Locandina X-Men – Giorni di un futuro passato

X-Men - Giorni di un futuro passato (2014)

X-Men: Days of Future Past
Locandina X-Men - Giorni di un futuro passato
X-Men - Giorni di un futuro passato (X-Men: Days of Future Past) è un film del 2014 prodotto in USA, di genere Azione e Avventura diretto da Bryan Singer. Il film dura circa 132 minuti. Il cast include Hugh Jackman, James McAvoy, Michael Fassbender, Jennifer Lawrence, Halle Berry, Nicholas Hoult, Peter Dinklage, Omar Sy, James Marsden. In Italia, esce al cinema giovedì 22 Maggio 2014 distribuito da 20th Century Fox. Disponibile in homevideo in DVD da giovedì 2 Ottobre 2014. Al Box Office italiano ha incassato circa 6553498 euro.

Gli inarrestabili personaggi della trilogia originale degli X-Men si uniscono ai loro sé stessi più giovani in una lotta epica per cambiare il passato e salvare il futuro .

Gli X-Men dovranno combattere una battaglia per la sopravvivenza della specie attraverso due periodi storici. Gli amati personaggi della trilogia originale “X-Men” uniranno le forze con i loro stessi più giovani di “X-Men: First Class,” in un’epica battaglia per cambiare il passato – e salvare il nostro futuro.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 22 Maggio 2014
Uscita in Italia: 22/05/2014
Data di Uscita USA: venerdì 23 Maggio 2014
Prima Uscita: 23/05/2014 (USA)
Genere: Azione, Avventura, Fantastico, Sci-Fi
Nazione: USA - 2014
Durata: 132 minuti
Formato: Colore
Produzione: Twentieth Century Fox Film Corporation, Marvel Entertainment (in associazione con)
Distribuzione: 20th Century Fox
Budget: 200.000.000 dollari (stimato)
Box Office: USA: 229.177.000 dollari | Italia: 6.553.498 euro
Classificazioni per età: ITA: 12+
In HomeVideo: in DVD da giovedì 2 Ottobre 2014 [scopri DVD e Blu-ray]

SAGA X-Men

Cast e personaggi

Regia: Bryan Singer

Cast Artistico e Ruoli:

Recensioni redazione

Recensione X-Men - Giorni di un futuro passato
Recensione X-Men - Giorni di un futuro passato
redazione, voto 7/10
Nonostante la condizione del diverso degli X-Men nella società odierna non viene approfondita abbastanza, X-Men - Giorni di un futuro passato rimane un buon blockbuster, grazie anche ad un ottimo 3D, nonché un'ottima sorpresa considerando gli ultimi mediocri film della Marvel.

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Immagini

[Schermo Intero]

La migliore squadra degli X-Men mai assemblata combatte una guerra in due epoche diverse per la sopravvivenza della specie in X-MEN: GIORNI DI UN FUTURO PASSATO. Gli amatissimi personaggi della trilogia originale di X-Men uniscono le loro forze con le loro versioni più giovani del passato, che abbiamo visto in X-Men: L’inizio, con l’obiettivo di modificare un importante evento storico, combattendo una battaglia epica in grado di salvare il nostro futuro. Il regista Bryan Singer ha reinventato il genere dei film fumettistici. Grazie al grande successo X-Men, uscito nell’estate del 2000, Singer ha dato vita a una nuova estetica creativa per quanto riguarda gli adattamenti per il grande schermo di storie e personaggi di fumetti amatissimi. A questo film ha fatto seguito, sempre per la regia di Singer, X2, in grado di ottenere un successo anche maggiore. In X-MEN: GIORNI DI UN FUTURO PASSATO, Singer torna nelle vesti di regista, per approfondire la sua visione dell’universo degli X-Men. E’ una storia dura e provocatoria, sostenuta da personaggi molto complessi. Il produttore Hutch Parker ritiene che sia “la combinazione dell’amore, l’attenzione e il rispetto di Bryan per questi personaggi” a rendere così avvincenti i film sugli X-Men diretti da questo regista. Il coinvolgimento di Singer nella serie fin dalla sua nascita ha generato tanti legami stretti, sia per quanto riguarda la troupe che il cast. Questo nuovo film mette assieme la produttrice Lauren Shuler Donner, che è stata coinvolta in tutte le pellicole degli X-Men; lo sceneggiatore/produttore Simon Kinberg, che è stato produttore di X-Men: L’inizio; il premiato direttore della fotografia Newton Thomas Sigel, ASC, che ha collaborato a diversi progetti assieme a Singer; lo scenografo vincitore dell’Oscar® John Myhre, creatore del mondo originale degli X-Men; e il compositore/montatore John Ottman. Singer ha rimesso assieme il cast dei film originali sugli X-Men, così come i giovani attori protagonista di X-Men: L’inizio, film che lo ha visto impegnato come autore della storia e produttore. X-MEN: GIORNI DI UN FUTURO PASSATO vede ritornare dalla trilogia originale Hugh Jackman, Patrick Stewart, Ian McKellen e Halle Berry; mentre dal prequel ci sono Jennifer Lawrence, James McAvoy, Michael Fassbender e Nicholas Hoult. “E’ stato eccitante scegliere queste persone, sia nei film originali che in X-Men: L’inizio”, fa notare Singer. “All’epoca, molti di loro avevano pochissima o nessuna esperienza in blockbuster così imponenti. Hugh proveniva dal mondo dei musical teatrali. Jennifer aveva lavorato solo a piccoli prodotti indipendenti come Un gelido inverno. Nel corso degli anni, la loro carriera ha fatto passi da gigante, portandoli a ottenere grande attenzione e riconoscimenti. L’arrivo sul nostro set della famiglia originale e di quella nuova è stato eccitante per tutti noi”. La Shuler Donner ritiene che le tematiche complesse e provocatorie delle storie degli X-Men abbiano attirato Singer verso questo universo. “Bryan è molto serio quando si parla di X-Men. Lui ha capito che le tematiche al centro delle storie richiedevano un approccio realistico. I personaggi hanno dei difetti e questo rende più semplice l’identificazione da parte del pubblico. Per esempio, Mystica vuole essere orgogliosa della sua identità, mentre Bestia è consapevole delle sue doti da mutante, ma proprio per questo motivo tende a nasconderle. Se i personaggi rimangono ancorati alla realtà, noi riusciremo a credere che possano volare o guarire da ferite estreme, insomma che abbiano dei poteri straordinari. Tutti gli altri elementi tipici di un film evento sono presenti: l’azione, la comicità e gli effetti visivi, ma a fare da collante ci sono il conflitto e le lotte tra gli esseri umani. Bryan riesce a trovare una profondità e un significato in queste storie dei fumetti, perché attinge sempre alle sue esperienze personali, in modo da mostrare il pathos dei personaggi e l’etica del mondo in cui vivono”. “La ragione principale per cui volevo tornare nell’universo degli X-Men”, conferma Singer, “non era solo il cast straordinario e le ambizioni della storia, ma anche il modo in cui affronta cose che non erano state mostrate nei film degli X-Men fino a questo punto, come i viaggi nel tempo, e che invece hanno rivestito un ruolo importante nei fumetti per tanti anni. Credo che ogni film abbia bisogno di trovare qualcosa di nuovo e posso garantirvi che ci sono molte novità in X-MEN: GIORNI DI UN FUTURO PASSATO”.

