Il Re

(2022)

Il Re
Locandina Il Re
Il Re e' una serie di genere Prision drama del 2022 girata in Italia e diretta da Giuseppe Gagliardi. Si compone di una stagione e 8 episodi. Ogni episodio dura in media 50 minuti. In Italia debutta su Sky Atlantic venerdì 18 Marzo 2022. Nel cast anche Luca Zingaretti, Isabella Ragonese, Anna Bonaiuto, Barbora Bobulova, Giorgio Colangeli, Alida Baldari Calabria, Ivan Franek, Ahmed Hafiene.

Il Direttore di un carcere esercita il suo potere al di sopra della legge. Quando il suo regno rischia di crollare dovra' combattere la guerra piu' difficile.

Il San Michele è un carcere di frontiera dove il direttore Bruno Testori applica la sua personale idea di giustizia: la legge dello Stato qui dentro non esiste, perché la legge è lui. Spietato con chi lo merita ma anche all'occorrenza misericordioso, Bruno si identifica nelle biografie deragliate dei detenuti, perché lui stesso, per primo, è un uomo spezzato dalla vita. Un duplice omicidio – prima quello del comandante e suo migliore amico, poi quello di un ergastolano, principale alleato di Bruno tra i detenuti – rischia di mettere a rischio il suo dominio e di portare alla luce il cancro che si annida nelle pieghe del regno: una potenziale minaccia per tutto l'Occidente. 

INFO TECNICHE

Titolo Italiano: Il Re
Titolo Originale: Il Re
Genere: Prision drama
Stagioni: 1 - Episodi: 8 (durata media 50 minuti)
Nazionalità: Italia | 2022
Produzione: Sky Studios, The Apartment, Wildside, Zocotoco (in collaborazione con)

Stagioni e Episodi

Stagioni - EpisodiPrima Visione AssolutaPrima Visione Italia
Stagione 1
Episodi 8

venerdì 18 Marzo 2022
su Sky Atlantic

Cast e personaggi

Regia: Giuseppe Gagliardi
Sceneggiatura: Stefano Bises, Peppe Fiore, Davide Serino, Bernardo Pellegrini
Musiche: Corrado Carosio, Pierangelo Fornaro
Fotografia: Carlo Rinaldi
Montaggio: Chiara Vullo
Scenografie: Simone Taddei, Paki Meduri
Costumi: Johanna Bronner, Daniela Ciancio


Cast Artistico e Ruoli:
foto Luca Zingaretti

Luca Zingaretti

Bruno Testori
(4 episodi)
foto Isabella Ragonese

Isabella Ragonese

Sonia Massini
(4 episodi)
foto Anna Bonaiuto

Anna Bonaiuto

Laura Lombardo
(4 episodi)
foto Barbora Bobulova

Barbora Bobulova

Gloria
(4 episodi)
foto Giorgio Colangeli

Giorgio Colangeli

Nicola Iaccarino
(4 episodi)
foto Alida Baldari Calabria

Alida Baldari Calabria

Adele
(4 episodi)
foto Ivan Franek

Ivan Franek

Miroslav Lackovic
(4 episodi)
foto Ahmed Hafiene

Ahmed Hafiene

Amir
(4 episodi)


Cast Ruolo principale
Luca Zingaretti...Bruno Testori
Isabella Ragonese...Sonia Massini
Anna Bonaiuto...Laura Lombardo
Barbora Bobulova...Gloria
Giorgio Colangeli...Nicola Iaccarino
Alida Baldari Calabria...Adele
Ivan Franek...Miroslav Lackovic
Ahmed Hafiene...Amir

Produttori: Fulvio Rossi (Coproduttore esecutivo), Valentina Avenia (Produttore delegato), Esteban López Uribe (Produttore Delegato Sky), Elena Recchia (Produttore esecutivo), Nils Hartmann (Produttore esecutivo Sky), Sonia Rovai (Produttore esecutivo Sky), Erica Negri (Produttore esecutivo Sky), Luca Zingaretti (Produttore associato), Lorenzo Mieli (Produttore)

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Immagini

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Note di regia – Giuseppe Gagliardi

