The Flash (2023)

The Flash
Locandina The Flash
The Flash è un film del 2023 prodotto in USA, di genere Azione e Avventura diretto da Andy Muschietti. Il film dura circa 145 minuti. Basato sui personaggi dell'Universo DC. Il cast include Ezra Miller, Michael Keaton, Sasha Calle, Michael Shannon, Ron Livingston, Maribel Verdú, Kiersey Clemons, Jeremy Irons, Antje Traue, Saoirse-Monica Jackson, Rudy Mancuso, Temuera Morrison. In Italia, esce al cinema giovedì 15 Giugno 2023 distribuito da Warner Bros. Pictures. Disponibile in homevideo in Digitale da lunedì 31 Luglio 2023.

In The Flash i mondi si incontreranno quando Barry userà i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato, minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi. L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano imprigionato…. malgrado non sia più colui che sta cercando. In definitiva, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al futuro che conosce, l’unica speranza per Barry è ‘correre per la sua vita’. Ma questo estremo sacrificio sarà sufficiente per resettare l’universo?

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 15 Giugno 2023
Uscita in Italia: 15 Giugno 2023 al Cinema; 31 Luglio 2023 in TVOD
Data di Uscita USA: venerdì 16 Giugno 2023
Genere: Azione, Avventura, Fantastico
Nazione: USA - 2023
Durata: 145 minuti
Formato: Colore
Lingua: inglese
Produzione: Warner Bros. Pictures (presenta), Double Dream (produzione), Disco Factory (produzione)
Distribuzione: Warner Bros. Pictures
Soggetto:
Basato sui personaggi dell'Universo DC.
In HomeVideo: in Digitale da lunedì 31 Luglio 2023

Cast e personaggi

Regia: Andy Muschietti
Sceneggiatura: Christina Hodson
Musiche: Benjamin Wallfisch
Fotografia: Henry Braham
Scenografia: Paul Denham Austerberry
Montaggio: Jason Ballantine, Paul Machliss
Costumi: Alexandra Byrne

Cast Artistico e Ruoli:
foto Ezra Miller

Ezra Miller

Barry Allen / The Flash
foto Michael Keaton

Michael Keaton

Bruce Wayne / Batman
foto Sasha Calle

Sasha Calle

Kara Zor-El / Supergirl
foto Michael Shannon

Michael Shannon

Generale Zod
foto Ron Livingston

Ron Livingston

Henry Allen
foto Maribel Verdú

Maribel Verdú

Nora Allen
foto Jeremy Irons

Jeremy Irons

Alfred Pennyworth
foto Antje Traue

Antje Traue

Faora-Ui
foto Temuera Morrison

Temuera Morrison

Thomas Curry
foto Sanjeev Bhaskar

Sanjeev Bhaskar

David Singh
foto Kieran Hodgson

Kieran Hodgson

Sandwich Guy
foto Ian Loh

Ian Loh

Kid Barry
foto Karl Collins

Karl Collins

Avvocato di Henry
foto Lucas Desange

Lucas Desange

Pizza Guy
foto Poppy Shepherd

Poppy Shepherd

Fan di Flash
foto Ava Hamada

Ava Hamada

Fan di Flash
foto Maurice Chung

Maurice Chung

Fan di Flash
foto Florence Wright

Florence Wright

Infermiera baby
foto Bastian Fuentes

Bastian Fuentes

Figlio di Tony
foto Alex Hank

Alex Hank

Guardia Sicurezza
foto Miki Muschietti

Miki Muschietti

Crying Toddler
foto Rebecca Hiller

Rebecca Hiller

Madre di Toddler
foto Rob Hunt

Rob Hunt

Crew di Falcone
foto Jonny Stockwell

Jonny Stockwell

Crew di Falcone
foto Michael Byrch

Michael Byrch

Crew di Falcone
foto Bret Jones

Bret Jones

Vicino con cane
foto Sue Maund

Sue Maund

Vicino con cane
foto Alex Batareanu

Alex Batareanu

Capitano russo
foto Andrei Nova

Andrei Nova

Guardia russa
foto Gabriel Constantin

Gabriel Constantin

Capo scienziato
foto Katia Elizarova

Katia Elizarova

Scienziato
foto Denis Khoroshko

Denis Khoroshko

Scienziato
foto Zsuzsa Magyar

Zsuzsa Magyar

Scienziato
foto Michael Lerman

Michael Lerman

Scienziato
foto Rosie Ede

Rosie Ede

Moglie di Thomas Curry
foto Andy Muschietti

Andy Muschietti

Reporter Hot Dog
foto Ed Wade

Ed Wade

Reporter Court
foto Ellie Rawnsley

Ellie Rawnsley

Reporter Metropolis
foto Greg Lockett

Greg Lockett

Reporter Gotham
foto Chelsea Leigh Macleod

Chelsea Leigh Macleod

Reporter Gotham
foto Leslie Soo

Leslie Soo

Infermiera staff
foto Freya Evans

Freya Evans

Donna al parco
foto Sue Moore

Sue Moore

Woman con Shopping Cart
foto Martin Pemberton

Martin Pemberton

Autista ambulanza
foto David Calvitto

David Calvitto

Batman (controfigura in costume)



Produttori:
Barbara Muschietti (Produttore), Michael Disco (Produttore), Toby Emmerich (Produttore esecutivo), Walter Hamada (Produttore esecutivo), Galen Vaisman (Produttore esecutivo), Marianne Jenkins (Produttore esecutivo), Michael Lerman (Co-produttore)


Screen story: John Francis Daley, Jonathan Goldstein, e Joby Harold | Music supervisor: Kim Baum | Visual Effects Supervisor: John 'DJ' Desjardin | Visual Effects Producer: Tamara Watts Kent | Casting: Rich Delia (csa), Kate Ringsell.

Immagini

[Schermo Intero]

Conversazioni con i realizzatori e il cast artistico/tecnico

Conversazione con i Realizzatori

L’attrazione per “The Flash”...
Andy Muschietti, Regista: Per me, è stata la purezza del nucleo emotivo della storia alla base di questa enorme avventura d’azione. Nelle sue fondamenta c’è qualcosa di davvero emozionante: la storia tra un bambino e sua madre. Senza questo presupposto, non c’è modo di costruirci qualcosa sopra. In fondo è quel che cerco nei film, quel che apprezzo, ed il tipo di film che voglio fare. E questa storia sprigiona un’infinità di emozioni sufficientemente potenti da generare un’avventura di questa portata.
Senza dubbio, la realizzazione di un film di Supereroi per me è stato un viaggio a ritroso nell’infanzia, perché rappresenta il periodo della mia vita in cui ero più legato ai fumetti. Quindi, ha un significato particolare. La stessa connessione che IT ha avuto con la mia adolescenza: un libro che ho sempre portato nel cuore: “The Flash” mi ha riportato agli anni in cui compravo i fumetti, principalmente di Superman e Batman, ma anche Flash non mancava mai. Lo considero un bellissimo viaggio nostalgico, e dare vita a “The Flash” è stata una splendida sfida.
Barbara Muschietti, Produttrice: Ho sempre amato l’Universo DC, sin da bambina. C’è qualcosa di infantile in Flash che, quando si è piccoli, attrae. Non ho potuto resistere. I Supereroi sono tutti da salvaguardare: devono mantenersi forti e invincibili, direi l’opposto di The Flash. Lui è amore e umorismo, è aperto e autoironico, qualità che apprezzo molto negli esseri umani, ma ancora di più in un Supereroe. The Flash è il mio Supereroe preferito, perché è quello più umano.