Dalla sceneggiatura al Grande Schermo

Mentre stava producendo X-Men: L’inizio nel 2011, Simon Kinberg ha iniziato a pensare alla sceneggiatura di una nuova pellicola degli X-Men assieme al regista Matthew Vaughn. Loro puntavano a una storia che mettesse assieme due generazioni di X-Men.

Così, sono rimasti ispirati dal fumetto Giorni di un futuro passato, scritto da Chris Claremont, che appare nel film in un cameo. “Credo sia un’ottima idea collocare il passato all’inizio degli anni settanta, quando il mondo stava vivendo un’epoca di profondi cambiamenti e confusione”, sostiene questa leggenda dei fumetti. “Non c’è dubbio che sia una scelta cronologicamente perfetta, considerando che X-Men: L’inizio era ambientato negli anni sessanta”.

Per Claremont, l’elemento più importante della narrazione è sorprendere i lettori. Lui ritiene che Giorni di un futuro passato sia una storia fantastica da portare sullo schermo. “E’ una delle saghe più famose di questo genere”, afferma Claremont. “Messa assieme con la visione di Bryan Singer e un cast di grande varietà espressiva e profondità, risulta decisamente affascinante”.

I viaggi nel tempo sono una componente essenziale sia del fumetto che del film, sebbene Singer ritenga che in X-Men: Giorni di un futuro passatosi sia optato per un approccio poco convenzionale. “La differenza è che noi non stiamo mandando fisicamente qualcuno indietro nel tempo”, spiega il regista. “Piuttosto, stiamo mandando la coscienza di un personaggio a trovare la sua versione più giovane. Nel periodo in cui Logan è nel passato, sia il passato che il futuro coesistono. Così, posso mostrare un’azione parallela che avviene in entrambe le epoche”.

“La fisica quantistica ha anche una teoria per descrivere questo fenomeno”, prosegue il realizzatore. “Si chiama ‘superposizione’ e sostiene che se non abbiamo ancora osservato il risultato di un evento, allora quest’evento non è effettivamente avvenuto. Quando l’osservatore della nostra storia, ossia Wolverine, torna dal passato, manda in frantumi la superposizione. Questo significa che tutto quello che è cambiato nel passato rimarrà tale anche nel futuro”.

Mentre Singer esplorava la logica e la fisica insita nei viaggi nel tempo, Kinberg studiava la letteratura e i film sui viaggi nel tempo per preparare la sceneggiatura. “L’aspetto unico di X-Men: Giorni di un futuro passatosono le interazioni tra il passato e il futuro”, sostiene Kinberg. “Una delle sfide del progetto era non soltanto di mantenere una logica coerente, ma anche la continuità delle emozioni. Così, la continuità di un giovane personaggio e della versione più matura dello stesso personaggio ci spingeva a trovare dei criteri nuovi. Rispettare la logica delle emozioni e non soltanto quella razionale, era una sfida degna della fisica e della psicologia alla base dei viaggi nel tempo”.

Kinberg ha accolto con gioia l’opportunità di lavorare assieme a Singer a un film che mettesse assieme il cast della trilogia cinematografica originale e la squadra di X-Men – L’inizio. “Questi film parlano del fatto di essere un outsider e di trovare una famiglia alternativa quando la tua non ti accetta, un tema molto importante per Bryan”, afferma Kinberg.

Lo sceneggiatore sostiene che uno dei maggiori trionfi di Singer fin dal primo film degli X-Men sia stato scegliere dei veri attori drammatici. “Bryan non ha optato per attori specializzati in azione o in un genere preciso, ma dei veterani con una grande esperienza a teatro, tra cui Ian McKellen, Patrick Stewart e Hugh Jackman. Lo stesso si può dire per la generazione successiva: Jennifer Lawrence, James McAvoy, Michael Fassbender e Nicholas Hoult. “Non credo sia mai stato assemblato un cast così impressionante per gamma espressiva, esperienza e riconoscimenti ottenuti”.

