Poster Italiano – Settembre 2020

No Time To Die (2020)

No Time To Die
Locandina No Time To Die
No Time To Die è un film del 2020 prodotto in USA, di genere Azione e Avventura diretto da Cary Joji Fukunaga. Il film dura circa 163 minuti. Basato sui romanzi e le storie di James Bond scritti da Ian Fleming e sui 24 film di James Bond prodotti da Danjaq, LLC e dai suoi predecessori. Il cast include Daniel Craig, Léa Seydoux, Rami Malek, Lashana Lynch, Ralph Fiennes, Ben Whishaw, Naomie Harris, Rory Kinnear, Jeffrey Wright, Billy Magnussen, Christoph Waltz, David Dencik. In Italia, esce al cinema giovedì 30 Settembre 2021 distribuito da Universal Pictures. Disponibile in homevideo in DVD da mercoledì 15 Dicembre 2021, in Digitale da venerdì 3 Dicembre 2021.

Salvare uno scienziato rapito si rivela più complicato del previsto e Bond (Daniel Craig) deve affrontare un misterioso cattivo armato di una nuova e pericolosa tecnologia.

In No Time To Die, Bond ha lasciato il servizio attivo e si gode una vita tranquilla in Giamaica. La quiete però viene interrotta quando il suo vecchio amico della CIA Felix Leiter ricompare chiedendogli aiuto. La missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si rivela però molto più rischiosa del previsto, portando Bond sulle tracce di un misterioso criminale armato di una nuova e pericolosa tecnologia.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 30 Settembre 2021
Uscita in Italia: 30 Settembre 2021 al Cinema; 3 Dicembre 2021 in TVOD; 15 Dicembre 2021 in DVD
Genere: Azione, Avventura
Nazione: USA - 2020
Durata: 163 minuti
Formato: Colore
Produzione: Albert R. Broccoli's (presenta), Eon Productions LTD (presenta)
Distribuzione: Universal Pictures
Note:
Con la canzone 'No Time to Die' scritta da Billie Eilish e Finneas O'Connell. Arrangiamento orchestrale di Hans Zimmer con Johnny Marr alla chitarra.
Soggetto:
Basato sui romanzi e le storie di James Bond scritti da Ian Fleming e sui 24 film di James Bond prodotti da Danjaq, LLC e dai suoi predecessori.
In HomeVideo: in Digitale da venerdì 3 Dicembre 2021 e in DVD da mercoledì 15 Dicembre 2021 [scopri DVD e Blu-ray]

SAGA 007 James Bond

Cast e personaggi

Regia: Cary Joji Fukunaga
Sceneggiatura: Neal Purvis, Robert Wade, Cary Joji Fukunaga, Phoebe Waller-Bridge
Musiche: Hans Zimmer
Fotografia: Linus Sandgren
Scenografia: Mark Tildesley
Montaggio: Tom Cross, Elliot Graham
Costumi: Suttirat Anne Larlarb

Cast Artistico e Ruoli:
foto Daniel Craig

Daniel Craig

James Bond
foto Léa Seydoux

Léa Seydoux

Madeleine
foto Rami Malek

Rami Malek

Lyutsifer Safin
foto Naomie Harris

Naomie Harris

Moneypenny
foto Jeffrey Wright

Jeffrey Wright

Felix Leiter
foto David Dencik

David Dencik

Valdo Obruchev
foto Dali Benssalah

Dali Benssalah

Primo (Cyclops)
foto Coline Defaud

Coline Defaud

Giovane Madeleine
foto Mathilde Bourbin

Mathilde Bourbin

Madre di Madeleine
foto Hugh Dennis

Hugh Dennis

Dr. Hardy
foto Joe Grossi

Joe Grossi

Hotel Porter
foto Nicola Olivieri

Nicola Olivieri

Custode Cimitero
foto Pio Amato

Pio Amato

Addetto Cimitero
foto Javone Prince

Javone Prince

Guardia Sicurezza MI6
foto Davina Moon

Davina Moon

Receptionist di Madeleine
foto Mattia Lacovone

Mattia Lacovone

Giovane Pastore
foto Giansalvatore Duca

Giansalvatore Duca

Giovane Pastore
foto Amy Morgan

Amy Morgan

Alison Smith
foto Lizzie Winkler

Lizzie Winkler

Sarah Jones
foto Andrei Nova

Andrei Nova

Guardia Bunker
foto Ernest Gromov

Ernest Gromov

Guardia Bunker
foto Gediminas Adomaitis

Gediminas Adomaitis

Braccio destro di Blofeld
foto Andy Cheung

Andy Cheung

Businessman cinese
foto Hayden Phillips

Hayden Phillips

Sir Sebastian D'Ath
foto Winston Ellis

Winston Ellis

Agente Spectre
foto Adnan Rashed

Adnan Rashed

Agente Spectre
foto Rae Lim

Rae Lim

Agente Spectre
foto Chi Chan

Chi Chan

Agente Spectre
foto Denis Khoroshko

Denis Khoroshko

Agente Spectre
foto Lourdes Faberes

Lourdes Faberes

Agente Spectre
foto Philip Philmar

Philip Philmar

Agente Spectre
foto Raymond Waring

Raymond Waring

Agente Spectre
foto Eliot Sumner

Eliot Sumner

Guardia Spectre
foto Rod Hunt

Rod Hunt

Guardia Spectre
foto Michael Mercer

Michael Mercer

Barista El Nido



Voci italiane (doppiatori):
Francesco Prando (James Bond), Elena Perino (Madeline), Stefano Benassi (Blofeld), Andrea Lavagnino (M), Francesco Pezzulli (Safin), David Chevalier (Q), Chiara Gioncardi (Nomi), Roberto Draghetti (Felix), Stella Musy (Moneypenny), Massimo De Ambrosis (Tanner), Joy Saltarelli (Paloma), Stefano Brusa (Obruchev)


Produttori:
Daniel Craig (Coproduttore), Andrew Noakes (Coproduttore), David Pope (Coproduttore), Gregg Wilson (Produttore associato), Chris Brigham (Produttore esecutivo), Michael G. Wilson (Produttore), Barbara Broccoli (Produttore)


VFX Producer: Mara Bryan | VFX Editor: Billy Campbell | Visual Effects Supervisor: Charlie Noble | Casting: Debbie McWilliams, Jemima McWilliams | Special Effects Supervisor: Chris Corbould | Score produced by: Steve Mazzaro | Storia di: Neal Purvis, Robert Wade, Cary Joji Fukunaga.

Immagini

[Schermo Intero]

La Produzione

Un tempo, i film di James Bond erano avventure separate, collegate tra loro da personaggi buoni o cattivi, fin quando la EON Productions ha voluto che la serie di Daniel Craig seguisse un unico arco narrativo. Quantum Of Solace (2008) si è svolto subito dopo Casino Royale (2006), che aveva tracciato l’inizio della carriera di Bond come agente doppio 0. Skyfall (2012) si è inserito nella serie per rivelare aspetti importanti della gioventù di Bond. Ora, il 25° film della serie di EON, No Time To Die, inizia all’indomani di Spectre (2015), che si è concluso con Bond (Craig) e Madeleine Swann (Léa Seydoux) che si allontanano a bordo dell’Aston Martin DB5.

