SACRO GRA di Gianfranco Rosi
SACRO GRA di Gianfranco Rosi

Venezia 70: Sacro GRA di Gianfranco Rosi


Viene presentato oggi in concorso a Venezia 70 Sacro GRA di Gianfranco Rosi, terzo italiano in gara. Il docufilm racconta con una prospettiva inedita il Grande Raccordo Anulare.

Oggi 5 Settembre 2013 a Venezia 70 arriva il terzo italiano in gara, Gianfranco Rosi con Sacro GRA, documentario che racconta con una prospettiva inedita il Grande Raccordo Anulare.

Dopo due anni di lavoro sul Raccordo e di riprese mirate a seguire quei personaggi che Rosi ha colto come rappresentativi di quel "nuovo mondo", comincia con Jacopo Quadri il montaggio durato complessivamente otto mesi inteso a restituire quella coralità dispersa e inedita. Un'operazione ardua che ha richiesto un grande lavoro di sintesi che è giunta a restituire l'essenza dei personaggi e il senso profondo di un incontro. Ora il film è pronto, ha avuto l'onore di essere stato selezionato in Concorso al Festival di Venezia dove, per la prima volta nella sua lunga e prestigiosa storia che conta 70 edizioni, un film di no-fiction entra in gara, ed uscirà il 26 settembre, distribuito da Officine UBU.

Dopo l'India dei barcaioli, il deserto americano dei drop out, il Messico dei killer del narcotraffico, Gianfranco Rosi ha deciso di raccontare un angolo del suo Paese, girando e perdendosi per più di due anni con un mini-van sul Grande Raccordo Anulare di Roma per scoprire i mondi invisibili e i futuri possibili che questo luogo magico cela oltre il muro del suo frastuono continuo.

Dallo sfondo emergono personaggi altrimenti invisibili e apparizioni fugaci: un nobile piemontese e sua figlia laureanda, assegnatari di un monolocale in un moderno condominio ai bordi del Raccordo; un botanico armato di sonde sonore e pozioni chimiche cerca il rimedio per liberare le palme della sua oasi dalle larve divoratrici; un principe dei nostri giorni con un sigaro in bocca fa ginnastica sul tetto del suo castello assediato dalle palazzine della periferia informe a un'uscita del Raccordo; un barelliere in servizio sull'autoambulanza del 118 dà soccorso e conforto girando notte e giorno sull'anello autostradale; un pescatore d'anguille vive su di una zattera all'ombra di un cavalcavia sul fiume Tevere.

Lontano dai luoghi canonici di Roma, il Grande Raccordo Anulare si trasforma un collettore di storie a margine di un universo in espansione.

Il GRA, il Grande Raccordo Anulare di Roma, con i suoi 70 km è la più estesa autostrada urbana d'Italia. Ma pochi considerano il Raccordo come spazio urbano da esplorare. Lo ha fatto il paesaggista Nicolò Bassetti che ha esplorato i territori sconosciuti intorno al GRA, arricchendo il suo cammino di incontri straordinari. Questo bagaglio di esperienze, come l'idea stessa di farne una narrazione, lo ha passato poi nelle mani di Gianfranco Rosi, immaginando che potesse trasformarlo in uno dei suoi film da "cinema del reale".

Rosi ha raccolto la sfida. Forse catturato da quel filo rosso che collega i suoi film raminghi nei quali luoghi di confine e di attraversamento offrono scorci di umanità inedita.

Scoprire è quello che sempre ha fatto Rosi in giro per il mondo sin dal suo esordio. Girato a Benares tra la fine degli anni ottanta e l'inizio dei novanta, Boatman racconta nelle forme del cinema verità, la giornata di un barcaiolo in navigazione permanente tra la vita e la morte sul fiume Gange. Con Below Sea Level (vincitore a Venezia di "Orizzonti" nel 2008) Rosi si sposta dall'India nel deserto americano nei pressi di una base militare dismessa a 40 metri sotto il livello del mare, producendo un indimenticato esempio di cinema del reale, una volta entrato nell'intimo di una comunità di homeless americani. Dal deserto californiano si è poi spostato sul mitico border con il Messico per una sorta di "istant-movie", El Sicario, room 164 (Premio Fipresci, Venezia 2010), incredibile monologo interiore di un ex killer sfuggito al narcotraffico dei cartelli messicani.

Venezia 2013
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