Locandina Sing Street

Sing Street (2016)

Sing Street
Locandina Sing Street
Sing Street è un film del 2016 prodotto in Irlanda e UK, di genere Drammatico e Musica diretto da John Carney. Il film dura circa 106 minuti. Il cast include Ferdia Walsh-Peelo, Aidan Gillen, Maria Doyle Kennedy, Jack Reynor, Lucy Boynton, Kelly Thornton. Disponibile in homevideo in DVD da giovedì 16 Marzo 2017. Al Box Office italiano ha incassato circa 126045 euro.

Dublino, anni '80. Il quattordicenne Conor cerca una distrazione dai problemi economici e familiari. Mentre cerca di ambientarsi nella sua nuova scuola, tra bulli e professori severi, Conor trova un barlume di speranza nella misteriosa e bella Raphina: per cercare di conquistarla, le propone di recitare nei videoclip della sua band. C'è solo un problema: Conor non fa parte di una band… 

Info Tecniche e Distribuzione

Data di Uscita USA: venerdì 15 Aprile 2016
Prima Uscita: 18/02/2016 (Irlanda)
Genere: Drammatico, Musica
Nazione: Irlanda, UK, USA - 2016
Durata: 106 minuti
Formato: Colore
Produzione: Cosmo Films, Distressed Films, FilmNation Entertainment, FilmWave, Likely Story, PalmStar Media
Box Office: USA: 2.489.745 dollari | Italia: 126.045 euro
In HomeVideo: in DVD da giovedì 16 Marzo 2017 [scopri DVD e Blu-ray]

Recensioni redazione

Sing Street, Recensione
Sing Street, Recensione
Matilde Capozio, voto 7/10
Dal regista di Once e Tutto può cambiare, un colorato e travolgente musical ambientato nella Dublino degli anni '80

Immagini

[Schermo Intero]

NOTE DI REGIA

È davvero la storia di un "prima e dopo", ambientata nella Dublino degli anni '80. Era un periodo di recessione e immigrazione in cui anche i più abbienti non avevano denaro ed erano costretti a pensare in maniera differente il loro modo di vestirsi e di esprimersi attraverso il loro aspetto esteriore. Non volevo girare un musical solo per il gusto di farlo. Volevo girare una storia che avesse un'impronta genuina e personale.

I PERSONAGGI

Sing Street segue il quindicenne Conor mentre si sposta dall‟ambiente di una scuola privata in quello della scuola pubblica e allo stesso tempo si confronta con la rottura del matrimonio dei suoi genitori. Anche se il protagonista, Ferdia Walsh-Peelo, ha la stessa età e ha sperimentato sulla sua pelle il cambio di scuola, le somiglianze tra lui e il personaggio si fermano qui.
Il regista John Carney e il suo giovane protagonista hanno lavorato a stretto contatto per ricostruire il viaggio di formazione da quello che Walsh-Peelo descrive come un perdente con bassa autostima a qualcuno che trasuda fiducia.
"So cosa vuol dire cambiare scuola, ho voluto farlo ed è stata una mia decisione, quindi il mio è stato un percorso diverso." -spiega Walsh-Peelo- "Credo che Conor mi assomigli per tutta la faccenda musicale e per il significato che attribuisce alla musica. Le cose con cui faccio più fatica a relazionarmi sono probabilmente i suoi genitori che si disinteressano a lui. Sono un po‟ strani."
Lavorare con Carney è stata un‟esperienza molto formativa per il giovane attore. Dato che è sia scrittore che regista, Carney è stato in grado di modificare le scene di concerto con il suo giovane attore, consentendogli così di improvvisare e di trovare la sua strada per il ruolo. In definitiva questo processo ha dato a Carney una performance molto più realistica. "E‟ stato davvero interessante perché quando partivamo pensavamo a una scena in modo completamente diverso da come lui [Carney] la voleva, e poi dovevamo far entrare nelle nostre teste quello che lui avrebbe voluto dire." -racconta Walsh-Peelo- "Lui non ci diceva mai il modo esatto in cui avrebbe voluto che lo dicessimo, perché voleva che ci venisse naturalmente."
L‟attrice Lucy Boynton è arrivata nel progetto con un po‟ più di esperienza rispetto agli altri; aveva già lavorato nel cinema e per la TV con vari ruoli tra cui Miss Potter con Rene Zellweger e Ewan McGregor e I Borgia insieme a Jeremy Irons.
Il ruolo di Raphina ha offerto alla Boynton la possibilità di recitare una ragazza complessa, più matura della sua età, che diventa il fulcro dell‟odissea romantica di Conor.
Sul personaggio di Raphina la Boynton dice: "Ne ha passate veramente tante, cosa che per fortuna non accade alla maggior parte delle persone della sua età. Come reazione si sente come se fosse più grande, e agisce come se fosse più matura rispetto alla sua età reale. Lo si vede per la maggior parte del film, ma ci sono alcuni momenti dove la vedi nella sua vulnerabilità; lo si nota quando è senza la sua pettinatura e il trucco che usa come difesa."
"Raphina è il punto cruciale nella crescita di Conor, lei gli apre gli occhi al mondo oltre la scuola. Lui è così innocente, proteso nel tentativo di comprenderla e paziente con lei, che alla fine la sorprende."
Walsh-Peelo e la Boynton si sono uniti molto nel percorso che gli ha consentito di trovare la strada per la relazione dei loro personaggi. La Boynton era già un‟esperta professionista di fronte alla cinepresa mentre Walsh-Peelo prestava un‟attenzione costante alle sue performance. Ciononostante la Boynton ha trovato l‟esperienza altrettanto educativa.
"Guardalo è più interessante di essere guardata, perché stai vedendo qualcuno che probabilmente non ha fatto molta recitazione prima." –racconta la Boynton- "E‟ interessante osservare qualcuno per cui tutto è nuovo e che cerca di trovare la sua strada. Mi è sempre piaciuto guardare le persone che non sono impostate nei loro modi e che non si affidano ai loro vecchi trucchi e alle cose che hanno già fatto e che hanno sempre funzionato. E‟ interessante osservare qualcuno sforzarsi di ottenere qualcosa mentre è sotto pressione!"
Per l‟attore Aidan Gillen il suo personaggio aveva una serie di riferimenti familiari. "Robert è un architetto che lavora a casa." -spiega Gillen- "Stranamente mio padre era anche lui un architetto che lavorava in casa, e io avevo la stessa età di Conor negli anni in cui è ambientato questo film. Mio padre portava dei dolcevita, gli assomigliava e beveva di tanto in tanto anche del whisky."
"Io stesso ho iniziato a recitare a 14 anni circa e andavo a vedere i gruppi suonare. Queste due cose sono probabilmente le due principali passioni della mia vita ancora oggi, recitare nei film e ascoltare molta musica. E‟ davvero bello recitare in un film in cui i personaggi principali sono degli adolescenti, e guardarli fare delle cose per la prima volta in assoluto, compreso il recitare. Sono in situazioni, che siano in un film o di finzione, che vivono per la prima volta. È eccitante."
"Le cose che si fanno quando hai 13 o 14 anni, in cui ti metti, spesso resteranno con te per il resto della vita; sicuramente il mio carattere e la mia personalità si sono definite in base a quelle esperienze. E‟ a quell‟età, come per questi personaggi, che ti allontani dalla tua famiglia per scoprire chi sei. Quello che scoprirai in quegli anni ti può restare attaccato addosso, o meno, per il resto della tua vita e nel mio caso, credo che sia successo."
Per Jack Reynor il suo personaggio, Brendan, gli ha dato la possibilità di incanalare la sua passione interiore per i Pink Floyd.
"E‟ un fattone che sta seduto nella sua stanza tutto il giorno, tutti i giorni, ascoltando dischi e facendo poco altro." -dice Reynor del suo personaggio- "Penso che sia il risultato del rapporto che ha avuti con i suoi genitori e delle cose che voleva fare; le restrizioni a cui lo hanno sottoposto lo hanno spinto un po‟ più giù lungo questa strada. In un certo senso diventa una specie di santone per Conor e lo introduce a tutta questa musica e cultura. Cerca di aiutarlo a definire le sue idee e le sue opinioni circa le sue relazioni e le ragazze. C‟è anche una parte di Brendan che vive indirettamente attraverso le esperienze del fratello minore."
"John non mi ha dato nessuna nota specifica, perché per lui è un po‟ semi-autobiografico e penso che il mio personaggio rappresenti qualcuno della sua famiglia. Lo conosco da molto, molto tempo e abbiamo sempre avuto un buon rapporto. E‟ venuto a parlarmi del ruolo e mi ha raccontato la storia della sua famiglia, della sua vita e di alcune delle relazioni che aveva avuto."
"Potrei veramente relazionarmi con il personaggio, perché ho conosciuto persone simili nella mia vita, e sapevo quello che avrei voluto farci. Credo che John fosse abbastanza felice di fidarsi di me e lasciarmi fare, se ci fosse stato qualcosa di particolare che avrebbe voluto, lo avrebbe cercato e lo avrebbe trovato. Ma al di la di questo si fidava della mia visione del personaggio e penso che fossimo sulla stessa lunghezza d‟onda."
Sul look del suo personaggio, Reynor commenta soprattutto i capelli lunghi che mette in mostra, ben lontani dal suo solito taglio corto che ha avuto in molti dei suoi altri ruoli. "Volevo che con i miei capelli lunghi sembrassi Dave Gilmour il più possibile. Ho continuato a martellare John finché non ne ha potuto più, ho fatto più o meno così, ed è così che si è chiusa la questione dei capelli."
"Sapevo che aveva bisogno di un look un po‟ disordinato e introverso, lo abbiamo voluto con una barba incolta, lunga, proprio per dare il senso che fosse lì da un po‟ e che stesse lottando uscire da questa parte della sua vita. Credo che funzioni veramente nel film, credo che il personaggio rispecchi la parte."