Cosa succede quando un regno rischia di crollare davanti agli occhi del suo sovrano? Il Re racconta questo, il potere politico e militare che Bruno Testori esercita nel suo carcere sta scricchiolando, lui deve cercare di salvare la sua corona. Il regno è quello del San Michele, una vecchia fortezza che si staglia sul mare di una città portuale, un edificio simbolico dell'autorità del suo padrone. Lì dentro vigono le leggi che ha promulgato lui, il direttore, giudice in extremis, oltre il terzo grado di giudizio. Si è costruito una personale idea di giustizia, la applica a suo piacimento, con l'aiuto di una schiera di pretoriani fedeli al re e al San Michele. Il carcere che raccontiamo è un crocevia di storie e uomini di diversa provenienza, un luogo di alienazione dove i conflitti sono il riflesso del mondo di fuori. Bruno invece controlla e sorveglia il mondo di dentro. Sul piano visivo spesso il suo punto di vista coincide con quello del racconto, Bruno vede attraverso le telecamere di sorveglianza, ascolta attraverso le cimici, controlla le vite dei detenuti come ossessionato, cerca la strada per fronteggiare la minaccia che serpeggia nei corridoi del San Michele. Il luogo diventa protagonista della vicenda umana. L'utilizzo delle lenti panoramiche per filmare il carcere ha determinato la cifra stilistica principale della serie, le immagini hanno un'ampiezza che ci aiuta a raccontare meglio il luogo, la presenza imponente delle architetture del carcere sui personaggi. Quando gli eventi precipitano, Bruno si trova a dover combattere la battaglia più difficile della sua carriera. Una battaglia contro i nemici interni e, anche, contro il suo lato oscuro. 

Note di sceneggiatura – Stefano Bises e Peppe Fiore

Il processo di elaborazione de Il Re ci ha posto davanti a una serie di sfide di scrittura. Il nostro punto di partenza era ovviamente l'arena carceraria, definita e circoscritta, e la scelta di un protagonista unico e molto forte – dunque l'idea di differenziarci dal multistrand che di solito caratterizza i prison drama. La scelta di incarnare il protagonista nella figura del direttore, e in questo specifico direttore, uno che vive il suo mandato come un monarca assoluto, ci poneva un problema narrativo di fondo sul piano dei conflitti: in un carcere come il San Michele, un direttore come Bruno vede tutto e può tutto. Dunque, come metterlo in crisi? Abbiamo perciò giocato sul piano tematico, lavorando sulla metafora del regno che incarna l'ideale di giustizia di Bruno Testori. Il San Michele è la rappresentazione plastica della morale di Bruno: una morale monocratica, più solida e indiscutibile anche della legge dei tribunali. È questa l'idea del "quarto grado di giudizio" di Bruno: il San Michele è un'enclave fuori dalla giurisdizione della legge ordinaria in cui il direttore esercita la sua personale giustizia. Per mettere in crisi il nostro protagonista abbiamo portato il conflitto frontalmente sul suo sistema di valori: la minaccia che lo sfida è quella di un ordine morale avverso a quello di Bruno, e si annida proprio al cuore del suo regno. Al centro di questo conflitto c'è sempre Bruno, naturalmente. L'altra sfida per noi interessante era quella di riuscire a rendere empatico e umano un personaggio così larger-than-life. Abbiamo cercato di farlo approfondendo le sue ferite che sono, in qualche misura, il modo con cui Bruno si interfaccia con l'altro. Bruno è un uomo spezzato, che ha sofferto in passato e che ogni giorno si confronta con un'umanità da Purgatorio. Il dolore della sua vita è anche, in qualche modo, il suo potere: gli ha insegnato che anche una vita perfetta può deragliare in qualsiasi momento, che il destino è cieco e che il male non sempre è voluto ma può essere accidentale. Questo fa di lui un essere umano, segnato dalla sofferenza e divorato dalla hybris, ma allo stesso tempo capace di leggere nell'anima anche dell'ultimo dei detenuti come nessun altro. Un uomo che usa il proprio dolore come strumento di conoscenza del mondo. Un'ulteriore scommessa era quella sul piano dell'arena. Il carcere in Italia non è un argomento innocente, è una sorta di fronte emergenziale permanente che in un modo o nell'altro ha fatto sempre da specchio a tutte le fasi cruciali della storia del Paese. Raccontarlo in maniera onesta implicava necessariamente il racconto della violenza, dell'abuso di potere, dell'integrazione interculturale, del discrimine sottile che esiste tra esercizio della pena e vendetta di Stato. Fermo restando che il nostro obiettivo era fare una serie di genere, e non un racconto strettamente sociologico, abbiamo cercato di restituire la complessità e le contraddizioni del lavoro detentivo dentro un carcere d'invenzione come il San Michele, costruendo tutti i personaggi, non solo Bruno ma anche i pretoriani e i detenuti, su un profilo di complessità e contraddizione. Non ci sono buoni e cattivi, e anche il male ha sempre le sue ragioni. In questo senso, le ombre di Bruno, che lo spingono a scavalcare spesso la legalità, trovano sempre un contrappeso nella sua visione del mondo. Una visione solida e coerente con il suo sistema di valori, che – al netto di tutti gli abusi di potere di Bruno – rimane al fondo condivisibile. In questo, crediamo, c'è il nocciolo tematico di questa serie: una riflessione sui confini della giustizia, su quanto ci si può spingere oltre la linea d'ombra per realizzare quella giustizia fino in fondo, e in ultima analisi, su quanto il bene e il male, dal punto di vista del potere, finiscano per implicarsi a vicenda.