Quando Bond appare per la prima volta in No Time To Die, si trova con Madeleine a  Matera, una città rocciosa dell’Italia meridionale. Secondo il produttore della serie Michael G. Wilson, la narrazione doveva ripartire dalla relazione tra Bond e Madeleine. “La domanda era: a che punto?”, dice.
La collega produttrice Barbara Broccoli spiega: “Il problema era come continuare a raccontare la storia d’amore ed esplorare i temi che sono diventati centrali nei film di Daniel Craig”.
“In No Time To Die c’era una grande storia da definire, e molte questioni in sospeso da chiudere”, dice Craig.
Gli ultimi quattro film hanno toccato temi come i segreti, il tradimento e la fiducia che in questo capitolo spingono la narrazione verso la sua elettrizzante conclusione. Dopo la sofferenza per la perdita di Vesper Lynd (Eva Green) in Casino Royale, il suo rapporto altalenante con M e la MI6, e il dolore inflitto dalle rivelazioni impartite da Blofeld (Christoph Waltz), Bond si è preso un altro rischio, abbassando la guardia con Madeleine e dandosi un’altra possibilità di amare.
“L’impegno di Bond in una relazione, genera tante sfide emotive”, continua la Broccoli. “Quindi la fiducia è il tema principale di questo film; di conseguenza il tradimento è una parte importante della rottura dei suoi legami”.
Sebbene si stia impegnando nella sua relazione con Madeleine, No Time To Die inizia con Bond che ha interrotto il suo rapporto più duraturo: il suo impiego nell’MI6. Il produttore associato Gregg Wilson osserva che il ritiro di Bond ha aperto ai filmmaker una nuova realtà.
“Abbiamo pensato a come sarebbe stata la vita di quest’uomo senza il suo lavoro quotidiano. Quando hai dedicato la tua vita ai servizi segreti, come Bond, qual è il retaggio che ti lasci dietro?”
Per raccontare questa storia, i realizzatori si sono rivolti al visionario Cary Joji Fukunaga (Jane Eyre, Sin Nombre, True Detective), che si è unito al progetto dopo la separazione della produzione dal regista Danny Boyle. Michael G. Wilson e la Broccoli ammiravano da tempo il lavoro di Fukunaga sia come scrittore che come regista, e l’hanno incontrato per la prima volta a New York, poco dopo l’uscita di Spectre.
“In quell’occasione ci ha confessato che prima o poi gli sarebbe piaciuto fare un film di Bond”, spiega la Broccoli, “Così, quando Danny Boyle è uscito dal progetto lo ha contattato. Ed era disponibile! Ha apportato tutto il suo entusiasmo e la sua abilità di scrittore”.
Fukunaga è il primo americano a dirigere un film di James Bond. “Penso che tutti i film di Cary siano incredibili; è in grado di lavorare in qualsiasi genere”, spiega Michael G. Wilson, “ed è anche uno scrittore meraviglioso”.
“È fantastico nella caratterizzazione dei personaggi e con gli stessi attori, portando il suo lavoro ad alti livelli. È una persona molto internazionale: parla diverse lingue, viaggia molto ed è un po’ anticonformista. È giovane ed entusiasta, ed è visivamente straordinario. Cary riesce a rendere comprensibili cose molto complicate, che ben si adattano a ciò che volevamo da questa storia”.
Il primo approccio di Fukunaga alle storie di Bond è stato con 007 – Bersaglio mobile  (A View To A Kill) del 1985, con protagonista Roger Moore. “Ricordo di aver amato il finale sul Golden Gate”, ricorda. “Sembrava che Bond fosse entrato nel mio mondo”.
Mentre la carriera di Fukunaga andava avanti come scrittore, produttore e regista, quei ricordi sono rimasti impressi nella sua mente, con la speranza di poter dirigere un giorno un film di Bond e, così come i produttori, Fukunaga era particolarmente entusiasta del viaggio emotivo di Bond dei film precedenti. “Dopo Casino, Quantum, Skyfall e Spectre, si ha una buona idea sulla storia del personaggio di Bond”, dice.
“Questo film arriva cinque anni dopo Spectre. Da allora il mondo è cambiato, quindi con i produttori e Daniel ci siamo confrontati su come rendere attuale il proseguo della narrazione, ed adattarlo all’universo di Bond, che in realtà è atemporale. Inoltre, volevamo apportare qualcosa di nuovo nella storia, ed onorare tutti i film di Bond in termini di leitmotiv e aspettative”.
La principale tra queste aspettative è l’avventura e il pericolo ad essa associato. “In ogni film di Bond ci sono dei pericoli”, aggiunge il regista. “Il protagonista si ritrova sempre a dover affrontare la cosa più spaventosa che si possa immaginare. E la partecipazione attiva di Daniel ha dato un valore aggiunto al personaggio”. “C’i sono complicazioni e danneggiamenti, ma anche la sua vulnerabilità che è stata insabbiata dal primo dei suoi film, quando Vesper Lynd muore. Il suo processo decisionale è fondamentale e mostra la sua ingegnosità così come i suoi difetti. Penso che la sua sia una storia davvero interessante”.
Con lo script che prendeva forma sotto la guida di Fukunaga e degli sceneggiatori di lunga data di Bond, Neal Purvis e Robert Wade, i produttori e Daniel Craig hanno arricchito il lavoro con dei contributi della scrittrice e attrice Phoebe Waller-Bridge (Fleabag, Killing Eve), che ha lasciato un tocco personale ai personaggi e alla storia, pur mantenendo ciò che la Broccoli descrive come “l’essenziale britannicità” di Bond.
“Phoebe ha avuto un grande impatto sulla sceneggiatura”, afferma la Broccoli. “Tutti gli autori hanno dato un contributo, e Cary ha cercato di incorporare il più possibile il lavoro di tutti. La storia è complicata ma è raccontata in modo molto comprensibile”, aggiunge.
Dovendo No Time To Die riprendere la storia subito dopo gli eventi di Spectre, Fukunaga afferma che la prima parte del film “segue la luna di miele di Madeleine Swann e Bond, una volta andato in pensione”.
Ovviamente le cose non vanno sempre secondo i piani. “I due finiscono per prendere strade diverse”, continua Fukunaga. “Poi, lo ritroviamo cinque anni dopo, in un mondo cambiato, che è andato avanti parallelamente all’intero panorama politico”.
“C’è una minaccia in arrivo che coinvolge la SPECTRE ed altri elementi esterni, e Bond è nuovamente chiamato ad aiutare l’MI6 per impedire che un’arma distruttiva metta in pericolo il mondo intero. È una storia affascinante con personaggi brillanti, sia classici che nuovi”.

JAMES BOND

Daniel Craig torna per la quinta ed ultima volta, per portare a termine un percorso che ha presentato al mondo un Bond nuovo e moderno. Nonostante tutta la sua eccellenza in vari campi, il Bond di Craig non è infallibile. Non è l’eroe del mito e della leggenda; ha molto da imparare. Bond è un eroe poliedrico, un uomo il cui successo è temperato da fallimenti occasionali. È un miscuglio di luce e oscurità; se pronuncia una frase concisa, è spesso avvolta dalla minaccia.
Il pubblico ha assistito a questo cambiamento. Ha visto Bond diventare un agente,  guadagnarsi la licenza per uccidere, e pagarne il prezzo conseguente. È un solitario, eppure ha imparato ad aprirsi alle persone. Ha amato e ha perso. Ha perso Vesper Lynd. Ha perso M., e porta quelle ferite sotto gli occhi di tutti.
“Ho iniziato così con Casino“, inizia Craig. “È così che ho definito il modo di interpretare questo personaggio meraviglioso. Volevo che Bond sembrasse un assassino e che si comportasse come un assassino, perché lo è; è così che è stato scritto. Ma volevo darne una versione moderna”.
Il suo viaggio attraverso Casino Royale, Quantum Of Solace, Skyfall, Spectre e ora No Time To Die è stato costante. Hanno sempre dominato i grandi temi. E continuano anche in questa circostanza, più che mai.
“Sono sempre stato molto soddisfatto del modo in cui si sono sviluppati i film di 007 a cui ho preso parte”, aggiunge Craig. “Sono incentrati sulle relazioni, e su come queste lo hanno influenzato e gli hanno cambiato la vita. Che si tratti del villain o delle persone con cui lavora, questo film ha approfondito questo aspetto. E i temi più importanti sono l’amore e la fiducia”.
Questi temi ruotano attorno al rapporto di Bond con Madeleine, forgiato in Spectre tra le nevi dell’Austria e il caldo del Nord Africa, e la sua graduale volontà di riportare l’amore e la fiducia nella sua vita.
“Dopo il tradimento di Vesper Lynd in Casino Royale, Bond si è reso conto che la sua  vulnerabilità non era compatibile con il lavoro che faceva”, osserva lo sceneggiatore Neal Purvis. “Ecco perché all’indomani di Casino ha rifiutato l’amore e si è protetto dall’innamorarsi di un’altra donna”.
“Ma Madeleine, essendo la figlia di un assassino, è l’unica che può capire la vita che ha avuto. Quindi ripone la sua fiducia in lei, e questa è la cosa fondamentale per Bond. Amore e fiducia sono correlati, e lui si sta molto esponendo”.
Craig è d’accordo. “Vesper è stata un grande amore, e la sua tragica fine ha fatto sì che non si fidasse più di nessuno”, dice. “Ora è stanco, perché la maggior parte delle persone con cui ha avuto una relazione, muoiono. Quindi tende a chiudersi, ma in questo film penso che abbia un’altra possibilità”.
“Come in tutti i film di Bond, ovviamente anche in questo ci sono azione e avventura – ne abbiamo in abbondanza – ma per rendere credibile questo genere di film c’è bisogno di far vivere ai personaggi un viaggio emotivo soddisfacente. Quindi in No Time To Die c’è una storia d’amore, ma è davvero complicata e, si spera, affascinante da guardare”.
Mentre lasciava Spectre con Madeleine, Bond lasciava anche Londra. Il suo tempo con l’MI6 era volto al termine. Non voleva più mettere in pericolo una persona cara. Quindi si è ritirato. Craig afferma: “Lasciare questo lavoro è la cosa più difficile, ma di fatto, viene trascinato di nuovo dentro”.
Bond non è fatto per una vita di ozio. “Dovrebbe essere felice di stare in pensione, eppure gli manca qualcosa”, afferma lo sceneggiatore Robert Wade. “Va a pesca, beve e prende il sole, ma ha bisogno d’altro”.
Dopotutto, è un uomo definito dall’azione e dall’impegno che ha preso con il mondo; “e in Giamaica non lo sta portando avanti”, aggiunge Neal Purvis, “quindi, quando si presentano nuovi problemi, è pronto a tornare in gioco”.
Una volta che Bond raccoglie il guanto di sfida, il cast di supporto della serie riemerge. “Ben Whishaw torna come Q, Ralph Fiennes come M, Rory Kinnear come Tanner e Naomie Harris torna come Moneypenny”, dice Craig, “e Bond viene riportato all’MI6, il mondo che si era lasciato alle spalle”.

I PERSONAGGI CLASSICI

Madeleine Swann
Interpretata da Léa Seydoux, Madeleine Swann è una psicologa intelligente e capace, una presenza importante nella vita di Bond. No Time To Die segna la prima volta che uno degli interessi amorosi di Bond è apparso in modo significativo in due film (sebbene il ricordo di Vesper Lynd abbia ovviamente gettato un’ ombra su tutti i film di Daniel Craig).
La Seydoux era entusiasta di riprendere il suo ruolo. “Alla fine di Spectre, Madeleine è felice insieme a Bond e si presume che i due abbiano un’unione solida”, dice. “Ma scopriremo che invece hanno problemi da risolvere, e penso che No Time To Die rivelerà molto della loro intimità, in un certo senso”.
Mentre nell’ultimo film sono stati svelati aspetti della vita privata di Madeleine – l’assassino di SPECTRE, il Signor White, apparso per la prima volta in Casino Royale, era suo padre – il pubblico ora scoprirà molte altre cose sul personaggio. “Cary voleva che Madeleine fosse più accessibile e accostabile questa volta”, continua la Seydoux. “Voleva esplorare la relazione che ha con Bond, e sullo schermo vedremo nuovi aspetti del personaggio”.
Apparirà inoltre la complessità del rapporto di Madeleine con i suoi genitori. “Riusciamo a capire cosa ha passato e a capire meglio i suoi problemi”, afferma la Seydoux.
Alcuni aspetti dell’infanzia di Madeleine, rivelano anche una connessione con il cattivo del film, Safin (Rami Malek). “Si vede la complessità del rapporto con i suoi genitori e si capisce cosa ha passato attraverso un’esperienza traumatica con sua madre e Safin. Ci aiuta a capirla meglio”, continua l’attrice.