ORIGINI

"Volevo fare qualcosa di personale. Non volevo realizzare una storia musicale solo per il gusto di farla. " – John Carney – regista
L‟embrione di Sing Street risale a molti anni fa, alla Dublino degli anni ‟80, quando il regista era ancora un adolescente. John Carney è cresciuto nella capitale irlandese passando da una scuola privata a una pubblica, ed è così che è germogliato il seme dell‟idea di creare un film musicale su questo periodo della sua vita adolescenziale.
Avendo già lavorato con il produttore Anthony Bregman nel film Tutto Può Cambiare, ambientato a New York con Keira Knightley e Mark Ruffalo, un pomeriggio davanti a un caffè, il regista, gli ha parlato dell‟idea di costruire una storia sulla sua adolescenza a Dublino. Era nella stanza di montaggio che Carney ha raccontato a Bregman la storia di Sing Street. "Il progetto è nato probabilmente 20 o 30 anni fa, perché molti elementi di questo film vengono direttamente dall‟infanzia di John." -dice il produttore Anthony Bregman- "È passato da una scuola elegante a quella di Synge Street per un intero anno, e ha subito le stesse trasformazioni del nostro personaggio principale, direttamente da un‟esperienza educativa molto raffinata a un mondo decisamente più ruvido."
"Mi ha raccontato questa storia davanti a un caffè, che poi è rimasta abbastanza simile a quello che abbiamo realizzato, su un ragazzo che si ritrova in ristrettezze economiche dopo che il padre perde il lavoro. Viene così trasferito dalla sua scuola privata in quella pubblica molto più cruda di Synge Street dove viene subito picchiato e dove gli altri si approfittano di lui. Decide così di formare una band, fondamentalmente per proteggersi, ma anche per attirare l‟attenzione di questa ragazza molto carina che altrimenti non lo noterebbe mai."
E‟ un film di formazione con forti elementi romantici, ma anche un film costruito sulle fondamenta musicali delle band inglesi degli anni ‟80. Sing Street offre una prospettiva semplice e commovente sui pericoli e i sogni della vita di un adolescente.
Per il produttore Anthony Bregman, l‟idea di una storia d‟amore fresca e innocente che nasce tra i due personaggi principali, è una dinamica che non vedeva nel cinema da lungo tempo. "Il rapporto tra Conor e Raphina è interessante perché in realtà non si consuma in maniera materiale." -spiega Bregman- "Lei è bellissima, più grande di lui, più sofisticata e vive da sola con le sue scelte. Lui, invece, è ancora molto in via di formazione come personaggio. Fin dall‟inizio, quando l‟avvicina, è subito chiaro che sta puntando più in alto di quanto potrebbe."
Accanto a questa relazione, Carney si concentra anche sulla complessità dei matrimoni che sono in crisi nell‟Irlanda di questo periodo, dove il divorzio non è permesso. Man mano che il rapporto dei genitori va deteriorandosi, l‟impatto sui figli diventa profondo.
"Ci sono un sacco di tensioni nel matrimonio dei genitori di Conor; anche perché in quegli anni non si potevano avere rapporti sessuali al di fuori del matrimonio." –racconta Bregman- "I suoi genitori si erano sposati troppo presto e per la ragione sbagliata, ora però non potevano separarsi perché il divorzio era un tabù. Il massimo che potevano fare era stare lontani."
"Sono bloccati in un matrimonio in cui non sono felici e in una situazione che non vogliono, e tutto filtra verso il basso, sui bambini. Si crea un‟atmosfera tossica, ed è da qui che inizia la storia."
Per Carney, il regista, il film è anche una storia di contrasti: il contrasto tra Irlanda e Inghilterra, Dublino e Londra e quello tra la sicurezza di una istruzione privata contro quella del sistema statale. Ma soprattutto per Carney, si tratta del contrasto tra un giovane ragazzo, che pensa di avere dei problemi, fino a quando non si confronta con quelli decisamente più grandi della ragazza che ha incontrato e di cui si innamora.
"E‟ davvero una storia di "prima e dopo‟ ambientata nella Dublino degli anni 80." -spiega Carney- "E‟ stato un momento di recessione e di immigrazione, un tempo in cui anche i più ricchi, o quelli che avrebbe dovuto essere benestanti, non avevano denaro e sono stati costretti a ripensare al loro guardaroba e a come esprimersi attraverso il loro aspetto."
Avendo diretto il musical, vincitore dell‟Oscar®, Once e il film Tutto Può Cambiare, entrambi con ampie partiture musicali, Carney sentiva che era giunto il momento giusto per fare qualcosa di musicale che fosse ancora più personale, qualcosa solidamente autobiografico.
"Non volevo realizzare una storia musicale solo per il gusto di farlo. Volevo cercare di trovare qualcosa nella mia vita di cui mi interessava parlare; volevo che fosse qualcosa di autentico e personale."
Il produttore Anthony Bregman aveva precedentemente lavorato con Paul Trijbits nel film di Stephen Frears, Una Ragazza a Las Vegas con Bruce Willis e Catherine Zeta-Jones. Trijbits ha conosciuto Bregman quando, alla vigilia dell‟inizio delle riprese del film, è riuscito con un colpo da maestro a mantenere l‟opera di Frears in piedi. L‟agente di Frears mise in contatto i due produttori e Trijbits contribuì, durante un fine settimana sciistico, a far si che il film andasse in produzione.
"Andai a New York e in qualche modo riuscimmo a tenere in piedi quel film, così, grazie a quell‟esperienza, siamo diventati dei buoni amici." dice Trijbits sul suo rapporto con Bregman.
Bregman ha successivamente sviluppato la sua azienda con investimenti e un buon listino di film. Trijbits si è quindi interessato a unirsi alla produzione che stava iniziando in Irlanda e i due hanno portato in porto il progetto. Anche Christian Grass, il produttore socio di Trijbits, ad ogni buon conto, ha recentemente visto Tutto Può Cambiare, e lo ha apprezzato molto.
"Christian ha detto che era il film più divertente e sorprendente che aveva visto. Sing Street è così diventato una co-produzione tra la Likely Story, una società con sede a New York, e noi nel Regno Unito, con la creazione di una specifica società in comune per realizzare il film. Poi si sono aggiunti, a completare il piano finanziario del film, Kevin Frakes della PalmStar Entertainment, partner finanziario e produttivo della Likely Story, e Raj Singh della Merced Media."
Trijbits ha poi ha dovuto cercare un produttore irlandese per facilitare i lavori in loco.
"Abbiamo trovato molto velocemente Martina Niland, che aveva fatto Once con John, ed era pronta ad assumere il ruolo di produttore." -dice Trijbits- "Così FilmNation è salita a bordo. Non avevamo una sceneggiatura, ma avevamo un soggetto abbastanza sviluppato da permetterci di metter su la maggior parte della somma necessaria. Era essenziale avere l‟Irish Film Board con noi, cosa peraltro interessante anche per loro. Avevano già sostenuto John prima, ma stavolta dovevano essere pronti a farlo anche senza una sceneggiatura pronta, cosa che hanno fatto."
Con i fondi garantiti, Carney ha iniziato ad assemblare i vari elementi, tra cui la colonna sonora, le sue squadre per le riprese, la scenografia e, soprattutto, il suo giovane cast.

