Suburræterna, Francesca Fagnani intervista Amedeo Cinaglia
Suburræterna, Francesca Fagnani intervista Amedeo Cinaglia
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Suburræterna, Francesca Fagnani intervista Amedeo Cinaglia

Lingua: Italiano | Durata: 00:09:31 |

Netflix presenta un botta e risposta senza sconti sulla vita pubblica e privata dell'ex politico Amedeo Cinaglia, protagonista dell'universo 'Suburra', qui intervistato da Francesca Fagnani.

Per la promozione della serie Suburræterna, Netflix ha chiesto alla giornalista Francesca Fagnani di intervistare Amedeo Cinaglia (il personaggio interpretato da Filippo Nigro) per un botta e risposta senza sconti sulla vita pubblica e privata dell’ex politico. Al centro dell’intervista, domande scomode che toccano temi caldi come il suicidio della moglie Alice, le amicizie in Campidoglio e l’ambizioso progetto della cooperativa da poco nata passando per la creazione di un nuovo stadio per Roma.

Naturalmente è una intervista non reale, a scopo di promuovere la serie nello stile di ‘Belve’, il programma in cui la Fagnani intervista realmente dei personaggi pubblici: Cinaglia è, invece, un personaggio della serie che l’attore Filippo Nigro impersona.
A seguire, la trascrizione dell’intervista di Francesca Fagnani a Amedeo Cinaglia.

F: Allora, come sta?
A: Molto bene, è un periodo intenso ma… bene, grazie.

F: Pensavo fosse più leggero, adesso che ha lasciato la politica. E invece no.
A: Io sono uno che si tiene sempre impegnato, in un certo senso. Non mi fermo mai.

F: Lei è stato prima consigliere comunale, poi candidato sindaco con una sua lista e adesso gestisce una cooperativa green… Quindi, meglio fare affari che fare politica?
A: Diciamo che sono arrivato dove volevo arrivare.

F: Ma dovendo scegliere, preferisce i soldi o il potere?
A: Io comunque gestisco una cooperativa che è forse la più importante di tutta Roma, che si occupa di decoro urbano, lavori stradali, aree verdi… quindi

F. Senza dubbio, ma ammetterà che gestire una cooperativa non è come guidare il Campidoglio.
A: Si, però le assicuro che io ho il lavoro è il potere che volevo.

F: Il potere a lei non le basta mai. C’è stato un momento nella sua vita, anche solo un momento, in cui ha percepito un delirio di onnipotenza… Capita eh?
A: Questo non me lo avevano mai chiesto… Onestamente Sì.

F: Viva la sincerità.
A: Il potere ti cambia, inutile nasconderlo. Nel mio caso, però, non penso che mi abbia mai fatto montare la testa. Piuttosto, diciamo che mi ha obbligato a prendere delle decisioni difficili.

F: Me ne dica una, come lasciare il suo partito ed allearsi con quelli che sono stati i suoi rivali di sempre, ad esempio?
A: No, no… direi…guardi per me governare è una grande responsabilità, o almeno lo è stato. Quindi, la politica è difficile non tanto per se stessi, quanto per le scelte che si è obbligati a compiere e che poi si riflettono sugli altri. Diciamo che ad un certo punto della mia vita ho deciso di non dover più prendere queste decisioni così complicate così ho semplicemente deciso di occuparmi di affari e di gestirli per conto mio.

F: Quale è l’insegnamento principale che lei ha ricevuto dalla politica.
A: Diciamo che… ecco: per esempio, quando raggiungi il potere c’è sempre qualcuno che vuole togliertelo.

F: Lei è ossessionato dal potere… gira che ti rigira lei torna sempre là.
A: No, me lo ha chiesto lei e io sto solo rispondendo. No, no, no, io sono ossessionato dal mio lavoro e semplicemente so quello che ho dovuto… diciamo sacrificare per arrivare dove sono arrivato.

F: Tutto sempre nella legalità…
A: Certo.

F: Più o meno… diciamo…
A: No, non diciamo.

F: Cosa la spaventa oggi?
A: Ma non mi spaventa nulla. Sinceramente mi preoccupo. Ho due figli e, come ogni genitore pò immaginare, mi preoccupa più l’aspetto di padre.

F: Lei è stato sposato due volte.
A: Corretto.

F: Lei nel 2008, dopo le elezioni, ha perso sua moglie, Alice. Come ha trovato le risorse interiori per fronteggiare un dolore tanto imprevisto?
A: E’ stata una tragedia. Alice è la madre dei miei figli, quindi…. però è stata anche la persona che mi ha aiutato di più nel momento più brutto della mia carriera politica, forse; quindi, è stato un momento difficile e lo è ancora.

F: Ma lei aveva percepito la sofferenza di sua moglie? Aveva capito che era depressa oppure no?
A: No, guardi, Alice tra l’altro lavorava con noi nel nostro team, nella nostra squadra e nessuno si era accorto di nulla e neanche a me aveva mai detto nulla.

F: Scusi se glielo chiedo, ma è possibile che lei fosse talmente centrato su se stesso e sulle elezioni da non accorgersene?
A: Guardi, adesso preferirei cambiare argomento, se possibile.

F: Va bene, da lei da tre anni ha fondato questa nuova cooperativa. Non le manca il Campidoglio?
A: No, sinceramente no, non mi manca il Campidoglio. adesso ho una nuova casa, quindi adesso anche se passo davanti al Campidoglio diciamo, non è che provo grandi emozioni. Lavoro con un gruppo di persone che ha grande talento e tutti insieme cerchiamo di migliorare questa città. Penso che sia sicuramente meglio del Campidoglio.