Gli X-Men: passato e Futuro

Hugh Jackman è l’attore che deve mettere assieme passato e futuro. Jackman ha interpretato il personaggio di Wolverine sette volte in oltre 14 anni, tanto da descriverlo come “un dono raro e incredibile”. E’ il personaggio che ha definito la sua carriera, ma senza limitarlo come attore. Jackman conosce Wolverine meglio di chiunque altro e descrive il suo ritorno nell’universo degli X-Men come una “rinascita”.
“Logan vede se stesso, per la prima volta da tanto tempo, come un vero componente della squadra degli X-Men”, prosegue Jackman. “Lui deve venire a patti con il fatto che la sua rabbia sia l’arma più potente che possiede. Ora, è un guerriero in pace con se stesso. Essendo l’unico mutante dotato del potere di guarigione, Logan accetta di tornare indietro nel tempo, per impedire l’apocalisse di mutanti che gli X-Men del futuro stanno affrontando”.
Le abilità mutanti di Wolverine lo rendono l’unico membro degli X-Men in grado di compiere il viaggio. Singer spiega che “tornare indietro nel tempo sarebbe letale per chiunque altro. C’è soltanto una persona che ha la capacità rigenerante di sopravvivere a questa esperienza ed è Wolverine. Visto che lui non invecchia e che la mente di Wolverine torna indietro nel tempo alla sua versione più giovane, Hugh poteva incarnare entrambe le versioni del personaggio. Quindi, era un’opportunità magnifica sia per me che per Hugh”.
Nel corso del loro rapporto, Charles Xavier ha cercato di convincere Logan della filosofia degli X-Men e di capirlo, in modo da placare la sua rabbia. In X-Men: Giorni di un futuro passato, tuttavia, i personaggi si scambiano i ruoli. Infatti, è Logan che cerca di convincere un giovare Charles ad avere fede.
“Tra i due si instaura una sorta di legame poetico”, afferma Singer. “Nel primo film della serie, Xavier aiuta Logan a trovare un posto tra gli X-Men. In X-Men: Giorni di un futuro passato, Wolverine deve tornare indietro nel tempo e aiutare Xavier a rimettere a posto i brandelli della sua vita, così da salvare il futuro”.
Forse, si tratta della missione più difficile per Wolverine, perché, come sostiene nella pellicola, “la pazienza non è la mia maggiore virtù”.
Jackman era felice di tornare a bordo, anche se aveva terminato The Wolverine solo pochi mesi prima di dirigersi a Montreal per le riprese di X-Men: Giorni di un futuro passato. Questo significava che, invece di tornare in forma, sarebbe semplicemente dovuto restare in forma. Ma il suo regime di allenamento non era semplice. Il programma dell’attore comprendeva 45-90 minuti di esercizio fisico ogni mattina, prima di essere convocato al trucco. La sua dieta era molto stretta e consisteva per lo più di pollo alla griglia e verdure bollite. Lui mangiava ogni due ore, spesso in una pausa prima di una scena o delle prove. In particolare, prima di girare una sequenza, ha svolto una sessione estrema di allenamento di 15 minuti e ha terminato la giornata con altri 45 minuti in palestra.
Jackman era felice di ritrovare McKellen, Stewart e la Berry, con cui era rimasto amico fin dai tempi del primo film degli X-Men, così come avvenuto con Singer, a cui sarà sempre grato per averlo fatto conoscere a Hollywood. Anche lavorare con gli attori più giovani è stato molto piacevole. In un momento particolarmente significativo, Jackman stava camminando sul set del corridoio blu assieme a Nicholas Hoult, che gli ha detto “avevo otto anni quando ho visto X-Men“. Così, Jackman ha capito quanto fosse diventato importante l’universo degli X-Men. Un altro veterano della serie è Ian McKellen, che ha iniziato il suo rapporto professionale con Singer grazie a L’allievo, che Singer aveva prodotto e diretto. A quell’epoca, McKellen è rimasto meravigliato dall’entusiasmo di Singer per i suoi progetti e del suo impegno per soddisfare il pubblico. Anche McKellen, peraltro, ha un grande rispetto per gli spettatori. Essendo un attore di formazione teatrale, attinge per la sua prova dalla loro energia ed entusiasmo.
L’attore vede il suo personaggio, Magneto, come un uomo dotato di una coscienza e un passato tragici, che a causa del dolore provato ha scoperto i suoi poteri sovrumani, che gli permettono di attrarre e controllare i metalli. Secondo McKellen, Magneto è il mutante più potente in circolazione, per lo meno se ci basiamo su quello che può fare a livello fisico. Il suo dolore e la sua rabbia lo hanno spinto a mettersi contro la società, ma in X-Men: Giorni di un futuro passato lui combatte al fianco dei suoi rivali per assicurare la sopravvivenza dei mutanti. Grazie al suo nuovo costume, McKellen sostiene che il suo personaggio “sembra un uomo molto determinato”, cosa che non è mai stata messa in dubbio.
Patrick Stewart, che ha incarnato Charles Xavier/il Professor X per oltre 14 anni, non era sorpreso che il suo personaggio tornasse in X-Men: Giorni di un futuro passato. Il successo della serie è stato impressionante e Stewart aveva capito la direzione che stavano prendendo queste storie. Inoltre, “ci vorranno ancora uno o due anni prima che James McAvoy sia identico a me”, scherza l’attore.
Stewart era felice di tornare a lavorare con Singer, considerando che la sua visione ha contribuito alle ambizioni e al successo di questi film. Uno dei cambiamenti di cui Stewart è stato testimone, è stato l’approccio a progetti di questa portata. Prima d’ora, non aveva mai lavorato a un film in 3D, o visto delle preview animate delle sue scene. Il processo è diventato più complesso, ma anche più preciso, una cosa che ha eccitato Stewart, quasi quanto guidare l’X-Jet. Inoltre, questa volta Xavier aveva una sedia a rotelle che “volteggia veramente”, come sottolinea meravigliato.