Moneypenny
Un’altra donna significativa nella vita di Bond è, ovviamente, Moneypenny interpretata da Naomie Harris. Ora è stabilmente il braccio destro di M, anche se la sua lealtà a Bond rimane intatta. Infatti, in No Time To Die, quando inizia a diffidare delle decisioni di M, chiede aiuto al suo vecchio amico. Dalla prima apparizione in Skyfall, Naomie ha portato il suo tocco unico e moderno ad uno dei personaggi preferiti dai fan del franchise, ruolo interpretato nella serie 007 dal 1962 al 1985 dall’attrice Lois Maxwell.
Bond, ovviamente, risponde alla sua chiamata. Il loro è un rapporto solido. “Moneypenny si fida totalmente di Bond, più di chiunque altro direi”, afferma la Harris. “Rappresenta i suoi occhi e le sue orecchie all’interno dell’ MI6, ed è disposta a fornirgli tutte le informazioni di cui ha bisogno”.
Il suo ruolo in No Time To Die è cruciale e, insieme all’agente doppio 0 di Lashana Lynch, Nomi, e alla talentuosa Madeleine Swann di Léa Seydoux, Moneypenny è un’altra delle donne forti e altamente competenti della serie.
“Trovo fantastico il fatto che le donne in questo film abbiano un ruolo centrale”, afferma la Harris. “Sono davvero importanti per portare avanti la storia. Sono toste, e pienamente coinvolte nell’azione; non sono damigelle in pericolo che hanno bisogno di essere salvate. Sono donne formidabili, forti e sicure. In tutto questo film, Bond non sarebbe sopravvissuto senza il loro aiuto.

Q
Naturalmente Bond ha molti alleati, e un altro membro chiave dell’MI6 sempre pronto ad aiutarlo è Q. Con l’interpretazione di Ben Whishaw, le dinamiche Q-Bond sono cambiate da Skyfall e Spectre; dalla classica relazione definita dall’attore leggendario della serie Desmond Llewelyn (Q in 17 film di James Bond a partire dal secondo capitolo del franchise Dalla Russia con amore del 1963), ad un fastidioso Q spesso esasperato dal trattamento entusiasta di Bond delle sue ingegnose invenzioni.
Detto questo, rimane un legame amichevole tra la coppia, dove Q è combattuto tra la sua lealtà all’MI6 e l’amicizia ed ammirazione per Bond. “Q è sempre incastrato tra Bond, che è anticonformista, imprevedibile e infrange le regole, e ciò che gli viene detto di fare da M”, afferma Whishaw. “Ma è sempre fedele a Bond; prova un vero affetto, ed emerge in questo film”.
Il Q di Whishaw è pur sempre meticoloso, e questo è un aspetto della sua personalità che viene messo a fuoco quando Moneypenny e Bond visitano la sua casa londinese durante un momento chiave del film. I filmmaker negli ultimi anni hanno regalato al pubblico delle immagini dell’appartamento londinese di Bond – che hanno mostrato la natura transitoria del suo stile di vita – mentre le visite alla casa più opulenta di M vanno molto indietro nel franchise.
“Moneypenny porta Bond da Q per incontrarsi di nascosto, dato che non vogliono che M sappia che hanno contatti”, dice la Broccoli.
L’arrivo a casa di Q non solo consente di svelare un punto importante della trama, ma inietta anche un po’ di leggerezza nella storia, mentre Q prepara la cena per un ospite che deve ancora arrivare. “La casa di Q ha una serie di gadget”, afferma Michael G. Wilson. “Ha un giardinetto sul retro e si intravede il suo gatto ipoallergenico. È bello vedere uno scorcio della vita personale di Q”.
Per gli sceneggiatori, il piacere derivava non solo dal disagio di Q per l’invasione del suo spazio privato, ma anche dall’incongruenza di vedere Bond in un ambiente domestico.
“Uno dei momenti più divertenti è sicuramente quando Bond va a casa di Q”, afferma Purvis. “Q non vuole che Bond rovini la sua quiete; ora è più tranquillo senza di lui in giro. Ma il vortice ricomincerà con il ritorno di Bond, quindi è divertente il disagio di Q in questa situazione”.

M
Insieme alla Harris e Whishaw, ritorna anche Ralph Fiennes, che riprende il ruolo di M. Fiennes afferma di essere rimasto più che colpito dalle idee della storia su cui Fukunaga voleva concentrarsi.
“Quando Cary mi ha chiamato al telefono e mi ha raccontato la storia, devo dire che ho pensato che fosse molto forte”, dice Fiennes, al suo terzo film consecutivo di Bond. “M si è compromesso sviluppando un programma segreto che pensa sia per il bene del Paese”.
“Ma lo scienziato che ha sottratto ai russi ed a cui ha commissionato lo sviluppo di questo programma si è rivelato un furfante, e lo ha trasformato in qualcosa di orribile e pericoloso. M ha inconsapevolmente sviluppato qualcosa che gli è sfuggito di mano”.
È il discutibile processo decisionale di M che lo vede rivolgersi a Bond. Ha bisogno che il miglior agente dell’MI6 torni e lo aiuti a correggere il danno. La narrazione aiuta a sviluppare una nuova relazione tra l’M di Fiennes e il Bond di Craig.
“Per cominciare”, dice Purvis, “M non lo vuole davvero intorno, ha dato troppi problemi, quindi c’è una dinamica diversa tra i due”.
Fiennes, dal canto suo, ha apprezzato queste scene. “Ho avuto momenti di tensione con Daniel nei film precedenti”, dice, “ma in questa occasione c’è un confronto e un riavvicinamento con M che dice: ‘Ho davvero sbagliato’. Stava cercando di fare la cosa giusta per il paese, ma è andata male. Ha bisogno dell’aiuto di Bond e ho adorato quella scena con Daniel”.

Tanner
Un altro impiegato dell’MI6 di lunga data che riappare in No Time To Die è Tanner, interpretato da Rory Kinnear, che identifica la “famiglia dell’MI6” come uno dei temi importanti del film.
“Questo film ha un forte legame, dal punto di vista tematico, con quelli che ci hanno preceduto, specialmente quelli in cui sono stato coinvolto”, afferma l’attore, che torna nel suo quarto film di Bond. “C’è il voler chiudere i conti in sospeso, e un senso di famiglia – quella dell’MI6, per esempio. La storia approfondisce il tema della lealtà, cosa richiede, a cosa serve, cosa ti dà e cosa può fare per la tua vita personale e per la tua vita lavorativa”.
“Le amicizie vengono cementate e rafforzate dalla pressione che i personaggi vivono verso la fine, cosa che ritengo sia successa anche negli ultimi due film; ne hanno passate tante insieme”.
Le amicizie nella famiglia dell’MI6, aggiunge, si riflettono nel legame stretto tra gli attori. “Tornando a lavorare in questi film, ci si sente legato alle persone con cui hai già collaborato. Alla fine di ogni capitolo non sai se ne farai un altro, quindi per ognuno potrebbe essere l’ultima volta; è per questo che sono speciali”.

Blofeld
Ritorna anche Blofeld, la nemesi più famosa dell’eroe, che ha debuttato sullo schermo in Dalla Russia con amore nel 1963, e il cui primo collegamento palese con i film di Daniel Craig è iniziato in Spectre, dove ha fornito importanti spunti sull’educazione di Bond e il dolore di cui ha sofferto da Casino Royale in poi. Christoph Waltz torna per una seconda uscita dopo l’incarcerazione del personaggio alla fine dell’ultimo film.
“La storia di Blofeld non si è conclusa”, afferma Michael G. Wilson. “Non sarebbe rimasto tranquillo in prigione. Non è quel tipo di persona e di certo la storia non finisce quando va in carcere. C’è Primo in giro, che può essere gli occhi e le orecchie di Blofeld in prigione”.
E continua a stuzzicare Bond. “Mi piace quando Blofeld dice a Bond: ‘Sei sempre stato molto, molto sensibile'”, osserva Barbara Broccoli. “Questi uomini in fondo sono tutti un po’ sensibili”.

Felix Leiter
C’è una connessione emotiva molto più positiva tra Bond e un altro personaggio classico, l’uomo della CIA Felix Leiter, la cui amicizia con Bond risale a Casino Royale nella serie di Daniel Craig. L’attore Jeffrey Wright torna ancora una volta nei panni di Leiter in No Time To Die. “Felix e James sono come fratelli”, afferma Wright.
Questa è la decima apparizione del personaggio nella serie di Bond dopo aver debuttato in Agente 007 – Licenza di uccidere del 1962, e svolge un ruolo importante in questo film, palesandosi al cospetto di un Bond in pensione e riportandolo nel mondo dello spionaggio.
“James si è ritirato, ma Felix ha una missione da affrontare e fatalità si trova nei paraggi del suo vecchio amico”, rivela Wright. “Tra i due c’è un legame forte, per cosa fanno e per i luoghi disparati da cui provengono. La storia mette in evidenza questo affetto e il rispetto reciproco. Inoltre, penso che condividano l’amore per lo spionaggio”.

NUOVI PERSONAGGI

Nomi
Nuova del mondo dello spionaggio in No Time To Die è Nomi, una nuova agente dell’MI6 interpretata dall’attrice di grande talento Lashana Lynch, con cui la produttrice Barbara Broccoli aveva lavorato per la prima volta in ‘Ear for eye’, al Royal Court Theatre di Londra. Nomi entra nella mischia dopo l’incontro di Leiter con Bond.
“È forte, tagliente, spiritosa e coraggiosa”, dice la Lynch del suo personaggio. “È giocosa, sfacciata, molto sarcastica e diretta. Penso che sia una degna compagna di Bond perché diventa molto seria quando è in missione”.
Quando si incontrano per la prima volta in Giamaica, lei e Bond sono in conflitto. “A Nomi piace usare l’età di Bond per farlo sentire a disagio”, sorride l’attrice. “Perché è giovane, ha nuovi gadget, una nuova formazione, è aggiornata, è vicina a M, tutte cose che lui non ha più”.
“E’ stata coraggiosa nell’intraprendere questa missione, a differenza di altri agenti doppio 0, ma sa di aver molto da imparare da un uomo di grande esperienza”.
Nonostante le loro differenze, Nomi e Bond si uniscono e formano una squadra formidabile. “Lei mette in discussione la sua visione del mondo, ed è molto divertente”, osserva Robert Wade.
“C’è un’attrazione reciproca, e per sapere se succederà qualcosa tra di loro…” ride, “beh, bisogna aspettare”.
Il pubblico ha visto Bond lavorare con altri agenti doppio-0 in passato – come dimenticare l’emozionante GoldenEye del 1995, per esempio. In No Time To Die, tuttavia, i due agenti uniscono le loro abilità al momento culminante del film, in cui Nomi dimostra sia le sue abilità fisiche che tecniche.
Bond di conseguenza, prova un’enorme ammirazione verso Nomi. “Comincia davvero a rispettarla come agente doppio-0”, dice Lynch, “come donna, e come collega. Riconosce le sue qualità”.