IL CASTING

La più grande preoccupazione del produttore Anthony Bregman è stata di come avrebbero fatto i realizzatori a trovare abbastanza giovani talenti in un settore che si affida soprattutto ai "nomi‟ per sopravvivere al primo weekend di programmazione.
"Quando si assume una grande star del cinema, che ha già portato sulle spalle un film, sai già se ha la capacità di trascinare il film, perché l‟ha già fatto prima." -dice Bregman- "Ma questi sono ragazzi che non sono mai stati di fronte a una cinepresa ed ora ci devono stare per 90 minuti di fila. E‟ un grande fardello."
Il co-produttore Paul Trijbits concorda: "Bisogna aver fiducia che ci siano delle persone là fuori che siano in grado di farlo."
Trijbits non era nuovo alla cosa essendo stato produttore esecutivo per Fish Tank, il lungometraggio di Andrea Arnold vincitore del Gran Premio della Giuria a Cannes e del BAFTA. "Quando Andrea stava cercando la ragazza per interpretare il ruolo della protagonista, cosa che ha richiesto nove mesi, se trovava le persone abbastanza rapidamente pensava: "Oh, wow sono incredibili.‟, ma allo stesso tempo un parte di lui pensava: "Bene, se si possono trovare persone così adatte o così rapidamente, ce ne devono essere altra là fuori.‟ e si continuava a cercare.
"La cosa è difficile quando si hanno persone, come in questo caso, che sono relativamente giovani." – aggiunge Trijbits- "A volte ci sono frammenti di esperienza di vita che non hanno mai vissuto e che poi tutto ad un tratto devono recitare. Non si può semplicemente dire: "Ti ricordi quando sei rimasto con il cuore spezzato?‟, perché potrebbero non aver mai avuto il cuore spezzato."
A differenza del consueto processo di casting, i realizzatori hanno deciso di cercare nuovi talenti mai visti per tutta l‟Irlanda. Il team ha tenuto audizioni per sei mesi alla ricerca dell‟attore protagonista che avrebbe vestito i panni di Conor, dell‟attrice principale che sarebbe stata Raphina e del resto della giovane band che Conor mette insieme alla Synge Street School.
Carney, insieme a Louise Kiely del casting di Dublino, hanno organizzato audizioni in tutta l‟Irlanda attirando migliaia di giovani speranze.
"Il casting è stato interessante perché in primo luogo cercavo dei non-attori." –racconta il regista- "Non volevo che fossero dei tipi alla Billy Barry [la principale scuola di recitazione irlandese]. Ho voluto che fossero molto naturali, così abbiamo organizzato una grande audizione e abbiamo visionato ragazzi provenienti da tutto il Paese che pensassero di essere in grado di suonare uno strumento."
"E‟ incredibile che quasi tutti gli attori del film siano stati scelti tra le prime persone che abbiamo visto, ne abbiamo viste migliaia, ma ti rendi conto quasi subito quando un ragazzo è fantastico. Così inizi a scrivere la parte intorno ai ragazzi che ti piacciono e poi restringi il casting, per provare un lui con una lei e una lei con un lui. Questo è il modo in cui lo abbiamo fatto."
"John continuava a mandarmi delle foto, dato che, in quel momento, ero negli Stati Uniti, foto di centinaia di persone in fila intorno all‟isolato." -ricorda Bregman sul casting- "Ogni bambino con una chitarra o una batteria voleva entrare. Avrebbero eseguito una canzone e un colloquio per poi provare una scena, così avremmo potuto vedere se potevano cantare e recitare. È così che abbiamo trovato Ferdia e tutti quelli della band."
Ferdia Walsh-Peelo proviene da una famiglia di musicisti con un background di opera e musica folk irlandese. Da ragazzo è stato un soprano e ha fatto una tourné per "Il Flauto Magico" con l‟Opera Theatre Company. Ha anche una formazione classica sul pianoforte.
E‟ stato solo per pura fortuna che ha aspettato in fila per essere ascoltato e scoperto, proprio come quel senso di magia e sensibilità che pervade il film.
"Quando sono arrivato la coda era enorme." – sorride Walsh-Peelo ricordando l‟esperienza- "Ero con mia madre e le ho detto che volevo tornare a casa perché non avevo voglia di stare in coda per otto ore, e ci sono stato letteralmente per circa cinque ore. Ho fatto il provino e cantato una canzone e ho avuto la sensazione che fosse andata molto bene. Mi hanno quindi richiamato in un hotel per confrontarmi con gli ultimi sei potenziali candidati, cosa incredibile. Poi abbiamo fatto provini con diverse ragazze. Non si sono fatti sentire per un po‟, così sono andato in vacanza in Spagna con la mia famiglia, ma a metà delle vacanze ci hanno chiamato dicendo che dovevo ritornare per qualche giorno, così ho dovuto prenotare un volo e il ritorno, ma ne è valsa la pena!"
Carney è stato felice della sua scoperta.
"Ferdia è un giovane molto brillante e il motivo per cui l‟ho scelto per il film è stato che ogni volta che è venuto a un provino ha sempre migliorato." -spiega il regista- "Ogni volta che andava via quando ritornava aveva elaborato le informazioni che gli avevo dato la volta prima, il che mi ha dimostrato che aveva la personalità giusta per fare un film."
"E‟ davvero difficile per una persona giovane, che non è ancora un uomo in questo senso, farlo. Ferdia semplicemente aveva tutti gli ingredienti giusti per riuscire, inoltre ha un bell‟aspetto, ottime vibrazioni e una bella voce. E‟ un ragazzo intelligente."
Carney non aveva mai lavorato con un cast così giovane, ma lui ci scherza su dicendo che ha già avuto abbastanza esperienza, maturata in altri contesti, per essere tranquillo di saper gestire una giovane banda di adolescenti.
"Ho già lavorato con attori inesperti prima." -dice ridendo- "I primi film che ho fatto sono stati con mio padre, lo convincevo a fare vari ruoli e provavo a dirigerlo. Quando ero giovane, ho provato a convincerlo di essere in un film alla Martin Scorsese che giravo in garage. Non c‟è attore peggiore, davvero, lo devo dire. Mi piace lavorare con attori non professionisti, utilizzare un attore esperto come Mark Ruffalo insieme a Adam Levine, che non aveva mai recitato prima di Tutto Può Cambiare, è stato davvero un mix interessante, qualcosa di veramente dinamico da guardare sullo schermo. Penso che alla gente piaccia guardare attori non professionisti, è interessante."
Carney è stato anche in grado di mettere insieme alcuni dei più grandi nomi irlandesi, tra cui Aidan Gillen, Maria Doyle Kennedy e la star in ascesa di Hollywood: Jack Reynor.
Per Gillen la storia ha calcato un terreno a lui familiare dato che è cresciuto a Dublino proprio negli anni "80. La sua fede nella capacità di Carney di renderlo più di un semplice film con la musica, lo ha convinto a prendere il ruolo del padre: Robert.
"Si ho visto molti film musicali prima di questo, ma non ce ne sono in realtà molti che funzionano." -suggerisce Gillen- "John è stato in una band e conosce quel mondo, ma ci sono anche altre ragioni per cui questo funziona, ed è dovuto a quello che lui faceva in quegli anni. So che è in parte autobiografico, ma l‟ho sentito anche un po‟ mio. Non sono stato in una bad da giovane, e mi manca quel collegamento diretto, ma persino la musica della band che provava nel capannone
vicino a me, il suono dell‟accensione dell‟amplificatore o quel crepitio tipico dei suoni elettronici, mi hanno fatto galoppare il cuore. Questo tipo di suono ha ancora un effetto viscerale su di me."