Ezra Miller nel ruolo di The Flash…
Andy Muschietti: L’incontro con Ezra è stata un’esperienza incredibile dal punto di vista artistico e creativo; uno dei migliori attori con cui abbia mai lavorato. E inaspettatamente ho scoperto che ha anche una comicità pazzesca. Ezra ha saputo trasmettere l’umorismo di Barry Allen dei film precedenti, ma essendo questo un film a sé stante in cui Ezra non è solo il protagonista, ma deve interpretare due versioni di Barry, il suo impegno è stato maggiore. Ed Ezra lo ha fatto in modo estremamente naturale. È un privilegio collaborare con artisti così talentuosi.
Barbara Muschietti: So che molti attori da tempo fanno parte di questo genere, ma Andy ed io non immaginavamo nessun altro per il ruolo di The Flash. La vitalità di Ezra e la sua resilienza sono sorprendenti. Non ho mai visto un attore impegnarsi così tanto, eppure ne conosco molti che lavorano sodo. Ma ciò che Ezra ha fatto in questo progetto è incredibile. Per l’80% del film interpreta due personaggi, e questo ha significato girare due film nello spazio di tempo in cui ne abbiamo girato uno. Davvero incredibile.

La portata dell’impresa…
Barbara Muschietti: È sicuramente il film più grande a cui abbiamo lavorato. Non riuscivo a credere di essere approdati ad un progetto così vasto. Per “La Madre” ci sono voluti 42 giorni di riprese, per “IT” 60 giorni e per “IT Capitolo 2”, 80. Fino a quel momento, riuscivo ad avere in testa l’intero programma. In questo caso, non è stato possibile. Quindi, da produttrice e da persona a cui piace avere tutto sotto controllo, ho dovuto rassegnarmi e pensare di conoscere a fondo una parte del programma, imparando il resto in itinere. In questo film ho avuto anche un complice, [il produttore] Michael Disco, e abbiamo formato una vera squadra. In passato ho prodotto molte volte da sola, ma in questo caso non sarei stata in grado. Si è trattato realmente di uno sforzo congiunto, e quindi ha richiesto l’intervento di entrambi.

Il coinvolgimento di Michael Keaton…
Andy Muschietti: Considero Michael l’uomo più in gamba del mondo. Era molto curioso di tornare ad indossare la tuta di Batman. Io stesso ero elettrizzato, e pur pensando che forse non l’avrebbe mai fatto, alla fine abbiamo capito che in fondo tutti desideravano il suo ritorno. Di fatto, nel momento in cui ha accettato, siamo stati tutti incredibilmente entusiasti. Da lì è stato un viaggio di scoperta, confronto ed immaginazione insieme a lui, per capire quale sarebbe stato il suo aspetto e come si sarebbe comportato 25 anni dopo l’ultima volta che l’avevamo visto. È stata una sfida molto divertente, e lui si è dato completamente da fare per affrontarla. È un personaggio tanto stratificato. La domanda principale che ci siamo posti è stata: che aspetto avrebbe Bruce Wayne dopo 25 anni? E le nostre conversazioni sono proprio partite da lì, fino a definire il suo lato da ‘eremita’. Suppongo che parte dell’attrazione di Michael per il ruolo sia dovuta al fatto che nessuno aveva mai visto Batman in quel modo. Una sfida incredibile, che ha affrontato magnificamente.

Keaton torna ad indossare la tuta…
Barbara Muschietti: Beh, è stato senza dubbio un momento emozionante per lui e per noi fan. Credo siano passati circa 30 anni dall’ultima volta che l’aveva indossata. Ci ha detto che suo figlio, che oggi è un uomo nonché un grande compositore di musica, a quell’epoca era un bambino. E a distanza di anni gli stava ancora benissimo! Questa volta, quando l’ha indossata era presente suo nipote.
Andy Muschietti: Dirigere Michael è stato molto divertente. Si inizia come sempre col parlare del personaggio, della storia, e del suo arco emotivo. Ho rispettato le sue idee, avendo già interpretato il personaggio in passato. Quindi l’ ho ascoltato attentamente, e così facendo si è creato un ambiente in cui la conversazione è stata davvero fluida. Ovviamente non sono mancati punti di riflessione sulla vita di Bruce Wayne 30 anni dopo. Ci siamo confrontati in maniera costruttiva trovandoci sulla stessa lunghezza d’onda. E siamo partiti. Nei giorni di riprese al contrario ho cercato di non interferire troppo nella sua interpretazione. Ero così felice che fosse lì per interpretare Bruce e Batman, che il resto è storia.
Barbara Muschietti: Aggiungo… la cosa grandiosa nell’aspettare altri 30 anni per interpretare un personaggio, è che la nostra costumista Alexandra Byrne ha avuto il tempo di impegnarsi al massimo per rendere la sua tuta molto più comoda. Finalmente poteva muovere la testa e le gambe!

Lavorare nel multiverso…
Andy Muschietti: Il multiverso permette a tutti questi mondi di coesistere senza entrare in conflitto. Abbiamo rispettato l’universo e l’estetica di ciascun Batman. Ad esempio, con quello di Keaton, si trattava di “creare” un Batman che continuasse a lavorare come Batman, dieci anni dopo l’ultima volta che è apparso in un film. Abbiamo fatto del nostro meglio per bilanciare il tutto e lasciare spazio all’improvvisazione, all’umorismo, all’azione, all’avventura. In seguito, in fase di montaggio abbiamo ripreso e riveduto la sceneggiatura, tornando a concentrarci nuovamente.
Creare una storia che implicava un viaggio nel tempo e un multiverso è stata una vera sfida. Barry incontra il suo io più giovane, una versione totalmente diversa, che non ha ancora affrontato le difficoltà e gli ostacoli che si presenteranno sul suo cammino. Ezra ha dovuto interpretare due personaggi completamente differenti. È divertente inventare una storia del genere, ma tecnicamente parlando, non ci si rende conto della sfida finché non si è effettivamente sul set. Questa è una testimonianza di grande professionalità: riuscire a creare dell’umorismo in una situazione davvero unica.

Collaborare a una comune visione…
Barbara Muschietti: Lavoro con mio fratello perché lo ammiro, e gli ho dedicato la mia vita professionale, perché credo fermamente in lui come artista e come persona. Quello a cui ho assistito questa volta non mi ha sorpresa, perché ho sempre saputo che sarebbe stato in grado di raggiungere un traguardo così grande. Mi rende orgogliosa il fatto che il mio fratellino abbia diretto un progetto di questa portata e abbia realizzato un film di queste dimensioni, senza mai dimenticare quella che è sempre stata la sua visione, ovvero realizzare una grande avventura, un film di supereroi con un nucleo intrinseco e molto emotivo: quello dell’amore tra una madre e un figlio.
Andy Muschietti: Per me, tra i tanti, uno dei temi principali è che per quanto ci sforziamo – e Barry si spinge fino a dove nessun essere umano può veramente arrivare – non possiamo cambiare il passato. Altrimenti avremmo l’effetto farfalla. Il futuro non sarebbe lo stesso che abbiamo lasciato. Quindi, alla fine, dobbiamo fare pace con il presente.

