Winnie the Pooh Sangue e Miele, estratto poster wide
Winnie the Pooh Sangue e Miele, estratto poster wide

Winnie the Pooh: Sangue e miele, la recensione dell’horror ispirato ai celebri personaggi


Un horror a bassissimo budget che è riuscito a far parlare di sé in tutto il mondo, e che trasforma il simpatico orsetto goloso di miele in una creatura assetata di sangue e vendetta.
Voto: 5/10

Chi di noi non è cresciuto con i racconti che avevano per protagonisti i personaggi creati da A.A. Milne e E.H. Shepard? Winnie the Pooh, il simpatico orsetto ghiotto di miele, e i suoi amici come il maialino Pimpi, l’asinello Ih-Oh e tutti gli altri, senza dimenticare naturalmente il loro compagno di giochi umano, un bambino di nome Christopher Robin (ispirato al figlio dello stesso Milne), hanno accompagnato l’infanzia dei bambini di tutto il mondo, e hanno già ispirato anche diverse trasposizioni sia cinematografiche che televisive, da film e serie di animazione fino a un paio di versioni live action (Vi presento Christopher Robin, con Domhnall Gleeson e Margot Robbie, sulla creazione dei personaggi, e Ritorno al bosco dei 100 acri, con Ewan McGregor nei panni di un Christopher Robin ormai adulto che ritrova gli amici d’infanzia). Quello che forse nessuno poteva aspettarsi era la variante horror dei celebri personaggi, ma a colmare questa curiosità ci ha pensato Winnie the Pooh: Sangue e miele, che arriva da noi in home video distribuito da Plaion Pictures. Tutto nasce quando, lo scorso anno, i diritti del libro originale diventano di pubblico dominio, aprendo così la porta a un libero utilizzo dei personaggi (anche se, per motivi di copyright, non ci si deve comunque appropriare di alcuni dettagli che li renderebbero troppo simili alle versioni disneyane).

Trailer Winnie the Pooh: Blood and Honey
Trailer Winnie the Pooh: Blood and Honey

Dalla fiaba all’horror

Il film è stato scritto, diretto, montato e prodotto dall’inglese Rhys Frake-Waterfield, che ha già al suo attivo molti film horror con un micro budget (anche se solitamente non destinati alla sala cinematografica), e che inizialmente ha realizzato anche questo Winnie the Pooh: Sangue e miele come una produzione indipendente a costo ridottissimo, girata in soli dieci giorni; quando però l’annuncio del film ha generato curiosità e attenzione, la società di produzione ha concesso un aumento del budget oltre a giorni aggiuntivi di riprese, con il risultato che il film ha avuto una distribuzione più ampia del previsto, non senza qualche polemica, censure e critiche estremamente negative.

La premessa della storia è che, quando Christopher Robin parte per il college per diventare un dottore, i suoi amici animali rimangono soli, senza la sua compagnia e il suo sostegno, alle prese con l’inverno e la scarsità di cibo; dopo aver deciso di sacrificare qualcuno di loro pur di sfamarsi, il trauma spinge Winnie the Pooh e Pimpi a sviluppare odio e desiderio di vendetta verso l’umanità, decidendo anche di rinunciare completamente all’uso della parola. Qualche anno dopo Christopher Robin (Nikolai Leon), in procinto di sposarsi, porta la sua futura moglie Mary al bosco dei 100 acri per farle conoscere i luoghi della sua infanzia, sperando di ritrovare anche i vecchi amici; ben presto, però, i due si imbattono nella furia omicida degli animali antropomorfi, che seminano terrore anche fra i turisti della zona.

Un classico horror in cui le vittime designate cercano di sfuggire ai predatori della situazione

Come abbiamo già detto, si tratta di un film realizzato senza i grandi mezzi produttivi destinati ad altre pellicole, ma non sempre le grandi idee hanno bisogno di un ampio budget, e questo è stato dimostrato spesso proprio nel genere horror, in cui è possibile ottenere risultati efficaci anche con poco, se si ricorre alla creatività: lo dimostra in questo caso anche il prologo animato in apertura del film, che poteva lasciar presagire un approccio insolito ed estroso. Invece, poi andando avanti,  quello che troviamo è un classico horror in cui le vittime designate cercano di sfuggire ai predatori della situazione, e che ha tutto l’aspetto di un prodotto amatoriale, a cominciare dal look (per quanto riguarda Pooh e Pimpi, ad esempio, non aspettarsi una raffinata CGI, ma maschere di gomma vecchio stile). Non si tratta poi solo di una resa dei conti fra Christopher Robin e i suoi vecchi compagni di giochi, perché la trama segue anche le vicende di un gruppo di amiche, in vacanza per aiutare una di loro a superare un trauma dovuto a una brutta vicenda di stalking, cosa di cui non si capisce granché il nesso, ma d’altronde in ogni horror che si rispetti non mancano le ragazze in pericolo.

La pellicola non sfrutta a fondo il potenziale, film da vedere senza troppe aspettative

Una volta esaurita, quindi, la curiosità e lo stupore di vedere celebri e innocui personaggi dell’infanzia in una versione completamente inaspettata, la pellicola non sfrutta fino in fondo questo potenziale e si riduce a un film gore in cui al sapore del miele si mescola quello del sangue, con scene di violenza grafica non particolarmente inventive, fatto di sequenze che dilatano i tempi senza suscitare vera tensione, con recitazione basica e personaggi anonimi.
In definitiva, Winnie the Pooh: Sangue e miele è un film da vedere senza troppe aspettative, con il solo merito di aver saputo capitalizzare sull’idea di partenza, soprattutto se è vero che il regista ha già in mente, oltre al sequel di questo film, anche la rilettura horror di altri due classici: Bambi e Peter Pan.

Valutazione di Matilde Capozio: 5 su 10
Winnie the Pooh: Sangue e Miele
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