Macchine come me, il ritorno di Ian McEwan
Macchine come me, il ritorno di Ian McEwan

Macchine come me, il ritorno di Ian McEwan


Arriva in libreria 'Macchine come me', il nuovo romanzo di Ian McEwan che riflette sull'esperienza umana prendendo come punto di partenza una Londra distopica.

Macchine come me è il titolo del nuovo romanzo di Ian McEwan appena arrivato in libreria grazie ad Einaudi, e di cui vi avevamo già parlato nell'articolo in cui vi parlavamo dei libri che, a nostro insindacabile giudizio, erano tra i più attesi di tutto il 2019. Uscito in lingua inglese lo scorso aprile, ora il romanzo dello scrittore settantenne già autore di libri bellissimi come ad esempio Espiazione (da cui venne tratto un film con Keira Knightley) regala al proprio pubblico un romanzo che, ad un primo sguardo, si propone come una lettura di genere, una sorta di scy-fy con tocchi di distopia.

La storia è ambientata, infatti, in una versione alternativa di Londra degli anni '80. Una Londra dove Alan Turing (che al cinema aveva le sembianze di Benedict Cumberbatch nel film The Imitation Game) ha fatto passi da gigante nell'intelligenza artificiale e il mondo è in qualche modo abbracciato da una tecnologia che avanza ad una velocità tale da correre il rischio di annoiare molto velocemente i compratori. In questa Londra si muove il nostro protagonista e voce narrante del libro: un uomo che vive restando a galla grazie ai movimenti azionari: investendo e vendendo piccole quote riesce in qualche modo a sopravvivere nel suo appartamento senza essere costretto alla noia di cercare un lavoro.

Quando si trova per le mani una buona somma di denaro a seguito di un lutto non proprio improvviso, Charlie decide di utilizzarlo per comprare l'ultima innovazione presente sul mercato. Adam, un robot dall'aspetto completamente umano, in grado di dare l'illusione del respiro, di un cuore che batte e anche di espletare funzioni primordiali come andare in bagno e fare sesso. Appassionato di tecnologia, Charlie chiederà aiuto alla vicina Miranda, studentessa che vive al piano di sopra e di cui lui è innamorato, nel dare i parametri di personalità ad Adam. Tuttavia, una volta decise le varie opzioni, le cose non vanno propriamente come previsto. Miranda nasconde un segreto e Adam diventa ben presto non solo un rivale in amore, ma anche una sorta di specchio su cui misurare le proprie, umane, imperfezioni.

Se, come abbiamo detto qualche riga più su, Macchine come Me potrebbe apparire ad un primo sguardo come un racconto distopico sulla struttura delle sliding doors e del what if, il romanzo di Ian McEwan è in realtà una profonda passeggiata attraverso l'umanità e, in particolar modo, su cos'è che ci rende umani. E per lo scrittore quell'elemento che caratterizza l'esperienza degli esseri umani è sempre la stessa: la capacità di sbagliare. Finché sbagliamo siamo vivi, perché vuol dire che procediamo nella nostra esistenza, con quella cieca speranza di non sbagliare più, finendo invece con l'incedere sempre attraverso nuovi errori. Che siano errori comportamentali o di valutazione poco importa. E' quell'errore lì, quell'imperfetta consapevolezza di sé e del mondo circostante,che rappresenta il cuore pulsante dell'esperienza, ciò che la rende reale e, al tempo stesso, interessante.

Con Macchine come Me Ian McEwan pone il proprio protagonista di fronte ad una macchina che è inquietantemente simile all'essere umano, ma nella sua fredda perfezione ne rappresenta in qualche modo il limite. Adam è in grado di comprendere gli errori, ma non per l'esperienza che lascia cicatrici nella pelle e nell'anima, ma solo grazie alla sua fredda intelligenza artificiale. Ecco allora che lo scuotimento dato dalla presenza di Adam nella vita di Charlie viene in qualche modo controbilanciata dall'entrata in scena di Mark, un bambino che per sua natura è facile all'errore, ma anche all'apprendimento. Adam diventa come una pedina degli scacchi di cui l'Alan Turing del libro – addirittura libero di vivere la sua omossessualità con un rapporto di coppia stabile e riconosciuto – parla come di un sistema chiuso, un sistema in cui ci sono regole fredde e stantie che non prevedono l'irrompere di elementi esterni e di "colpi di scena", che invece cesellano l'esperienza di ognuno di noi. 

È per questo che il romanzo dello scrittore non solo fa uso della prima persona per raccontare questa vicenda, ma si arricchisce di lunghe pagine descrittive e di riflessione. Pagine che, forse all'inizio, possono rendere un po' ostico il voler entrare nella storia, ma che ben presto diventano fondamentali per comprendere che quello che Ian McEwan ci sta raccontando è un saggio su noi stessi, sui tempi che viviamo e sui tempi nei quali, forse, non vorremmo mi vivere. Si tratta di un libro sull'umano e sulla tecnologia, che riflette anche sulle famose tre leggi della robotica di Asimov, che portarono anche alla nascita di un'immaginario scientifico e tecnologico comune rappresentato da Blade Runner.

Macchine come me è un romanzo scritto splendidamente, che ha il cuore di un essere umano e la precisione di un robot. Forse un po' lento all'inizio,non potrà fare a meno di rapirvi nei suoi sogni di fantascienza e umanità. 

Macchine come me di Ian McEwan
Macchine come me di Ian McEwan

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