Conversazione con il Cast:

Il viaggio di Barry…
Ezra Miller (Barry Allen / The Flash): C’è qualcosa di veramente basilare e umano in questa storia. Barry vive con il peso di cercare di risolvere i problemi del suo passato. Ed è proprio questo il suo viaggio, di chi si rifiuta di rinunciare alla speranza di poterli risolvere, e che riesce a trovare un equilibrio tra la sua incessante speranza – cosa che amiamo di lui – e l’accettazione che rende possibile un futuro.

Ritrarre Supergirl…
Sasha Calle (Kara Zor-El / Supergirl): Interpretare Supergirl è stato un onore assoluto. La amo con tutto il cuore. Penso che sia diversa da tutti gli altri Supereroi: è molto bella e forte, ma è complicata come tutti gli esseri umani, malgrado sia un’aliena. L’averla ritratta significherà sempre tanto per me; sono onorata ed orgogliosa di averle dato vita.

L’offerta del ruolo di Nora Allen…
Maribel Verdú (Nora Allen): Ricordo che Barbara ha chiamato il mio agente, e pochi giorni dopo ho incontrato Andy per la prima volta. Abbiamo passato quasi tre ore a chiacchierare di qualunque cosa: vita, tequila, tennis, esperienze… e poi, al termine di quelle ore, Andy mi ha parlato di questo progetto. Ero scioccata: mi stava offrendo il ruolo di Nora Allen. Gli ho chiesto: “Perché proprio io?”. E lui ha risposto: “Beh, vorrei che Nora avesse i tuoi occhi e il tuo aspetto”. Al ché ho detto: “Va bene, se vuoi che interpreti Nora, ci sto.  Assolutamente!”.  Dopo tre ore di conversazione con Andy, sapevo che sarebbe diventato mio amico, non solo il mio regista, ma anche il mio amico. Siamo entrati subito in sintonia e la pensiamo allo stesso modo su molte cose. Sono qui perché lui si è affidato a me, così come Barbara, e gliene sono molto, molto grata.

Cosa differenzia Barry Allen / The Flash…
Ezra Miller: Quel che mi piace di lui, è che sento che la personalità di Barry lo distingue dal resto della banda. Mi è sempre piaciuta la sua vulnerabilità, la sua scarsità di sicurezza e sfrontatezza, che generalmente associamo ai Supereroi. Mentre quel che apprezzo di The Flash come Supereroe è che teoricamente ha un solo potere – la sua velocità – che però combinato con la sua intelligenza e poi spinti all’estremo, significa avere tante capacità, abilità e poteri diversi.

Le sfaccettature di Iris West…
Kiersey Clemons (Iris West): Pur essendoci diverse versioni di Iris, le sue costanti virtù come la forza e la stabilità possono essere interpretate in una moltitudine di modi. Volevo realmente attingere alla forza che richiede la vulnerabilità, e quindi ero davvero attratta da questo aspetto. In aggiunta, mi ha attirato anche il modo in cui riesce a essere gentile con Barry, pur rimanendo una giornalista appassionata e incisiva. Con Barry mostra un lato diverso che le impone di essere forse un po’ più empatica: lo si vede dal modo in cui interagiscono, ed è davvero speciale.

La dicotomia di Supergirl…
Sasha Calle: Supergirl non ha i canoni del perfetto eroe. È un’aliena in tutti i sensi. Non ha una casa. Arriva in un luogo in cui pensa di trovare sicurezza e invece viene rinchiusa in una cella… Continua così a subire dolore e sofferenza, anche dopo aver perso i suoi genitori e il suo pianeta. È stato incredibile quando, leggendo il copione ho pensato: “È tutto quello che ho sempre voluto interpretare, se non ancor di più”.
Andy ed io concordavamo sulla misura in cui esplorasse e scoprisse la sua umanità. In quanto aliena, credo che percepisca tutto dieci volte di più di chiunque altro: la pressione, il dolore, la responsabilità, la solitudine. La considero una fortuna aver potuto mostrare alla gente queste sue sfaccettature. Avrei voluto avere una persona come lei a cui ispirarmi quando ero piccola, anzi si, avrei voluto proprio questa Supergirl”.

Il legame indissolubile tra Nora e Barry…
Maribel Verdú: La cosa certa è che si vogliono davvero tanto bene. Penso che Nora sia stata molto fortunata ad avere un figlio come lui, e Barry ad avere una madre così; perché tra loro c’è un rapporto incredibile, fatto di complicità, risate e intesa. Si amano, ma si piacciono anche come persone. Barry è magico, è diverso dagli altri ragazzi. Entrambi provano profonda ammirazione l’uno dell’altra. Passano dei momenti incredibili insieme: fanno la pasta, ballano e cantano. Hanno realmente un rapporto speciale.

Il fascino del supereroe…
Kiersey Clemons: I nostri mondi reali sembrano sempre implicare un eroe e un cattivo, come fosse un meccanismo di difesa che usiamo se siamo turbati o confusi. Ci deve essere un nemico e, se si è fortunati, c’è anche un eroe, cioè una persona che ti vuole bene; ritengo che il fascino di queste storie stia nel fatto che in un certo senso sono curative. Molte volte la persona che salva la situazione non è forse la più simpatica o apprezzata. Deve dimostrare più volte il proprio valore e può anche essere un ‘emarginato’, per mancanza di una parola migliore, e questa è una costante. Non svanisce quando ci si diploma o si va avanti. E’ così che funziona la vita, e credo che sia piuttosto evidente nei film di supereroi. È un concetto che sta alla base di tutto, giusto?

The Flash come una chiave…
Ezra Miller: Barry Allen è il punto di accesso, perché rompe le barriere usando la Forza della velocità. Quindi, è la chiave per poter conoscere ed accedere al multiverso nell’ambito dell’Universo DC. In sostanza, il multiverso è un’idea che deriva dalla teoria quantistica contemporanea. È una parte importante di ciò che si ipotizza possa essere la realtà in cui ci troviamo, ovvero che ogni iterazione dell’universo esiste, e questa è quella in cui ci troviamo. Da tempo The Flash viene considerato il mezzo per esplorare diverse teorie quantistiche, e in questo film ne viene approfondita una delle principali.

L’aspetto di Supergirl…
Sasha Calle: Lo sviluppo di Supergirl ha richiesto molta progettazione, passione e tempo, a cominciare dal reparto costumi, trucco e acconciature, fino agli stunt, perché le acrobazie hanno molto a che fare con il personaggio. E tutto è andato per il meglio. Durante un servizio fotografico, ho chiesto ad Alex, [Alexandra Byrne] che ha creato il costume: “Cosa provi? Sei orgogliosa, sei felice?”. E lei ha risposto: “Assolutamente sì”. È la cosa migliore che si possa sperare, che tutti siano soddisfatti del lavoro svolto e delle sensazioni che suscita. Ed è un costume da paura. Lo adoro. La rende proprio bella e tosta, e il costume è semplicemente splendido.

Cosa contraddistingue Andy Muschietti…
Ezra Miller: Andy è un regista di grande talento, che ha una profonda comprensione dell’elemento emotivo, con uno spiccato senso dell’umorismo, e che sa anche come dare vita a questo mondo in termini di effetti visivi… rendendolo la scelta perfetta per “The Flash”.