Note di produzione

Antonella D'errico – Executive Vice President Programming Sky Italia:
Con Il Re torniamo, ancora una volta, ad abbracciare l'entusiasmante sfida di aprire una nuova strada, di percorrerla per la prima volta. Un prison drama prodotto e ideato in Italia, un genere inedito per il nostro mercato. Per essere all'altezza di questa responsabilità, abbiamo scelto che a incarnare questo controverso e intenso protagonista – il sovrano assoluto di un carcere in cui vige una sola legge, la sua – fosse Luca Zingaretti, l'interprete forse più popolare e apprezzato d'Italia. Così cupo e maestoso, il suo Bruno Testori non rischia di somigliare a nessun altro, e intorno al nostro "Re", a mettere in crisi e quindi a umanizzare questa figura così complessa, si muovono tre personaggi femminili forti e determinatissimi, interpretati da Isabella Ragonese, Anna Bonaiuto e Barbora Bobulova. Giuseppe Gagliardi, già dietro alla macchina da presa della nostra trilogia sugli anni chiave della recente storia italiana (1992, 1993 e 1994), dirige un cast tecnico e artistico di primissimo livello, guida sicura di una macchina produttiva complessa, messa a punto da Sky Studios insieme a Wildside, con The Apartment e in collaborazione con Zocotoco. Abbiamo in serbo per i clienti Sky di tutti i paesi in cui operiamo un'altra grande storia quindi, perfettamente calata nel presente e nelle sue contraddizioni, mai eluse dalla talentuosa writers' room guidata da Stefano Bises e Peppe Fiore, che hanno garantito a questo racconto quella complessità necessaria che da sempre offriamo al nostro pubblico.

Sonia Rovai – Director scripted production Sky Italia:
Perché un prison drama in Italia? Perché è una nuova sfida, e perché c'è una buona storia da raccontare, un genere nuovo con cui misurarsi, e il volto giusto per dare corpo a questa nuova storia. Luca Zingaretti, uno dei nostri attori più amati e popolari, ha il coraggio di andare controcorrente: è entrato in questo progetto Sky per dare vita a un personaggio memorabile e inedito. Intorno c'è un cast formidabile, con dei personaggi femminili costruiti magistralmente, che danno particolare spessore al prison drama. E a rendere possibile tutto questo, la macchina produttiva di Sky – con Lorenzo Mieli per The Apartment e con Wildside, entrambe del gruppo Fremantle, in collaborazione con Zocotoco – glielo consente: il team creativo di Giuseppe Gagliardi alla regia (che ha firmato la trilogia seriale di culto 1992, 1993 e 1994) e la scrittura di Stefano Bises, Peppe Fiore e il loro team. Girare interamente tra le mura di una prigione ci ha dato la misura della nostra libertà creativa, e ne siamo usciti con una serie che non vediamo l'ora di condividere con l'audience internazionale di Sky. Lunga vita a Il Re