LA PRODUZIONE

John Carney, il regista di Sing Street, pensa che quando una cosa buona funziona, vada mantenuta nello stesso modo. Il direttore della fotografia Yaron Orbach, era stato l‟architetto, per Carney, della New York di Tutto Può Cambiare, trasformandola nello sfondo per il musical, realizzando le riprese per le strade con poco, se non addirittura nessun supporto di carrelli, luci o gru.
I due si erano incontrati grazie a un amico comune, il regista irlandese Lance Daly con il quale Orbach aveva girato The Good Doctor a Los Angeles. A quel tempo Orbach lavorava in una società di post-produzione a Dublino, chiamata "The Factory‟, impegnato nelle correzioni colore sul film di Daly. Carney invece aveva fatto con lui un paio di partite a ping-pong.
"Quando Tutto Può Cambiare stava per essere realizzato, ho avuto un colloquio con Lance e mi disse che aveva messo una buona parola con John." racconta Orbach. Aveva avuto anche precedenti esperienze di lavoro con il produttore Anthony Bregman. "Quando Anthony è stato coinvolto, c‟è stato un ulteriore passepartout tra Lance e Anthony, così sono andato ad incontrare John a New York ed eccoci qui."
"E‟ divertente lavorare con Yaron." -dice Carney- "E‟ un ragazzo ebreo, originario di Israele, che vive a New York. Ha analizzato circa 50 diversi film irlandesi mentre ci stavamo preparando in quei pochi mesi, ma io ero davvero contento di girare con un cameraman che non era irlandese. Ha portato un grande occhio in Tutto Può Cambiare. Il film era ambientato a New York, ma lui era anche molto interessato alla luce di Dublino e al modo in cui la luce lavora qui."
Ispirato al look Technicolor dei programmi TV che guardava da bambino, a Carney è venuta l‟idea di mescolare lo scialbo universo della recessione irlandese degli anni "80 con quello che il regista descrive come "questo colorato, mondo straordinario" dei video pop.
"Ho vissuto guardando Top of the Pops" e immaginando che esistesse questo grande mondo dei video dei Duran Duran." -dice Carney- "Questo è come immaginavo Londra e non vedevo l‟ora di andarci. Non solo era il mondo in cui c‟era il pacchetto da 10 delle Marlboro, invece di quello da 20, ma c‟erano delle pettinature incredibili, la liberazione sessuale e la libertà mentre noi stavamo ancora ad arrestare la gente per aver messo un distributore di preservativi nelle scuole. Era pazzesco."
"Se vivevi a Dublino non potevi affidarti a una macchina fotografica per cambiarti la vita, e nemmeno a un travestimento o a un look speciale. Abbiamo scoperto che questo sarebbe stato il modo per girare il film, fare una sorta di "prima e dopo‟ il nodo della storia. Così abbiamo il grigiore di Dublino affiancato al Technicolor dei video che vanno in onda o a quello che è nella testa di Conor."
Mantenendo lo stesso stile di ripresa di Tutto Può Cambiare, Orbach ha mantenuto spoglie le riprese.
"Abbiamo voluto mantenere lo spirito di Once, ma con delle leggere differenze per dargli un aspetto più filmico. Così abbiamo mantenuto la ripresa a mano, niente grandi illuminazioni, niente carrelli, nessuna Steadycam, è stato fatto tutto a mano cosa che ti lascia libero per l‟improvvisazione." spiega Orbach.
Per estendere l‟approccio unico alle riprese sia del regista che di Orbach, Carney avrebbe dovuto sentire il cast in modo che potessero trovare il loro posto nelle scene, in modo che Orbach realizzasse le prime sequenze a campo lungo per poi costruire la scena da lì senza avere un elenco ufficiale delle riprese.
"A John non piace fare una lista delle riprese." -ammette Orbach- "Siamo arrivati sul set e abbiamo fatto una mini rilettura delle parti per rinfrescare. Gli attori avrebbero visto dove volevano mettersi e io avrei avuto una cinepresa a spalla con su un obiettivo grandangolare. Avremmo trovato il bandolo e saremmo partiti da lì. Abbiamo concepito la scena molto velocemente in questo modo."
"A causa dello stile di John, che è molto coinvolgente e aperto alle cose che accadono, c‟è spazio per un sacco di spontaneità con i ragazzi. E‟ stato un po‟ impegnativo delle volte, perché non c‟erano segni di posizionamento sul pavimento e li lasciavamo andare dove volevano."
"Mi piace dare agli attori spazio per improvvisare un po‟ e muoversi nella sceneggiatura." -afferma il regista- "A volte le cose che i ragazzi dicono quando cercano di ricordarsi una battuta che hai scritto, possono diventare qualcosa di più divertente di quello che avrei potuto scrivere. Quindi ho incoraggiato spesso i ragazzi durante il film, quando dimenticavano le battute, a non preoccuparsi e ad andare avanti e dire qualcosa. E‟ stato divertente ed è più facile farlo quando la sceneggiatura è la tua."
Per lo scenografo Alan MacDonald (i cui precedenti lavori su Love is the Devil, The Queen – La Regina e Philomena hanno mostrato la sua abilità nell‟ambientare quell‟epoca) affrontare la Dublino degli anni "80 è stata una sfida meravigliosa.
MacDonald ha iniziato definendo il momento in cui ci si trova, nello specifico il centro città di Dublino nei primi anni "80. Da lì ha iniziato a sbozzare il background di ogni personaggio creando un‟immagine per riflettere la loro personalità, lo status economico e, soprattutto, una storia personale visto che la linea temporale del film si estende solo su pochi mesi.
"Bisogna analizzare psicologicamente ogni singolo personaggio, il mondo da cui proviene e quello in cui vive." -dice MacDonald- "Vedo sempre i set come dei ritratti psicologici dello status o del livello socio-economico delle persone, ma anche una sorta di tono emotivo per come procede il film e la narrazione."
Circa il nucleo familiare, MacDonald ha capito che noi li vediamo in un momento in cui sono caduti in disgrazia. Qualsiasi ricchezza che potrebbero aver avuto e che aveva reso la casa un ambiente benestante, si sta sgretolando.
MacDonald spiega: "Il mondo di Conor e dei suoi genitori è il mondo di una famiglia al collasso; è piuttosto deprimente. Sono a corto di soldi. Ovviamente avevano ambizioni e sogni che sono crollati intorno a loro. Questa diventa la base per la progettazione della casa: è in declino."
La produzione ha scelto di cercare delle location a Dublino o nei dintorni, piuttosto che ricostruire gli interni negli studi. Nello specifico gli edifici della Synge Street School, nell‟ottavo distretto della città che attraversa il Liffey, sono ancora operativi come scuola statale gestita dai Christian Brothers, e non sono molto cambiati dai tempi in cui li frequentava Carney.
"Direi che il 50 per cento del mio lavoro è trovare la location giusta." -afferma MacDonald- "Se ti dicono la verità, per me, sia come designer che come scrittore e regista, sei a metà strada. Ho avuto un ottimo location manager, Eoin Holohan, con cui ho lavorato. Ho davvero fatto pressione su di lui, perché sapevo che ci sarebbero state delle location sopravvissute agli anni "80 in questa città.
"Per esempio la casa di Eamon è una di quelle. Di partenza in alcune stanza aveva dei residuati di tappeti e carte da parati folli, ma che ti danno subito una base su cui costruire."