Conversazione con il Cast Tecnico:

Affrontare la sfida…
Christina Hodson, Sceneggiatrice: Quando mi hanno contattata per scrivere “The Flash” ero piuttosto intimorita, perché ovviamente si tratta di un personaggio molto amato con una storia incredibilmente ricca. Poi, ciò che mi ha entusiasmata è stata l’opportunità di raccontare una grande storia epica che cambia l’universo, ma che al tempo stesso ha al suo centro un cuore personale e intimo.  Penso che sia raro trovare un connubio come questo in un grande film.

Lo stile visivo di “The Flash”…
Henry Braham, Direttore della Fotografia: L’idea generale visiva e fotografica del film era quella di fondarlo sulla realtà. Anche quando una storia è di fantasia, tutto deve partire dalla verità ed avere una motivazione, per far sì che in qualche modo ci sia una connessione con la realtà quotidiana del mondo che ci circonda. Lo straordinario che accade nell’ordinario. L’idea centrale era quella di far sperimentare al pubblico un gigantesco viaggio visivo, non tanto per presentare la storia in modo oggettivo come ‘mettiti di fronte e guarda’, ma per immergere lo spettatore in un viaggio guidato dalla narrazione, mentre si svolge un’emozionante esperienza cinematografica.

Un design che onora la storia…
Paul Denham Austerberry, Scenografo: Quando abbiamo iniziato a lavorare sull’aspetto di questo film, ho dovuto esaminare la storia di ciò che lo ha preceduto. Ci sono due filoni, due film diversi che bisogna considerare: il “Batman” di Tim Burton con Michael Keaton con le scenografie di Anton Furst, e quello di Snyder con Ben Affleck con le scenografie di Patrick Tatopoulos. Sebbene entrambi i film presentino un linguaggio piuttosto forte, sono terribilmente diversi, così ci siamo impegnati a portare questi due incredibili mondi nel nostro film.
Ad esempio, la Batcaverna è cruciale per il nostro film come lo è stato per il primo, in un’epoca diversa, e con effetti visivi e budget differenti. Per creare l’intera caverna hanno utilizzato miniature e matte painting (pittura di sfondi). In questo caso invece, grazie a tecniche più moderne, siamo riusciti a creare un ambiente a 360 gradi più completo.
Poi, considerando il design di Tatopoulos, l’idea che trasmette attraverso tutti i veicoli, ma non solo, è completamente diversa. Quindi, pur volendo contraddistinguere questi due mondi, ho dovuto allinearli l’uno all’altro, in modo che il nostro film fosse coeso… anche se siamo andati avanti e indietro su due linee temporali diverse; credo che il pubblico abbia bisogno di riconoscere un linguaggio visivo ragionevolmente coerente. Per questo, abbiamo svolto una sorta di miscuglio, un mélange di cose diverse, adattate per essere utilizzate nel nostro film.

La Collaborazione degli Addetti al Montaggio…
Jason Ballantine, Montatore: Paul ed io siamo stati co-editor alla pari nel film. Paul era sul set a Londra con l’unità principale per supportare Andy nell’immediatezza del montaggio. Poi, i tagli di Paul arrivavano a me a Los Angeles, che li perfezionavo ulteriormente valutando tutte le riprese per cogliere i momenti migliori. Inoltre, ho montato le riprese d’azione con la seconda unità e le splinter unit.
A riprese completate, Paul è tornato a Los Angeles per la gran parte della post-produzione.  Abbiamo diviso equamente le nostre dieci bobine, impegnandoci ad ottenere il film desiderato da Andy.
Paul Machliss, Montatore: Per gli ultimi due film che ho girato con Edgar Wright, nell’arco di 12 anni, ho sviluppato una tipologia di montaggio direttamente sul set, con un’apparecchiatura portatile. Quando ho proposto ad Andy questa modalità si è mostrato un po’ scettico: gli ho quindi suggerito di provare per due settimane e, se non si fosse rivelato utile, sarei tornato in sala montaggio. La mia proposta non avrebbe arrecato un vantaggio a me stesso, piuttosto, un montaggio sul set avrebbe portato ad un feedback immediato: non appena Andy l’ha sperimentato, ha detto: “Sì sì, rimani”.
Quando siamo entrati nel vivo dei set più grandi, è stato fantastico per Andy e gli altri verificare che stessimo procedendo nel modo giusto, potendo altresì combinare il lavoro della telecamera fissa con quello della seconda unità e delle altre squadre coinvolte. I dati potevano essere messi insieme e presentati ad Andy, in modo che potesse avere una cronaca continua sul come tutti i reparti si stavano integrando.

La Credibilità…
Henry Braham: Sembrava appropriato per il film ambientarlo in un mondo che fosse a tutti gli effetti iper-reale, in modo da poter credere che potesse essere il mondo quotidiano che ci circonda… se non fosse che accadono cose straordinarie. Ho iniziato a esplorare questo percorso in altri film, ma Andy ed io abbiamo pensato che quella fosse la strada giusta da seguire per “The Flash”. Ed è quel che ci siamo proposti di fare.
Ricordate che il posto migliore per guardare un film come questo è il cinema, perché si può dispiegare una storia visiva al pubblico pezzo per pezzo, piuttosto che presentare delle enormi scenografie o clever painting per poter dire: “Non siamo bravi?”. Questo non è interessante per il pubblico, perché lo si porta fuori dalla storia. Ma se si riesce a spiegare la storia e a far capire gradualmente allo spettatore la portata visiva della stessa senza che se ne accorga, allora è un modo di procedere veritiero e utile all’idea.

Espandere la Scenografia…
Paul Denham Austerberry: All’inizio, il luogo in cui viene reclusa Supergirl era un penitenziario isolato in Siberia. Quando sono arrivato sul posto, l’ho trovato interessante, ma ho pensato di dargli un valore aggiunto. Ho proposto ad Andy di farlo diventare una specie di base militare in disuso. Così facendo avremmo potuto ottenere un ambito più ampio da cui attingere. Quindi, una volta trasformata in una base militare della Guerra Fredda, le immagini si sono ampliate. Ho raccolto molti riferimenti da varie basi in climi freddi. C’è anche un particolare monumento in Bulgaria che ad Andy piaceva molto, che è diventato uno dei riferimenti che ha voluto incorporare nella base. Nel complesso credo di aver realizzato un set davvero ampio e interessante, con immagini avvincenti: è stato divertente.

Duplicare il personaggio…
Christina Hodson: Scrivere due versioni diverse di Barry Allen ha significato anche scrivere due versioni di Flash, e questo da un lato è stato molto impegnativo, ma anche molto, molto divertente. Mi piace l’idea che se torni indietro nel tempo e cambi quello che consideri una cosa semplice, può farti ritrovare con due versioni della stessa persona che sono tremendamente diverse. È stato fantastico giocare con i modi in cui i due Barry sono uguali e quelli in cui sono completamente opposti. È una sorta di versione amplificata di un fastidioso fratellino. E come sorella minore fastidiosa, ho adorato scrivere quelle scene, onestamente. Il mio obiettivo era quello di trovare un modo per far sì che ognuno dei due Barry fosse piuttosto distinto, e il loro cameratismo fosse facilmente riconoscibile, in modo da poter tifare per loro.