Lorenzo Mieli – CEO The Apartment:
Il Re è nato da un incontro di qualche anno fa con Luca Zingaretti su un'idea di serie con al centro un direttore di un carcere, Bruno Testori, un uomo delle istituzioni con un dark side molto forte e un rapporto contrastato con il potere. Da subito sono rimasto colpito dal desiderio di Luca di voler interpretare questo personaggio e una storia dal plot molto complesso, tanto da farmi subito pensare ci fossero le basi per costruire un vero e proprio prison drama. Sapevo che Sky, in particolare Nils Hartmann, cercava da tempo di portare in Italia questo genere e mi è sembrato naturale, quindi, proporgli di realizzare insieme Il Re. Con Sky, Luca e la sua società Zocotoco, abbiamo sviluppato l'idea iniziale con un team di scrittura composto da Davide Serino, Bernardo Pellegrini, Massimo Reale con la supervisione di Stefano Bises e Peppe Fiore come headwriter. Si è andato a delineare, da subito, un progetto che non ha eguali in Italia con un Luca Zingaretti inedito nei panni del villain e con una storia che tocca temi quali la gestione del terrorismo e delle carceri e il rapporto con i servizi segreti in Italia. Per raccontare questa storia abbiamo subito pensato di coinvolgere Giuseppe Gagliardi il quale, essendo entrato nel progetto ancora in una fase embrionale, ha contribuito con le sue idee alla tessitura della narrazione e a definire quello che poi è diventato Il Re, molto prima della messa in scena. Trattandosi di un genere inedito in Italia, per noi era importante portare avanti un racconto di genere, quindi pop, ma fortemente ancorato alla società e alla cultura italiana. Nell'ottica di tenere teso questo filo, abbiamo girato. Il Re in due carceri veri, ora in disuso: il carcere di Civitavecchia e il carcere di Torino, oggi museo. Tenere in equilibrio questo doppio binario di toni e regia non è stato facile ma Giuseppe è stato in grado di gestirlo al meglio con il supporto di un grande lavoro di squadra. 

Fotografia – Carlo Rinaldi:
La fotografia de Il Re, grazie a uno studio meticoloso della palette colori con i reparti scenografia e costumi, segue la visione del regista Giuseppe Gagliardi di voler creare un mondo riconoscibile e originale per questa serie. Ne Il Re i confini morali sono sfumati e per questo abbiamo scelto delle lenti anamorfiche "vintage", dalla pasta unica, attraverso le quali la realtà sembra più sporca e violenta, a volte deformata. I contrasti dei personaggi sono forti e, di conseguenza, la luce disegna le tensioni con alte luci quasi bruciate, neri scuri e misteriosi. Nel carcere, così come nella città di frontiera dove si svolge la vicenda, tutto è realistico ma allo stesso tempo decadente: la macchina da presa si muove a spalla, ma non ricorre solamente al linguaggio asciutto del pedinamento da documentario. I colori sono accentuati da un'emulsione unica, ricca di giallo acuto e di azzurro che arriva dai cieli più freddi e invernali. Ho scelto di tradurre tutti questi stimoli, registici e narrativi, scegliendo di girare con obiettivi che hanno più di 50 anni, accoppiandoli con una macchina da presa digitale di ultima generazione e spingendola al massimo della sua sensibilità. La luce non sembra mai artificiale, come in un teatro, ma entra sempre dai grandi lucernari presenti nelle imponenti location. O, al contrario, penetra nelle celle scure e malfamate illuminate da neon apparentemente consumati, dai colori caldi ma acidi. La fotografia accompagna il nostro "Re" con diverse angolature in una storia avvincente e misteriosa. Cattura volti e momenti di apparente realtà: omicidi, confessioni, preghiere, vizi e fragilità, presentandoli allo spettatore con stile e fotogenicità, ma allo stesso tempo in maniera vera e reale. 

Scenografia – Simone Taddei:
Il Re è un prison drama italiano a cui il regista Giuseppe Gagliardi ha voluto dare una chiave noir, riuscendoci grazie all'enorme lavoro di ricerca nella scelta della palette colori. Si sono volute prediligere tinte desaturate, con una forte connotazione retrò, le cui pigmentazioni principali gravitano attorno al verde marcio, carta da zucchero, tortora e tinte brune, portate al limite dell'ambivalenza per renderle camaleontiche. Il risultato ottenuto è stato elaborato in studio su 15 metri lineari di quinta che riproducevano tutte le tonalità di colore scelte, grazie anche all'importante collaborazione con il D.O.P Carlo Rinaldi con cui si è sperimentata la rifrazione di luce caldo fredda sulle superfici, che ha consentito di evidenziare il gioco di metamorfosi dei colori. In egual misura l'arredamento guidato da Erica Facchini ha seguito lo stesso processo di design e ricerca, cercando di dare ad ambienti contemporanei un richiamo vintage, al fine di creare sorpresa nello spettatore, a cui non si voleva dare un'immediata percezione dello spazio e del tempo. L'elemento più sfidante è stato uniformare location diverse per le stesse ambientazioni in un'unica struttura. Per effettuare questa operazione di sintesi e fusione degli ambienti abbiamo lavorato molto per costruire anelli di congiunzione tra le diverse caratteristiche, cercando di unire gli aspetti architettonici caratterizzanti i diversi spazi e dimensioni che non risultassero artificiosi. A mio avviso l'aspetto più importante del progetto è stata la capacità dei team di avere una visione condivisa e trasversale. Partendo dalla produzione per arrivare alle maestranze, l'unione di tutte le competenze coinvolte nel progetto ha fatto in modo che si creasse un'armonia di intenti che è evidente sin dalle prime scene. Durante tutta la narrazione si inseriscono le location scelte con cura tra Torino, Roma, Civitavecchia e Trieste. 