LA MUSICA

Lo sceneggiatore e regista John Carney ha voluto trovare un cantautore sin dalle prime fasi del processo di sviluppo per consentirgli di portare, per le canzoni che avrebbe dovuto suonare la band, un‟autentica sensibilità, accessibile a tutti, degli anni "80. Uno di quelli che Carney aveva preso in considerazione, Gary Clark, era recentemente tornato, da Los Angeles, nella sua città natale di Dundee in Scozia.
Clark è noto ai più per il suo singolo, "Mary‟s Prayer", che ha scritto per il suo gruppo, Danny Wilson, nel 1987. La canzone è uscita per tre volte nel Regno Unito, tra il 1988 e il 1989, prima di raggiungere il n° 3 nelle classifiche inglesi, ma in Irlanda era già diventata un grande successo, raggiungendo il quinto posto in classifica già alla sua prima uscita.
Non nuovo alla collaborazione con altri musicisti per la realizzazione di colonne sonore, Carney aveva già lavorato con Glen Hansard, che ha partecipato al debutto registico di Carney, Once, e ha anche scritto e interpretato le canzoni del film. Una di queste, "Falling Slowly", ha vinto l‟Oscar per la migliore canzone originale nel 2007.
Per Tutto Può Cambiare Carney aveva preso Gregg Alexander, il frontman dei New Radicals, per creare il tappeto sonoro che costituiva la base degli spartiti del personaggio di Keira Knightly.
"Volevo esplorare alcune possibilità diverse per questo film." -dice Carney- "Essendo ambientato negli anni "80, volevo trovare qualcuno che avesse effettivamente scritto della musica durante quel periodo. Mi piaceva moltissimo "Mary's Prayer", così ho cercato Gary Clark. Gli ho telefonato di punto in bianco e gli ho raccontato che avevo fatto un film: Once. Lo aveva visto e gli era piaciuto molto. Gli ho detto che "Mary's Prayer", come anche tutto l'album [Meet Danny Wilson – 1987], avevano cambiato la mia vita. Lo ascoltavo con mio fratello quando avevo 14 anni, mentre avrei dovuto fare i compiti. Così gli ho detto: "Che ne penseresti di scrivere alcune canzoni e di mettere mano ad altre che ho già buttato giù, ma di cui dovresti scrivere i testi?‟"
"E‟ salito su un aereo ed è venuto. E‟ un cantautore brillante e con un stile accattivante anni "80 e canzoni molto orecchiabili. Ha scritto circa cinque o sei canzoni."
Carney e Clark hanno lavorato per un intero mese prima delle riprese, registrando le tracce in studio insieme a una band composta da alcuni dei migliori musicisti d‟Irlanda. Ironia della sorte dato che la band nel film è agli inizi e sta imparando a suonare come un gruppo, i musicisti sono stati incoraggiati a suonare male.
"Gli è stato detto che dovevano suonare in modo che si avesse la sensazione che fossero un gruppo di ragazzi e non che stessero suonando i più grandi musicisti da studio irlandesi, in realtà!" -ride il produttore Anthony Bregman- "Vale soprattutto per le canzoni che vengono suonate nella prima parte della sceneggiatura. Fanno una cover di "Rio" dei Duran Duran e la cosa essenziale della registrazione della cover, è che è pessima. Eravamo seduti nello studio e John diceva: "No, è troppo buona. Rovinatela un po‟. Andate più veloce, stonate, andate fuori sincrono.‟ Cercavamo veramente di portare questi grandi musicisti fino a un livello così basso, da esse credibili come ragazzi che non sapessero come suonare."
Come protagonista del film, Conor inizia a sperimentare diversi stili di musica anni "80, la sua capacità di scrivere canzoni e di suonare doveva riflettere i suoi progressi.
"La band passa attraverso diverse fasi." -aggiunge Bregman- "Fanno una canzone stile Duran Duran, poi ne fanno una alla Hall & Oates, una come i Cure e una alla Elvis Costello. Ogni canzone è basata su questi diversi stili di composizione e canto degli anni "80. E‟ davvero divertente riconoscere una canzone che non hai mai sentito prima dallo stile con cui è stata fatta."
L'amore di Carney per la musica si riflette in modo esplicito nella sua produzione di cineasta. Il co-produttore Paul Trijbits ha riconosciuto questo suo valore sin dalla fase iniziale del processo di sviluppo del film, notando l‟incrollabile passione che Carney metteva in ogni aspetto della colonna sonora del film.
"L‟abilità maggior di John sta nel raccontare storie utilizzando la musica. Quando si guarda a ciò che ha fatto, e che tutti noi abbiamo apprezzato, capisci che è quello il suo elemento e lui sa come realizzarlo. Si è divertito moltissimo nello scoprire una vera e propria giovane band e nel registrare il loro un album. Trovare Ferdia e farlo diventare il cantante principale del gruppo con le persone intorno a lui, partecipare al processo con i musicisti, ha reso il tutto un‟esperienza davvero divertente per John e noi. Stavamo registrando un album che sarebbe stato messo lì, a lato della storia principale, ma allo stesso tempo sarebbe dovuto essere al servizio di questa, cosa che credo faccia egregiamente."
Quando gli è stato chiesto quali band e quali cantautori lo abbiano influenzato man mano che la storia si sviluppava, Carney è stato veloce a rispondere e a mostrare la sua conoscenza.
"Dio, i Frankie Goes To Hollywood sono stati uno dei miei gruppi preferiti. Qualcuno mi ha chiesto quale fosse il mio piacere proibito… i Level 42. Suonavo il basso così mi piacevo i Level 42. A volte tiravo giù dallo scaffale un CD dei Level 42 e la mia ragazza usciva dalla stanza, ma li amavo. Ascoltavo il synth pop e il funk e anche quello che sentivano tutti gli altri: Joy Division, i Cure e tante cose diverse; un sacco di musica americana e tanta altra roba troppo lunga da elencare."
Per Yaron Orbach, il direttore della fotografia di Carney, il trucco era come incorporare gli elementi musicali nella narrazione girandoli senza soluzione di continuità in modo che il pubblico si risparmiasse quel salto imbarazzante dal dialogo al canto e alla musica.
"La cosa meravigliosa di girare a mano e con un approccio sciolto è che hai una specie di ritmo." -dice Orbach- "Anche quando sto semplicemente fermo, posso sempre andare indietro o sporgermi in avanti. Penso che questo conferisca un certo tempo alla ripresa e quando giri le scene di canto penso che la cinepresa a mano sia un buon connubio, perché fa sembrare tutto un po‟ più vivo rispetto a un dolly o a una gru che danno inquadrature molto statiche."
Insieme con la sessione del gruppo c‟è stata l‟integrazione del protagonista del film, Ferdia Walsh-Peelo, che è stato gettato al centro della scena per dar vita alle partiture vocali.
"Il lavoro in studio è stato piuttosto intenso." -ammette Walsh-Peelo- "Da circa un mese prima ho lavorato alla voce una volta alla settimana, perché sapevo che mi aspettavano lunghe sessioni in studio dove avrei cantato tutto il giorno. Ho imparato molto da questo."
Per gli altri membri del cast è stata l‟occasione per un ripasso mentre Aidan Gillen ha potuto ripensare ad alcuni suoi precedenti incontri con la musica anni "80, quando era ancora adolescente.
"Mi ricordo che ero riuscito a mettere le mani su alcune cose abbastanza buone: gli Echo and the Bunnymen, gli Smiths e gli U2." -Gillen ripensa ai suoi anni passati a Dublino- "C‟erano state queste band provenienti da Dublino, c‟erano altra vere rock star irlandesi, come Van Morrison, Phil Lynott o Rory Gallagher, ma si rifacevano al blues. Con artisti del calibro degli U2, stava accadendo qualcosa di nuovo, faceva parte della "new wave‟. Era qualcosa di eccitante e stava accadendo a Dublino."
L‟attore Jack Reynor è un figlio degli anni '90, ma i suoi gusti musicali sono stati molto influenzati dalla madre.
"Crescendo ho ascoltato prevalentemente musica anni "70 e "80." -dice- "Mi sedevo sul set con gli Steely Dan a palla tutto il giorno. Mia madre è nata nel 1970 ed è cresciuta negli anni "80 e fin da quando ero bambino ho conosciuto tutti i suoi amici e il loro tipo di cultura; la sento un po‟ mia in molti modi e quindi sono sicuramente in grado di calarmi nel contesto culturale del film."
"Sono entrato nel mondo musicale sin da quando avevo 14 anni. Mi piacevano i Beatles, i Rolling Stones e i Guns "n‟ Roses, ma il mio gusto musicale si è sviluppato ed è maturato da allora. sono stato in un paio di band quando ero piccolo e mi è piaciuto; ho suonato la chitarra e un po‟ di pianoforte, ma non lo faccio più e mi manca."
Per i membri più giovani del cast è stata l‟occasione per un po‟ di storia della musica pop. Carney ha mostrato ai ragazzi i video degli anni '80, per fargli vedere il modo in cui i gruppi si muovevano sul palco e sullo schermo.
Per il giovane tastierista del gruppo, Percy Chamburuka, che interpreta Ngig, è stato qualcosa di decisamente nuovo. "Sì, è quando mi hanno richiamato che John mi ha mostrato alcuni video di dance degli anni "80 e dei tastieristi con il loro modo di vestire. Mi ha anche fatto vedere tutta la storia della musica di quel periodo e io non avevo idea di che tipo di musica stessi ascoltando e quale stile fosse. Così ho imparato qualcosa degli anni "80."
Per Lucy Boynton, che è la protagonista femminile del film, l‟educazione musicale è diventata uno scherzo tra lei e il regista.
"E‟ stato davvero imbarazzante anche perché John continuava a far riferimento a tutti questi fantastici film e canzoni dicendo: 'Lo conosci questo?' E io rispondevo: "No.‟, e lui diceva, "Per l‟amor di Dio, Lucy, dove hai vissuto? Che cosa c'è che non va in te?‟ E io a dire: "Mi dispiace, non sono nata negli anni "80!‟"

