Io Rimango Qui
Locandina Io Rimango Qui - Sogna. Vivi. Ama. Ogni Singolo Istante.
Io Rimango Qui - Sogna. Vivi. Ama. Ogni Singolo Istante. (Gott, du kannst ein Arsch sein) è un film del 2020 prodotto in Germania, di genere Commedia e Drammatico diretto da André Erkau. Il film dura circa 97 minuti. Teen Drama tratto dall'omonimo libro, un caso letterario in Germania. Il cast include Sinje Irslinger, Max Hubacher, Heike Makatsch, Til Schweiger, Jürgen Vogel, Jasmin Gerat, Benno Fürmann, Nuala Bauch, Jonas Holdenrieder, Dietmar Bär, Inka Friedrich. In Italia, esce al cinema giovedì 20 Maggio 2021 distribuito da Notorious Pictures.

Steffi ha una vita perfetta: è giovane, è innamorata ed è in partenza per Parigi dove col fidanzato faranno l'amore per la prima volta. Tutto cambia non appena riceve una diagnosi inaspettata: non ha molto tempo da vivere.

“I Nativi Americani dicono che esistono quattro livelli di amore. Il primo è l’amore per i nostri simili. Il secondo livello è l’amore per una persona in particolare. Il terzo è diretto a una persona specifica che si vuole possedere e tenere con sé per sempre. E il quarto livello consiste nell’essere in grado di amare una persona così infinitamente da desiderare solo che stia bene e sia felice, indipendentemente da noi”. (Lettera di Tammy)

