Le idi di marzo: Recensione
Le idi di marzo: Recensione

Le idi di marzo: Recensione


Recensione del film Le idi di marzo (2011) diretto da George Clooney e con protagonisti George Clooney, Ryan Gosling, Marisa Tomei, Philip Seymour Hoffman, Evan Rachel Wood, Paul Giamatti.
Voto: 7/10

George Clooney torna dietro la macchina da presa per la quarta volta offrendoci l’ennesima prova del suo talento da regista. Con Le idi di marzo, presentato in concorso al festival di Venezia come film d’apertura dove è stato molto apprezzato dalla critica ma snobbato dalla giuria, Clooney ripropone, con lo stile classico che caratterizza i suoi film, un altro aspetto della società americana, dopo averlo fatto con l’ottimo Good Night and Good Luck e il divertente In amore niente regole. La storia è liberamente tratta da Farragut North, una pièce teatrale di Beau Willimon, il quale ha anche scritto la sceneggiatura del film con Clooney e Grant Heslov.

Stephen Meyer (Ryan Gosling) è l’addetto stampa del candidato alle primarie presidenziali, Mike Norris (George Clooney), rappresentante del partito democratico. Stephen crede fortemente nell’uomo per cui lavora, nella sua integrità e nel suo progetto politico, ma dovrà fare i conti con la realtà: Norris non è l’uomo perfetto che credeva e presto imparerà che i valori per i quali combatte diventano secondari quando si tratta di difendere gli interessi personali.

Come suggerisce il titolo di shakespeariana memoria, Stephen dovrà voltare le spalle al suo alter ego per allontanarsi da un mondo in un cui non crede più, ma per far ciò dovrà sporcarsi le mani egli stesso, trasformandosi in un uomo non molto diverso da quello da cui cercava di scappare. Meyer e Morris rappresentano due facce della stessa medaglia, anime pure con forti ideali, corrotte dal successo politico.

Clooney si lascia andare ad un’aspra critica alla politica d’oggi senza risparmiare alcun schieramento di partito. Così quello che doveva essere un percorso di formazione per il protagonista, si trasforma in una parabola discendente con un finale aperto ma comunque cinico e privo di speranza. Nel mondo creato dal regista nessuno dei personaggi si salva, il marcio è ovunque, tutti tramano alle spalle e nascondono qualcosa, cercando di portare avanti i propri interessi. L’unica vera vittima sembra essere Molly (Evan Rachel Wood), la giovane stagista della campagna elettorale, la quale, priva della corazza che serve per sopravvivere in quell’ambiente, viene schiacciata dalla forza del sistema.

L’aspetto migliore della pellicola è senza alcun dubbio il cast di altissimo livello. Ad accompagnare la magnifica interpretazione di Ryan Gosling, sicuramente uno dei migliori talenti in circolazione, ci sono quelle di una serie d’attori straordinari: Paul Giamatti, Philip Seymour Hoffman, Marisa Tomei e Evan Rachel Wood. Tutti almeno una volta candidati o vincitori di un oscar.

Una sceneggiatura ottima, un cast d’eccezione e una regia elegante e misurata fanno de Le idi di marzo uno dei migliori film dell’anno. Assolutamente consigliato.

Valutazione di Giorgia Tropiano: 7 su 10
Le idi di marzo
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