L'ATMOSFERA DEGLI ANNI "80

Dublino nel 1980 è stata devastata da una forte recessione socio-economica. A seguito della crisi energetica 1979, il compito principale dell‟allora Primo Ministro irlandese, Charles Haughey, era quello di informare la Nazione sul peggioramento dell'economia del Paese. Con il debito pubblico divenuto un pesante fardello per la sopravvivenza economica dell‟Irlanda, molti si sono ritrovati disoccupati, cercando di lottare per mantenere la qualità della vita a cui erano abituati.
Tuttavia il regista John Carney voleva assolutamente evitare la trappola di fare una storia sulla crisi economica e sugli effetti che può avere sulla sopravvivenza di una famiglia. Invece si è concentrato sui contrasti che il momento storico ha portato agli adolescenti e ai loro genitori.
Il divorzio in Irlanda negli anni "80 era ancora proibito, sulla base delle pressioni imposte sia dalla Chiesa Cattolica, dominante, che da quella Anglicana d'Irlanda. Un emendamento alla Costituzione era stato proposto e respinto a titolo definitivo nel 1986. Il divieto di divorzio in Irlanda è stato rimosso solo nel 1996.
Carney ha voluto esplorare la dinamica di una famiglia sotto questa legge, e come questo ha influenzato i bambini, in ultima analisi il prodotto di un matrimonio in dissoluzione.
"Io non volevo realizzare nulla che avesse a che fare con la politica di Dublino, né sui giorni bui dell‟Irlanda in cui stavamo vivendo verso la fine degli anni "70 e "80. Ma più qualcosa su una famiglia che sta cadendo a pezzi. Di certo non si parla direttamente di politica in questo film." -racconta- "Certo delle influenze politiche ci sono, ma in realtà tratta di una famiglia in difficoltà. Il film parla di un ragazzo che comprende, visto l‟ambiente in cui sta crescendo, che deve andare fuori e crearsi la propria famiglia; che il nucleo familiare in cui è nato non è in grado di risolvere i suoi problemi di cuore e di crescita."
"Ci sono domande sulla disoccupazione e sull‟immigrazione nel film, ma non si tratta di questo. E‟ più sull‟idea dell‟Irlanda come un‟isola. Si può restare intrappolati in Irlanda. In un certo senso è un paese piccolo con una piccola popolazione. Puoi pensare di star facendo molto bene, ma in realtà da una prospettiva internazionale non stai facendo veramente molto bene. Il film è, in un certo senso, un po‟ su questo; il ragazzo si rende conto che deve andare via e maturare alcune esperienze altrove, non limitarsi a vivere in Irlanda."
"Era piuttosto raro." -dice l‟attore Aidan Gillen sul tema del divorzio- "A quel tempo c‟era molta più gente che stava insieme perché lo sentiva come un dovere. Oggi è quasi la norma non farlo. A quel tempo c‟erano cose di cui i ragazzi semplicemente non parlavano con i loro genitori, era un periodo in cui i genitori non cercavano di essere i migliori amici dei loro figli. Erano davvero di un‟altra epoca, non solo un‟altra epoca, non ti capivano. Credo però che i ragazzi oggi siano probabilmente ancora più lontani dai loro genitori. Si sentono come se fossero più vicini e che possano parlargli di qualsiasi cosa, ma sono persi nel cyber spazio per la maggior parte del tempo. E‟ abbastanza difficile comunicare con i propri ragazzi, anche se sono pieni di dispositivi di comunicazione."
La dinamica familiare era un elemento della trama a cui gli attori di maggior esperienza potevano facilmente relazionarsi. Per Jack Reynor, che interpreta il fratello maggiore Brendan, si tratta di uno scenario riconoscibile per molte famiglie irlandesi che hanno vissuto negli anni "80.
"Dato che siamo tutti cresciuti guardando "The Late Show‟ il venerdì sera con le nostre famiglie quando eravamo bambini, possiamo capire le dinamiche di una famiglia irlandese a tavola. Ci è venuto del tutto naturale, ci davamo il la l‟uno con l‟atro. Aidan [Gillen] e Maria [Doyle Kennedy] sono davvero grandi, due veterani che sano come far uscire questo genere di cose; erano veramente bravi in quelle scene. Poi avevamo Kelly [Thornton che interpreta Ann, la sorella di Conor] e Ferdia [Walsh-Peelo], due ottimi giovani attori anche loro. Erano veramente bravi a gestire quelle scene facendole sentire autentiche."
Il produttore Martina Niland osserva che la famiglia vive i contrasti tra l‟Irlanda e l‟Inghilterra, e in particolare quelli tra Dublino e Londra che a quel tempo erano piuttosto estremi. "John ha vissuto in Irlanda che allora era un posto duro, triste e abbastanza deprimente. Non era certo il terreno fertile per le industrie creative di oggi, mentre Londra, al contrario, era come una metropoli e sembrava così vivace. Il film, suppongo, esplora, attraverso Conor, questa percezione e le possibilità di evasione fornite dalla televisione che mandava in onda Top of The Pops, i Duran Duran e tutto quel genere di cose che andavano allora."
Secondo Tiziana Corvisieri, la costumista, Sing Street offre un quadro molto preciso della vita di quel decennio.
"Per me, Sing Street è una rappresentazione molto autentica della Dublino dei primi anni "80. Sono stata li in quel periodo, avevo 16anni, e credo che il film rappresenti veramente ciò che stava succedendo. Al di la del mare, nel Regno Unito, tutto sembrava andare avanti, mentre qui guardavamo tutti all‟orizzonte per vedere cosa stava accadendo nel mondo."
Invece di fare sembrare che il film fosse stato girato negli anni "80, come è stato fatto per altri film retrospettivi con l‟intento di calare lo spettatore nel luogo del tempo, Carney ha preferito trasportare il pubblico lì come se ci stesse vivendo ora, percependo colori, fantasie e sentimenti in maniera spontanea, ma tuttavia storica.
"John, quando ne abbiamo parlato, ha sottolineato che questo è un film ambientato negli anni "80, ma non un film anni "80." -dice il produttore Anthony Bregman- "Il che significa che non sta facendo un omaggio al cinema di quegli anni, ma che sta facendo sembrare come se ci fossimo e che li stessimo vivendo. Questa è una distinzione interessante. Se guardate un film degli anni "80 oggi, gli dovete concedere una certa quantità di artifici hollywooddiani tipici di quegli anni, che non funzionerebbero in un film di oggi. Così anche se il film si svolge negli anni "80, non è strutturato per stupire, ma per essere qualcosa che noi possiamo facilmente capire. John ha uno stile nel realizzare i film che è davvero coerente e che rientra perfettamente in questa idea."