Collegare lo Spettatore…
Henry Braham: Per il modo in cui abbiamo deciso di realizzare il film, è stato fondamentale collegare lo spettatore ai personaggi. Si può mettere una telecamera in una stanza e far entrare il pubblico nella stessa, in tanti modi diversi. A me ed Andy interessava inserire il pubblico nel film insieme ai personaggi, in particolare con entrambi i protagonisti interpretati in modo straordinario da Ezra. Questo ha significato che io tenessi la macchina da presa vicina e interconnessa alle performance per tutto il tempo.
Pur essendoci molte scene di grandi dimensioni che hanno richiesto una maggiore quantità di pianificazione e visualizzazione, “The Flash” è stato girato in un modo piuttosto libero, improvvisato. Riguardava il rapporto tra la telecamera e gli attori, mentre le loro interpretazioni si evolvevano all’interno di ogni scena. Ezra e Andy sono entrambi molto intuitivi. Era quindi importante entrare in contatto con questo aspetto. L’abbiamo fatto istintivamente, con il lavoro di tutti che si intrecciava senza doverne discuterne, perché eravamo tutti perfettamente sintonizzati sul lavoro dell’altro. Penso che sia da qui che provenga l’intimità per il pubblico in un film di tale portata. E per me, i film più interessanti sono quelli in cui la voce intuitiva del regista, la sua visione singolare, viene tradotta sullo schermo. E’ questo il mio obiettivo.
Jason Ballantine: Andy e [il direttore della fotografia] Henry [Braham] hanno optato per la libertà di ripresa offerta dalla tecnologia del volume capture, per i due personaggi di Barry. Tradizionalmente, con personaggi sdoppiati sullo schermo, ci sarebbe voluta una macchina da presa fissa e uno schermo diviso, o anche una telecamera con motion control in grado di garantire la ripetibilità del movimento all’infinito, per far cambiare posto all’attore. Per questo film invece, avevamo una controfigura che interagiva con Ezra, lasciando libertà di ripresa, in considerazione del fatto che la controfigura sarebbe stata sostituita digitalmente. Ezra ha poi recitato il ruolo opposto nella cabina del volume capture, vedendo la sua prima performance proiettata sui wall per interagire senza soluzione di continuità con sé stesso. Infine, questi dati hanno permesso ai VFX di incollare efficacemente la testa della sua seconda performance sul corpo della controfigura.
Paul Machliss: Prendere tutto il girato e ridurlo per una buona lunghezza, mantenendo tutti gli elementi della storia, è il genere di cose che normalmente un montatore è entusiasta di fare in post-produzione. Pensi: “Oh, fantastico, non vedo l’ora di metterci le mani sopra e contribuire a dargli forma”. Il risultato ottenuto con l’aggiunta degli elementi del volume capture e dei due Barry in una storia incredibilmente complessa – che abbia senso e venga compresa senza perdere il filo della trama – dimostra gli evidenti vantaggi di aver lavorato nel modo optato.

Una ricca collaborazione…
Christina Hodson: Lavorare con Andy a questo film è stato un vero spasso. Ha trasmesso tanta passione e gioia, essendo un grande appassionato del genere, quindi è stato davvero un piacere lavorare con lui. Abbiamo passato moltissime ore a parlare del personaggio, a scherzare, a discutere di viaggi nel tempo, a parlare della logica dei multiversi, e si è mostrato sempre aperto e disponibile. Credo che l’aspetto che lo rende così speciale sia la sua capacità di destreggiarsi tra toni diversi. Ha momenti in cui è divertente, buffo, stravagante e un po’ folle, momenti in cui riesce a fare del vero dramma e dell’emozione, momenti che incutono paura, e anche incredibili scenografie e scene d’azione che hanno una scala e una spettacolarità reali.
Ritengo che il momento in cui ho capito che ci saremmo divertiti molto a lavorare insieme, sia stato quando abbiamo parlato della scena d’apertura. Nella prima stesura avevo scritto qualcosa che era un ‘salvare la situazione’, un grande spettacolo divertente con Batman e Barry, e Andy mi ha portato da una parte e mi ha proposto l’idea di un baby shower. E io ho pensato: “Vuoi che 12 bambini volino giù per 10 piani dalla finestra di un ospedale?”. Basta dire che ci siamo divertiti molto a inventare tutto il caos che ne consegue.
Paul Denham Austerberry: Tra Andy, Barbara e me c’è un rapporto molto amichevole e confidenziale. È piuttosto difficile fare un film, e sono molte le cose da fare: è bello sentirsi sempre a proprio agio per buttare giù qualche idea che potrebbe essere folle o meno, sapendo che non ti verrà bocciata. Andy ha grandi idee, alcune delle quali un po’ pazze, e tutti noi ci siamo impegnati per trovare un modo per farle funzionare.
Jason Ballantine: Quando Andy bussa, non dirò mai di no. Ammiro e mi fido ciecamente della narrazione di Andy. Credo che i film di “IT” siano un classico esempio della bravura di Andy nel superare i generi e andare ben oltre le aspettative cinematografiche. “The Flash” è lo stesso in termini di profondità emotiva, avvolto dall’amore per i supereroi. Il bello di Andy è che cerca sempre un fattore emotivo. “The Flash” non fa eccezione da questo punto di vista, con una storia incentrata sull’amore tra un figlio e sua madre. Ma riguardo all’elevazione dell’azione, l’intera complessità del multiverso significa che è semplicemente più grande e migliore degli altri.

Primi contatti e primi demo musicali…
Benjamin Wallfisch, Compositore: Andy mi ha invitato a partecipare al film nell’estate del 2020. Anche se la sceneggiatura era ancora in fase di sviluppo, mi sono ispirato ai concetti principali di cui avevamo parlato. “Run” è stata praticamente la prima musica che ho immaginato: quella di un pianoforte, inquieta e inquisitoria, a rappresentare la crisi di Barry dopo la perdita della madre, suonato contro insistenti staccati di archi che sono al limite dell’impossibile da eseguire a causa della loro velocità. Pochi giorni dopo, e già mesi prima delle riprese, ho fatto ascoltare ad Andy questo provino super approssimativo, insieme a un mucchio di altre idee per il film…

La Musica che è Rimasta…

Benjamin Wallfisch: Due anni dopo, mentre Andy stava lavorando al suo primo montaggio, mi ha sorpreso affiancando questo primo provino di pianoforte di “Run” ad un’immagine di uno dei momenti chiave del film… ed è rimasto lì fino alla fine, praticamente immutato. Andy ed io abbiamo lavorato a stretto contatto negli ultimi sei anni, una circostanza di cui sono particolarmente grato. Considero una fortuna l’aver avuto una stretta collaborazione creativa con una persona che considero un genio assoluto.

Informazioni sulla Produzione

Nella realizzazione di The Flash, i filmmaker sono stati influenzati da due opere seminali del canone delle storie a fumetti:
Flash dei Due Mondi (Gardner Fox e Carmine Infantino, 1961), in cui un Barry Allen della Silver Age scopre che facendo vibrare le sue molecole a una certa frequenza, viene trasportato in un’altra versione della Terra, dove incontra un Jay Garrick della Golden Age.
Flashpoint (Geoff Johns e Andy Kubert, 2011, miniserie di cinque numeri), in cui Barry Allen si risveglia e scopre che il suo mondo è cambiato, ed è il solo ad essere consapevole della differenza tra il suo mondo reale e quello alterato.