F: E poi dipende sempre come è la nuova casa… ma le sue amicizie nel Campidoglio le sono state utili per la cooperativa?
A: No, guardi che la cooperativa e il Campidoglio sono due cose completamente distinte. Quindi io non è che posso parlare per nome della giunta.

F: Guardi, non si infastidisca perché poi la domanda bischera poi è un’altra…
A: No, ma io ho capito dove lei vuole arrivare. Lei sta insinuato se… e si chiedeva se io grazie alle mie… diciamo ‘vicinanze politiche’ passate possa avere avuto successo adesso. No, non è così. Immagino che anche lei, adesso, grazie alla sua presenza in televisione abbia dei vantaggi che, probabilmente, le verranno utili.

F: Intanto io non sono mai stata un funzionario pubblico e poi io non ho mai sfruttato le mie amicizie per ottenere quello che non mi spettava… Lei? No?
A: Giusto, no ma guardi, neanche io. Semplicemente io nel 2008, come lei ben sa, ho vinto delle elezioni, ho preso il 9% e in seguito a quello ho ottenuto una certa popolarità, credibilità, faccia come pensi e come crede… quindi questo è quello che ne consegue, tutto qui.

F: Quindi lei o è molto onesto o poco furbo.
A: Forse si, forse entrambe le cose, per questo ho lasciato la politica, così ho trovato un modo diverso per aiutare la mia città.

F: Nel 2008 il suo slogan era ‘una città sicura’. Visti, diciamo, gli scontri e tutti i disordini che ci sono stati, evidentemente qualcosa non ha funzionato. Non è che tutto sommato i disordini, la criminalità sono una leva di comando utile a un politico?
A: Probabilmente questa è una domanda che dovrebbe rivolgere ai politici di adesso…

F: Vabbè, intanto abbiamo lei qua, risponde lei.
A: Ma lei si sente sicura in questa città?

F: Insomma..
A: Eh, infatti.

F: Insomma, le sembra una città sicura?
A: Non molto, effettivamente.

F: Eh, e quindi?
A: Io posso dire che ho fatto del mio meglio, quando ho potuto, per rendere migliore questa città da quel punto di vista ma Roma purtroppo è una città difficile da governare.

F: Perché è così difficile?
A: Perché tutti a Roma vogliono diventare Re.

F: Anche Lei vuole diventare un Re?
A: No no, per carità. I Re fanno sempre una brutta fine.

F: Il malcontento di Roma è evidente. Se lei fosse ancora in Campidoglio, che cosa farebbe?
A: Diciamo che cercherei di portare questa città avanti, nel futuro. Questa in fondo è la ‘città eterna’ e non possiamo vederla e relegarla sempre pensando al passato o al presente.

F: Non ha detto niente, ‘fuffa’ da comizio.
A: Lei non vorrà mica che le sveli le mie carte qui, adesso.

F: Io glielo consiglierei per non sembrare un venditori di fumo, invece.
A: Va bene, se me lo consiglia lei allora, ecco… diciamo che ho in mente un nuovo progetto molto importante che potrebbe essere destinato ad entrare nella storia di Roma.

F: Addirittura… qual è?
A: …Un nuovo stadio.

F: Ah che bello… una idea nuova, un inedito…
A: No, non è un’idea nuova ma magari io riuscirò a realizzarla. Lei deve pensare ad un nuovo Colosseo come nuovo stadio, un posto dove tutti i romani possano riconoscersi, una specie di tempio per Roma e per i romani…

F: Nuovo Colosseo, tutto da solo senza la sua rete di amicizie… ha del miracoloso…
A: Ecco, vede quale è il problema. E’ sempre lo stesso in questa città: dubbi, insinuazioni, burocrazia… non scordiamoci che questi qui sono nuovi posti di lavoro. Costruire un nuovo stadio significa guardare avanti e dare lavoro ad altre persone.

F: Lo vede che, invece, la politica le manca? Senta, possiamo dire di poter archiviare la sua politica con un flop?
A: No, no. Lei è quello che sta cercando di fare da tutta la serata ma no, non posso dirlo.

F: Che starei cercando di fare?
A: Beh, di provocare un pochino, forse, no?

F: Questa è una intervista, altrimenti sarebbe un monologo.
A: No, guardi, le posso dire assolutamente che la mia carriera politica non è stata un flop. Io ero ai margini del mio partito, ho fondato una lista civica, mi sono rimboccato le maniche e ho preso il 9%. Quindi direi che mi ritengo soddisfatto.

F: Basta parlare di politica. Mi dica Amedeo Cinaglia che padre è.
A: Un padre orgoglioso e molto amato, penso. Ho due figli meravigliosi che assomigliano molto alla mamma. Sono assente, loro lo sanno perché sanno il lavoro che faccio. Io cerco di sfruttare al massimo il tempo che ho con loro.

F: Cosa le manca per essere felice.
A: Ho tanti progetti in mente, per esempio appunto quello di cui le ho parlato. Ma in assoluto quello che farò dopo, insomma, guardo sempre avanti.

F: Ero sicura che mi avrebbe detto ‘sua moglie’.
A: …….beh anche quello, certo, mi manca mia moglie.

F: Cosa le direbbe se avesse l’opportunità di dirle ancora qualcosa?
A: …Che mi manca e che ho fatto un sacco di cazzate.

F: Che rapporto ha con il senso di colpa?
A: Di lunga data.

F: Grazie.
A: Grazie a lei.

SuburrÆterna è la serie tv che espande l’universo Suburra raccontando una nuova storia originale che vede la presenza nel cast di Filippo Nigro, Giacomo Ferrara, Federica Sabatini e Carlotta Antonelli. Disponibile dal 14 novembre 2023 su Netflix, SuburrÆterna è tratta dal libro Suburra scritto da Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini edito da Einaudi.

SuburrÆternaSuburrÆterna (stagione 1)
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