Poter calcare il set come qualcuno che è cresciuto negli "80 ha dato alla troupe un inquietante senso di déjà vu. Grazie alla costumista Tiziana Corvisieri che ha realizzato degli straordinari costumi del periodo, al trucco e parrucco di Barbara Conway e Sandra Kelly e alla minuziosa direzione artistica di Alan MacDonald, è stato possibile che nulla fosse lasciato al caso per mantenere il vero senso di realismo su cui Carney aveva insistito.
Bregman l‟ha percepito particolarmente durante le scene del concerto a scuola: "E‟ abbastanza allucinante per quelli di noi che sono cresciuti negli anni "80 guardare quella folla. Ti riporta indietro nel tempo, ti ricordi di essere stato effettivamente lì, tra quella folla, con il trucco pesante e i capelli esagerati. Si arriva a una certa età in cui un film ambientato negli anni passati può effettivamente mescolarsi con una parte dei tuoi ricordi."
Per Martina Niland sono stati i dettagli che hanno reso tutta l‟ambientazione convincente.
"Non era semplicemente vedere il detersivo per i piatti che abbiamo usato nel 1984 o nell‟85." -sottolinea- "E‟ stato il piccolo bambino che corre in mezzo a quelle alte bottiglie di Fairy, che erano bianche mi pare? E‟ avere tutti gli utensili e le cose giuste e vedere la gente che guardando il film commenta: "Ti ricordi di quello?‟ Era questa la chiave nelle istruzioni che John aveva dato alla direzione del team artistico. Per una certa fascia d‟età, si tratta, penso, di un decennio memorabile, e credo che abbia il look giusto, la musica giusta e i costumi giusti. Bisogna cercare di farlo nel modo corretto in modo che possano godersi il film ancora di più."
"Io non volevo girare grandi scene con la gru o grandi dettagli d‟epoca. In realtà non sono quel tipo di regista. In queste cose possiamo dire che il diavolo è nei dettagli. E‟ il piccolo orologio digitale che ti trasporta indietro a quell‟epoca, la canzone alla radio, il taglio di capelli o gli abiti, più che una grande inquadratura d‟insieme." -dice Carney- "Così abbiamo deciso di non andare per le strade di Dublino a girare più di tanto, erano più importanti i piccoli dettagli sui vestiti e l‟atmosfera degli anni "80 piuttosto che trasformare Grafton Street come era in quel periodo."
Il film è disseminato di spezzoni di video degli anni "80 visto che la band cerca di girare i propri video pop nei vicoli di Dublino e nel paesaggio di Dún Laoghaire. Per incorporare questo tema nella narrazione del film, Carney e il direttore della fotografia, Yaron Orbach, hanno esaminato numerosi video degli anni "80, analizzandone la struttura, il design e il montaggio.
"John mi ha mandato un mucchio di video degli anni 80, dai Police a Madonna, chiunque avesse girato un video in quegli anni." -racconta Orbach- "Guardavamo lo stile, i Duran Duran sono stati importanti, per la loro stravaganza. Erano tra i pionieri dei video musicali e cercavano di ottenere uno stile cinematografico, utilizzando cineprese e registi di film per girare i loro video musicali, è stata una grande impresa ed è stato interessante guardarli come riferimento."
"All‟inizio lo stavamo facendo come se fosse un pezzo a parte, ma man mano ci è sembrato che, trattandosi di ragazzi, fosse logico che facessero i loro tentativi e le loro esperienze anche in questo. Hanno una piccola videocamera e stanno sperimentando, così il primo video è molto mosso e fuori fuoco, come lo avrebbe fatto un bambino; poi però il secondo viene un po‟ meglio, un po‟ più preciso. Per il terzo video abbiamo deciso di dare più spazio alla loro immaginazione, quindi lo abbiamo girato su pellicola. Si allontana un po‟ dal linguaggio classico, ma probabilmente sarà il più pulito di tutti e quello con i maggiori riferimenti ai video degli anni "80."
"Abbiamo girato le sequenze del video musicale in formato mini Digital Video. Abbiamo provato anche il Super VHS, ma aveva alcuni lati buoni, ma altri cattivi, quindi ci siamo detti: "Ok, vogliamo mantenere quello spirito, ma cerchiamo di avere un po‟ più di qualità con cui muoverci.‟ Così il mini DV ci è sembrato un buon punto di partenza; due videocamere, formato mini DV, senza luci e niente altro. I produttori continuavano a chiedersi: "Cosa stiamo facendo?‟"
Per lo scenografo Alan MacDonald era tutto fin troppo familiare. "Quando avevo l‟età di Conor, 13/14 anni, ero ossessionato da David Bowie, cosa che ha influenzato enormemente la mia vita, nel modo di vestire, di truccarmi o di tingere i capelli. Questo è ciò che fa Conor in questo film, è la
stessa cosa. Utilizza queste chiavi di lettura per scoprire chi è e quale identità dovrebbe avere. Per me la musica è stata l‟unico vero catalizzatore nello sviluppo del mio aspetto in termini di stile ed outfit.
"Penso che il fatto che si trattasse di un periodo importante della mia vita, sia stata una delle cose che mi hanno attratto del film. Sono stato coinvolto nella progettazione e nella realizzazione di un sacco di video pop in quegli anni e sono ancora ossessionato dalla musica. Credo che l‟elemento musicale sia importante per la narrazione, perché spesso quello è il momento in cui i bambini si trasformano in adolescenti. Diventano improvvisamente interessati a qualcosa che gli da delle informazioni, non solo dal punto di vista sonoro, ma anche estetico. Si iniziano a guardare i vestiti, le acconciature, i ragazzi notano le ragazze e le ragazze notano ragazzi. Fanno caso al trucco, cominciano a vestire meglio. Penso che la "cosa‟ della musica mi abbia interessato, ma l‟idea del passaggio all‟adolescenza è stata ancora più interessante."
MacDonald crede che durante i primi anni "80, quando c‟erano molti meno riferimenti da cui trarre ispirazione, era più facile lasciare un segno nella moda, nella musica o nell‟arte.
"Dovevi davvero fare delle ricerche e dovevi guardare Top of the Pops una volta alla settimana per poter essere dentro al movimento. Dovevi comprarti New Musical Express, Sounds, Melody Maker o qualsiasi altra cosa ti avrebbe potuto fornire le giuste informazioni. Non c‟erano le riviste di cultura giovanile, non c‟era internet, non c‟erano quelle boiate digitali…"
Il senso di innovazione era quel qualcosa che la costumista Tiziana Corviersi ha portato al progetto. "Non c‟erano soldi negli anni "80, quindi non ti potevi comprare dei vestiti nuovi, ma anche se avessi avuto i soldi e ti volevi comprare dei nuovi vestiti alla moda, non li avresti trovati a Dublino. Credo che i giovani andassero sempre nei negozi di carità, o in quelli di seconda mano, passando poi un sacco di tempo a modificare i vestiti per farli sembrare come abiti contemporanei e funky. Ma c‟era un sacco di roba usata degli anni "70 e si cercava di razziare gli armadi dei fratelli e dei genitori; sicuramente è stato un crogiuolo in cui mischiare le idee."