Il film è stato girato per 25 settimane su più di 50 set sensazionali costruiti su sei teatri di posa e un enorme backlot (Warner Bros. Leavesden Studios), oltre a diverse location.
Lo scenografo Paul Denham Austerberry è stato incaricato di creare un linguaggio visivo coeso e contemporaneo, che unisse i due mondi che si scontrano… il design di Anton Furst visibile in Batman di Tim Burton, e il lavoro di Patrick Tatopoulos in Justice League di Zack Snyder.
L’azione si svolge sia a Central City che a Gotham, e già una prima decisione sul design – i mattoni di Central City e il cemento di Gotham – sono garanzia di riconoscibilità visiva e familiare al pubblico.
Le riprese a Londra si sono rivelate un’esercitazione quasi militare per la produzione, col compito di cambiare le insegne dei negozi e l’arredo urbano, e di reperire auto e camion americani da un fornitore di veicoli cinematografici, da collocare in aree estese. Gli spostamenti hanno comportato il trasporto di un’unità enorme (con un massimo di 400 persone alla volta) da un sito all’altro, che comprendeva roulotte, camion per l’attrezzatura, alloggiamenti per i costumi e il trucco, e aree di ristorazione e accoglienza per il cast, la troupe e il pubblico. Gli spostamenti sono stati resi ancora più difficoltosi nel rispetto delle restrizioni imposte dalla pandemia.

Location chiave di Central City

La Casa degli Allen
• L’ esterno della casa della famiglia di Barry è stato costruito lungo una strada alberata che vantava querce perfettamente distanziate, piantate per il Giubileo d’Oro della Regina Vittoria nel 1897. La produzione ha creato un’intera strada di quartiere con case, vialetti e marciapiedi intorno agli alberi di 130 anni lì presenti. La costruzione è durata quattro mesi, e ha richiesto permessi e autorizzazioni comunali, oltre a numerose visite di un arboricoltore. Per proteggere gli alberi, è stato necessario costruire la strada e i marciapiedi sopra la quota esistente, alzando il livello dell’erba di 40 centimetri, anziché scavare. Le modifiche alla linea temporale nel film sono state caratterizzate dal cambio dell’aspetto delle piante, dall’alterazione dei colori di alcune porte, e dal cambio d’auto parcheggiate lungo i vialetti.
• Gli interni della casa sono stati allestiti in un soundstage: la camera da letto, il corridoio, la cucina e la sala da pranzo di Barry distribuite su un unico livello, in post produzione è stato trasformato in una casa a due piani. I mobili e le unità di condizionamento dell’aria sono stati portati dagli Stati Uniti, e le piante sono state reperite nelle varie fasi della crescita, per mostrare il passaggio del tempo da una linea temporale all’altra; l’arricchimento con fotografie, ricordi e ornamenti nella camera da letto del giovane Barry sono un’allusione alla vita che Barry non ha avuto.

L’appartamento di Barry
• L’esterno dell’appartamento di Barry (ripreso in un tipico edificio fatiscente di cinque piani), insieme all’intero isolato circostante, è stato costruito presso i Leavesden. La strada includeva le facciate di 10 negozi differenti, oltre a un negozio di biciclette specificatamente allestito, e il Filby’s Café, dove Barry ha difficoltà ad ordinare il suo panino; Filby’s prende il nome dal personaggio di David Filby ne La macchina del tempo di Jules Verne. La maggior parte delle insegne al neon che adornano i negozi sono state realizzate su misura. Il reparto addetto al verde ha fornito otto alberi veri e oltre 2.000 piante per offrire una macchia di “verde” (scelto dal regista come colore distintivo della produzione).
• La scenografia dello spazio abitativo spartano di Barry – muro divisorio fatiscente, colori desaturati, illuminazione fredda – è stata rinnovata per rendere l’appartamento di Barry più giovanile ed accogliente, con luci più calde, colori più intensi (verde!), e subdoli riferimenti ai film precedenti di Andy Muschietti (libri di Steven King e statuette di IT).

Il Laboratorio Criminale
• Lo splendido edificio in stile Art Déco, sede del centro amministrativo dell’Università di Londra, il Senate House, situato nel cuore della città, è stato scelto come l’esterno del laboratorio criminale: un edificio imponente che si adatta perfettamente alla visione di Muschietti del luogo di lavoro quotidiano di Barry.
• Gli uffici del laboratorio sono stati ricavati all’interno di un ex ufficio dei trasporti di Londra, sgomberato di recente. Le caratteristiche architettoniche comuni dei due edifici sono manifesti negli interni costruiti presso il B Stage dei Leavesden. E’ stato chiesto il consulto di un tecnico forense per l’allestimento del set, e tutti i mobili del laboratorio sono stati realizzati su misura per adattarsi allo spazio. Le attrezzature forensi americane provenivano da tutto il mondo. Lo spazio realizzato ha consentito al direttore della fotografia Henry Braham di ottenere l’intensità di luce necessaria per creare il fulmine (quando Barry ottiene i suoi poteri) con la macchina da presa, nella fattispecie con apparecchiature Phantom ad alta velocità.

Palazzo di Giustizia
• L’esterno del tribunale di Central City corrisponde alla facciata di uno dei monumenti più iconici di Londra: la Cattedrale di San Paolo. È qui che Barry lascia il tribunale e viene accolto dai giornalisti, per poi osservare l’arrivo della Mercedes Maybach Vision 6 di Bruce Wayne (uno dei due soli concept vehicle realizzati e prestati dalla casa automobilistica). Inoltre, è sempre qui che il regista Muschietti ha il suo momento alla Alfred Hitchcock, interpretando un uomo a cui viene rubato un hot dog dal quasi perennemente affamato Barry Allen / The Flash. Il calo delle entrate e delle donazioni degli ultimi anni, ha fatto sì che i compensi per le riprese offerti dalla produzione sono stati molto apprezzati, e hanno salvato un paio di dipartimenti della cattedrale dall’estinzione. La produzione ha anche negoziato per la prima volta una istituzione storica: le sue campane sono state spente per le riprese (cosa mai successa per nessun’altra produzione).
• Gli interni del tribunale sono stati girati presso il Goodenough College, una residenza per studenti post-laurea nel quartiere londinese di Bloomsbury.

Il Supermercato
• L’interno di questo luogo svolge un ruolo fondamentale nella storia di Barry e di sua madre. Si è optato per un supermercato turco di East London per la sua somiglianza con un negozio di alimentari tradizionale degli Stati Uniti. Gli scaffali sono stati assortiti con marchi americani; il reparto grafico ha creato oltre 200 scatole di cereali per la corsia, insieme a 500 barattoli di pomodori personalizzati, dove Barry interagisce con la madre.