C’è un’atmosfera allegra sulla pista da ballo alla festa di fine anno della Theodor Fontane High School. I genitori di Steffi, Frank (Til Schweiger) ed Eva (Heike Makatsch), sono orgogliosi della loro figlia, che ora si è diplomata e può realizzare il suo sogno di diventare un’agente di polizia. Ma prima è ora di festeggiare! Steffi è innamorata e felice, mentre balla con il suo fidanzato Fabian (Jonas Holdenrieder). I due sono una coppia da quasi due anni. E durante il viaggio di diploma a Parigi, festeggeranno il loro secondo anniversario in modo particolarmente romantico nella città dell’amore! Il giorno dopo la cerimonia di consegna dei diplomi, Steffi deve sostenere la visita medica obbligatoria per il test di reclutamento in polizia, che, contrariamente a tutte le aspettative, non va a buon fine. Sarà stato a causa del troppo alcool della sera prima, cos’altro? Giura di ripetere il test il prima possibile. Ma prima ci sono cose più importanti da fare: il compleanno della sorella di undici anni, Lola, che trascorrono al circo! Lì, il direttore del circo Matanola (Jürgen Vogel) annuncia un momento spettacolare: suo figlio Steve (Max Hubacher) presenterà un’acrobazia in motocicletta così spericolata da togliere il fiato al pubblico – e anche la sorella di Steffi è entusiasta! Nell’intervallo riescono ad ottenere un suo autografo per Lola. Durante il secondo atto, Steffi riceve una notizia inquietante che la sconvolge: secondo il controllo sanitario, il suo campione di sangue mostra delle irregolarità. Una visita in ospedale le porta qualche certezza in più. La dottoressa Sahms (Inka Friedrich) rivela a Steffi di avere un carcinoma bronchiale che si è diffuso. Non esiste una cura. La notizia arriva come un fulmine e le fa perdere il terreno sotto i piedi. Anche i suoi genitori sono scossi, confusi e paralizzati. Tornata a casa, Steffi prepara la valigia, come in trance, per il viaggio a Parigi. Un viaggio a Parigi dopo questa diagnosi? Inconcepibile per i suoi genitori preoccupati! Le vietano il viaggio in modo che Steffi inizi immediatamente la chemioterapia. Steffi è incredibilmente triste che il sogno di andare a Parigi con Fabian sia sfumato. Suo padre cerca di consolarla e le mostra un vecchio pick-up che le ha comprato. Ci potranno andare a Parigi una volta che la chemio sarà finita e Steffi avrà la patente di guida – questo è il piano di Frank. Nel frattempo, al Matanola, la carovana del circo si riempie di fumo. Dopo una discussione con suo padre, Steve cerca la fuga e scappa seguendo i binari del treno nella foresta. Non sente il treno in avvicinamento. All’ultimo momento, il treno, in cui Steffi è seduta per tornare a casa, riesce a fermarsi. Steffi scende e incontra Steve nella foresta. Gli racconta del viaggio annullato a Parigi. Lui le chiede se ha una macchina. Steffi si ricorda del pick-up. Nell’impulso del momento, Steve si offre di accompagnarla a Parigi. Partono subito. Le prime ore passano subito tra le chiacchiere. Durante una breve sosta in mezzo al nulla, Steve pone a Steffi una domanda sincera: si possono cavalcare le mucche? A quel punto, i genitori di Steffi hanno notato la scomparsa della figlia e sono preoccupati. Soprattutto quando sentono da Lola che Steffi è scappata con Steve e la sua nuova macchina. Partono subito per riportare Steffi a casa. Steve e Steffi si sono rimessi in viaggio e hanno il loro primo litigio. A un distributore di benzina lui lascia Steffi dietro di sé nell’oscurità crescente e arrabbiato se ne va. Dopo il tramonto, la coscienza sporca di Steve prende il sopravvento e torna a riprendere Steffi. Ma la sua compagna non c’è più! Gli viene detto che se n’era andata con la tatuata Tammy (Jasmin Gerat) che lavora in un bar nel villaggio vicino. A questo bar, Tammy e Steffi bevono tequila e iniziano a parlare. Tammy la ascolta, la conforta e dice le parole giuste per guadagnarsi la fiducia di Steffi. Steffi decide spontaneamente di farsi un tatuaggio come quello di Tammy. “Almeno non devo vergognarmene quando sarò vecchia”, la scritta del tatuaggio dice: “Dio, sei proprio un coglione!” – questa frase provocatoria adesso è scritta sulla sua scollatura. Frank ed Eva sono alle calcagna di Steffi, ma li mancano per un soffio al pub di Tammy. Mentre sono seduti in macchina, si ricordano della terribile realtà. E la fede, fino a quel momento incrollabile, di Frank come pastore viene messa in discussione. Il sole è già sorto quando Steve raccoglie per strada l’ubriaca ma felice Steffi, che è accompagnata da Tammy. Tammy lo rimprovera e gli ordina di prendersi cura di Steffi. Solo ora Steve scopre della malattia di Steffi. Continuano il loro viaggio e l’obiettivo di Steffi è chiaro: vuole vivere appieno la vita, godersi questa meravigliosa avventura che sta vivendo. Steffi e Steve vanno al mare insieme e insieme “volano nel vento”. Adesso Steve trova il coraggio di condividere la sua storia con Steffi. Il legame tra i due si rafforza. E la loro prossima avventura non tarda ad arrivare: dopo aver realizzato, in una stazione di servizio abbandonata in campagna, che non possono permettersi di pagare il pieno al serbatoio, cercano di sfuggire al furioso benzinaio Jupp (Benno Fürmann). Inizia un inseguimento pieno di azione. Fin dalla sua infanzia, Steve ha il sogno di vedere la neve almeno una volta nella sua vita. Questo non era mai accaduto, perché il circo si spostava sempre nelle regioni più meridionali durante l’inverno. Steffi ha un lampo di genio e ben presto i due irrompono in un impianto di sci al coperto. Anche Steffi vive una prima esperienza: quando Steve è troppo stanco per guidare, la lascia mettersi al volante e guidare per la prima volta. Fuma la sua prima sigaretta. Per finire, si intrufolano in una suite di lusso in un hotel molto chic. La vita è così straordinariamente bella! Ma Steffi sa che non le resta molto tempo. Che vuole abbracciare di nuovo i suoi genitori. E che vuole sperimentare molto di più, anche con Steve… ma Parigi e con lei anche Fabian si stanno avvicinando sempre di più. Cosa succederà allora?

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 20 Maggio 2021
Uscita in Italia: 20/05/2021
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico
Nazione: Germania - 2020
Durata: 97 minuti
Formato: Colore
Produzione: UFA Fiction , RTL
Distribuzione: Notorious Pictures
Soggetto:
Teen Drama tratto dall'omonimo libro, un caso letterario in Germania.
Conosciuto anche come: Io Rimango Qui - Sogna. Vivi. Ama. Ogni Singolo Istante. [Italia]

Cast e personaggi

Regia: André Erkau
Sceneggiatura: Katja Kittendorf, Tommy Wosch
Musiche: Michael Regner
Fotografia: Torsten Breuer
Scenografia: Thorsten Sabel
Montaggio: Robert Kummer
Costumi: Sarah Raible, Min Sun Kim

Cast Artistico e Ruoli:



Produttori:
Tommy Wosch (Produttore), Viola-Franziska Bloess (Produttore), Philipp Steffens (Produttore esecutivo), Sylke Poensgen (Produttore esecutivo)


Casting: Emrah Ertem | Canzoni originali: Michael Regner, Florian Kreier.