L’attore scozzese James McAvoy torna nel ruolo del giovane Charles, che in questa storia ha perso ogni speranza, mentre il suo spirito è a pezzi ed è più vulnerabile di quanto non sia mai stato. Come lo descrive la Shuler Donner, “in X-Men: Giorni di un futuro passato vengono poste le basi per la sua evoluzione”. McAvoy ritiene che questo personaggio abbia sempre avuto “grandi doti di empatia. Lui riesce a comunicare bene con le persone, è in grado di sentire il loro dolore e aiutarli ad affrontarlo, così da farli divenire degli individui migliori”.
Ma in questo momento della sua vita, Charles ha deciso di isolarsi. E’ stato ferito emotivamente dalla perdita della sua (un tempo) grande amica Raven (Mystica), e ha subito un danno fisico, che lo ha portato su una sedia a rotelle. McAvoy ha deciso che questa versione di Charles sarebbe stata diversa da tutte le altre precedenti. “James prende molto sul serio questo ruolo e lo ha affrontato da un punto di vista completamente umano, piuttosto che pensare a lui come a un essere sovrumano”, nota Kinberg. “Il giovane Charles è umano e la confusione che sta vivendo in questo film è reale e tangibile”.
Una delle scene più importanti per McAvoy, in cui interagisce con la sua versione più matura, incarnata da Patrick Stewart, è avvenuta durante il primo giorno in cui l’attore scozzese si trovava sul set, che invece era l’ultimo per Stewart. Il giovane era un po’ nervoso. “La sequenza rappresenta il climax dell’arco narrativo del giovane Charles, ma recitare assieme a una persona che aveva interpretato il personaggio per 14 anni mi ha messo a disagio”. I due interpreti non si erano mai incontrati prima e hanno avuto poco tempo per provare. McAvoy ha suggerito di recitare la scena faccia a faccia, e Stewart era d’accordo che la vicinanza avrebbe creato un forte senso di intimità.
“James è arrivato e ha fatto tutto benissimo”, ricorda Singer. “Vedere questi due attori straordinari, appartenenti a generazioni diverse, recitare in maniera così armoniosa, è stato un momento indimenticabile per tutti”.
Michael Fassbender torna nel ruolo del giovane Erik Lehnsherr/Magneto, come abbiamo visto in X-Men: L’inizio. Il suo personaggio, spiega Kinberg “trova un piano politico proprio in questo film. Lui adotta una strategia più elaborata e simile a quella della versione di Magneto interpretata da Ian McKellen, che ha degli obiettivi politici e un’idea di come cambiare il mondo”.
Come tanti attori, anche Fassbender apprezza il fatto di lavorare su un vero set, piuttosto che di fronte a un green screen. Lui è rimasto impressionato dai dettagli delle scenografie e dalla bravura che il reparto artistico ha messo in evidenza nella costruzione dei set. Il suo ambiente preferito era la cella della prigione del Pentagono, che rappresenta la sua dimora nelle prime scene del film e che ha aiutato l’attore a definire meglio il personaggio di Erik. “La cella della prigione mi ha fornito l’idea di una vita precedente”, sostiene Fassbender, “e su come Erik sia sopravvissuto a questi dieci anni in prigione, che mi hanno portato a pensare al loto. Il loto è lo stato Zen di Erik, per cui passa le ore in cella a levitare, con le gambe incrociate e in uno stato di meditazione, cercando di raccogliere tutte le sue forze”.
Un importante motivo di conflitto tra il Magneto di Fassbender e lo Xavier incarnato da McAvoy è Raven/Mystica. La vincitrice dell’Academy Award® Jennifer Lawrence ritorna nei panni della mutante che, in X-Men: L’inizio, era una promettente studente di Xavier, prima di condividere la visione dark del mondo di Magneto. Ora, Raven ha optato per l’identità di Mystica e si è ribellata contro gli esseri umani.
“Raven è stata per conto suo nei dieci anni successivi agli eventi mostrati in X-Men: L’inizio“, rivela Singer. “Non è più la ragazza che è cresciuta con Charles, né la discepola di Erik. Ha trovato un suo percorso fatto di vendetta, per cui va a caccia delle persone coinvolte nel rapimento, l’uccisione e gli esperimenti sui mutanti. Allo stesso tempo, lei cerca di vendicarsi di Trask, e così spezza il cuore di Charles, che sa che questo darà il via a una serie di eventi drammatici, che porteranno alla distruzione della razza dei mutanti. Così, questa diventa una battaglia per salvare il futuro, ma anche per l’anima di Raven”.
Un personaggio che propende per il lato oscuro è il dottor Bolivar Trask, incarnato da Peter Dinklage. Trask è l’inventore degli enormi robot chiamati Sentinelle. Il suo obiettivo è unire la razza umana eliminando i suoi rivali più evoluti, i mutanti. Nel dar vita al personaggio, Singer e Kinberg hanno creato, come sostiene il regista, “delle ragioni emotive e logiche” per cui Trask vuole dare la caccia e sterminare i mutanti. Insomma, Trask doveva essere qualcosa di più di un banale cattivo, che vuole distruggere i mutanti perché sono diversi.

“In maniera contorta, Trask mira alla pace”, riflette Singer. “Lui ritiene che i mutanti siano così potenti da rappresentare una minaccia per l’umanità e che siano per l’uomo moderno, quello che l’uomo moderno era per i Neanderthal e che ha portato all’estinzione di quest’ultima specie. Così, quale modo migliore di unire le persone, pensa lui, che trovare un nemico comune che potrebbe provocare l’estinzione dell’umanità?”.
L’idea di un cattivo complesso ha portato alla scelta di Dinklage. “Peter non solo fornisce nel suo lavoro l’idea di qualcuno fisicamente differente, ma anche una grande profondità di emozioni e umanità”, sostiene Kinberg. “Grazie a Peter, il pubblico può capire meglio Trask. Gli spettatori possono empatizzare con lui, anche se lo detestano”.
L’attore a sua volta fa i complimenti a Singer e Kinberg per aver raccontato una storia, ambientata in due epoche diverse, che mantiene sempre la sua integrità e logica. Dinklage è eccitato da questi personaggi, le loro lotte interiori, la loro forza emotiva e psicologica, e i rapporti che hanno. “La relazione tra Charles ed Erik è straordinaria”, afferma Dinklage. “Tutto è espresso in maniera meravigliosa. Una vecchia amicizia del genere dà vita a una lealtà affascinante e ogni cosa è fatta benissimo”.

