The Company You Keep
The Company You Keep

The Company You Keep: la recensione


Recensione del film The Company You Keep di Robert Redford con Shia LaBeouf, Susan Sarandon, Nick Nolte, Stanley Tucci e Terrence Howard, presentato Fuori Concorso al Festival di Venezia 2012.
Voto: 5/10

The Company You Keep porta di nuovo Robert Redford dietro la macchina da presa, ma anche davanti essendo lui il protagonista della storia. Un thriller politico che prende spunto dal romanzo di Neil Gordon e sforna un cast pieno di grandi attori che affiancano il giovane Shia LaBeouf, ognuno con una parte minore: Susan SarandonNick NolteStanley Tucci, Terrence Howard, Brendan Gleeson, Julie ChristieRichard Jenkins e tanti altri.

Jim Grant (Robert Redford) è vedovo e vive con la giovane figlia dodicenne conducendo una vita tranquilla, fino a quando una mattina viene arrestata una donna ricercata dalla polizia che, negli anni Settanta, faceva parte di un gruppo pacifista, i Weather Underground, che contestava la guerra in Vietnam. Durante una rapina in banca commessa da alcuni componenti del gruppo, un uomo è rimasto ucciso e non tutti i colpevoli sono stati ancora arrestati. Indagando sul caso, un giovane giornalista (Shia LeBeouf) scopre che Jim Grant è in realtà uno di quegli uomini ricercati. Jim è costretto a fuggire per non essere arrestato e per poter dimostrare la propria innocenza.

The Company You Keep è un discreto thriller che strizza un occhio a Il fuggitivo senza però essere altrettanto efficace. Innanzi tutto perché Robert Redford non è più un ragazzino e non risulta credibile nel ruolo di protagonista di un thriller dove è costretto a scappare e correre per buona parte del film, tanto che ad un certo punto deve fermarsi perché non ce la fa più; secondo poi perché l’azione latita, il film è molto statico, molto parlato, ci sono troppe parole e pochi fatti. I personaggi si susseguono senza che nessuno di essi lasci il segno e poi, soprattutto, manca un conflitto finale, quella che dovrebbe essere la scena madre è in realtà un dialogo fra vecchi amanti che ricordano i bei tempi. Per non parlare poi del finale che più prevedibile non si può, in un thriller c’è bisogno di suspence, di azione, di colpi di scena, qui non c’è nulla di tutto ciò perché la situazione appare chiara sin dal primo minuto, così come la fine.

Il richiamo voleva essere ai thriller politici degli anni Sessanta e Settanta, al cinema di Pollack, magari anche omaggiandoli, pellicole in cui lo stesso Redford era protagonista, ma il tentativo non è riuscito. Anche il personaggio di Shia LaBeouf, forza fresca in mezzo ad un cast anziano e sottotono, è in realtà poco centrato e non convince fino in fondo. 

Valutazione di Giorgia Tropiano: 5 su 10
La regola del silenzio – The Company You KeepVenezia 2012
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