Safin
A conferire alla storia una serie di qualità scoraggianti è il cattivo Safin, interpretato dal vincitore dell’Academy Award Rami Malek. Un certo numero di avversari recenti di Bond hanno mostrato una connessione personale con il protagonista, e Fukunaga affascinato da quest’idea ha collegato la figura di Safin a Madeleine.
“Il passato di Safin è legato a quello di Madeleine”, afferma il regista, “e c’è uno specchio tra lui e Bond. Si considera un eroe più che un cattivo. È stato molto divertente vedere un attore con il talento di Rami e un’attrice abile come Léa confrontarsi in un modo molto complesso e spaventoso”.
Malek, nel frattempo, voleva che il suo cattivo “si insinuasse nella vita di Bond per dargli gran filo da torcere”. Safin è brutale. “In definitiva, penso che lo consideri il prodotto di una spietatezza che ha affrontato da bambino”, aggiunge l’attore. “Qualcosa che gli è stato instillato fin dalla giovane età”.
“È il frutto di un’innocenza che ha perso molto presto nella sua vita, e quindi ha difficoltà a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Dal punto di vista di Bond, invece è tutto molto chiaro”.
Un eroe complesso come Bond richiede un nemico complesso. “Penso che noi attori cerchiamo sempre di umanizzare il villan da interpretare”, continua Malek. “li rende più facilmente riconoscibili. Ovviamente, a volte si vuole che siano puro male e incutano terrore nel pubblico”.
“E quello che volevo davvero per Safin, era renderlo inquietante”.

Primo
Così come inevitabilmente si contraddistinguono i cattivi di Bond, anche i loro scagnozzi fanno lo stesso, e in No Time To Die incontriamo un altro formidabile personaggio, Primo, interpretato da Dali Benssalah.
“Primo è un uomo d’azione, una specie di cane da guerra”, rivela l’attore. “È un mercenario in cerca di un qualsiasi pretesto per combattere. È nato e cresciuto in un ambiente oscuro, per così dire, quindi è un cattivo per lealtà”.
Ha un aspetto caratteristico. Dice Benssalah: “Per la stazza, il taglio di capelli e l’occhio bionico, ci ricorderemo di Primo”.
In effetti, la performance di Benssalah è stata così potente che i realizzatori hanno ampliato il suo ruolo. “Quella di Dali è una grande interpretazione”, afferma Michael G. Wilson. “Primo è un sopravvissuto. Se necessario, cambia schieramento. È molto determinato, sembra trarre gioia da ciò che fa, incluso terrorizzare Madeleine quando possibile. È importante che Bond affronti una persona della sua statura, e Primo era il personaggio giusto”.

Paloma
Un altro personaggio fondamentale nella missione di Bond nel film è Paloma, un’ agente della CIA cubana entusiasta, esperta e ben addestrata fisicamente, che Barbara Broccoli dice ‘sa come centrare un pugno’. È interpretata da Ana de Armas con la quale Craig ha lavorato nel thriller del 2019 Cena con delitto. “Volevamo un personaggio cubano e ci piaceva molto Ana”, afferma Broccoli. “È un ruolo che, sebbene non enorme in termini di apparizione temporale sullo schermo, ha un impatto importante sulla storia”.
Secondo la De Armas, Paloma sorprenderà il pubblico. “Non credo che la gente si aspetti un personaggio come questo”, dice. “Paloma ha qualcosa da dire ed è un po’ fuori dagli schemi, con il suo senso dell’umorismo e il modo in cui si comporta e si relaziona con Bond. È una persona che non ho mai visto sullo schermo prima d’ora”.
“È divertente e vivace”, continua l’attrice. “A volte è giocosa, ingenua e disordinata, ma è anche abile e preparata, ed è pienamente cosciente di ciò che fa. Sa che Bond è un osso duro, ma è concentrata sul suo lavoro”.

Valdo
Il personaggio di Valdo, interpretato da David Dencik, è un uomo enigmatico, uno scienziato russo con una particolare specializzazione. Emerge come una figura centrale nella narrazione. “Valdo è stato un personaggio molto interessante da interpretare”, afferma Dencik, “perché è strano, e un po’ nerd, ma al contempo è uno scienziato molto abile”.
Nel film è un bersaglio per alcuni, e Dencik afferma che le sue circostanze offrono momenti di leggerezza.
“Valdo agisce in base alle circostanze in cui si trova piuttosto che alla sua indole”, osserva Dencik.  “E ne ha passate tante. E’ stato divertente interpretarlo”.

Logan Ash
Il personaggio di Billy Magnussen, Logan Ash, è un agente della CIA che lavora con Felix Leiter in una missione per riportare Bond al lavoro. Quando rintracciano Bond in Giamaica, Ash prova un’immediata antipatia. “È molto schietto, non beve alcolici, segue sempre le regole, è sempre allegro” dice Magnussen, che ricorda di essere stato molto emozionato durante le riprese della sua prima scena con Craig e Wright. “Stimo molto sia Jeffery che Daniel: ciò che ha fatto negli ultimi film è davvero notevole”.

L’AZIONE

Fukunaga ha un approccio molto specifico nelle riprese d’azione – avendo lui stesso diretto la seconda unità nei film precedenti – e si è assicurato che ogni sequenza di No Time To Die spingesse la narrazione, fornendo suspence e brividi.
“È sempre importante mettere Bond in una situazione impossibile da cui deve cercare di uscire”, afferma Fukunaga. “Ma con l’azione non ci può essere solo Bond; ci deve essere dell’altro nella sequenza”.
“In Italia, ad esempio, c’è qualcos’altro durante l’inseguimento, così come nelle sequenze d’azione successive. Non stiamo reinventando il cinema, ma mettiamo Bond in situazioni emotive in cui non si è mai trovato prima, durante lo svolgimento dell’azione”.
Il regista ha trovato uno spirito affine nel suo direttore della fotografia, il premio Oscar Linus Sandgren.
“A Linus piacciono le riprese lunghe e un blocking più lungo e complicato, che si riversano anche nell’azione”, spiega il regista. “Le sequenze d’azione possono essere modulari con un’ampia inquadratura di un elicottero oltre ad un’inquadratura della ruota e un punto di impatto, ad esempio, ma volevamo realizzare delle riprese che collegassero le varie inquadrature in un’unica ripresa. E questo è valso non solo per l’azione, ma anche per le sequenze drammatiche”.

Aston Martin DB5
L’azione intensa e il dramma vanno di pari passo sin dall’inizio di No Time To Die con l’iconica Aston Martin DB5, che fa un tanto atteso ritorno. In effetti, il ruolo dell’auto nella scena finale di Spectre ha permesso una transizione graduale verso No Time To Die, dove appaiono Bond e Madeleine in auto lungo la costa italiana.
L’auto continua quindi la sua performance potenzialmente più memorabile in un inseguimento stradale attraverso le strade strette e labirintiche di Matera, nell’Italia del Sud.
“È fantastico avere di nuovo la DB5”, afferma Craig, “che nella storia è stata ricostruita dopo Skyfall, è tornata in Spectre ed è ora in perfette condizioni, con addirittura degli optional”, dice sorridendo.
“Proprio all’inizio c’è un inseguimento in moto, come un piccolo antipasto per la sequenza di inseguimento in auto in cui Bond è alla guida della DB5”, aggiunge. “Fa tutto ciò che la DB5 di Bond dovrebbe fare, sullo sfondo incredibile di Matera”.
Per girare la sequenza di Matera, i realizzatori hanno utilizzato due DB5 classiche, che hanno una finitura identica. Per la maggior parte dei primi piani con Bond e Madeleine che entrano ed escono dall’auto, la produzione ha utilizzato il veicolo di proprietà della EON apparsa in GoldenEye, Il domani non muore mai, Skyfall e Spectre. Tutte le acrobazie, nel frattempo, sono state girate con otto repliche della DB5 costruite appositamente per la produzione dagli ingegneri della Aston Martin.
Due degli otto veicoli sono stati costruiti come gadget car per contenere la cortina di fumo, il distributore di mine e le mitragliatrici. Dei restanti sei, altri due sono stati dotati di pod per consentire agli stuntman di controllare l’auto stando seduti sul tetto. Così facendo, gli attori sono stai ripresi all’interno dell’auto durante la guida ad alta velocità.
Per la progettazione dei gadget per la sequenza, il supervisore agli effetti speciali Chris Corbould ha lavorato con Fukunaga e i produttori Wilson e la Broccoli per soddisfare i loro desideri da includere nel film. “Cary voleva che la sequenza fosse grintosa”, spiega Corbould, “ma non esagerata. La sequenza si è evoluta mentre giravamo girato le scene a Matera”.
“E sono tanti i fattori che hanno contribuito alla spettacolarità della scena”, aggiunge. “Innanzi tutto, la splendida cornice di Matera: una città con una storia ed un aspetto incredibili; poi l’auto, che fa più di quanto abbiamo visto in Goldfinger nel 1964. Ne abbiamo avuto un fugace assaggio in Skyfall, ma è in Goldfinger la sua ultima grande sequenza. Ora il pubblico assisterà al suo ritorno in tutta la sua gloria con una sequenza spettacolare”.
Nel film appaiono altre tre Aston Martin, tra cui la classica Aston Martin V8 di Bond, guidata dal Bond di Timothy Dalton in 007 Zona pericolo del 1987. E’ presente anche una delle ultime hypercar della Aston Martin, la Valhalla, nella galleria del vento del laboratorio di Q, dove M riceve una chiamata da Bond.
Anche Nomi guida un’Aston, e i realizzatori hanno optato per l’ultima DBS Superleggera, un V12 a 8 velocità da 700 CV, come veicolo rilasciato dall’MI6. L’auto è un aggiornamento del veicolo utilizzato in Casino Royale e Quantum Of Solace ed è stata la scelta perfetta, secondo il produttore associato Gregg Wilson. “Pensavamo che Nomi avrebbe dovuto guidare qualcosa di elegante e cool, e la DBS Superleggera era l’ideale”, afferma.