Recensioni redazione

Io Rimango Qui, recensione film di André Erkau
Io Rimango Qui, recensione film di André Erkau
Erika Pomella, voto 8/10
'Io rimango qui' è un film che racconta la vera storia di Steffi, una ragazza di sedici anni che scopre di avere un male incurabile e decide di attraversa la Francia, direzione Parigi, insieme al più inaspettato degli accompagnatori

Immagini

[Schermo Intero]

INTERVISTA AD ANDRÉ ERKAU

La vita non è ancora fatta per i codardi?
Questo è un riferimento al mio film Life is not for cowards, che ho realizzato alcuni anni fa e che in effetti continua ad essere molto importante per me. Non solo perché mi diverto a riguardarlo, ma perché rappresenta anche quel tipo di lavoro che mi è molto caro. Vale a dire, argomenti che riguardano i lati più oscuri della vita, che esplorano la caducità, il dolore, l’effimero della nostra esistenza, argomenti da cui – e non mi escludo da questo – ci piace scappare via nella vita reale. Per me, tuttavia, è di fondamentale importanza che questo approccio sia fatto con speranza, serenità e una certa sensibilità, in modo che sia più facile coinvolgere il pubblico. Voglio parlare della vita, voglio far ridere, piangere e anche far pensare. Forse la mia intenzione può essere paragonata abbastanza bene a una corsa sulle montagne russe.
Per rispondere alla domanda: sì, la vita non è ancora fatta per i codardi. Ma vale la pena far entrare tutti questi momenti bui che possono anche essere spaventosi. Questo rende la vita così ricca e degna di essere vissuta. Un film diventa altrettanto ricco e degno di essere visto se non si edulcora la realtà.

Come sei venuto a conoscenza di Io rimango qui e cosa ha di speciale questo film?
Sono padre di una figlia adolescente e quando ho sentito parlare per la prima volta di questo progetto lei stava per compiere 16 anni. Quando mi è stato accennato che la storia parlava di una ragazza di 16 anni che non aveva molto da vivere e, quando poi ho ricevuto il libro, inizialmente avevo un po’ paura a leggerlo. Non ero sicuro di potermi unire a questa ragazza nel suo viaggio, figuriamoci a quello dei genitori, perché non ero sicuro di come poter trovare quella leggerezza e quella speranza che apprezzo e cerco nei film. Fortunatamente ho superato le mie inibizioni iniziali e ho letto la sceneggiatura di Tommy Wosch e Katja Kittendorf. Già le prime pagine mi hanno fatto sorridere molto – ho sentito una connessione con la mia visione della vita e del dolore. Il libro suonava come una lettera d’amore indirizzata alla vita: raccontava quanto può essere dolorosa la vita, quanto può essere brutale a volte, come può farti piangere e disperare, ma come alla fine si ama, forse anche per questi motivi. La visione comune con Tommy Wosch, il produttore, è cresciuta durante i nostri incontri. Entrambi pensiamo che
Io rimango qui sia una dichiarazione d’amore alla vita! Ecco perché dovevo e volevo assolutamente dare vita a questo materiale.

Analogamente a Life is not for cowards e Happy burnout, Io rimango qui parla della vita in una condizione fuori dal comune. Cosa ti piace di questo tema? In che modo Io rimango qui si discosta da questo argomento?
Non sono mai stato così vicino alla mortalità, all’inevitabilità come con Io rimango qui. Life is not for cowards parla di un uomo che ha perso sua moglie e di una figlia che ha dovuto affrontare la morte di sua madre e il fatto che sua nonna fosse malata. Naturalmente, anche questi sono argomenti in cui è presente il fattore caducità. Anche in Happy burnout la paura della perdita era centrale. Tuttavia, i personaggi principali di entrambi i film, per quanto toccati e colpiti dagli eventi, avevano ancora una possibilità secondo il motto “La vita continua – in un modo o nell’altro”. Con Io rimango qui è diverso, perché è chiaro fin dall’inizio che il nostro protagonista non sopravvivrà, questa condizione non si può negare. Se ci rifletti, il nostro personaggio principale, Steffi, ha lo stesso destino di tutti noi, vale a dire che non sopravvivremo a qualunque cosa facciamo durante la nostra vita sulla Terra. Solo che per Steffi la fine è in vista. Nonostante la consapevolezza della morte, della caducità, non importa quanto tempo ci resta: alla fine è sempre meno di quanto si pensi o speri. Ecco perché è molto importante ripeterci: usa il tuo tempo! Impara ad apprezzare la vita e le persone con cui hai un rapporto stretto! Questo è un altro messaggio vitale di Io rimango qui.