Luoghi chiave di Gotham

Batcaverna
• La spettacolare costruzione, durata 12 settimane, presso il C Stage dei Leavesden ha riempito quasi interamente i 2.900 metri quadrati del palcoscenico. L’ambiente a 360 gradi misurava 60 metri di lunghezza, 40 metri di larghezza e 14 metri di altezza.
• Il cemento formato da pannelli dominava i dipinti opachi del progetto di Anton Furst in Batman, e lo scenografo di The Flash Austerberry ha adottato questo materiale per creare le forme di una diga idroelettrica e di un generatore di turbine. Per realizzare la struttura sono stati realizzati circa 750 calchi in gesso di roccia, di sette forme uniche.
• La trama parallela del film del 2013 presuppone che Batman sia andato in pensione intorno al 1999, congelando di fatto la tecnologia della caverna. L’arredatore del set Dominic Capon e la sua squadra hanno reperito pulsanti, leve e maniglie da hardware e scatole di controllo di vecchi aerei per creare la console, mentre il reparto addetto agli oggetti di scena ha creato tutti gli altri elementi da zero. Più di 30 tablet e telefoni sono stati incorporati per creare gli schermi e i pannelli di controllo (tutti gli schermi erano funzionanti e fornivano la grafica alla telecamera). Per riflettere gli anni di non utilizzo, le superfici sono state ricoperte con polvere, sporcizia e (finto) guano di pipistrello, con 100 pipistrelli artificiali affissi nel soffitto per aggiungere dettagli.
• L’imponente cascata all’ingresso della caverna è stata realizzata in VFX per motivi pratici di sonoro; in aggiunta, il direttore della fotografia Henry Braham ha installato un’enorme parete di LED con schemi di luce cadenti per simulare la luce rifratta e riflessa dall’acqua. La reale acqua corrente è stata fornita dagli SFX da tre livelli diversi, attraverso vasche, piccole cascate sulle rocce e pioggia che entrava dall’oculo del soffitto: 300 lastre di acciaio sono state unite con 1,5 miglia di saldatura, per garantire la tenuta stagna del serbatoio dell’acqua.

Villa Wayne
• La versione cinematografica di Villa Wayne è il risultato del connubio di diverse splendide dimore signorili del Regno Unito, insieme a tre set costruiti sui teatri di posa.
• Knebworth House ha fornito al regista i cancelli d’ingresso gotici (e parte della storia) conservati dal film Batman di Burton.
• Burghley House ha fornito una muratura in pietra simile a quella di Knebworth, ma è più grande e offre un tetto più ampio per una scena chiave con Sasha Calle nel ruolo di Supergirl.
• Hatfield House ha fornito alla produzione l’armeria di Bruce Wayne (ed eco, dato che qui è stata girata anche una scena memorabile tra il Batman di Keaton e la Vicki Vale di Kim Basinger); la biblioteca della casa fungeva da studio di Bruce Wayne (un altro luogo mostrato anche in Batman del 1989).
• La Tring Park School for the Performing Arts ha arredato la grande scalinata centrale di Villa Wayne.

L’Ospedale di Gotham
• L’intero set dell’ospedale è stato costruito su un palcoscenico dei Leavesden, su un enorme impianto idraulico per effetti pratici, utile per inclinarsi durante l’azione. È stato sollevato dal pavimento dello studio di 40 piedi (con una seconda piattaforma a livello inferiore per la caduta dell’ambulanza). Il reparto neonatale è stato allestito sotto l’occhio vigile di un infermiere di uno di questi reparti, e tutte le medicazioni – compresi 10 neonati artificiali – sono state collocate al giusto posto per garantire l’autenticità, ripresa dopo ripresa.

Le Strade di Gotham
• Le strade di Glasgow, con vicoli più larghi e strade non tortuose simili a quelle di una metropoli americana, sono diventate il centro di Gotham, e le riprese sono state effettuate in diversi isolati della città, nell’arco di sette giorni.
• Per la sequenza che vede Batman in sella alla sua Batmoto all’inseguimento di un Humvee (dalla carrozzeria personalizzata in fibra di vetro leggera, fusa su un telaio Ford F-150 Lightning per dare a questo modello la velocità e l’agilità che non si trovano in un Humvee molto più pesante e costruito in fabbrica), la produzione ha girato per le strade di Glasgow. L’inseguimento si snoda lungo il marciapiede e attraverso i vicoli.
• Più di 150 veicoli, inclusa una flotta di Dodge Charger della polizia acrobatica, sono stati reperiti per partecipare o riempire una sequenza ad alto numero di ottani. Tutti i mezzi erano dotati di roll bar, freni a mano idraulici, serbatoi particolari per acrobazie e protezioni antincendio. I veicoli sono stati parcheggiati in un complesso fuori Glasgow, e trasportati ogni mattina.
• Una parte dell’inseguimento è stata girata, sotto la direzione della seconda unità di Robert Alonzo, in un campo di volo dismesso a Bovingdon, in Inghilterra. Questo ha dato alle squadre di stunt e veicoli la libertà di provare in sicurezza i principali momenti d’azione, e di girare diverse scene della sequenza coinvolta, tra cui una serie di esplosioni che sarebbero finite nel mondo completato virtualmente di Gotham. A Bovingdon è stato girato anche l’incidente del camion carburante articolato: per la sua simulazione sono state caricate sull’autocisterna delle bombole di azoto, e il team addetto agli SFX ha innescato un’esplosione controllata, mentre le squadre di riprese hanno utilizzato più telecamere per catturare il momento epico in un unico movimento in tempo reale.

Un Luogo Freddo…

Una Location Segreta
• Il set di una base militare in disuso – una reliquia della Guerra Fredda che funge da prigione di massima sicurezza per Kara Zor-El – è stato costruito sul palco F dei Leavesden, e fa riferimento a una moltitudine di bunker e silos missilistici sia degli Stati Uniti che dell’ex Blocco Sovietico; è stato costruito in 12 settimane. Quello che sulla carta era iniziato come un bunker sotterraneo, si è trasformato in un’ombrosa sfera di cemento di una prigione sospesa sotto una sfera ancora più grande che si librava sopra.
• Questo set sferico era una costruzione dall’aspetto straordinario. Sei porte a forma di petalo si aprivano grazie a un complesso impianto idraulico costruito attraverso gli SFX, quasi a somigliare a un bulbo oculare che si apriva per rivelare la prigioniera kryptoniana al suo interno. Circa 2.000 piastrelle di ceramica verde acre creavano un motivo geometrico sulle pareti, che erano dotate di 50 chilometri di strisce LED a nastro rosso, per mostrare un effetto di griglia luminosa pulsante. La cella e la camera sono state arredate con apparecchiature elettroniche e militari d’epoca provenienti dall’Ucraina. Una serie di getti e ugelli, macchinari industriali in acciaio, vasche gorgoglianti e vassoi di prova sullo sfondo del laboratorio, alludono agli esperimenti che il soggetto languente ha dovuto sopportare.
• L’esterno e l’ingresso della base sono stati costruiti in parte sul backlot (una scogliera rocciosa innevata e la cima di un silo, con 70 tonnellate di sale di magnesio naturale che fornisce la neve), e sull’A Stage (la cima di un secondo silo e di un bunker, sempre ricoperti di neve salata).

Veicoli

Batmobile
• La migliore delle Batmobili originali di Keaton ha viaggiato per 6.000 miglia da Los Angeles ai Leavesden, e il trasporto del veicolo sul set è stata la parte più impegnativa del viaggio. La Batmobile, che pesa due tonnellate, è stata caricata su un camion da trasporto, quindi su un camion cargo aeroportuale modificato, sollevata di 6 metri in aria e fatta scivolare delicatamente sulla sua posizione sul set. (Il cast e la troupe esterrefatti si sono fatti delle fotografie accanto all’iconico veicolo durante le pause delle riprese).