Altre azioni e acrobazie
La sequenza di Matera è ricca di azione e acrobazie emozionanti, e presenta un memorabile salto in moto, che è stato girato in esterni nella città italiana. Nella narrazione, Bond esegue il salto, anche se a cimentarsi è stato lo stuntman Paul Edmondson, usando un antico arco come rampa.
La produttrice Barbara Broccoli crede che questa acrobazia potrebbe rivelarsi uno dei momenti più memorabili del film. “Penso che la gente adorerà quel salto”, dice, “soprattutto perché è stato eseguito realmente”.
Dice anche che il combattimento su una scala, che si svolge nel covo di Safin, si distinguerà come un set indimenticabile. “La lotta per le scale è di grande impatto”, dice. “E gran parte grazie a Daniel stesso”.
Per la squadra degli stuntman, una delle sfide principali nel girare le scene di combattimento di Bond è stata bilanciare l’azione che coinvolge tanti personaggi significativi. Il coordinatore degli stunt Olivier Schneider identifica l’azione a Cuba come un esempio calzante. “Cuba era solo un esempio di un’enorme sequenza che dovevamo progettare e provare”, dice, “ma c’erano salti, combattimenti, sparatorie. È stato un lungo processo raccontare così tanti personaggi allo stesso tempo, pur continuando a sviluppare la storia di Bond”.
Oltre ad aumentare l’adrenalina, Fukunaga e i produttori volevano anche che le acrobazie fossero realistiche, e Craig cerca sempre di dare il massimo quando gira le sue scene d’azione. “Daniel con le sue acrobazie contribuisce attivamente al modo in cui vengono progettate e create”, conferma la Broccoli.
“Sfortunatamente, ha subìto un incidente alla caviglia in Giamaica all’inizio delle riprese, quindi abbiamo dovuto fare molta dell’azione fino alla fine, e si è sottoposto a un’intensa riabilitazione fisica per arrivarci. È davvero incredibile quello che è riuscito a fare”.
La volontà di Craig di mettersi personalmente in gioco aggiunge molto al suo personaggio, afferma la Broccoli. “Grazie a Daniel, credi davvero che Bond sia in pericolo o che possa farsi male”, dice. “Si fa male e lo sente”.
In un altro luogo, c’è una scena pericolosa ed emozionante su un peschereccio che affonda, in cui la nave si ribalta e inizia a scivolare nel profondo. “Una volta stabilito come sarebbe affondato, abbiamo iniziato a creare un impianto per riprodurre la scena”, spiega Corbould.
Il rig è stato costruito presso l’Underwater Stage dei Pinewood, dove è stato girato di 90 gradi in modo che le scale e le macchine si trovassero ad un’angolazione insolita. “Abbiamo quindi sparato enormi quantità di aria compressa per dare l’impressione che affondasse”, afferma Corbould. “E gli attori hanno fatto un ottimo lavoro cercando di uscirne fuori. E’ stato estenuante per loro. È una sequenza lunga ed è anche molto, molto drammatica, con un forte punto narrativo”.
Il coordinatore degli stuntman Lee Morrison è rimasto molto colpito dal rig. “Chris è un genio assoluto, e quel che ha costruito per Bond nel corso degli anni è strabiliante, ma questo particolare impianto è stato eccezionale”, dice. Chris Corbould ha anche ideato il rig per l’ascensore che affonda durante la sequenza della morte di Vesper alla fine di Casino Royale, che è stata girata nello stesso Underwater Stage.
Un altro dei maggiori punti di forza di Corbould è il suo lavoro con le esplosioni; quella del covo del cattivo in Spectre è entrata nel libro del Guinness dei primati come la più grande esplosione mai eseguita in un film. Ci sono due grandi esplosioni in No Time To Die: la prima avviene nel laboratorio di Valdo.
Per realizzare questa scena, il team degli effetti speciali ha collegato dei contenitori di butano e ha utilizzato detonatori controllati e computerizzati. “Cary ha insistito sul fatto che lo spazio tra le esplosioni fosse molto breve e seguissero un certo metodo. Quindi abbiamo dovuto progettare l’esplosione in modo molto specifico”, afferma Chris Corbould.
La più grande esplosione del film si verifica durante un punto cruciale della storia, ed è stata eseguita dal team di effetti speciali presso il sito del Ministero della Difesa nella pianura di Salisbury. “Abbiamo dovuto fare tre esplosioni in un’unica ripresa”, osserva Corbould, “che rappresentava tre caverne sotterranee che saltavano in aria, ed ogni esplosione era sempre più vicina alla telecamera”.
“La prima era a 230 metri dalla telecamera, la seconda a 130 metri, e l’ultima era a soli 30 metri. In ognuna c’erano 40 kg di esplosivo ad alto potenziale e probabilmente 30-40 galloni di carburante. Quindi, anche se sono state solo tre esplosioni, sono state molto intense”.
Le esplosioni sono state progettate per replicare l’aspetto di una bomba anti-bunker lanciata da una nave da guerra della Royal Navy. “Penso che il risultato sia più che soddisfacente”, dice Corbould. “Le esplosioni sono avvenute a distanza di un secondo l’una dall’altra, quando le bombe anti-bunker hanno fatto saltare ciascuna delle caverne”.
Dopo aver ottenuto un record mondiale su Spectre, il team di Bond spera di poterne ottenere un altro anche su No Time To Die. “Qui c’è il record della più grande quantità di esplosivo in una sola ripresa”, conclude il supervisore degli effetti speciali. “135,4 kg! quindi spero che vada a buon fine. Sarebbe bello ottenere un record su ogni film di Bond!”

COSTUMI

Da quando Ian Fleming lo ha vestito con il suo abito monopetto blu scuro e una cravatta con nodo four-in-hand (mai Windsor), James Bond ha ridefinito l’immagine della spia. Prima di 007, l’archetipo dell’agente segreto era avvolto in un lungo cappotto e un cappello a tesa larga. Bond ha cambiato tutto, dice la costumista Suttirat Anne Larlarb.
Essere la costumista del franchise cinematografico più longevo al mondo è una sfida logistica titanica, dato il numero di personaggi importanti, la necessità di gestire più costumi e quella di organizzare centinaia di abiti che si ripetono più volte.
La chiave del successo, afferma la Larlarb, è la collaborazione. “Dal personaggio di James Bond tutti si aspettano che sia l’uomo più elegante del pianeta, e ne deriva un’associazione con alcuni marchi”, spiega.
È tuttavia, la collaborazione con il regista e gli attori che si rivela più cruciale. Tutti i costumisti esperti riconoscono che l’abbigliamento è un’estensione del personaggio e nessuno comprende i personaggi più di quelli che danno loro vita.
Secondo Lashana Lynch, che interpreta l’agente doppio-0 Nomi, la Larlarb abbraccia questo approccio con tutto il cuore. “Suttirat è completamente pronta alla collaborazione”, afferma. “Insieme abbiamo pianificato il costume di Nomi per farla sentire il più grintosa possibile, disinvolta e anche sexy e responsabile quando è in missione”.
Léa Seydoux è d’accordo. “Suttirat ha fatto un ottimo lavoro”, afferma l’attrice francese. “Volevamo per Madeleine qualcosa di semplice, femminile e sofisticato, ma non troppo. E Suttirat ha colto nel segno”.
In effetti, l’attenzione ai dettagli della Larlarb è immensa. Descrive le lunghe conversazioni che ha avuto con Ralph Fiennes, ad esempio, sul modo in cui M avrebbe dovuto abbottonarsi il colletto. “Molti vestiti di M sembrano semplici, tradizionali”, dice la Larlarb, “ma abbiamo discusso su come il suo personaggio in questo particolare film dovrebbe mostrare una nuova versione di M”.
Oltre agli eroi, la Larlarb ha dovuto considerare i cattivi, in particolare l’ultimo nemico di Bond, Safin. A suo giudizio il guardaroba del cattivo può essere più insolito, poiché non è necessariamente legato alle aspettative preesistenti.
“L’abbigliamento di Safin lo abbiamo ideato dal nulla. Attraverso una serie di disegni, ricerche e prototipi, siamo stati in grado di vestire il nostro Safin e tutti i suoi scagnozzi”.
Come ha fatto con lo stesso Bond, la Larlarb ha vagliato gli stili e gli approcci impiegati per vestire i precedenti cattivi di Bond. “Sono diventati iconici, e sono persino parodiati”, dice, “eppure c’è una linea comune in tutti loro, a cui volevo assolutamente rendere omaggio”.
Il guardaroba del cattivo di Bond è spesso definito dalla semplicità con un pizzico di insolito o misterioso che la Larlarb ha messo insieme per il primo outfit di Safin: all’inizio del film indossa un abito da cacciatore che incorpora una maschera Noh.
“La caratteristica di una maschera Noh è che è inespressiva”, afferma la costumista, “e a seconda di come si muove l’attore e di quale sia l’illuminazione, può davvero riverberare emozioni diverse. Può essere spaventoso, sereno o aggressivo. E’ esattamente così che volevamo che fosse Safin”.
Ovviamente, quando si tratta di guardaroba, nessuna collaborazione è stata più importante di quella tra la Larlarb e Daniel Craig. “Ci siamo assicurati che Bond fosse legato al suo retaggio in generale, per poi proiettarlo nel futuro”.
James Bond a un certo punto della narrazione si ritira dal lavoro, e la Larlarb ha dovuto pensare a come vestire Bond quando non è più un membro dei servizi segreti di Sua Maestà.
“Abbiamo parlato del fatto che aveva bisogno di sentirsi un Bond completamente diverso”, afferma la Larlarb. “Un Bond che non riconosci, un Bond che non si veste necessariamente nel modo previsto, di tutto punto e su misura. Ci voleva un’atmosfera rilassata attorno a lui. Aveva bisogno di essere integrato nel suo ambiente, ma anche di distinguersi. Quindi, c’erano questi due concetti opposti”.
“Fortunatamente, tutto ciò che metti a Daniel, gli sta bene, quindi dovevamo solo trovare i capi che non ti aspetteresti necessariamente che Bond indossasse nella sua vita londinese, o sulla scena internazionale”.
“Lontano dal servizio, lo stile di Bond doveva essere naturale, non pianificato, senza troppi dettagli”, afferma la Larlarb, “e poiché si trovava in un paese tropicale caldo, doveva indossare abiti semplici, ma comunque adatti a mostrare quel fisico meraviglioso”.
Il pezzo forte del guardaroba di Bond è, ovviamente, il suo smoking, che in No Time To Die è realizzato da Tom Ford, che lo ha vestito per la prima volta in Skyfall del 2012. “Lo smoking è probabilmente il look più iconico del guardaroba di James Bond”, concorda la Larlarb, “quindi per No Time To Die ho rivisitato gli abiti da sera che ogni Bond aveva indossato in tutti i film precedenti, e poi ho specificamente prestato particolare attenzione a ciò che Daniel aveva indossato nei film che aveva fatto”.
“Comunque, sapevamo che non avremmo voluto ripetere qualcosa di già visto”.

