Spiderman Homecoming – Tom Holland e Jon Watts a Roma


Sono giunti a Roma, per presentare il nuovo 'Spiderman Homecoming', il regista Jon Watts e l'interprete principale Tom Holland, che hanno parlato di questo nuovo tassello che si unisce all'universo sempre più variopinto di casa Marvel.

A Roma è una giornata caldissima: i trenta gradi si riverberano sul centro capitolino, tra turisti che camminano ammirati tra Via del Corso e Lungotevere. Ed è proprio in mezzo a queste parentesi architettoniche, alla Lanterna dui Fuksas, progetto dell'architetto Massimiliano Fuksas, che il regista Jon Watts e il giovane attore Tom Holland hanno incontrato la stampa per il tour promozionale di Spiderman Homecoming, che arriverà nelle nostre sale il prossimo 6 Luglio.

Sotto la cupola di vetro dell'ex palazzo dell'Unione Militare, con la moderazione di Manlio Castagna, regista e interprete hanno parlato della loro esperienza con Spiderman Homecoming, rappresentando, di fatto, la terza versione dell'uomo ragno dopo quella di Tobey McGuire e di Andrew Garfield. Uno spiderman che non torna alle origini, che non ci vuole mostrare come Peter Parker abbia conosciuto i suoi poteri, quanto piuttosto un film dove è l'azione a farla da padrone e che si ricollega alle avventure che Spiderman ha già vissuto nell'universo Marvel all'interno di Capitan America – Civil War. Ed è proprio Tom Holland a ricordare i suoi primi passi come nuovo Spiderman all'interno del citato lungometraggio, quando spiega i problemi legati al costume:

In Civil War non avevo un mio costume vero e proprio. Per ovvie ragioni dovevo usare quello della mia controfigura, che era decisamente più grosso di me. Quindi il costume mi stava grande e non ero proprio a mio agio. Diciamo che era difficile sentirsi eroico. Poi, però, con Spiderman Homecoming ho finalmente avuto il mio costume che mi calzava a pennello. Ed è stato veramente figo.

Tuttavia la più grande sfida per il giovane interprete non è stata solo quella di trovare il proprio costume, ma anche quello di confrontarsi con un personaggio tanto conosciuto, che era stato portato al cinema già due volte.

Per me la vera sfida era cercare di rendere questo personaggio unico. Sapevo he dovevo in qualche modo renderlo differente. Volevo che non somigliasse agli altri, che non somigliasse a nessun altro.

Tom Holland ha poi raccontato di come abbia ricevuto la notizia di essere diventato il nuovo volto di Spiderman attraverso un post che la Marvel pubblicò su Instagram, nell'ilarità generale della famiglia:

Io ero al settimo cielo e ricordo che mio fratello, che è qui in sala da qualche parte, continuava a dirmi: è impossibile che non ti chiamino per dirtelo. E' impossibile che abbiano pubblicato la notizia senza prima avvisare te.

L'attore, che ha un background da ballerino – ha interpretato Billy Elliott nella versione live dello spettacolo – ha anche spiegato la differenza tra la difficoltà di realizzare una coreografia e quella di realizzare le acrobazie del "bimbo-ragno" (per utilizzare la terminologia di Robert Downey Jr. aka Iron Man):

 Le coreografie di Billy Elliott erano molto difficili, ma una delle cose che mi piace della danza è il fatto che attraverso essa puoi imparare il controllo del tuo corpo. E una volta che sai come controllare il tuo corpo, questo ti aiuta anche nella costruzione del personaggio. Anche le acrobazie per questo film sono state difficili, forse ancora di più. Ma saper controllare il mio corpo, mi ha aiutato moltissimo.

Nonostante questo controlo, tuttavia, Tom Holland ha raccontato anche di aver avuto dei problemi sul set e ha ricordato forse il momento più pericoloso durante la lavorazione:

C’era questa sequenza da girare, con un’imbracatura attaccata ad un filo. Non ho capito bene lo schedule delle riprese. Credevo l’avremmo fatta il giorno dopo,  perciò ero andato a mangiare un paio di hamburger.  A sorpresa però mi chiamano per girarla immediatamente. Perciò mi rimetto quella tuta strettissima e già sentivo gli hamburger si rivoltavano nello stomaco. Insomma me ne stavo su quel cornicione con la tuta e l’imbracatura che mi premevano e sentivo tutto che mi risaliva.  Avevo il terrore che se avessi vomitato con la maschera indosso sarei praticamente soffocato.

Seduto al fianco di Tom Holland, su sedili con elastici intrecciati a mo' di ragnatele, il regista Jon Watts è posato e tranquillo. Risponde alle domande quasi ponderando sulle parole. Racconta la scelta di cominciare il film con una ripresa in soggettiva di Peter Parker:

Quella scena rappresenta il punto di vista di Peter, la sua prospettiva. E' un video simile a quelli che noi tutti facciamo. Un video amatoriale, perciò senza direttore della fotografia, senza luci perfette … Per questo ho scelto che fosse lo stesso Tom Holland a farle.

Quando gli viene chiesto se ci sono dei villain nel totale universo comics che gli piacerebbe dirigere o affrontare, Jon Watts risponde con molta umiltà:

Per il momento ho pensato solo a questo film. E anche adesso che è finito, continuo a pensare a questo. Non ho davvero riflettuto su un possibile futuro. Ad ogni modo l'universo di Spiderman è pieno di cattivi interessanti.

Allo stesso modo in cui a Tom Holland hanno chiesto quale fosse la sfida più ardua nel rendere diverso questo Spiderman dai precedenti, il regista ha dovuto rispondere a cosa si fosse inventato per rendere New York diversa dal solito. Jon Watts ha risposto con una voce che non ha celato l'amore per la cosiddetta Grande Mela:

La cosa bella di New York è che con lei non c'è mai bisogno di inventarsi niente. E' bastato allontanarsi un po' dai soliti luoghi, cercare di girare in questi posti che non siete abituati a vedere, in quei posti dove è più raro che delle troupe vadano a girare.

Foto credit: pagina Facebook @SpiderManIlFilm

Spider-Man: Homecoming
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