C’era una volta a New York, la recensione


C'era una volta a New York, nuovo film di James Gray, racconta le vicende di una donna polacca che emigra negli Stati Uniti negli Anni Venti e le difficoltà che deve affrontare in terra straniera. In concorso all'ultimo Festival di Cannes, ha un cast di prim'ordine e una realizzazione visiva impeccabile. Mancano però le emozioni forti, quelle che un melodramma come questo dovrebbe avere.
Voto: 6/10

C'era una volta a New York, libera e pessima traduzione dell'originale The Immigrant, è l'ultimo film di James Grey, autore statunitense molto stimato dalla critica che è stato, recentemente, il presidente di giuria all'ultimo Festival del Film di Roma. La pellicola ha partecipato, in concorso, alla 66esima edizione del Festival di Cannes e vede come protagonisti attori di alto livello come Marion Cotillard, Joaquin Phoenix e Jeremy Renner. Negli Stati Uniti ha ricevuto l'assurdo divieto per i minori di diciotto anni per la presenza di contenuti sessuali e nudità, cosa che, nel film, non è assolutamente un aspetto risaltante o importante, tutt'altro.

All'inizio degli Anni Venti Ewa Cybulski (Marion Cotillard) e sua sorella partono dalla loro terra natia, la Polonia, per immigrare negli Stati Uniti, come migliaia di persone facevano in quel periodo. Una volta sbarcate a Ellis Island però i medici allontanano la sorella perché malata e le due donne vengono separate. Da questo momento inizia la nuova vita di Ewa, completamente sola e in balìa di un uomo, Bruno (Joaquin Phoenix) che, con la scusa di volerla aiutare ad iniziare una nuova vita, la spinge a prostituirsi per lui. Una piccola speranza Ewa la trova quando incontra Orlando (Jeremy Renner), un mago di professione, cugino di Bruno, che la tratta con gentilezza e rispetto. Ma presto la situazione degenera e le sfugge di mano.

C'era una volta a New York racconta una storia familiare, che tutti abbiamo sentito raccontare almeno una volta, che sia in televisione, in un libro, al cinema o direttamente da chi ha vissuto l'esperienza. Immigrati che lasciano l'Europa alla volta degli Stati Uniti, con la speranza di raggiungere la felicità, di iniziare una nuova vita e di poter vivere quell'American Dream tanto promesso, sono migliaia in quegli anni. C'è chi ce l'ha fatta, chi no, ma la cosa certa è che tutti coloro che hanno affrontato quel viaggio sono passati per Ellis Island. Quell'isolotto di New York dove ancora oggi si può visitare l'edificio che ha ospitato tutti gli immigrati dell'epoca, ha un ruolo importante nel film. E' lì che iniziano le peripezie di Ewa, che perde sua sorella e conosce Bruno, ma è anche lì che torna per cercarla e incontra Orlando per la prima volta. Luogo di transito, di sofferenza ma allo stesso tempo di gioia, Ellis Island diventa un punto dove convergono tutti i protagonisti della storia e dove ogni cosa inizia e finisce.

Per la prima volta James Gray gira un film con una protagonista femminile e il ruolo di Ewa è stato scritto appositamente su Marion Cotilland che riesce a regalare ancora una volta un'interpretazione toccante ed efficace, addirittura imparando a parlare polacco per il film. Non da meno sono gli interpreti maschili, soprattutto Joaquin Phoenix, alla quarta collaborazione con il regista. C'era una volta a New York è un melodramma moderno ma che affronta tematiche già viste, che propone il classico triangolo amoroso, spesso melenso e poco godibile. Nonostante la sua eleganza visiva e la bravura degli interpreti, non riesce a convincere fino in fondo. 

Valutazione di Giorgia Tropiano: 6 su 10
C’era una volta a New York
Impostazioni privacy