Batplano
• La squadra addetta al design ha evoluto il modello espressionistico del Batplano del Batman di Tim Burton, per creare un mezzo più realistico (in linea con l’estetica dei “mondi che si scontrano” di The Flash), ampliandone al contempo le dimensioni per ospitare tre passeggeri, e mantenendo intatta l’atmosfera retrò.
• Gli addetti agli SFX hanno costruito il Batplano con una struttura in acciaio, dell’ intonaco e delle ruote motrici, completandolo sul set con l’aggiunta di ali e di un rivestimento che includeva vari schermi reali (12 smartphone, sei tablet e altri schermi più piccoli). Al suo interno vi sono delle sellette per paracadute e vele personalizzate di fabbricazione ucraina, mentre all’esterno sono state applicate parti di veri jet da combattimento e aerei militari in disuso. Gli assistenti alla progettazione hanno attaccato più di 1.000 rivetti finti alla fusoliera.
• Muschietti voleva che il Batman di Keaton pilotasse da un sedile giroscopico separato, indipendente dall’orientamento dell’aereo (che rimane in verticale mentre il Batplano si inclina). Per questa necessità il reparto SFX ha creato un apposito impianto a sbalzo, e tutte le sequenze in rotazione sono state girate in camera, garantendo un cambiamento naturale delle voci e delle posizioni degli attori. Durante le riprese, i passeggeri dei sedili posteriori -la controfigura di Barry e Miller – hanno dovuto combattere la cinetosi a causa delle rotazioni multiple durante le varie sequenze.
• In totale sono stati realizzati due copie di Batplano: uno in grado di ruotare e l’altro con l’interno senza fondo, per consentire l’espulsione dei sedili durante le riprese dall’alto.

Batmoto
• La ruggente Batmoto, con le sue due ruote anteriori a forbice, è stata creata in risposta alla richiesta del regista di una moto costruita come un carro armato, un vero e proprio ariete, e ha impegnato 10 settimane di lavoro. Dopo mesi di collaborazione con i concept artist per perfezionare il design, Austerberry ha fornito un modello 3D al supervisore degli effetti speciali Dom Tuohy e alla sua squadra. Nonostante la sua relativa mole – tre metri di lunghezza per un metro di larghezza – la moto appare elegante e moderna, come testimoniano le scene in cui Affleck sfreccia per Gotham all’inseguimento dei criminali.
• Costruita per raggiungere alte prestazioni di velocità e manovrabilità – non solo per i combattimenti – la Batmoto può arrivare ad una velocità di 80 miglia all’ora. Per modificare rapidamente la traiettoria del mezzo, e permettere una tempestiva frenata, sul retro si trova un propulsore a getto a spinta inversa, che può essere utilizzato su entrambi i lati della moto nel cambio corsia.
• Utilizzando i motori di alcune moto di donatori, sono stati costruiti due modelli a propulsione elettrica, da guidare durante le riprese a Glasgow e per la seconda unità al campo di aviazione di Bovingdon. In aggiunta, è stato realizzato un terzo modello senza motore su una base in movimento idraulica, progettata dal reparto SFX su un palco, per catturare primi piani e dialoghi.
• La Batmoto era dotata di accessori pratici come lo scudo anteriore che si solleva per proteggere Batman, i propulsori posteriori, le mitragliatrici che “sparano”, e i lanciatori di “pungiglioni”. La ruota posteriore è stata creata appositamente.

Costumi

• La costumista Alexandra Byrne e il suo team hanno affrontato con entusiasmo questo progetto impegnativo, disegnando e creando il guardaroba per i Supereroi e i loro alter ego, così come per decine di umani e alieni. Forse la sfida più grande è stata l’enorme quantità di costumi dei Supereroi, con tanti personaggi in altrettante tute, e tutti con requisiti speciali per l’azione, le controfigure e le imbracature. L’hair designer Zoe Tahir e la makeup designer Victoria Down hanno lavorato fianco a fianco per realizzare la visione di Andy Muschietti per questi Super Eroi, abbinando anche i look di alcuni personaggi di ritorno.
• Complessivamente, sono stati creati più di 90 abiti da Super Eroe per 10 diversi personaggi, tra cui nove versioni di Batsuit completamente diversi: l’abito da eroe di Keaton, sei abiti nell’armadio di Villa Wayne e due abiti da eroe per Affleck. Delle sei tute di Batman nell’armadio ce ne sono quattro completamente nuove e mai viste prima, oltre a quelle originali di Batman del 1989 e di Batman Returns del 1992.

The Flash
Byrne ha iniziato a calarsi nel personaggio guardando i fumetti per trarne ispirazione, in particolare Flashpoint e la serie The New 52, un’iniziativa editoriale della DC Comics che nel 2011 decise di rilanciare tutte le serie di fumetti mensili dei Supereroi. Per arrivare alla visione del regista sono state analizzate anche le precedenti apparizioni del personaggio nei film: una tuta che reagisce ai poteri di Barry illuminandosi; una tuta multistrato con una tecnologia superiore per migliorare il movimento del Supereroe sullo schermo, catturando l’energia creata dalla sua velocità e riciclandola per “mettere il turbo” a Flash.

Il Batman di Keaton
La tuta da eroe di Michael Keaton è stata progettata in base all’idea che avrebbe mostrato gli elementi tecnologici fino al suo ritiro dalla lotta al crimine (in base alla trama del film, intorno al 1999-2000). Byrne e la sua squadra hanno cercato di incorporare la classica silhouette di BATMAN in gomma nera e con le orecchie più lunghe e con piccole modifiche alla forma del cappuccio. Per l’assortimento di tute presenti a Villa Wayne, il team ha esaminato la lunga serie di tute precedenti, a partire dalla più recente di THE BATMAN, e risalendo fino alla prima apparizione del personaggio in Detective Comics, con uno sguardo anche i giocattoli di Batman degli anni ’90, e le loro versioni di tute volanti e subacquee. L’obiettivo era incorporare momenti chiave nella lunga storia del design di questa figura iconica,  in questa nuova rappresentazione.

Il Batman di Affleck
Nelle uscite precedenti, il Batman di Ben Affleck ha indossato delle tute specifiche per attività particolari (come la tuta tattica). Poiché nel film il suo Batman appare quasi esclusivamente in sella alla Batmoto, il reparto costumi ha pensato di incorporare elementi di armatura da motociclista – un esoscheletro / strato esterno protettivo indossato sopra una tuta in tessuto più convenzionale. Gli stivali, i guanti e l’armatura sono tutti basati su concetti tecnologici e tattici da motociclista, mantenendo (ovviamente) il suo iconico cappuccio.

Supergirl
Il costume di Supergirl è una bellissima novità, ispirata ai fumetti e aggiornata, una tuta più pratica in linea con Superman e gli altri kryptoniani. La tuta è composta da una base argentata, sovrapposta da un sottile strato di tessuto blu che presenta un profondo motivo tecnico stampato; l’argento è visibile alla corretta luce attraverso il blu, e ricorda l’aspetto dell’acciaio. Le scarpe sono integrate e indossate sotto la tuta, con una gabbia appositamente progettata che circonda il piede. Sul mantello è impresso un disegno in caratteri kryptoniani (supervisionato da un esperto di lingua kryptoniana!).


dal pressbook del film

Eventi

Proiettato in anteprima italiana al Comicon Napoli lunedì 1 maggio 2023.

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STREAMING VOD, SVOD E TVOD:
The Flash disponibile in Digitale da lunedì 31 Luglio 2023
info: 15 Giugno 2023 al Cinema; 31 Luglio 2023 in TVOD.


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