LOCATION

Le location sono sempre una componente fondamentale dei film di James Bond, riflettono l’umore e il tono della narrazione, oltre a trasportare il pubblico in luoghi meravigliosi, zone spaventose o esotiche del globo. Secondo il location manager Charlie Hayes, sia Fukunaga che lo scenografo Mark Tildesley sono sempre stati molto precisi riguardo alle location.
“Le location dovevano sempre evocare uno stato d’animo o una sensazione, oltre ad essere adatte per l’azione e le scenografie”, spiega Hayes, che insieme al supervisore delle location Ben Piltz ha lavorato a stretto contatto con Fukunaga, Tildesley e i produttori per trovare le location più consone. Hanno iniziato con la Norvegia, che è la prima location che appare nel film, durante i titoli di testa.

Norvegia
“La tappa in Scandinavia era d’obbligo”, dice la Broccoli, dato che il padre di Madeleine, il Signor White, era scandinavo. “Doveva essere un posto dove si sarebbero potuti nascondere, un luogo inaccessibile, in una zona remota”.
Altaussee in Austria, dove Bond segue White in Spectre, ha dato qualche ispirazione visiva, e dove Fukunaga ha trascorso del tempo prima di unirsi al film.
“Sono stato in Norvegia e mi sono innamorato del paesaggio”, afferma il regista. “E dato che l’attore che interpreta White [Jesper Christensen] è danese e Léa è francese, abbiamo deciso di rendere Madeleine norvegese”.
La produzione ha quindi iniziato la ricerca di una casa isolata con architettura tradizionale, finendo per scegliere un bosco commerciale a nord di Oslo, dove è stata costruita la casa in loco su un vasto lago. “La casa è stata effettivamente costruita sul lago piuttosto che accanto, per esigenze geografiche e di layout di scena”, continua Hayes.
Questo allestimento ha comportato una serie di sfide. “Il team norvegese con cui stavamo lavorando inizialmente era titubante su questa richiesta”, ride Hayes. “Inoltre durante le riprese, le temperature inevitabilmente hanno iniziato a salire, e abbiamo notato che il ghiaccio si stava assottigliando sotto di noi”.
Parte della sezione in Norvegia, che include un altro inseguimento auto – moto, è stata girata nella tenuta di Ardverikie nel Parco nazionale scozzese di Cairngorms e nel Windsor Great Park. “Quell’inseguimento in macchina li porta lungo la Atlantic Road, la strada oceanica più incredibile della Norvegia”, dice Hayes,
“La parte finale di quell’inseguimento è stata girata nei boschi di Buttersteep, parte della foresta commerciale collegata al Windsor Great Park. Quindi abbiamo suddiviso la sezione della Norvegia in un gran numero di location”.

Italia
Dal freddo e minaccioso paesaggio invernale Norvegese, il film si sposta alla luce tenue e sfocata dell’Italia meridionale. I film di Bond hanno una stretta associazione con il Paese, specialmente durante l’era di Daniel Craig con Casino Royale, Quantum Of Solace e Spectre, tutti con scene ambientate nel paese mediterraneo.
“L’Italia era l’ambientazione perfetta”, dice Fukunaga, “perché alla fine di Spectre i protagonisti si allontanano verso il tramonto… e quale posto più romantico dell’Italia? E l’antica città di Matera era semplicemente incredibile; dovevamo girare lì”.
La produzione ha scelto Matera per l’emozionante inseguimento in auto della sequenza iniziale. “L’Italia è un Paese con una varietà di location”, afferma Michael G. Wilson. “Amiamo l’Italia. Bond ama l’Italia. E Matera è visivamente sbalorditiva, ed un’ottima ambientazione per un inseguimento in macchina”.
Matera è una città antica, e spesso è stata utilizzata per rappresentare luoghi biblici o classici, ma la città è stata lieta di ospitare un film moderno con una sequenza d’azione elettrizzante. È proprio qui che Bond compie una missione personale, prima di essere attaccato e intraprendere un inseguimento in auto per le strade strette e tortuose.
“Le strade sono strette e corte, e non sembrano il posto più ovvio per un inseguimento in macchina”, dice Hayes. “Ma credo che gran parte del successo di questa scena sia dovuto proprio all’incredulità della sequenza”.
Un’altra scena importante che si svolge in Italia è stata realizzata presso la stazione ferroviaria della città sud-occidentale di Sapri. I realizzatori sono grati a Trenitalia e alle autorità ferroviarie italiane, per la loro assistenza.
“Girare in una stazione ferroviaria di qualsiasi parte del mondo è difficile”, afferma Hayes. “Non si possono ostacolare le tabelle di marcia lavorative. Avevamo bisogno di trovare un luogo in cui la linea ferroviaria potesse operare intorno a noi, dandoci allo stesso tempo un’area sicura della ferrovia che ci consentisse di spostare il nostro treno, il Frecciarossa, avanti e indietro e catturare gli scatti di cui abbiamo bisogno”. “Trenitalia è stata entusiasta e collaborativa”.

Giamaica
Dopo la sequenza iniziale, Bond si ritira nella sua casa spirituale in Giamaica. Ancora una volta, a parte l’ovvio legame con l’autore Ian Fleming e la sua casa a GoldenEye sulla costa settentrionale, c’è una storia corposa di film di Bond girati in Giamaica. Sia Agente 007 – Licenza di uccidere (1962) che Agente 007 – Vivi e lascia morire (1973) hanno scene chiave sull’isola caraibica.
“Sono andata in Giamaica per il 50° anniversario della serie e ho soggiornato a casa di Fleming, che è stata una vera rivelazione”, racconta la Broccoli. “Trovandomi nella stanza in cui scriveva i suoi romanzi e racconti, ho capito che Fleming quando diceva che Bond stava salvando il mondo, traeva ispirazione dalla bellezza naturale della realtà che aveva di fronte”.
“Non solo il mondo cosmopolita come lo conosciamo, ma l’incredibile vitalità del mondo naturale, le barriere coralline dell’oceano, i fiori, la fauna e gli uccelli. Fleming amava la bellezza del mondo e volevamo che confluisse nella storia di Bond in questo film”.
Per la scelta della location della tenuta giamaicana di Bond, la produzione voleva un posto isolato, dove godersi una vita semplice, pescare sulla sua barca e connettersi con la natura che lo circonda. Così, è stata costruita la sua casa sulla costa settentrionale dell’isola vicino a Port Antonio.
“La Giamaica è sempre stata la scelta in cui mandare Bond in pensione”, dice Hayes.
Le riprese in esterni sono state fondamentali e hanno richiesto l’assistenza del Ministero della Cultura e del Turismo, nonché della JAMPRO Film Commission. “La Giamaica non è un luogo facile da replicare”, continua il location manager. “È un posto incredibile, quasi mitico, nel folklore di Bond”.
La Giamaica ha anche sostituito Cuba. “Abbiamo scelto Cuba per una sezione molto particolare del film”, afferma Michael G. Wilson. “Avevamo bisogno di un paese in cui Bond potesse viaggiare facilmente con la sua barca. E Cuba è stata la scelta ideale perché è in qualche modo interdetta agli americani. Se la SPECTRE avesse dovuto organizzare un meeting nell’emisfero occidentale, sarebbe stato il posto ideale in cui svolgere il loro lavoro senza interferenze”.
Mentre gran parte del set di Cuba è stato costruito ai Pinewood Studios, un’importante scena in esterni si svolge in una zona portuale, e la produzione ha optato per il KFTL Cargo Terminal a Kingston Harbour, che è il settimo porto naturale più grande del mondo.
Le banchine sono gestite da CMA CGM, la compagnia francese di trasporto e spedizione di container. L’azienda non solo ha concesso un accesso senza precedenti ai moli, dove la produzione ha girato una sequenza con un idrovolante, la CMA CGM ha anche fornito una delle sue vaste navi portacontainer, che appare nel film quando Bond viene salvato dall’oceano. “La CMA CGM è stata davvero collaborativa”, afferma Gregg Wilson.

Londra
La capitale del Regno Unito è una costante nei film di Bond, e ancora una volta ha un posto di rilievo. “Londra è stata teatro di molta azione negli ultimi due film”, afferma Hayes. “Vi sono stati girati grandi inseguimenti davvero memorabili per Skyfall e Spectre“.
In No Time To Die la città gioca un ruolo diverso, poiché le sequenze d’azione sono tutte all’estero. “Bond fa il suo ritorno a Londra dopo il suo ritiro”, continua Hayes, “Quindi penso che questa sia la prima volta che vediamo Bond quasi in contrasto con Londra”.
“Non è così a suo agio e sicuro come prima. Lo vediamo aprire e spolverare le sue cose, tornare al suo vecchio posto di lavoro, dove è stato accolto in maniera tiepida. Non ha accesso a tutte le aree come un tempo. Londra ha un ruolo diverso in questo film”.
L’Hammersmith Bridge, che è stato il primo ponte sospeso sul Tamigi, viene utilizzato come sfondo per un incontro tra Bond e M. “È una parte di Londra immediatamente riconoscibile”, afferma Hayes, “ma non quella che tradizionalmente rappresenta un punto di riferimento della città”.
Una parte più tradizionale di Londra è Whitehall. Alla produzione è stato concesso il permesso di girare all’esterno dell’edificio del Ministero della Difesa, che appare quando Bond torna nel Regno Unito.
“Era un luogo assolutamente appropriato, dato l’argomento”, afferma Hayes. “C’è stata molta collaborazione con il Ministero della Difesa per questo film, ed abbiamo potuto immortalare l’esterno dell’ edificio come il nuovo quartier generale dell’MI6”. “La zona circostante a Whitehall è molto attiva, quindi ci siamo dovuti inserire nella realtà quotidiana dell’area”.
In un dato momento si vede Madeleine attraversare il Mall per raggiungere il suo ufficio sulla Carlton House Terrace, proprio mentre passa una truppa della Household Cavalry. “È stata una scena fantastica e la Household Cavalry è stata entusiasta di lavorare con noi”, afferma Hayes.
Un’altra importante location del Regno Unito è stata la terra del Ministero della Difesa nella pianura di Salisbury, dove Chris Corbould e il team degli effetti speciali hanno effettuato un’enorme esplosione per replicare l’attacco al covo di Safin. “Quando cerchi un posto dove filmare questi momenti particolari, in cima alla lista c’è la zona di addestramento militare nella pianura di Salisbury, che è un’enorme area di 150 miglia quadrate di terra”, spiega Hayes.
“È qui che si addestravano i soldati prima dell’invasione alleata della Normandia. Ha una ricca storia militare. Dovevamo essere consapevoli dell’archeologia e dell’ecologia del sito. È dietro l’angolo di Stonehenge ed è potenzialmente un luogo adatto per seppellire le cose sotto terra, ma con noi c’erano degli archeologi che ci hanno controllato e guidato”.