L’attrice vincitrice dell’Academy Award Halle Berry ha ormai interpretato Tempesta quattro volte. Lei avverte un’affinità con i mutanti e paragona il suo ruolo alla sensazione di ritrovare un vecchio amico. Inoltre, si vede come una sorta di insegnante, un aspetto che è stato sviluppato assieme a Singer nel primo X-Men.
Tuttavia, la Berry ammette che Tempesta non è solo un insegnante. In effetti, lei è una dei mutanti più potenti e riveste un ruolo fondamentale nel proteggere gli X-Men dalle Sentinelle. “Tempesta può controllare il tempo e quando la squadra è impegnata in battaglia, lei si trova sempre in prima fila”, spiega l’attrice.
L’attrice candidata agli Academy Award Ellen Page torna nell’universo degli X-Men nei panni di Kitty Pryde, un ruolo che l’ha vista impegnata per la prima volta in X-Men: Conflitto finale. In X-Men: Giorni di un futuro passato, l’abilità di Kitty le permette di riportare la coscienza di Wolverine indietro nel tempo, per cercare di salvare i mutanti dallo sterminio compiuto dalle Sentinelle.
La Page sostiene che Kitty sia un personaggio femminile forte, una vera dura, ed è sicura che i fan degli X-Men non saranno delusi dalla storia, che ritiene avere “delle ambizioni epiche”. Per lei, ogni giorno sul set, circondata da “attori straordinari, costumi magnifici e set incredibili”, era fantastico. La Page ammira Singer per essere riuscito a creare un film di proporzioni enormi e Kinberg per aver scritto una sceneggiatura così elaborata e complessa. Per quanto riguarda il cast, li ritiene delle “leggende. Per me è stato magnifico stare sul set e vederli lavorare”.
Nicholas Hoult torna nel ruolo che aveva in X-Men – L’inizio, nei panni di Hank McCoy/Bestia, ma ora comprende meglio la confusione emotiva del suo personaggio. Hank si trova a disagio nella sua pelle blu, è insicuro e si vergogna di questa sua mutazione. Nei dieci anni passati dagli eventi mostrati in X-Men: L’inizio, ha vissuto assieme a Charles, e ha inventato un siero in grado di bloccare la sua mutazione e quella del suo mentore. Il professor X lo utilizza per riuscire a camminare nuovamente, ma uno degli effetti collaterali è la perdita delle sue eccezionali capacità mentali. Inoltre, in X-Men: Giorni di un futuro passatoviene approfondito il legame di Hank con Raven, e sebbene lui riesca ad accettare l’aspetto blu di lei, non è ancora in grado di fare lo stesso quando si tratta di lui.
Hoult era felice di aver avuto l’opportunità di lavorare a stretto contatto con McAvoy, che considera un attore di grande talento. I due hanno analizzato le scene che avevano insieme e le idee di McAvoy hanno ispirato Hoult ad ampliare la sua visione del rapporto tra questi personaggi. “Lavorare a X-Men: Giorni di un futuro passato mi ha suscitato una forte impressione”, sostiene l’attore. “E’ un progetto enorme ambientato in due epoche diverse, ognuna con decine di personaggi dotati di una storia individuale e un proprio arco emotivo”.
Quicksilver è un altro personaggio mutante fondamentale nelle sequenze ambientate negli anni settanta. Il giovane Charles, Logan e Hank lo arruolano per aiutarli a far evadere Magneto dalla prigione al Pentagono. Il potere di Quicksilver è la sua velocità sovrumana, che fino all’incontro con gli X-Men era stata utilizzata solo per dei furtarelli tipici di un adolescente. “Wolverine conosce il Quicksilver del futuro”, rivela Singer. “Ma nel passato, è solo un ragazzo cleptomane con un atteggiamento problematico. L’unico modo per ottenere l’aiuto di Quicksilver è puntare sulla sua inclinazione a cacciarsi nei guai, chiedendogli se vuole aiutarli a far evadere qualcuno dal Pentagono”.
Singer e il direttore della fotografia Newton Thomas Sigel hanno utilizzato delle camere phantom ad alta velocità e la tecnologia fotonica per girare l’irruzione e la sequenza dell’evasione dal Pentagono, una delle scene più difficili a livello tecnico, ma anche una delle più memorabili. La sequenza è stata girata a 3.000 fotogrammi al secondo, con Quicksilver che corre lungo le pareti nella cucina del Pentagono, parallelo al terreno. “Non abbiamo mai fatto nulla del genere prima d’ora”, afferma Singer.
Questa tecnologia richiedeva l’utilizzo di enormi luci posizionate sopra il set, ognuna alimentata da 40.000 watt di potenza. “Il set era così illuminato, da costringerci a indossare degli occhiali da sole per lavorare”, aggiunge Singer. “Gli attori dovevano chiudere gli occhi, fino al momento in cui incominciavamo a girare”.
Anche Shawn Ashmore, nei panni di Bobby/Uomo ghiaccio, torna nell’universo degli X-Men. In X-Men: Giorni di un futuro passato, lui fa squadra con Kitty, Alfiere e Colosso, che sono tutti in fuga in un futuro dark e drammatico. Ashmore sostiene che i personaggi siano resi più duri dalle circostanze. “Loro si ritrovano costantemente in pericolo”, afferma l’attore, “e nonostante le doti di Kitty, riescono a salvarsi a stento”.
Ashmore era eccitato che il personaggio potesse mettere in mostra i suoi poteri in una spettacolare sequenza d’azione in cui doveva sfrecciare sul ghiaccio, cosa che lui ricorda come “il maggior momento da supereroe a cui abbia mai lavorato”.

Anche l’attore canadese Daniel Cudmore era felice di tornare nel mondo degli X-Men. Il suo personaggio ha la possibilità di trasformare la sua pelle in acciaio organico, che gli permette di conseguire una forza enorme e lo rende pressoché indistruttibile.