DUBLINO – LA LOCATION

La produzione ha girato la maggior parte dei giorni a Dublino e nei dintorni con un solo importante set ricostruito: la stanza di Brendan. Le riprese hanno beneficiato così dell‟architettura di Dublino, che non ha subito drammatici cambiamenti dagli anni "80 e dove il dipartimento artistico è stato in grado di inserire qualche scenografia per ricostruire il periodo.
Per il regista John Carney, il film non doveva incentrarsi su uno sguardo su larga scala su come si presentava Dublino in quel decennio, ma piuttosto su un senso di come ci si sente ad essere lì nelle case della gente, nelle scuole e nelle stradine.
"Ci sono scorci di Dublino che non sono cambiati più di tanto." -dice il produttore Martina Niland- "Oltre a cercare di evitare qualche antenna parabolica che spunta qua e là, e altre cose che proprio non c‟erano allora, ci si può muovere in modo intelligente per sfruttarli. Non avevamo ingenti risorse da sprecare su questa cosa e quindi abbiamo scelto le strade giuste che avevano il look adatto."
Il produttore Anthony Bregman è d‟accordo: "Questi edifici sono stati li fin dagli anni "80, ogni posto, ogni negozio era fondamentalmente lì dall‟epoca. Sono cambiati un pochino e li abbiamo rimessi come‟erano. Una delle grandi sfide che abbiamo affrontato in Tutto Può Cambiare è stato
girare molto per le strade di New York con i personaggi famosi del film, così ovunque andassimo si formavano delle enormi folle di spettatori che scattavano foto con i telefoni. Fortunatamente Dublino non ha una cultura da paparazzi e questi ragazzi non sono così famosi, almeno non ancora, così non ci sono state tante distrazioni; potevano entrare in scena senza che dovessimo metterci a fermare fotocamere e folla."
Abbiamo girato molto nei giardini, circondati da alte mura, della Synge Street School utilizzando la disposizione degli esterni per evidenziare la sensazione dell‟interno della scuola. Anche la Synge Street School non è cambiata molto dagli anni "80.
Per quando giravamo per le strade di Dublino, la produzione aveva notato, nelle vecchie foto di riferimento della Dublino di quel periodo, che non era necessario riempire le strade con le auto dell‟epoca, ma che si potevano lasciare abbastanza vuote. "Spesso nei film come questo c‟è la tendenza, quando si girano le scene in strada, a riempirle di automobili pensando che contribuiscano a narrare la storia." -sostiene lo scenografo Alan MacDonald- "Ma se si guardano le immagini di Dublino negli anni "80 si fa fatica a trovare auto sulla strada."

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