Zoolander 2
Zoolander 2

Zoolander 2, la recensione


'Zoolander 2' è un film che diverte e che offre un taglio cinico e scanzonato sul vuoto che permea, oggi, la vita delle persone. Peccato che, di tanto in tanto, Ben Stiller spinga troppo sull'acceleratore della parodia, finendo a muoversi in una farsa che non sempre appare riuscita.
Voto: 7/10

All'alba del nuovo millennio Derek Zoolander (Ben Stiller) era il modello più importante, famoso e bello, bello in modo assurdo sulla scena internazionale, che doveva vedersela con l'entrata in scena di un nuovo modello, Hansel (Owen Wilson), ma anche, e soprattutto, con il piano diabolico ideato dal vistoso "stilista" Mugatu (Will Ferrell) di utilizzarlo come arma per uccidere il primo ministro della Malesia, che voleva annullare lo sfruttamento del lavoro minorile che tanto faceva comodo non solo allo stilista, ma anche a tutta l'istituzione della moda che, da sempre, usava i modelli per portare a compimento i loro piani malvagi. Ma Derek Zoolander, che di certo non brillava per intelligenza, riusciva a sgominare l'intera faccenda con l'invenzione della sua espressione ormai più famosa, la Magnum, guadagnando fama, un migliore amico e persino una moglie. Questo, in breve, era quello che ci aveva lasciato Zoolander circa quindici anni fa; un film, cioè, pieno di battute e situazioni assurde, finito con il diventare ben presto un vero e proprio cult, per cinefili e non. Noi tutti pensavamo che la storia fosse finita lì, ma – dopo che voci si sono rincorse per almeno un decennio – Ben Stiller ha deciso che le avventure del suo modello non fossero ancora concluse, perciò ha scritto, diretto e interpretato Zoolander 2, girato quasi interamente nel territorio capitolino.

Ma che cosa è cambiato in questi quindici anni? Per Derek Zoolander tutto: non è più sulla cresta dell'onda, ma anzi vive recluso in qualche parte del New Jersey, ossessionato dai suoi sensi di colpa per una tragedia che gli ha portato via tutte le cose importanti. Da sua moglie Matilde a suo figlio Derek Junior; senza contare che Hansel non gli rivolge più la parola da quando un incidente lo ha sfregiato. All'improvviso, però, Billy Zane arriva dai due supermodelli con la proposta di partecipare ad una sfilata del più grande stilista del momento, a Roma. Per i due è l'occasione di rimettere in marcia il proprio destino. Nel frattempo, nel mondo, qualcuno sta uccidendo le pop star che, prima di morire, twittano o pubblicano foto con espressioni prese dal catalogo facciale di Derek; così l'agente che si occupa del caso (la new entry Penelope Cruz) decide di chiedere aiuto al supermodello, offrendogli in cambio informazioni per ritrovare Derek Jr., che è ben lungi dall'essere il figlio che Derek aveva sempre sognato. Intanto le uccisioni e le umiliazioni continuano: possibile che dietro tutto questo ci sia ancora Mugatu, incarcerato da anni nella prigione di alta sicurezza per crimini contro la moda?

Zoolander 2 riprende il discorso esattamente da dove lo aveva interrotto anni fa, con un inaspettato quanto geniale ribaltamento di prospettiva. L'happy ending in cui ci eravamo adagiati di colpo diventa solo l'inizio di un periodo nero e burrascoso, che si trascina nella decade che i due protagonisti hanno passato lontani dalla passerella. L'incipit di questo sequel è entusiasmante e i fan del primo capitolo non potranno fare a meno di sentire sulla lingua scorrere il sapore dolce amaro per quello che hanno perso, ma anche l'eccitazione per quello che stanno per trovare. E cosa trovano? Un film ancora più sopra le righe del precedente, dove Derek Zoolander sguazza nel voto di questa contemporaneità tutta volta all'apparire, al fotografarsi di continuo, come se l'obiettivo fosse in grado di carpire l'anima del modello che ci si ferma davanti (sempre per rimanere ancorati al primo episodio). Zoolander 2 è una pellicola che si presenta agli occhi dello spettatore da una parte come una commedia assurda che funziona qualora si accetti senza scuse la sua natura, dall'altra come una galleria di personaggi famosi, su cui troneggiano le presenze di Benedict Cumberbatch che è tutto, e di Kiefer Sutherland, che, interpretando se stesso, ride dell'aurea di azione che si trascina dietro da anni. In tutto questo, tra gag che funzionano più di altre, tra parodie che spessono scivolano un po' troppo nel kitch, tra leggende bibliche (ritroviamo anche l'Alexander Skasgard già apparso nel primo film) e riunioni quasi mistiche, Zoolander 2 scorre senza intoppi, con alcune trovate geniali.

Valutazione di Erika Pomella: 7 su 10
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