L’attore francese Omar Sy (Quasi amici) incarna Alfiere, uno dei nuovi mutanti che si aggiunge al pantheon degli X-Men. Alfiere, che appare nel futuro, è feroce e minaccioso. Ha l’abilità di assorbire l’energia radiante, che utilizza per alimentare la sua arma al plasma. Alfiere, con l’aiuto di Kitty, è in grado di viaggiare nel tempo ed è un personaggio fondamentale per dimostrare il destino dei mutanti in questo futuro drammatico. La storia di Alfiere è dura e dolorosa: infatti, lui porta impressa una cicatrice a forma di ‘M’ sopra l’occhio, causata dalla prigionia in un campo mutante.
Il personaggio di Adan Canto, Sunspot, emette dei potenti raggi di energia solare. Per entrare nella parte, Canto ha svolto delle ricerche sulla storia di Sunspot e ha scoperto che “era leale e appassionato, ma la tragica morte del suo amore gli ha suscitato rabbia e ribellione”.
Un altro mutante nuovo nella serie cinematografica è Warpath, incarnato da Booboo Stewart. Warpath, anche conosciuto come James Proudstar, possiede dei sensi molto sviluppati, tra cui una vista, un olfatto e un udito sovrumano. Warpath è uno dei mutanti del futuro che aiutano a difendere gli X-Men dalle Sentinelle. La base degli X-Men nel futuro, un monastero, è una sorta di rifugio per i mutanti rimasti in vita, mentre combattono per la loro sopravvivenza. Warpath è un maestro nell’uso delle armi e in grado di utilizzare delle lame di due metri. Il personaggio era perfetto per Stewart, che dall’età di tre anni si esercita nelle arti marziali.
Il terzo nuovo mutante della saga cinematografica è Blink, incarnato da Fan Bingbing. Blink ha la capacità di teletrasportare se stessa, altre persone o oggetti imponenti. Lei utilizza il suo potere per spostare le cose, in particolare i suoi nemici o dei missili enormi. La squadra di effetti speciali è riuscita a mettere in mostra i suoi poteri grazie a tutto quello che avveniva intorno a lei, come le esplosioni, i colpi o lo spostamento di colonne o pilastri sul set del monastero, dove possiamo assistere ad alcuni dei maggiori effetti speciali del film.
L’attore australiano Josh Helman è impegnato nella quarta incarnazione del personaggio Bill Stryker, che è apparso in X2, X-Men – Le origini: Wolverine e in X-Men: L’inizio“, in tutte le occasioni interpretato da un attore diverso. Helman riteneva che fosse un ruolo molto profondo, nonostante il poco tempo in scena. “Bill Stryker è un personaggio veramente complesso e in grado di suscitare timore, anche se non possiede poteri sovrumani”, rivela l’attore.
Lucas Till, che è comparso in X-Men: L’inizio, torna nei panni di Alex Summers, conosciuto come Havok, che ha il potere di sprigionare energia cosmica dal suo corpo. In X-MEN: GIORNI DI UN FUTURO PASSATO, Havok fa parte di una pattuglia speciale di mutanti che presta servizio in Vietnam, quando viene salvato da Mystica, con cui da quel momento condivide un’amicizia importante.

La Produzione

Le riprese di X-Men: Giorni di un futuro passato sono iniziate il 15 aprile del 2013 a Montreal, Quebec, in Canada. La produzione aveva come base Mel’s Cité du Cinema (conosciuta semplicemente come “Mel’s”), una struttura di 27 acri situata su Île de Montreal e che è posizionata nei pressi del fiume St. Lawrence.  Composto di sette teatri di posa, che complessivamente comprendono circa 10.000 metri quadri di spazio, oltre a 12.000 metri quadri di uffici, X-Men: Giorni di un futuro passato ha occupato e ‘mutato’ ogni metro quadro della struttura per soddisfare le proprie esigenze.
Lo scenografo due volte vincitore dell’Oscar John Myhre (Memorie di una Geisha, Chicago), assieme al suo reparto artistico, diretto dal supervisore art director Michele Laliberte (Il curioso caso di Benjamin Button, The Day After Tomorrow – L’alba del giorno dopo) e dal decoratore vincitore dell’Academy Award Gordon Sim (Chicago), aveva l’impressionante compito di supervisionare l’ideazione, la creazione e la costruzione dei quaranta set del film, così come le scenografie delle 36 location realmente esistenti che si trovavano all’interno e nei dintorni della zona urbana di Montreal.
Myhre, che è stato scenografo del primo film degli X-Men, ha dovuto realizzare le scenografie del più imponente film degli X-Men mai realizzato, che si svolge in due epoche diverse, negli anni settanta e in un futuro prossimo. Myhre riteneva che il suo compito fosse simile al lavoro da svolgere su due film distinti, ma conservando una grande coerenza. Lui ha cercato di sottolineare le differenze tra passato e futuro e il modo in cui queste si integravano a livello estetico.
Una delle maggiori costruzioni del film era il monastero del futuro, un rifugio antico costruito all’interno di una montagna. Singer afferma che il monastero, in cui Wolverine si trova in uno stato di meditazione mentre la sua coscienza torna indietro nel tempo, era basato su una cappella di cui aveva visto delle foto. Le sue vetrate dipinte, secondo il regista, posseggono “una caratteristica eterea e quasi magica. Volevo che il monastero avesse una caratteristica di santità, perché qualcosa di magico sta avvenendo al suo interno”.

Myhre e la sua troupe hanno utilizzato ogni centimetro dei 3.300 metri quadrati del Teatro di posa H al Mel’s per ospitare questo set gigantesco, in cui Hugh Jackman, Halle Berry, Patrick Stewart e Ian McKellen si ritrovano nella storia. Inoltre, sempre lì i mutanti sono costretti a fronteggiare il loro maggior nemico del futuro.

Come Singer, anche Myhre riteneva che con un cast del genere, era fondamentale creare un ambiente reale, così da stimolare le loro doti. “Bryan mi ha detto che avremmo dovuto costruire dei set il più possibile concreti”, ricorda Myhre. “Nel caso del monastero, si può anche sentire l’odore dell’incenso”.

“Il set del Monastero è un mix di immagini classiche e di fantascienza”, rivela Kinberg. “C’era un contrasto evidente in questo antico monastero, che esiste da migliaia di anni, e che abbiamo riempito di tanti elementi di fantascienza, come il nuovo X-Jet e le Sentinelle”.

Ispirandosi a diverse forme di architettura asiatica, tra cui quella cinese, giapponese, indiana e indonesiana, Myhre ha ideato il set come se tutta la struttura fosse stata costruita dai monaci antichi partendo da una singola roccia. Il monastero è composto di tre sezioni: la “Grande muraglia”, costruita come protezione dall’esterno; il “Cortile”, composto da una serie di strutture simili a pagode, utilizzato per le preghiere e gli incontri; e il “Colonnato”, un portico ricco da colonne, che rappresenta l’ultimo argine di difesa contro gli attacchi, oltre che un passaggio per arrivare al centro del Monastero.