Cosa contraddistingue la sceneggiatura di Tommy Wosch e Katja Kittendorf? In cosa ti è piaciuta?
Finora ho sempre evitato i road movie perché avevo spesso l’impressione di imbattermi in una serie episodica di aneddoti con personaggi appena abbozzati. Non era il caso di Io rimango qui. Nella sceneggiatura di Tommy e Katja, il viaggio a Parigi ha una funzione molto importante: questo viaggio permette di comprendere il viaggio interiore di Steffi. Attraverso questo viaggio, Steffi può scendere a patti con il suo destino e trovare il modo di affrontare ciò che sta accadendo nella sua vita. Questo mi ha molto colpito.

Quali sono gli elementi a cui pensavi durante l’esecuzione di questo progetto?
Mi è stato chiaro fin dall’inizio che Io rimango qui sarebbe dovuto ruotare attorno al cast! Volevo stare molto vicino agli attori per garantire loro la migliore interpretazione possibile. Ovviamente, questo significa che devi delegare la responsabilità di altri settori, spesso tecnici, al fine di concentrare la tua piena attenzione sugli attori. Ma avevo una grande squadra con la quale avevo preparato il film molto in anticipo e quindi sono stato in grado di allontanarmi durante le riprese. Fidarsi e delegare rende molte cose più facili. Non solo nelle riprese cinematografiche.
Sul set mi considero – metaforicamente parlando – come l’organizzatore di una festa, mi occupo di domande come: le persone sono di buon umore? La musica è giusta o devo cambiarla? Hanno tutti qualcosa da bere? Penso che quando le persone si sentono a proprio agio, quando sentono di essere apprezzate e che ci si fida di loro, sono libere nel loro lavoro e si ottengono i migliori risultati.

Come hai lavorato con gli attori, in primis con l’attrice protagonista Sinje Irslinger? Quali sono le sue qualità?
Sinje è un dono, non solo per il nostro film, ma per l’intera industria cinematografica. Sono sicuro che farà molta strada! È così brava e così autentica. Sebbene fosse chiaro fin dal primo casting che Sinje era una delle nostre preferite, abbiamo comunque provinato molte giovani donne e ragazze, perché volevamo davvero assicurarci di trovare la Steffi giusta. Sinje è stata richiamata tre volte e ogni volta ci ha convinti. Sembrava così piena di controllo. Sono rimasto affascinato dal fatto che una persona così giovane, che interpreta il suo primo ruolo importante al cinema, non sia sotto pressione o si lasci intimidire girando al fianco di due leggende come Heike Makatsch e Til Schweiger.

Il film è una collaborazione con Max Hubacher. Cosa ha apportato questa collaborazione nella creazione della coppia di protagonisti?
Volevo raccontare lo sviluppo tra due persone che sono entrambe fieramente indipendenti all’inizio, che sono state entrambe espulse dalla loro orbita. Anche Steve si porta dietro una discreta quantità di bagagli. Volevo che il pubblico sentisse che queste due persone che si incontrano non creano dei rapporti molto facilmente. Durante il viaggio si avvicinano e imparano ad apprezzarsi a vicenda. Abbiamo girato il film nel modo più cronologico possibile, il che ha aiutato molto in questo processo. Ci siamo conosciuti e apprezzati a vicenda con tutti i nostri lati positivi, ma anche con tutte le nostre stranezze, durante tutto il corso delle riprese. È bello acquisire maggiore familiarità l’uno con l’altro. Molto di ciò che si è creato in termini di familiarità e relazioni interpersonali è confluito nel film. Quando ho visto Steffi e Steve o Sinje e Max recitare insieme, ho avuto subito un buon sentore. I due hanno una grande chimica – una strana miscela di estraneità e familiarità. Estranei familiari. Mi è piaciuto guardarli.

