La rivincita
La rivincita

La rivincita, recensione del film disponibile su RaiPlay


Si svolge nelle campagne pugliesi la storia di due fratelli, uniti dalle difficoltà economiche e protagonisti di una serie di eventi tra il comico e il tragico.
Voto: 6/10

La rivincita è uno dei titoli inediti che RaiPlay propone sulla propria piattaforma streaming a sostegno del cinema italiano in questo momento di emergenza in cui le sale cinematografiche sono chiuse.

Vincenzo (Michele Cipriani) e Sabino (Michele Venitucci) sono fratelli e vicini di casa in una cittadina pugliese, il primo ha una moglie straniera da cui vorrebbe avere un bambino, l'altro è sposato con una donna perennemente insoddisfatta e ha un figlio che vuole fare il ballerino: due fratelli diversi ma complementari, eredi di quel benessere dei padri che si è trasformato in povertà per i figli. Sabino gestisce un chiosco di fiori ma fatica sempre ad arrivare alla fine del mese, e chiede spesso un aiuto economico al fratello; quando però anche Vincenzo si ritrova in difficoltà a causa dell'esproprio di un terreno, si mette in moto per entrambi una catena di eventi che porterà a conseguenze imprevedibili.

La rivincita è la prima regia cinematografica di Leo Muscato, ispirata a una pièce teatrale che era già diventata anche un romanzo scritto da Michele Santeramo, che firma col regista la sceneggiatura del film.

La trama è quindi incentrata su due famiglie come ce ne sono tante, di cui ci viene mostrata la quotidianità fatta di piccoli e grandi problemi che diventano insormontabili e ostacoli risolti o aggirati con inventiva nata anche dalla disperazione. Così si affrontano tematiche tragicamente attuali, dal lavoro in nero alle sostanze tossiche che avvelenano il corpo, raffigurati nella loro ineluttabilità, tacitamente riconosciuta e più o meno tollerata da chi vi ha a che fare tutti i giorni.
Il film mantiene l'impianto teatrale, con un'ambientazione che, nonostante i precisi riferimenti geografici e i rimandi all'attualità, rimanda anche a un tempo e un luogo astratti, universalmente ed eternamente validi; l'attenzione quindi si concentra maggiormente su dialoghi e situazioni che sull'ambiente, anche dove ci sarebbe invece stato il potenziale per creare più immagini evocative e visivamente efficaci.

In questa storia che alterna eventi anche tragici e momenti di leggerezza, anche il tono del film cambia in continuazione, spaziando tra il dramma familiare e la commedia nera, tra situazioni paradossalmente grottesche e scambi comici che rimandano alla farsa. Spesso il passaggio da una scena e una situazione a quella successiva rimane troppo netto, e questo non rende il film poco scorrevole, ma toglie sfumature e approfondimento a qualcuno dei personaggi. E' comunque evidente, come ribadito dal finale, l'affetto per questi protagonisti imperfetti, fragili ma anche testardamente resistenti, pronti a rialzarsi e riuscire a sorridere delle difficoltà della vita.

Valutazione di Matilde Capozio: 6 su 10
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