Per Myhre, questo santuario rappresenta il cuore del film. Lui voleva che il set fosse particolare e che ricordasse un luogo sacro. Lavorando assieme al direttore della fotografia Newton Thomas Sigel, lo scenografo ha aggiunto diverse cose ad alcuni elementi del set, compresi degli specchi sopra a delle colonne rotanti e delle pareti con dei pannelli che si potevano spostare. Questo ha permesso a Sigel di poter sfruttare degli angoli di ripresa unici e giocare con delle illusioni ottiche, facendo assomigliare tutto a un’attrazione di un parco dei divertimenti. Sigel e Myhre comunicavano a stretto contatto, visto che le idee di Sigel sulle luci e l’atmosfera di una certa inquadratura dovevano integrarsi con i set di Myhre e viceversa.

Sigel concorda sulla sensazione di stare girando due film contemporaneamente. “Io mi sono divertito molto. Sono cresciuto negli anni settanta, quindi per il passato avevo dei riferimenti culturali ben precisi. Nel creare il futuro, non c’era ovviamente nessun ricordo culturale da sfruttare e quindi nessun riferimento. Il mio approccio è stato di dar vita a un vocabolario visivo da cui attingere delle idee. Il passato è caldo, granuloso e un po’ incerto, mentre il futuro è più freddo, dark e impressionante”.

Il secondo dei due set imponenti rappresenta il prato esterno della Casa Bianca (che compare nelle scene ambientate nel 1973), che ospita la battaglia decisiva del film. Il set è stato costruito nello spazio esterno di Mel’s (un parcheggio) e Myhre ha creato un ambiente molto particolare. Lui e la sua squadra hanno costruito una ‘scatola’ quadrata composta di 100 container navali – lunga cinque container per lato e posizionandone cinque di essi sopra tutti i quattro lati della ‘scatola’ – dando vita a un pavimento di 3.500 metri quadrati, che è stato sistemato in modo che sembrasse il prato di 1600 Pennsylvania Avenue. Alto quattro piani e con 10.000 metri quadri di tessuto da green screen utilizzato per le pareti interne, in modo da fornire una tavolozza sulla quale la tecnologia Simul-Cam potesse proiettare l’immagine della facciata esterna della Casa Bianca, mentre le cineprese per il 3D nativo riprendevano le sequenze con il cast.
Tra gli altri set importanti, ricordiamo il leggendario Cerebro e il suo corridoio blu (costruito al teatro di posa Alstom a Montreal e grande quasi 3.000 metri quadrati). Per questi set, Myhre ha dovuto spolverare i vecchi piani e realizzare una copia degli originali, apparsi nel primo film degli X-Men. Jackman sottolinea come “per me, Halle e Patrick, camminare lungo questi corridoi rappresentava un déjà vu, come se fossimo tornati indietro nel tempo di 14 anni”.

La dimora di Xavier è stata costruita in uno dei teatri di posa di Mel’s. Considerando che il film si svolge nel passato e nel futuro, sia Cerebro che la residenza di Xavier si trovavano in un costante stato di cambiamento, venendo modificati in base all’epoca temporale a cui facevano riferimento e al programma di lavoro delle scene da girare in un determinato giorno. Nei film precedenti, per la dimora sono state utilizzate diverse location, ma nessuna di quelle visionate a Montreal andava bene. Così, Myhre ha ricostruito a Mel’s gli interni della residenza utilizzata nel film originale, Casa Loma a Toronto.

Tra gli altri set che sono stati creati, figurano la camera da letto del 1973 dove incontriamo Quicksilver. Inoltre, c’è l’ufficio ovale del 1973, che allora ospitava il Presidente Richard Nixon, la cui Amministrazione ha un ruolo importante nella storia.  La copia di Myhre era storicamente precisa e molto dettagliata, fin nei minimi particolari.

L’X-Jet, che Myhre descrive come una “corazzata navale”, ha rappresentato uno dei set più impegnativi, dal punto di vista delle scenografie e delle costruzioni. “L’X-Jet era fedele a quello originale che appare nei fumetti e nei primi film, ma era anche nuovo e differente”, rivela Kinberg. “La squadra voleva creare un vascello futuristico ed elegante senza dei punti di saldatura visibili, giocando con forme, dimensioni e livelli”.
A un certo punto delle riprese, la squadra di Myhre comprendeva trecento persone: carpentieri, pittori, modellatori, scultori, set designer, decoratori e attrezzisti. Insomma, le dimensioni enormi del progetto erano evidenti in ogni aspetto delle riprese.

Per creare un oggetto di scena come l’elmetto Cerebro, sono stati presi in considerazione molti aspetti per arrivare al risultato finale: i materiali utilizzati per rispettare una coerenza stilistica, ma anche per la comodità dell’attore; come sarebbe sembrato sulla testa di McAvoy; come avrebbe catturato o riflesso la luce e in generale l’aspetto di fronte alla cinepresa. Il Cerebro del 1973 voleva rappresentare un progresso rispetto a quello originale, apparso in X-Men: L’inizio. Il Cerebro del futuro era più semplice e compatto, lineare e molto luminoso.

I realizzatori hanno ideato la versione del passato della sedia a rotelle di Xavier rispettando quelle che già esistevano nell’universo degli X-Men, mentre per la versione futura il lavoro con Myhre puntava a ottenere qualcosa di unico. Riflettendo sulla tecnologia del futuro, sono arrivati alla conclusione che non c’erano più bisogno di ruote e che si sarebbe spostata sfruttando l’energia magnetica.

L’ideatrice dei costumi Louise Mingenbach (I soliti sospetti, X-Men, X2) e la sua squadra si sono preparati per cinque mesi prima dell’inizio delle riprese. Oltre a ideare e creare da zero tutti i costumi dei supereroi, compresi quelli ispirati agli anni settanta, la Mingenbach ha sfruttato le risorse di oltre dieci società di noleggio dei costumi che esistono negli Stati Uniti e a Montreal e ha visitato diversi negozi di vestiti d’epoca, così come delle fiere che si svolgono negli Stati Uniti.