Com’è stato collaborare con Heike Makatsch e Til Schweiger?
Non conoscevo Heike Makatsch e Til Schweiger, né professionalmente né personalmente. Entrambi sono genitori e l’impatto emotivo del soggetto è stato subito evidente. Abbiamo sviluppato una buona comprensione comune attraverso il dialogo, ho raccontato loro la mia sensazione iniziale di impotenza di fronte alla lettura del libro, quella sensazione di sprofondamento. Questa impotenza, questo grande senso del nulla che provano i genitori, divampa frequentemente durante il film in alcuni momenti. Come se non sapessero cosa fare dopo. Come se avessero dimenticato le loro battute. E nel momento successivo sorge una rabbia disperata. I due hanno interpretato questo viaggio emozionante, che ricorda un giro sulle montagne russe, in un modo incredibilmente commovente. Un tour de force. Sono così felice che siamo stati in grado di farli partecipare a questo progetto.

Come mai hai scelto degli attori così noti per i ruoli secondari? Jürgen Vogel, Jasmin Gerat, Benno Fürmann, Inka Friedrich, sono gli altri nomi di spicco del cast…
Mi è stato chiesto chi avessi voluto per i ruoli secondari, con chi avrei sempre voluto lavorare. Mi venne subito in mente Jürgen Vogel. Non avevo mai lavorato con lui prima, anche se l’avevo sempre ammirato e adorato. Le richieste per altri progetti erano sempre fallite. Quindi ho pensato: perché non provarci ancora con Jürgen Vogel? La stessa cosa con Inka Friedrich. Tommy Wosch e io siamo suoi grandi fan. All’inizio eravamo titubanti perché pensavamo di non poterla convocare per un solo giorno di riprese, sarebbe stato offensivo! Ma ci siamo riusciti e la scena con lei è così importante per il film. Inka interpreta quel ruolo in modo così grandioso e tuttavia intimo. Questa scena da sola potrebbe essere il trailer del film. Avevo già lavorato con Jasmin Gerat nella commedia televisiva Love is in the air. La apprezzo molto come professionista e come persona. Si adatta molto bene al ruolo di Tammy. È solo una piccola parte, ma l’incontro tra lei e Steffi è centrale. C’è un aneddoto divertente su Benno Fürmann: era già stato nella stazione di servizio dove abbiamo girato la sua scena, circa 20 anni fa per La principessa e il guerriero di Tom Tykwer. La nostra location scout, che all’epoca lavorava anche per Tom Tykwer, ce lo ha detto mentre stava visitando le varie stazioni di servizio da poter utilizzare. A quel tempo, non avevamo nemmeno iniziato a pensare al cast secondario. Ma poi ho pensato tra me e me: forse questo è un segno del destino… Ma anche qui inizialmente ero titubante perché il ruolo in realtà è troppo piccolo per un attore come Benno. Ma perché non puntare alle stelle… Ultimo ma non meno importante, siamo anche riusciti ad avere Dietmar Bär, che ho conosciuto mentre lavoravo per “Tatort” a Colonia, per un cameo.

Com’è stato collaborare con il celebre Direttore della Fotografia, Torsten Breuer?
È stata la nostra prima collaborazione. Conoscevo molti dei suoi film. Torsten è un grande Direttore della Fotografia e anche un grande musicista, cosa poco nota a molte persone. Tra le altre cose, ha scritto le musiche del film Maybe… maybe not (Der bewegte mann). Abbiamo parlato molto durante la fase di preparazione del film a Colonia e, naturalmente, più tardi durante le riprese. Dopo un’intensa giornata di lavoro, la sera suonava ancora, suonava e componeva. Questa è una pratica importante per lui per schiarirsi le idee. Ho imparato ad apprezzare molto Torsten, è una persona con un gran numero di interessi e molti talenti. Soprattutto, ovviamente, è un fantastico Direttore della Fotografia! Crea immagini cinematografiche impressionanti, che non prevaricano mai, ma si mettono sempre al servizio dei personaggi e della trama. Secondo me, questa è la vera grandezza! In generale, ho avuto persone davvero fantastiche sul set in tutte le posizioni. Circondarmi di brave persone e reagire a ciò che loro apportano: questo è l’ideale di cinema per me. Un’atmosfera vivace e comunicativa. Brave persone non implicano automaticamente grandi nomi! Il parallelismo con il contenuto del nostro film si può trovare forse anche qui: perché nel cinema, come nella vita, devi capire chi hai accanto. Se presti attenzione, ci pensi e trovi persone che “cliccano” con te… questa è la cosa migliore che ti possa capitare.

[dal pressbook del film]

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