Musica – Corrado Carosio e Pierangelo Fornaro (aka Bottega del Suono):
Quando Giuseppe ci ha chiesto di iniziare a comporre le musiche de Il Re eravamo, ancora inconsapevoli, alla vigilia di quello che sarebbe diventato il primo lockdown planetario della storia, a febbraio 2020. In una sorta di libertà condizionata, immersi nella lettura delle sceneggiature di un dramma carcerario intrigante, ci siamo quindi ritrovati a tradurre in musica emozioni che in qualche modo ci toccavano da vicino. Ci siamo orientati, su indicazione della regia, verso la costruzione di motivi riconoscibili, essenziali e anche a contrasto con i toni scuri e pesanti che a volte caratterizzano la narrazione; al tempo stesso, abbiamo ricercato un certo senso di epicità, con l'uso di timpani e archi profondi all'unisono a scandire le azioni del protagonista, chiave di volta del suo "regno". A stemperare l'aspetto a tratti claustrofobico di alcune ambientazioni, la nostra ricerca si è focalizzata anche su sonorità sospese ed eteree, come armonici degli archi, vocalizzi e sfondi costruiti su impercettibili stratificazioni granulari di sintetizzatori. Abbiamo poi applicato il concetto di distorsione, con vari livelli di intensità e profondità, a strumenti acustici come il piano, trattato con il feltro inserito tra corde e martelletti, e a strumenti a corda come il bouzouki, suonato e poi trasposto digitalmente al di sotto della sua naturale estensione. 

Costumi – Johanna Bronner:
Per la serie Il Re, il regista Giuseppe Gagliardi ha voluto creare una realtà cupa e ostile, fatta di un vissuto duro che si è iscritto non solo nelle biografie dei personaggi ma anche nei luoghi da loro abitati e nei costumi da loro indossati. Per raccontare il mondo della prigione si ha a disposizione un linguaggio visivo abbastanza limitato e omologato. La realtà del carcere è un mondo di divise e di abbigliamento casual come felpe, magliette, tute da ginnastica, jeans e sneakers. Abbiamo "giocato" per creare il look dei personaggi del carcere San Michele con un uso identificativo del colore, delle fantasie e dei materiali per caratterizzare visivamente i diversi gruppi etnici e religiosi, simili a delle gang, che si contendono il controllo del carcere. Ad esempio, per contraddistinguere il mondo dei musulmani dai detenuti provenienti dal mondo balcanico, nei primi prevale l'uso dei toni del grigio, dell'antracite, del beige e del nero con fantasie geometriche, righe e quadri; negli altri i costumi tendono alle sfumature del beige e dei marroni, con l'utilizzo di velluti a coste. Sempre per esigenze narrative sono state re-inventate le divise dei pretoriani, il corpo della polizia carceraria del San Michele. Ispirandoci a elementi delle divise penitenziarie in diversi paesi europei abbiamo ideato il look specifico per i pretoriani – una divisa scura con carattere duro e combattivo – per descrivere la specificità del mondo del San Michele. Oltre all'uso di una color palette di tinte prevalentemente scure e pochi colori smorzati, tutti i costumi della serie dovevano portarsi dietro i segni del tempo, come se avessero a lungo accompagnato i nostri personaggi nella loro vita. Per questo il "costume aging" è stato una chiave estetica importante nell'ideazione dei diversi ambienti della serie – sia per il mondo del carcere sia per quello esterno. Tutti i costumi sono stati sottoposti a diversi processi di invecchiamento: sono stati grattati, decolorati e patinati perché avessero quell'aria di vissuto e di verità fortemente voluta dal regista. In questa estetica del vissuto si inseriscono tutti i costumi dei protagonisti. Il look dei personaggi è caratterizzato da pochi cambi e segni scarni ma identificativi, che tentano di integrarsi nel tessuto narrativo senza farsi troppo notare, inserendosi in un'estetica del quotidiano non necessariamente realistica ma credibile, senza far sentire troppo la mano della costumista.


extra dal pressbook della serie

HomeVideo (beta)


STREAMING VOD, SVOD E TVOD:
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Nota: "Il Re" è un titolo Sky Original, puoi vederlo su NOW fino al 31/12/2099.
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