La Mingenbach e Singer hanno riflettuto su questo futuro imminente e sulle situazioni in cui si trovano i personaggi. “Loro vengono costantemente inseguiti, quindi degli abiti scintillanti, puliti ed eleganti non sarebbero stati coerenti”, rivela la Mingenbach. “E’ stata dura realizzare questi pezzi elaborati con l’idea di distruggerli, ma in questo modo sembravano più realistici, come se fossero passati in mezzo a una battaglia”.

La Mingenbach ha ideato e prodotto dei tessuti particolari, ogni membro del cast è stato misurato accuratamente e ogni dettaglio sistemato a mano per rispettare le dimensioni degli attori. Entrare in questi costumi non era semplice come calzare dei jeans. Alcuni di essi pesavano decine di chili, a cui magari aggiungere delle armi e degli oggetti di scena. Ciascun attore aveva bisogno di aiuto per mettersi e togliersi questi elaborati esempi di guardaroba. Degli oltre 20 costumi da supereroi creati per il film, ognuno personalizzato secondo i poteri mutanti dei rispettivi personaggi, il più complicato è stato quello del mutante che non aveva mai indossato un costume fino a ora: il Professor X.

Prima di creare i costumi degli anni ’70, la Mingenbach ha discusso le sue idee con Myhre. I due erano d’accordo sull’importanza di trovare i modelli, i tessuti e i colori che rappresentavano al meglio questo decennio. La tavolozza di vari colori marrone, arancione e verde è riuscita a portare in vita quest’epoca sullo schermo. La Mingenbach e la sua squadra hanno passato dei mesi raccogliendo degli abiti da alcune società di noleggio, negozi d’epoca e online. In effetti, diversi camion di vestiti sono arrivati a Montreal dagli Stati Uniti e dall’Europa.

Il reparto costumi ha dovuto sistemare una tenda imponente in uno dei parcheggi in prossimità dei teatri di posa per ospitare l’enorme guardaroba, degno di un grande magazzino. In diversi giorni di riprese, la squadra ha dovuto vestire ben 600 comparse con abiti d’epoca e la tenda rappresentava il loro campo base. Questo compito richiedeva un’enorme organizzazione, non solo per il reparto costumi ma anche per quelli del makeup, delle acconciature e degli oggetti di scena.

“I costumi di X-Men: Giorni di un futuro passato dipendono più dai poteri individuali di ciascun mutante, piuttosto che da un desiderio di farli sembrare quelli di un gruppo di supereroi”, afferma la Mingenbach. “Bryan ha sempre insistito nel dire che i film sono un mezzo di espressione molto diverso dai fumetti, quindi i costumi devono sembrare reali ed essere pratici. Tutto dipende dal fatto di trovare un equilibrio ideale tra gli abiti che rappresentano un personaggio e il tentativo di fornire al pubblico qualcosa di nuovo e diverso”.

Le Sentinelle

Nel 2000, quando è uscito il primo film degli X-Men, la tecnologia per dar vita ad alcune delle cose che i realizzatori avevano immaginato non era disponibile. Quattordici anni dopo, gli effetti realistici e credibili non rappresentano più un problema. Per esempio, le Sentinelle, dei robot alti più di 5 metri e in grado di annientare i mutanti, molto amati dai fan degli X-Men, non avrebbero potuto essere resi efficacemente con gli effetti speciali del passato. Nell’ultimo decennio, sono stati realizzati tanti film con dei robot, ma Singer voleva ottenere qualcosa che fino a oggi non era possibile. In X-Men: Giorni di un futuro passato, il regista propone due versioni delle Sentinelle, quelle del passato e la versione evoluta del futuro.

“Le Sentinelle sono dei robot che uccidono i mutanti e il programma per costruirli è stato creato all’inizio degli anni settanta”, spiega il regista. “Hanno la capacità di individuare il gene mutante e quindi isolare e colpire solo i mutanti. Le Sentinelle del futuro rappresentano un’evoluzione rispetto a quelle sviluppate negli anni settanta e sono particolarmente pericolose, perché posseggono la tecnologia biomeccanica necessaria per adattarsi ai poteri dei mutanti e distruggerli. Migliaia di Sentinelle sono impegnate in questa caccia”.

Mentre Myhre ha ideato le Sentinelle del futuro, il supervisore agli effetti speciali Cameron Waldbauer e la sua squadra si occupavano della Sentinella che vediamo nelle scene ambientate nel 1973, costruita dalla Legacy Effects a Los Angeles. Ci sono volute otto settimane per realizzare la Sentinella degli anni settanta e tutte le sue parti si possono muovere senza problemi. Sebbene esistano numerose Sentinelle (sia nel passato che nel futuro), è stato costruito soltanto un modello degli anni settanta. Alto oltre cinque metri, ha aiutato il direttore della fotografia Sigel a preparare le inquadrature ed è servito come indicazione delle proporzioni per la squadra degli effetti speciali, che in postproduzione ha moltiplicato il numero di Sentinelle presenti sullo schermo.

X-Men: Giorni di un futuro passatoè il più imponente film degli X-Men fino a ora e dimostra il successo della serie, ma soprattutto è il frutto di tutte le energie creative del cast e dei realizzatori. E’ una storia che supera i confini e parla al pubblico di tutto il mondo.

Al Comic-Con dello scorso anno, quando quasi tutto il cast si trovava di fronte ai fan, l’applauso è stato assordante. L’emozione era quasi insostenibile. Singer comprende bene questo tipo di sensazioni. “Se mi fossi trovato al Comic-Con 25 anni fa e avessi visto entrare Han Solo, Luke Skywalker e la principessa Leila, anch’io sarei andato fuori di testa”, confessa il regista. Per Singer, le storie degli X-Men rappresentano “una mitologia moderna. Mi sento veramente a mio agio in questo universo. Adoro stare al suo interno a esplorarlo, mi diverte molto”. La sua abilità di raccontare queste storie non ha eguali.

Questo significa che, per gli X-Men, possiamo sperare in un futuro brillante.

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info: 22/05/2014.

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