Isole Faroe
Il covo del cattivo è spesso un posto meraviglioso in un film di Bond, e per No Time To Die i realizzatori hanno deciso di creare un’isola immaginaria per Safin.
Per gli esterni dell’isola i realizzatori hanno utilizzato le Isole Faroe, un arcipelago del Nord Atlantico amministrato dalla Danimarca. “Abbiamo effettuato una serie di plate shot che poi uniti formano il covo di Safin”, afferma Hayes. Le riprese sono state poi migliorate in CGI.
“La geografia è assolutamente spettacolare”, continua. “Dà un valore aggiunto visivo al film, anche se è stato un posto difficile dove portare una intera troupe cinematografica. Il numero delle persone era rigorosamente limitato. Dovevamo assicurare sorveglianza e sicurezza agli addetti ai lavori”.

LE SCENOGRAFIE DI BOND

Per lo scenografo Mark Tildesley, lavorare a No Time To Die ha significato guardare al passato ed esplorare il presente, nel tentativo di rendere omaggio alla lunga storia di innovazione nel design della serie Bond.
“I film di Bond sono stati fantasiosi in molti modi e rivoluzionari in qualche modo, con le loro idee, le loro dimensioni e i loro colori”, afferma. “Il mio lavoro era capire cos’è un film di Bond e anche cosa potrebbe essere. Avevo bisogno di valutare tutti i film di Bond del passato, e di pensare a come il nostro film, come il venticinquesimo epidosio, potesse rifletterli al meglio”.
“Quindi abbiamo evidenziato i momenti migliori dei film di Bond e abbiamo cercato di unirli a questo capitolo finale di Daniel”.
Il punto di partenza, per molti versi, è stato lo studio del lavoro dell’iconico Sir Ken Adam, il padrino del design di Bond. “Ci è piaciuto guardare l’audacia degli spazi che ha creato; il suo lavoro era molto coraggioso e fantasioso”, afferma Tildesley.
“I suoi progetti contengono anche un senso del teatro; la sua scenografia includeva spesso grandi pezzi operistici. Quindi, sempre riferendoci a Ken Adam abbiamo cercato di evocare alcuni di quei sentimenti, e spero di esser riusciti a ricreare un po’ dell’architettura e delle dimensioni più appropriate per un film di Bond”.
Oltre al lavoro di Adam, Tildesley ha tratto ispirazione anche dall’architettura brutalista, con particolare attenzione ai progetti del moderno architetto giapponese Tadao Ando.
“Abbiamo cercato di essere audaci in termini di dimensioni, scala e forma”, continua Tildesley, “per garantire che l’immagine non fosse troppo carica. Per alcuni spazi abbiamo optato per un ambiente minimalista con riferimenti brutalisti, e una stretta connessione con la natura”.

Il covo di Safin
Questa strategia di progettazione si è rivelata particolarmente efficace durante la concezione della tana del cattivo. “Sull’isola c’è un impianto di collaudo con silos enormi, e sotto i silos, quando si aprono i portelli, c’è una fabbrica gigante”, spiega Tildesley. “Questa è stata la nostra migliore opportunità per realizzare un enorme set in stile Ken Adam”.
Nel tentativo di rendere omaggio, la produzione ha costruito quella che Tildesley chiama “una classica porta circolare alla Ken Adam”, che è l’ingresso della fabbrica sotterranea.
“Volevamo che la struttura principale fosse audace, semplice e funzionale”, afferma. “Il concetto ci ha permesso di costruire pilastri giganti e abbiamo lavorato a stretto contatto con il nostro direttore della fotografia per creare una struttura che giocava con la luce e l’oscurità”.
“Quindi, nel sotterraneo c’erano enormi corridoi in cui Bond poteva scomparire nell’oscurità. Queste sono strutture gigantesche, e solo un piccolo fascio di luce forma un linguaggio grafico, dove appaiono forme molto pulite e semplici.

Il ritiro giamaicano di Bond
Quando Bond si ritira dal servizio, l’unica destinazione nella sua mente è la sua casa in Giamaica, che la produzione ha progettato e costruito in una splendida area in mezzo alla natura vicino alla città settentrionale di Port Antonio. “Bond vive in una baia spettacolare, con una natura meravigliosa ed acque cristalline, piante tropicali e particolari cinguettii di uccelli sotto cieli spettacolari”, afferma Tildesley.
Quando hanno pensato al design della casa stessa, i realizzatori sono stati guidati dal fatto che Bond è piuttosto destabilizzato. “È come un pesce fuor d’acqua”, dice Tildesley. “È fatto per essere un agente in azione”.
“Quindi passa molto tempo sulla sua barca”, aggiunge. “Pesca, naviga, come se stesse pianificando una fuga. Ha mappe e libri che gli permettono un po’ di evasione”.
La casa stessa, hanno deciso i realizzatori, doveva essere giamaicana nel design, anche se sfoggia un tetto a padiglione giapponese. “La casa in sé era divertente”, continua lo scenografo. “In Giamaica, per costruire una casa di legno spesso si tagliano direttamente gli alberi nei boschi”.
“Quindi il legno è molto fresco e nuovo, un po’ irregolare, così tutte le nostre idee su come creare una casa dall’aspetto elegante sono scomparse, ed è diventata una struttura decisamente in stile giamaicano. Si vede che è fatta a mano”.

Evento SPECTRE a Cuba
Quando Bond viene chiamato in azione, viaggia per poche centinaia di miglia fino a Cuba, dove si infiltra in un sontuoso ballo organizzato dalla SPECTRE. Fukunaga voleva creare una festa fantastica, piena di persone straordinarie, e Tildesley ha curato la costruzione di un vecchio teatro cubano, dall’atmosfera Art Déco, completo di una serie di grandi scalinate.
“Abbiamo condensato il design”, dice, “per creare qualcosa dal sapore intenso. Abbiamo preso tutte le idee migliori che siamo riusciti a trovare e le abbiamo affinate. Mi sono addirittura recato a Cuba per cogliere dei riferimenti, che sono un po’ sparsi su tutto il territorio”.
Nei teatri cubani ci sono archi classici, che sono ricorrenti in tutto il set, “abbiamo replicato le colonne, la pietra e le scale a chiocciola. Ci sono anche alcuni elementi d’ Art Déco”, osserva.
Tildesley voleva anche dare l’impressione di una grandezza sbiadita. “Cuba un tempo era un fiorente parco giochi per gli americani, era ricca, esotica e meravigliosa, ma ora è trascurata, anche se ciò che rimane è di straordinaria bellezza”.

MI6
L’ufficio di M è un pilastro della serie, perciò i realizzatori hanno voluto mantenere tutti i suoi elementi classici, ma con alcuni ammodernamenti.
“È molto divertente realizzare i classici set di Bond come l’ufficio di M e Moneypenny”, afferma Tildesley. “La porta di pelle dell’ufficio di M è ad esempio diventata un’icona del mondo di Bond. Il set si è evoluto nel tempo, attraverso diversi film, ma penso che la scrivania e il dipinto sul retro e tutto il resto siano gli stessi da molto tempo”.
Per dare un tocco più moderno, il team di progettazione ha optato per sottili cambiamenti, ad esempio al colore della porta in pelle di M. “Mentre l’ufficio di Moneypenny, sostanzialmente è rimasto lo stesso”.
Come per l’ufficio di M, i realizzatori hanno voluto mantenere un senso di continuità riguardo al laboratorio di Q. “Abbiamo dovuto aggiungere un’ala, che è un’estensione che ospita una galleria del vento dove sta testando l’aerodinamica di vari veicoli”.

La casa di Q
Sebbene il laboratorio di Q sia stato un punto fermo della serie, dare uno scorcio della casa di Q è una nuova partenza, e i realizzatori volevano che la casa del mago della tecnologia riflettesse la sua personalità eccentrica.
“Gli abbiamo dato una casa non lontano dalla stazione di Waterloo in modo che potesse andare al lavoro in bicicletta”, dice Tildesley. “È un cottage vittoriano tradizionale, piuttosto accogliente, un po’ come lo stesso Q. Vive da solo con il suo gatto, che adora”.
“Pensando al suo personaggio, volevamo che fosse normale e casalingo, non solo un tipo folle, quindi nel film appare mentre cucina una pietanza”, continua.
“Ovviamente è molto meticoloso, quindi pesa tutti gli ingredienti mentre prepara un pasto per due. Ma è anche impegnato a fare altro: più avanti nel film si intravede un modellino di aliante all’interno della sua stampante 3D.

L’ambiente di Madeleine
Un domicilio che gioca un ruolo ancora più centrale nel film, è la casa di famiglia di Madeleine in Norvegia, un luogo triste, secondo Tildesley, dove la donna ha trascorso la sua infanzia.
“Abbiamo immaginato questa casa di famiglia come una luogo davvero triste”, osserva Tildesley. “La madre di Madeleine è una specie di anima persa che non comunica con [il padre di Madeleine] White, e lui è spesso via. Ha iniziato a bere, e Madeleine è come una badante per sua madre, anche se è una ragazzina”.
Per esaltare questa atmosfera la casa è inserita in un “paesaggio straordinario”, dice lo scenografo, “isolato, freddo e piuttosto spaventoso. La struttura è in stile norvegese, una capanna molto semplice, con una stanza nel sottotetto che ospita la camera da letto dell’infanzia di Madeleine”.
Più avanti nella narrazione, Madeleine ha ristrutturato la casa. “Quindi ha un aspetto più moderno”, afferma Tildesley.
Un ulteriore scorcio della vita di Madeleine appare con l’immagine del suo studio di psicologia londinese. “l’edificio è in parte georgiano, anche se i piani superiori sono edoardiani, con dei vetri straordinari”.
“Volevamo dargli un aspetto fresco e moderno, quindi abbiamo speso del tempo a lavorare sulla location, togliendo tutto il legno scuro e rendendo la stanza più atonale e semplice, in linea con lo stile della donna”.

