscurità, un angolo buio che fa emergere la bestia che tutti, chi più chi meno, portiamo dentro di noi. Dal fratello del protagonista che è un traditore impenitente, a Hélène, che perde le staffe al punto da ricorrere alle mani, fino al protagonista, che si lascia trascinare a fondo dalla rabbia che il suo avversario accende in lui e nei ricordi che non è mai stato davvero pronto a fronteggiare. Forse il finale è un po' troppo affrettato e senza una vera e propria "soddisfazione", ma in generale Un'ombra sulla verità è un film attuale, intelligente e interessante, sorretto da un ottimo cast.

Valutazione di Erika Pomella: 7 su 10
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