MINISTERO DELLA DIFESA

I realizzatori hanno lavorato a stretto contatto con il Ministero della Difesa durante la realizzazione di No Time To Die, con la Royal Air Force e la Royal Navy che hanno concesso alla produzione l’accesso a risorse e personale chiave. L’esercito, nel frattempo, ha fornito truppe della Household Cavalry.
Le forze armate hanno già collaborato alle riprese, osserva il location manager Charlie Hayes. “Bond è stato un ufficiale di Marina, e in questo film abbiamo lavorato al fianco di tutti e tre i corpi”, dice, “con loro è nato un rapporto speciale”.
Durante il film, Madeleine Swann attraversa il Mall verso il suo ufficio, che si trova a Carlton House Terrace. “È un momento importante”, afferma Hayes. “Imposta la scena e ci fa capire chi è e dove lavora”.
Le Royal Horse Guards fanno parte dei Blues and Royals, uno dei due reggimenti più antichi dell’esercito britannico, che insieme formano la Household Cavalry. Si sono resi disponibili in un momento cruciale del loro calendario, poco prima del cambio della guardia a Buckingham Palace.
La Royal Air Force, nel frattempo, ha consentito l’accesso alla più grande base aerea, la RAF Brize Norton nell’Oxfordshire. Questo luogo si è rivelato essenziale, replicando una base aerea della NATO in Norvegia, nella preparazione di una scena importante. Bond e Nomi si uniscono ai loro alleati dell’MI6 presso la base aerea della NATO, a bordo di un C-17 Globemaster.
Il C-17 Globemaster è un aereo cargo strategico a lungo raggio, che può operare nei pressi di un’area di operazioni per il combattimento, il mantenimento della pace o missioni umanitarie. La scena all’interno del C-17 è un classico momento da quartiermastro, in cui Q fornisce dei dispositivi a Bond e Nomi per assisterli nella loro missione. Mentre Bond e Nomi escono dall’aereo, Q rimane a bordo, per esaminare le specifiche e gli schemi del loro obiettivo, dar loro informazioni e guidarli durante l’attacco.
La Royal Navy ha anche consentito alla seconda unità della produzione di filmare a bordo dell’HMS Dragon, uno dei suoi cacciatorpediniere di difesa aerea della classe Type 45, ed una delle navi da guerra più avanzate al mondo, che svolge un ruolo cruciale in No Time To Die.
“Abbiamo sempre ricevuto una straordinaria collaborazione da parte di tutti i servizi nel Regno Unito”, aggiunge la produttrice Barbara Broccoli. “La RAF è stata di grande aiuto nel darci accesso alla loro base aerea e all’aereo, e siamo grati per la cooperazione della Royal Navy e dell’esercito. Il Ministero della Difesa è sempre stato molto disponibile per i film di James Bond”.

MUSICHE

Nessuna serie di film ha prodotto una gamma così impressionante di accompagnamenti musicali come James Bond, e con No Time To Die, sia come il 25° film di 007 prodotto dalla EON, e sia come il capitolo finale della narrativa di Daniel Craig, i realizzatori sapevano di aver bisogno di un compositore eccezionale. Si sono rivolti quindi al vincitore dell’Oscar e di quattro Grammy, Hans Zimmer.
Il compositore, fan di vecchia data dei film di James Bond, ha colto al volo l’opportunità di lavorare con Wilson e la Broccoli. “È molto raro trovare produttori che abbiano tanta familiarità con il materiale”, inizia. “In effetti, solo loro”.
Zimmer era consapevole dell’importanza di questo film per il suo protagonista. “Avendo fatto i tre film di Batman, dicevo alla gente, ‘Per voi sono solo tre film, ma per me sono 12 anni della mia vita’. Per Daniel, Bond sono 15 anni della sua vita, quindi bisogna essere umili e rispettosi”.
Per quanto fosse desideroso di collaborare con Michael G. Wilson, Barbara Broccoli e Daniel Craig, un altro fattore cruciale è stato il suo apprezzamento riguardo alla narrativa del film. “C’è una sensibilità matura in questo film”, dice. “Parte da una tragedia, e dove c’è il buio, sono felice. Mi ispira”.
L’ispirazione di Zimmer è stata ulteriormente rafforzata dal reclutamento del collaboratore di lunga data Steve Mazzaro, nonché di un altro vecchio amico e collega, Johnny Marr, il leggendario chitarrista e co-autore degli Smiths, con il quale ha collaborato per la prima volta a Inception nel 2010.
Marr ricorda: “Hans mi ha chiamato e mi ha chiesto: “James Bond, ti piace?” Ho risposto: “Perché ci hai messo così tanto tempo?” Mi sono sentito molto privilegiato e onorato. Associo sempre Bond alla chitarra”.
Zimmer ha incoraggiato Marr a portare il suo stile nel pezzo e a non essere eccessivamente limitato dai cambi di accordi del compositore. “Il lavoro della chitarra nella musica è nell’azione”, afferma Marr. “Quando si entra in modalità Bond, che si tratti di un inseguimento in macchina o di qualcosa di eroico, si sente la chitarra. Ma nel sound c’è anche il tocco di John Barry”.
Barry ha lavorato a 11 film di Bond, e la sua produzione spettacolare ha lasciato il segno. Zimmer nota che è stato Cary Fukunaga, in particolare, a incoraggiare i compositori a fidarsi del proprio istinto e ad uscire da quel cliché.
“Cary è stato davvero bravo, perché all’inizio eravamo molto più proiettati verso John Barry in un certo senso”, spiega Zimmer. “Ha detto molto tranquillamente: ‘Penso di volere un po’ più Zimmer in questo caso’, in qualunque senso”.
Secondo Marr, “un po’ più Zimmer” significava “essere rispettoso di ciò che James Bond è storicamente, ma anche appropriato al film, prima di tutto. Si può rispettare il materiale ed avere una propria voce. Quando ascolto il materiale senza la chitarra, posso davvero sentire [le voci di] Hans e Steve”.
Mazarro aggiunge: “E malgrado ciò, si sente ancora Bond. È sempre quel linguaggio che John Barry ha creato, in un certo senso”.
L’approccio innovativo di Barry, che combina stili pop, jazz e classici, ha plasmato un nuovo genere di musica da film, ed inoltre ha collaborato regolarmente con famosi cantanti e band contemporanei, da Shirley Bassey ai Duran Duran. I produttori di Bond hanno mantenuto quella tradizione, invitando alcuni dei migliori artisti discografici del mondo a lavorare sulle loro iconiche title track.
Per No Time To Die, i realizzatori hanno optato per la vincitrice di cinque Grammy Billie Eilish.
“Mi è stata sottoposta una canzone di Billie Eilish creata da lei e suo fratello Finneas O’Connell. Era solo una demo, eppure ho detto: “Non voglio sentire altro. Questo è tutto'”, afferma Zimmer. “Allora non conoscevano la storia, ma la loro canzone mi è sembrata già una storia”.
Marr è d’accordo. “È un brano molto moderno, ovviamente, ma molto intenso. È piuttosto radicale in un certo senso perché è così fragile, e la sua forza sta nell’aspetto minimalista”.
“Volevo incontrarli il più presto possibile”, dice Zimmer.
Ed Eilish e O’Connell arrivarono. “Non avrei mai pensato di poter fare una canzone per Bond, onestamente”, dice Eilish. “Ci sarebbe piaciuto, ne abbiamo sempre parlato. Ed ai membri del team abbiamo detto: ‘Semmai si presentasse l’opportunità di lavorare per un film di Bond, per favore…’ E far parte dell’ultimo capitolo di Daniel, è semplicemente pazzesco”.

LA FINE DI UN’ERA

No Time To Die è il 25° film di Bond della EON, ma rappresenta anche il capitolo finale dell’era di Daniel Craig e, secondo Barbara Broccoli, è stata una storia intensamente personale.
“Penso che sia di gran lunga la storia più personale, insieme ad Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà e Casino Royale“, dice. “È una conclusione appropriata ed emotivamente soddisfacente per l’arco del personaggio di Daniel Craig”.
Non sorprende che No Time To Die si sia rivelato un progetto emozionante per tutte le persone coinvolte, specialmente per lo stesso Craig. “Quando mi fermo e penso a ciò che abbiamo fatto in cinque film, mi emoziono; sono stati quasi 15 anni della mia vita”, dice.
“E ho sentito che con No Time To Die c’era una storia da finire e molte questioni in sospeso da portare a termine. Penso che l’abbiamo fatto. Ne vado orgoglioso, e sono immensamente grato per l’enorme sforzo collettivo necessario per realizzare un film di Bond.
Essere solo una piccola parte di tutto questo, è stato un onore”.
Il momento più emozionante è arrivato con le scene finali di Craig, che, opportunamente, sono state girate a Pinewood, la tradizionale casa dei film di Bond. Michael G. Wilson ricorda la sensazione sul set: “Era notte fonda e di solito le persone tornano a casa quando hanno finito, ma invece sono venuti tutti sul set. Non era esattamente un’atmosfera festosa, ma era un momento speciale e la gente voleva esserci”.
“A fine riprese Daniel ha pronunciato delle belle parole, e tutti piangevano e si abbracciavano. Eravamo tutti dispiaciuti di vedere la fine di questa era; è stato molto emozionante per la troupe”.
I realizzatori sono estremamente fieri di ciò che hanno ottenuto negli ultimi cinque film. “In tutti, Daniel ha apportato molta umanità a Bond, e ha sviluppato un personaggio vero”, conclude Wilson. “E nei film successivi ha continuato ad arricchire ulteriormente quel personaggio. Con la sua tenacia, la comprensione e lo straordinario talento, Daniel Craig ha dato vita ad una versione di James Bond che è davvero unica”.

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STREAMING VOD, SVOD E TVOD:
No Time To Die disponibile in Digitale da venerdì 3 Dicembre 2021 e in DVD da mercoledì 15 Dicembre 2021
info: 30 Settembre 2021 al Cinema; 3 Dicembre 2021 in TVOD; 15 Dicembre 2021 in DVD.

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